Tra Venerdì 31 ottobre, con luna crescente in Pesci e sabato 1 novembre,
in attesa della Luna piena in Toro, di mercoledì 5 novembre, abbiamo il passaggio della celebrazione dello Shamain, considerato il Capodanno celtico.
Rappresenta il tempo del raccoglimento, della discesa nel nostro intimo grembo, come Semi.
Come potenzialità.
Come Intento.
Come Silenzio.
Come Vibrazione.
Per questi due giorni siamo guidati dai due Archetipi, il quattordicesimo, la Nun, con funzione trasformazione, correlato all'Arcano Maggiore della Temperanza e il dodicesimo, la Lamed, con funzione misura, correlato all'Arcano Maggiore XII dell'Appeso.
Questi Archetipi e questi Arcani Maggiori, smuovono energie molto potenti, coinvolgendo una Luna crescente in Pesci, segno d'acqua, che si accorda al segno dello Scorpione, altro segno d'acqua.
Un passaggio, quindi, amniotico, considerando che anche la Nun del 31, rappresenta le acque amniotiche trasmutatrici
Una celebrazione che vede Ecate come guardiana della soglia, tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti, assimilabile a quella Dea Egizia Heket dalla testa di rana, che ho avuto già occasione di nominare nei miei post, in quanto legata alla simbologia delle acque, del girino e del Seme, qui in Sardegna, che è, essa stessa, il simbolo del Seme, dello stato embrionale, pronto a germogliare.
Questo passaggio di Samhain proprio con Luna in Pesci, indica benissimo il tipo di passaggio amniotico al quale ci stiamo preparando.
È un passaggio in solitaria, nel profondo abisso delle nostre verità.
Ribaltati come un calzino.
Come l'Appeso.
Abbiamo imparato.
A viaggiare leggeri.
A viaggiare da soli.
Entriamo, in questi due giorni, nel nostro intimo nucleo, nel nostro Grembo.
Il velo che si assottiglia, nella dimensione degli antenati, dei morti, dovrebbe consentirci di aprire una dialettica di pacificazione anche embrionale, amniotica, con i nostri cari.
Il Seme che ora scende in raccoglimento, in solitudine, oltre la coltre fredda della Terra, in questo passaggio tutto nella dimensione dell'acqua, dello Scorpione, come si sta manifestando anche con le intense piogge, che siano innescate o meno, artificialmente, è il messaggio che veicolano, ad essere importante, in questo passaggio contrassegnato proprio dall'elemento Acqua dello Scorpione.
Un'acqua profonda, trasmutativa, di vita e di morte al contempo, similabile, per simbologia, all'acqua dei diluvi che hanno contrassegnato dei passaggi importantissimi nella storia dell'umanità, testimoniati trasversalmente in ogni civiltà,
nella sublimazione del nostro "Sacri-ficio", del nostro renderci Sacri", pronti al passaggio di germinazione, e in piena Presenza di sé stessi.
Pronti per essere Seme, integro, energia potenziale che irradia calore, vita, conoscenza dalla propria Luce interiore.
Che non teme le circostanze, il terreno avverso, perché è già Grembo e Seme di per sé.
Lo Scorpione, è legato al Femminino.
Al Femminino Monadico, il grande Grembo, che spesso non riconosciamo, perché porta in sé anche quell'ombra che preferiamo tacitare o ignorare, ma che inevitabilmente, ci scaraventa nel nostro stesso grembo, con fermezza e dolcezza.
Per farci vedere.
Per riconoscerci dove non immaginiamo.
Ci viene chiesto di scendere in profondità, nel limbo della nostra stessa decomposizione, come le foglie autunnali che marciscono dopo la loro caduta.
In un'acqua che, in un segno d'acqua come lo Scorpione, non è limpida, ma torbida, poiché implica una trasformazione profonda, paludosa, invisibile in superficie, dove tutto si compie al buio, soli con noi stessi.
La divinità rappresentata dallo scorpione, presso gli Antichi Egizi, era Selkhet, divinità funeraria, Custode della vita e della morte, come ho scritto altre volte.
E gli Scorpioni, 7 Scorpioni, erano i custodi di Iside, il Sole Nero, il Sole dietro il Sole, Saturno, proprio perché era preziosa.
L'Iside Velata, quella che si rivela attraverso il percorso iniziatico dell'apertura dei 7 chakra, che possono essere abissi e vette, lo sappiamo bene.
A favorire questa discesa nel nostro personale Ade di trasformazione, è l'energia di entrambi questi Archetipi, la Nun di trasformazione e la Lamed della misura, del "quanto valiamo".
Del valore che diamo Inanzittutto a noi stessi.
Per rinascere continuamente.
Per cambiare prospettiva, che solo i percorsi liminali, quelli sui crinali che spesso non osiamo percorrere, ci danno la possibilità di ribaltare l'energia.
Di giocare con essa.
Di farne fonte, piuttosto che stagnazione.
Si nasce a testa in giù.
È la posizione naturale della nascita.
E a testa in giù, avviene la spoliazione del superfluo.
Si svuotano le tasche.
Si svuotano i pensieri
Trasmutare il Seme in Germoglio.
Cogliere l'umidità e il buio del terreno, come nutrimento, non come possibile fonte di stagnazione, di muffa, di relegazione.
Stiamo finendo di attraversare il mese di Ottobre, contrassegnato, come ho già approndito, dall'energia del Mastro del Cuore, detto anche il Sutra del Cuore.
L'oltrepassare il limite, la discesa nel buio, è la nostra possibilità di risalita.
Trovare la vita anche nella dimensione della morte.
È l'accensione del nostro falò, del nostro Fuoco Sacro.
Sempre vivo, sempre ardente.
Viaggiatori tra le dimensioni.
Tra la vita e la morte.
Tra la luce e il buio.
Tra l'essere e l'apparire.
In una parabola circolare che bypassa la linearità della dimensione terrena.
La dimensione ideale per ritrovare il nostro equilibrio interiore,
Nel buio che custodisce, che funge da Athanor alchemico, per la trasformazione, il passaggio.
Un buio uterino, gravido e fertile, che implica con sé, il concetto di Morte.
Il velo si assottiglia.
Come una placenta attraverso la quale scorgere nuove prospettive e possibilità.
Fidarsi è anche Con-fidarsi
Fidarsi con.
Fidarsi dell'Universo.
Se guardiamo avanti.
Se ci relazioniamo con la sua Sacra Energia di espansione, bellezza e verità.
Il resto, resta.
Resta al palo.
A fare sempre gli stessi giri.
Fino a solcare profondità che calamitano verso il basso.
E in questo periodo si sentono in modo particolare.
Sono limbi che vanno spezzati, bypassati, come la connessione con ciò che è già stato karmicamente, energeticamente, a livello genealogico.
Il Seme che ora scende in raccoglimento, in solitudine, oltre la coltre fredda della Terra, in questo passaggio totalmente amniotico pronti al passaggio di germinazione, è in piena Presenza di sé stessi.
È pronto per essere Seme, integro, energia potenziale che irradia calore, vita, conoscenza dalla propria Luce interiore.
Della propria Misura e Valore.
Il fegato è l'organo dove arriva più sangue, dove si può appesantire energeticamente tutto il corpo, con energie basse che stagnano ( essere verdi dalla rabbia, o dall'invidia, è un tipico modo di dire) o si può trasmutare energeticamente e alleggerire, facendo scendere queste emozioni, dal verde Puro e trasmutante del chakra del Cuore, fino al verde stagnante, livoroso, del Fegato
Da liver( fegato in inglese) a lover ( colui che ama, in inglese)
Capovolgendo, ribaltando la situazione, la prospettiva.
Nutrendo, come fresca rugiada, anche ciò che stagna.
Trasmutare il Seme in Germoglio.
Cogliere l'umidità e il buio del terreno, come nutrimento, non come possibile fonte di stagnazione, di muffa, di relegazione.
L'oltrepassare il limite, la discesa nel buio, è la nostra possibilità di risalita.
Trovare la vita anche nella dimensione della morte.
È l'accensione del nostro falò, del nostro Fuoco Sacro.
Sempre vivo, sempre ardente.
Viaggiatori tra le dimensioni.
Tra la vita e la morte.
Tra la luce e il buio.
Tra l'essere e l'apparire.
In una parabola circolare che bypassa la linearità della dimensione terrena.
Sulle spirali dell'evoluzione.
In bilico tra vita e morte.
Sempre in rinascita.
Con infinita gratitudine sempre.
Tiziana Fenu
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