Prima immagine, dalla pagina
"La Sardegna e il suo mare nelle poesie di Francesco Carta"
( https://www.facebook.com/share/p/1Ay7qoedgX/)
"Stemma dei Quattro Mori che si trovava a Saragozza
nel palazzo della Deputazione del Regno D'Aragona, risalente
al sec. XVI. Attualmente è conservato nel museo della città.
I quattro mori hanno il capo circondato da una fascia attorcigliata
che passa sulla fronte"
La bandiera dei Quattro Mori secondo la versione maggiormente diffusa, simboleggia il trionfo della Cristianità sui Saraceni, con le teste che rappresentano le quattro vittorie aragonesi in Spagna e la croce rossa che rimanda alla Croce di San Giorgio, simbolo della lotta contro l'Islam. Un'altra interpretazione, più autoctona, la lega agli antichi quattro Giudicati sardi, che rappresentano le autonomie dell'isola.
Ma non concordo con questa interpretazione e questo antico stemma me ne dà conferma.
Come vedete, la benda non è sugli occhi, e probabilmente è sempre stato così.
È una fascia attorcigliata, come una corda, e questo coincide con la simbologia del Sacro Mongkol sardo( che magari da noi aveva un altro nome), come simbolo regale di appartenenza, presente in svariati bronzetti sardi, di cui ho approfondito 4 anni e mezzo fa( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/il-monkgol-sardo-come-segno-di.html?m=0)
Dal mio scritto
".. particolare che ho notato in svariati bronzetti.
Un particolare che parla di devozione, sacralità, e Fedeltà al proprio Signore, al proprio Re e Maestro.
Sono Bronzetti sardi diversificati tra loro, risalenti probabilmente all' VIII sec. a. C.
Fromboliere di Uta, donna orante, offerenti, suonatore di Ittiri, arciere di Sardara, Capotribu' di Uta, e altri.
In tutto, ma sicuramente ce ne sono anche altre, una quindicina di bronzetti, tutti contrassegnati con un particolare, che presenta anche il capotribu' di Uta : quella benda, arrotolata come una corda, intorno alla testa.
Che non è una semplice fascia piatta.
È proprio una corda con spessore, e sembrerebbe arrotolata.
Esattamente come quella che tiene in mano il Fromboliere di Uta, che con aspetto regale porta in offerta, sui palmi delle mani, questa corda, in offertorio votivo.
E, verosimilmente, sembrerebbe di una lunghezza tale da essere idonea per essere legata intorno al capo, esattamente come quella del Capotribu' di Uta.
Per essere indossata da un Capotribu', significa che aveva un alto valore sacrale.
Come se fosse un segno identitario di riconoscimento.
Ebbene, già, esponendo le mie spiegazioni sul ruolo simbolico de su Componidori della Sartiglia, e de su Issohadore, avevo sottolineato come, i colori da loro indossati, bianco, rosso, marrone, nero, corrispondessero alle gradazioni delle varie cinture nei livelli delle arti marziali orientali, e che ogni livello raggiunto fosse chiamato con il nome di Dan.
Dal primo, fino all'ultimo Dan, il grado più alto, la cintura nera.
Avevo sottolineato anche, come, il lazo che su Issohadore usa per prendere al lazo il suo Mamutone, è un Lazo ricco di simbolismo, poiché la parte finale, è assimilabile alla parte uncinata del Sacro Ankh, che significa "bocca/passaggio/apertura/vagina/nascita/rinascita".
Ho approfondito poi, successivamente, sulla simbologia de Sa Soha, il lazo de Su Issohadore ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/sa-soha-il-nostro-ankh-sardo.html?m=0/ https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/sa-soha-il-nostro-ankh-sardo.html?m=0)
Quindi, prendere un Mamutone per il lazo, significa, simbolicamente, offrirgli, per mano di un essere divinizzato e purificato, come su Issohadore, che porta una maschera bianca, simbolo di questa divinizzazione in corso(come quella de su Componidori e dei Giganti di Mont'e Prama, che portano i solchi di una maschera intorno al viso, segno di Eroi Divini), la possibilità di una una rinascita, di una purificazione dalla sua natura animale.
Un'elevazione, una sublimazione, una redenzione.
Ed esiste, ed è considerato un oggetto con alto valore sacrale, un'ornamento, un segno distintivo di regalità e sacralità, che ancora oggi è usato in una disciplina orientale molto diffusa e molto bella, per il suo alto valore cerimoniale e sacrale, purtroppo penalizzata e dissacrata in certi contesti, dove non si riconosce la sacralità ancestrale di queste discipline antichissime.
Sto parlando del Sacro Mongkol, della benda, dell'arte Marziale del Muaythai, un'arte marziale di difesa thailandese.
Questo copricapo è considerato Sacro, e viene indossato durante i combattimenti e mentre fanno il loro cerimoniale Wai Kru Ram Muay prima che il loro Maestro /allenatore, chiamato Krhu, lo tolga e lo metta in cima al loro angolo, nel ring, in segno di buon auspicio.
Il Monkgol è talmente sacro, che non può toccare il terreno, e può essere toccato solo dal maestro, una volta che l'investitura è stata fatta.
Anticamente veniva benedetto dai monaci Theravada.
I Monkgol sono fatti tradizionalmente di corda, filo e materiale di seta, che sono tessuti e intrecciati insieme.
Esattamente la stessa struttura intrecciata che si vede in mano al Fromboliere del Bronzetto offerente di Uta, e la stessa sezione tubolare delle corde intorno al capo, degli altri bronzetti visionati.
La cerimonia iniziale, il Wai Kru si esegue girando tre volte nello spazio del combattimento, per "sigillare" contro energie negative, lo spazio perimetrato dalle corde, prima di pregare inginocchiato, a mani giunte, nel suo angolo, il suo Maestro, gli antenati combattenti, inchinandosi tre volte in segno di rispetto e Fedeltà al proprio Maestro, al Divino, e ai propri compagni di scuola.
"Wai" significa il modo thai di riverire e salutare.
Chiunque, di questi insegnamenti, rispetta in modo assoluto il proprio Maestro, e tratta i suoi pari da fratelli e sorelle.
Durante questa cerimonia si invoca protezione per sé stessi e per i propri avversari, e per una lotta onorevole attraverso il recitare in modo silenzioso preghiere e formule magiche propiziatorie.
Dopo questa Wrai Kru, si effettua la Ram Muay, una serie lenta di movimenti stilizzati eseguiti a ritmo della musica, di solito pentatonica, come le musiche dei primi strumenti musicali nelle civiltà, una musica molto simile a quella delle nostre launeddas, in direzione dei quattro lati del ring, ad invocare la protezione delle quattro forze naturali, terra, aria, acqua, fuoco.
La Ram Muay, oltre ad avere un significato mistico religioso, nei tempi antichi, era un profondo atto di devozione, umiltà e gratitudine al proprio Re e al proprio mentore
E tutta questa simbologia del Monkgol, che ha proprio la conformazione di un lazo, di un Ankh, che viene indossato da uomini che sono degli Iniziati, così come lo indossa il capotribu' di Uta( anche su questo bronzetto, ho approfondito successivamente https://maldalchimia.blogspot.com/2023/11/bronzetto-uta.html?m=0)
fa capire come può essere un simbolo di appartenenza, come lo è anche adesso. Indica l'appartenenza ad una scuola, ad una antica disciplina che da la possibilità di mettersi in contatto con il divino.
È l'appartenenza ad una comunità, che poi si sarà sviluppato in disciplina marziale.
Lo indossano anche gli arcieri, il suonatore itifallico, il guerriero, la donna orante.
Perché portare una corda intrecciata, perché di questo si tratta, in offertorio?
Cosa poteva rappresentare, se non l'appartenenza Regale ad una comunità?
Si è parlato, nella descrizione di questo bronzetto, che potrebbe trattarsi di una delle corde ritorte e robuste delle navi di Thartshish (Tartesso, Tharros..) che solcavano i mari, nominate nella Bibbia.
Ma io non credo si tratti di questo.
Il Mongkol è come un Ankh, è sacro, riporta alla vita, alla rinascita, come quello de su Issohadore.
Sacralizza chi lo indossa.
Segna un'appartenenza.
I nostri bronzetti lo rappresentano.
Dalla donna offerente, al suonatore di launedda, fino a passare per l'arciere, e arrivare al Capotribu'.
Lo indossano indifferentemente tutti coloro che appartengono a quella comunità.
Senza distinzione gerarchica, così come succede nella disciplina Muay Thai.
Si è fratelli e sorelle, guidati dal Maestro, dal Re
Io credo che ciò che il Fromboliere di Uta stia offrendo, sia proprio un Mongkol, offerto per ottenere l'investitura di appartenenza.
Anche perché poi, c'è un altro fattore importantissimo in questa antica disciplina.
Nella fase preparatoria della cerimonia iniziale Ram Muay, nella fase chiamata Taa Phrom Naang, ci sono tutta una serie di gestualità, eseguite con movimenti lenti e precisi, che simulano i vecchi bendaggi utilizzati nei tempi antichi, e soprattutto, simulano il volo del cigno, considerato un animale sacro.
E questo aspetto del Cigno è importantissimo, perché ha un riferimento diretto con l'antica Civiltà Sarda.
Ne ho parlato nel mio post riguardo l'ingresso triangolare dei Nuraghi, chiedendomi e spiegando, perché l'ingresso dei Nuraghi sia sempre triangolare ( come ho approfondito in un mio precedente scritto - https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0), e perché gli antichi Sardi erano identificati dagli stessi Egizi con le 9 stelle della costellazione del cigno, in riferimento alla Confederazione Sarda dei "Nove Archi", i Pelasgici, gli Antichi Sardi, i figli del Cigno/cygnus/cono nuragico/cunnus/cunno/Cuneo.
"E quel triangolo sagomato dell'ingresso dei nuraghi è proprio la sezione del cono.
Cono
Cunnu/cuno (apparato riproduttivo femminile)
Ma la sezione del cono triangolare, anche come la costellazione del Cigno, per la quale si fa riferimento nella stele di Thutmose III datata più o meno 1500 a. C, nelle quale si legge delle 9 stelle della costellazione del Cigno, in riferimento alla confederazione sarda dei "nove archi", i Pelasgici, gli Antichi Sardi".
Troppe coincidenze, per non pensare, ancora una volta, che la culla della civiltà, fosse proprio qui, in Sardegna.
Una civiltà Atlantidea evoluta, pacifica.
Una comunità poco gerarchizzata, come le prime società matriarcali, gilaniche.
Dove il culto della Dea Madre sopravvive ancora.
Attraverso il simbolismo del lazo/vagina, che offre possibilità di rinascita.
Nei nostri bronzetti lo abbiamo, rappresentato intorno al capo, che ha anticipato di secoli, e probabilmente di millenni, l'aureola dei Santi cristiani.
In quella danza del cigno, che ci appartiene da sempre, come figli della stessa costellazione
Perché, se gli stessi Egizi, ci consideravano i 9 archi, le 9 stelle della Costellazione del Cigno, la Confederazione dei 9 Archi, è lecito pensare che il segreto della nascita è della resurrezione, della vita eterna, fosse proprio custodita dai questi antichi Sardi, la cui civiltà esprime sempre, nelle Domus de Janas, nei pozzi Sacri, nelle Tombe dei Giganti, negli stessi nuraghi, sempre questo concetto triadico di "nascita/morte/rinascita"
D'altronde, questo concetto triadico è simboleggiato in un uccello/divinità che ha molto di sardo e poco di egizio.
Il Benu, la Fenice, l'ambasciatrice della vita, dal piumaggio rosso fuoco, che ogni 500 anni, con il suo uovo d'oro trasporta la salma del padre presso il Tempio di Ra, il Dio-Sole.
La Fenice che con il suo fuoco, porta la vita dentro le acque primordiali Nun, aprendo il becco sulla prima terra emersa, ed emanando il primo suono primordiale, il Logos.
L' Uccello che viene da Eliopoli, la città del Sole, la prima terra emersa, isola del fuoco.
L' isola dei Nur(fuoco)-Nuraghi.
Benu
Fenu
Fehu(runa del Fuoco)
Feni(... Fenici=Sardi)
Fenicotteri, l'uccello dai colori del Fuoco
Fenice
L' Araba Fenice
Nell'Antica Civiltà Sarda tutto parla di continua rinascita.
Nascita /Morte /Rinascita.
Anche nelle, sempre tre, protomi taurine/uterine dei portali dentro le Domus de Janas
Tre
Come i tre inchini che si fanno quando si riceve il Monkgol dal Maestro, dal Re.
E sicuramente, tre volte, si sarà inchinato il Fromboliere, davanti al suo Re, nel ricevere il suo Monkgol di appartenenza.
In rinascita ad una Comunità che ha lasciato segno di sé in ogni parte del mondo.
Come mai uno stemma della Sardegna in quello che fu il regno di Aragona?
Gli Alagón erano nobili originari d'Aragona, che dal XII sec, influenzarono la Sardegna, specialmente attraverso Leonardo Alagón, l'ultimo marchese di Oristano, che guidò la resistenza sarda contro gli Aragonesi, vincendo a Uras nel 1470, ma fu poi sconfitto nella Battaglia di Macomer e il marchesato di Oristano venne inglobato nel Regno di Sardegna.
Quindi, le famiglie erano collegate alla corona di Aragona, sia per origine che per influenza politica.
O magari è vero il contrario.
Gli Alagon erano sardi, arrivati in terra spagnola.
Lo stemma indica i 4 mori ( forse gli Ebrei Etiopi, discendenti della regina di Saba( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/i-motivi-pibiones-nella-cultura-sarda.html/ https://maldalchimia.blogspot.com/2025/01/la-regina-di-saba-y.html) protetti da quello che sembra essere San Giorgio, visto che poi lo stemma sarà con la croce rossa di San Giorgio.
San Giorgio è legato alla simbologia del Drago/Serpente, che sconfigge, in epoca cristiana.
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/basilisco-e-il-mito-di-medusa-in.html, in cui approfondisco come il mito del serpente/drago/basilisco, sia profondamente legato alla figura di Medusa, la regina della Sardegna.
"Teniamo presente che, 2700 anni fa il polo nord Celeste, era in direzione della coda della costellazione del Drago, e la stella polare era considerata la stella Thuban.
Il drago/serpente comparve anche come simbolo degli Shardana, nel simbolo della tribù dei Dan, presente anche nell'artigisnato sardo ( anche portoni e cassapanche )
Nel rudere dell'episcopato dell'antica basilica di Sant'Antioco di Bisarcio, ad Ozieri, in provincia, di Sassari, vi è una protome di Barisone II, (visto che Sant'Antioco era la cattedrale della diocesi di Bisarcio, della quale faceva parte Ardara, capitale in quegli stessi anni, del giudicato di Torres)
Il giudice Barisone II, del giudicato di Torres o del Logudoro, uno dei quattro Giudicati della Sardegna, dal 1153, al 1190, è rappresentato sotto una foglia di ruta, e vi è anche la rappresentazione di un basilisco, il mitologico drago ibrido( s'iscultone sardo) nato dal sangue della testa della Gorgone, Medusa,, unica mortale tra le sorelle, decapitata da Perseo le cui uova vengono partorite da due galli maschi e che vengono covate del rospi.
Le Meduse erano figlie di Forco e di Ceto, ed abitavano nell'estremo occidente del mondo conosciuto dai Greci.
Dalla testa mozzata di Medusa, nacquero il cavallo alato Pegaso e Crisaore, padre di Gerione.
Quel Gerione, la cui figlia Eriteide, si uni' al Dio Hermes e diedero alla luce, Norax o Norace, antico eroe mitologico della civiltà Sarda, fondatore, secondo la leggenda, di Nora.
Norace, attestato da più fonti, pare che arrivasse in Sardegna dalla mitica città di Tartesso, la città portuale dell' attuale Andalusia, ma che sembrerebbe invece, da alcuni studi, essere proprio una città della Sardegna, terra ricchissima di metalli e di pietre preziose, di cui i sardi erano abili commercianti fin da tempi antichissimi, probabilmente dal 10. 000 a. C., se non prima.
Perseo, quindi, donò la testa mozzata di Medusa, alla dea Atena, la quale la fissò al centro del proprio scudo per terrorizzare i nemici.
La testa mozzata venne dirottata verso l'arido deserto libico per evitare che dal suo sangue velenoso si creassero dei mostri o si creasse un deserto nel territorio greco
[...]
Il serpente, da animale venerato nel Paleolitico e Neolitico, diventa invece, sotto il patriarcato maschile, pericoloso e velenoso
E non è un caso che sia stato proprio il basilisco, simbolo dell'androgino, Unione degli opposti, del maschile e del femminile, del fuoco e dell'acqua, che abbia creato nella pietra, una voragine profonda come un utero, che è diventata poi un Luogo sacro per la celebrazione di riti ancestrali e che ha dato origine, intorno, ad un complesso nuragico molto articolato, composto da nuraghi, Domus de janas e Tombe dei Giganti.
Ma anche il mito della Medusa in Sardegna, assume dei connotati totalmente opposti a quelli negativi che le vengono attribuiti nella civiltà e nella cultura greca e Latina
Il Mito di Medusa è sempre stato presente in Sardegna e con una valenza estremamente positiva è questo ancora una volta indica l'importanza che aveva il matriarcato in Sardegna.
Esistono due castelli dedicati a Medusa : uno a Samugheo(Or) e l'altro a Lotzorai(Nu)
Anche a Orune vi è la leggenda di Medusa
Il padre di Medusa era Forco, chiamato Urcheddu o Furcheddu, in sardo, Re del mare come Nettuno, che governava la Terra di Atlantide
Medusa affronta Perseo nei miti greci e in essi viene presentata come una Gorgone
Invece qui, nella mitologia Sarda, è rappresentata come una stupenda regina bellissima che si batte per il suo popolo.
E in ogni caso è legata alla simbologia del serpente/drago /basilisco
Dal mio scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/09/dio-besgorgone.html)
"A Esterzili esiste un tempio megalitico rettangolare , chiamato " Sa Dom'e Urxia", dove, narra la leggenda, ci sarebbe un tesoro chiamato con un nome molto simile a quello del su Scorzoni( o Scultone), che si chiama " su scusorxu", nascosto e custodito dalla Maga Urxia.
Tempio nuragico orientato, nell'ingresso, a sud est( alba solstizio invernale) come il pozzo Sacro di Santa Cristina e la maggior parte degli orientamenti
Sulla sacerdotessa di Esterzili ho approfondito in un mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/simbologia-della-corona-nella.html)
"Urxia, Orgia, Giorgia, sono tutte radici in "org -", che richiamano luoghi carichi di energia positiva, quindi fertile, piena di verde, che hanno lo stesso nucleo "or/org", di Orgosolo, di Dorgali, di Orosei, dei luoghi, insomma, frequentati da Su Scultone - basilisco.
Infatti, "Gorgo- georgico" , è riferito all'agricoltura, e proprio Medusa, col sangue dalla sua testa decapitata, che genera il basilisco( tra l' altro il nome è simile al basilico, la più profumata tra le erbe "di cucina" ) era, tra le Gorgoni, colei che era esperta nell'arte del coltivare la terra, oltre che ad essere la più potente.
Il Professor Lilliu, aveva associato "Giorgia", ad una maga gigantessa in epoca nuragica, che si infuria e che pietrifica con lo sguardo a causa della perdita, per una maledizione, dei propri figli.
Una Giorgia come un Antica Madre Pietra della fertilità( il nome Giorgia infatti è connesso al termine greco- bizantino " Ghiorghis", che significa "colei che feconda) che venne pietrificata per aver rifiutato di fare l'elemosina, nonostante la sua ricchezza
A Esterzili esiste anche " Sa Domu de s'orgia Maiosa
Le Gorgoni erano figlie di Forco e di Ceto, ed abitavano nell'estremo occidente del mondo conosciuto dai greci.
Forco, che secondo gli Orfici era, con Crono e Rea, la prima discendenza di Oceano e Teti.
Forco, divinità degli inferi, re dei mari occidentali, re della Sardegna, poichè in Sardegna avevamo la dea Gi-ORG-ia, Lughia Radiosa o Rabbiosa, divinità votata al culto delle acque".
Quindi ecco spiegata la simbologia anche della croce rossa di San Giorgio, presente nello stemma.
Uno stemma, che comunque indica regalità, non certo sudditanza, come ci hanno sempre voluto far credere
usica Sarama pentatonale cerimoniale del Muay Thai, simile alle launeddas sarde, da ascoltare assolutamente
https://youtu.be/WHDA2sgV0yg
Tiziana Fenu
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