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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

martedì, settembre 23, 2025

💛Inca/Etruschi/Sardi/Dio Viracocha

 

Avevo già parlato del Dio Viracocha Inca( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/dio-inca-viracocha.html?m=0)
Aggiungo ulteriori riflessioni.
Intorno alla testa del Dio Viracocha, ci sono 19 raggi
Sacro Archetipo 19, Qoph, con funzione "legante", correlato all'Arcano Maggiore XIX del Sole.

Per gli Antichi era il Numero divino per eccellenza, quello legato al sole, alla chiarezza, alla luce.
"1+9" in riduzione teosofica diventa 10, la completezza, e poi ancora Uno, l'Unita' assoluta tra divino e umano.
Astronomicamente, sole, luna e terra, si allineano ogni 19 anni, esattamente nella stessa posizione.
Geometricamente, il 19 corrisponde ad un esagono centrato, composto da alcuni numeri esagonali centrati, 1, 7, 19,37, 61, ecc..
Ed è uno schema che ricalca quella conformazione di croce a "gradini" che conosciamo in ogni civiltà.
La chakana, presente anche in una nostra antichissima Domu de Jana( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/chakana-domus-di-ossi.html?m=0)
Le Domus di Ossi, sono straordinarie nella loro simbologia ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/12/il-nostro-presepe-sardo-domu-di-ossi.html?m=0).
La Qoph, nella sua forma archetipale, era rappresentata quasi come una Labrys arrotondata, perché, a livello alchemico, indica quella zona occipitale, localizzata nella nuca, che unisce la testa, monadica, alle due parti speculari del corpo, in cui vi è la dimensione di corrispondenza tra parte spirituale e parte umana.
Una Labrys, un'ascia bipenne, che con le due sue polarità, richiama la posizione a braccia aperte, con i due serpenti energetici in mano, che rimandano alle due polarità della Kundalini, Ida, il Femminile, e Pingala, il Mascolino, che qui vengono rappresentate in modo differenziato.
La nadi nella mano sinistra, la parte del Femminino, presenta 4 sezioni come quelle 7, del Mascolino, ma sulla sommità.
È la simbologia del gemellare cosmogonico, presente in ogni civiltà, di cui il Femminino è custode e creatore.
La nadi nella mano destra, presenta 7 sezioni
Il 7 è la base dei 7 cerchi necessari per formare un fiore della vita centrato inscritto in un esagono centrato, che "allargandosi" forma un fiore della vita completo con 19 sfere e struttura esagonale.
Quindi è facile capire perché il 19 sia legato al Sole. Perché rappresenta la stessa creazione, e l'antica Alleanza che lega l'uomo al Divino e alla sua controparte femminile.
Perché l'uomo ha già in sé, una scintilla solare, divina.
E questo, gli Antichi, lo avevano capito molto bene, fin dalle primissime civiltà atlantidee, le civiltà dell'età dell'Oro, solari.
La memoria di questo potenziale divino, dentro ognuno di noi, poi si è protratto nel tempo, fin dalle prime rappresentazioni nelle antiche civiltà precolombiane, e anche nell'Antica Civiltà Sarda.
Una delle prime rappresentazioni di questo Umano divinizzato, solarizzato, risale alla rappresentazione del dio Inca Viracocha, splendore originario, creatore della razza umana e dello stesso Sole, forse collegato ad un polo immutabile, come la croce del Sud astrale, di cui la Chakana, la croce inca, ne è una rappresentazione, di visione globale del cosmo, dei quattro punti cardinali e delle 4 stagioni, della corrispondenza tra gli opposti(
il quattro, nella rappresentazione andina, rappresenta la perfezione)
Il 4, qui è rappresentato dalla conformazione della testa, che è quadrata.
Lo studioso e ricercatore  Richard Cassaro, chiama questo tipo di rappresentazione “Godself Icon” (l’icona del dio-che-è-in-noi).
Una rappresentazione molto "equinoziale", come amo definirla, poiché è enfatizzata, dalla presenza dei due elementi simili ed opposti , tenuti per mano, che fungono da agente equilibrante.
Poiché solo implementando, interiorizzando la consapevolezza della propria interiorità ed Essenza Divina, e del legame che ci unisce a questa energia solare e primaria, possiamo essere creatori come il divino.
La rappresentazione iconografica di questo Dio Viracocha, è altamente esplicativa nella sua simbologia.
C'è un quadrato centrale, rappresentativo della perfezione dell'armonia, dell'equilibrio, con i 4 vertici come la croce del Sud, la Madre delle Madri
Ci sono 19 raggi laterali, nei tre lati del quadrato, che rappresentano il sole, l'elemento maschile, e 5 che si diramano dalla base del quadrato, che rappresentano il femminile( il cinque simboleggia il percorso pentacolare del pianeta Venere nel cielo, durante il suo tragitto, ogni 8 anni).
Abbiamo anche una decorazione centrale lungo il giro vita, che riporta tre doppi rettangoli, che indicano il Maschile e il femminile uniti nella sinergia della creazione "nascita/morte /rinascita"
Lo stesso modulo triadico, dei tre rettangoli, lo ritroviamo anche nei due bastoni laterali, i bastoni equinoziali dell'armonia creativa.
La sua figura è legata alla creazione del mondo dal Lago Titicaca e alla successiva creazione degli uomini da pietra, che poi furono dispersi ai quattro angoli del mondo.
Da un mio scritto(  https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/is-fassones.html?m=0)
" Una raffigurazione simile ad un fassones si trova  nel tempio ipogeo di San Salvatore di Sinis (IV sec. d.C.) attesta l’antichita' del fassone, nella sua struttura originaria: composto da giunchi intrecciati nella prua e distesi nella poppa, molto simile alla balsa peruviana, costruita con la totora (Schoenoplectus californicus), il giunco che cresce abbondante lungo le sponde e nelle lagune meno profonde del Titicaca. Essiccata al sole la totora viene poi lavorata a mano creando strutture cilindriche o cubiche per la costruzione di imbarcazioni, case, nonché delle isole galleggianti su cui un tempo si rifugiavano gli Uros.
Questo è molto curioso, perché qui in Sardegna, abbiamo Uras, sempre in provincia di Oristano che dista  circa 17 km dal mare"

Non solo.
Da un mio scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/04/etruschiinca.html?m=0) 
"Questa visione collega direttamente il mondo etrusco alla singolare similitudine con la civiltà peruviana degli Inca, secondo un’ipotesi che continua ad affascinare i cultori e gli appassionati di misteri. Anche gli Inca avevano il culto del sottosuolo ed un sistema di valori incredibilmente simile a quello etrusco.

Nella mitologia di questa civiltà precolombiana, il mondo sotterraneo era denominato Uku Pacha ed era il regno dei morti; ad esso corrispondevano il mondo terreno dove vivevano gli uomini e il “mondo disseminate sopra” dove risiedevano le divinità.

L’altra singolare somiglianza è rappresentata dal fatto che anche gli Inca avevano il loro lago sacro che era al contempo il centro spirituale di quella civiltà.

Si tratta del lago Titicaca, il più vasto lago vulcanico del mondo, incastrato tra il Perù e la Bolivia, in cui affiorano due isole considerate sacre, la isla del Sol e la isla de la Luna.

La mitologia Inca racconta dei due figli del dio Inti (il dio Sole), Manco Cápac e Mama Ocllo, che vennero inviati dal padre sulla terra per portare la civiltà quando gli uomini vivevano al pari delle bestie.

Manco Cápac e Mama Ocllo arrivarono sulla terra fuoriuscendo dal lago Titicaca e si diressero alla ricerca della valle ideale dove costruire una nuova civiltà.

Per individuare senza errori questa terra fertile ed ideale, la leggenda racconta che il dio Inti avesse consegnato al figlio un bastone d’oro che si sarebbe conficcato con grande facilità nel terreno una volta individuata la zona adatta. I due fratelli tentarono di far entrare il bastone nel terreno in ogni zona, ma ci riuscirono solo quando raggiunsero quella che è attualmente conosciuta come la valle del Cuzco.

Gli Inca adoravano inoltre il dio Waskar Inka, abitante di un mondo sotterraneo molto simile a quello immaginato dagli Etruschi.

Waskar Inka veniva evocato dai sacerdoti per dispensare insegnamenti sacri direttamente dalle profondità della terra, esattamente come Tages con Tarkun e i primi lucumoni.

L’elemento di congiunzione tra queste due antichissime civiltà, che spiegherebbe molti elementi di similitudine tra culture disseminate

ai lati opposti della terra, è rappresentato dalla leggenda di Atlantide.

Gli enigmatici Etruschi, che nessuno ha mai saputo dire con precisione da dove fossero venuti e gli altrettanto misteriosi Inca sarebbero in realtà i depositari di una conoscenza antichissima, risalente ai sacerdoti di Atlantide.

La leggenda vuole che questi ultimi avrebbero affidato le proprie cognizioni ad altri sacerdoti i quali, successivamente, divennero i fondatori delle maggiori civiltà. Questa trasmissione del sapere sarebbe avvenuta quando i sacerdoti di Atlantide lasciarono il proprio continente, distrutto dal cataclisma che lo fece scomparire. Il loro compito sarebbe stato quello di irraggiare questa cultura in varie zone del globo e tali leggende evidenziano le similitudini con il popolo etrusco. Anche gli Inca avevano molte leggende sul lago sacro Titicaca.

La più importante di queste vuole che il lago fosse abitato dai figli del dio Sole: si tratterebbe di una reminiscenza arcaica della popolazione di Atlantide che sarebbe stata sommersa dal gigantesco specchio lacustre che copre un’area di ottomila chilometri quadrati con una profondità di quasi trecento metri. Sarebbe stato un enorme travaso delle acque del lago a provocare la scomparsa del continente favoloso citato da Platone di cui l’arcaica città di Tiahuanaco (considerata una delle città più antiche del mondo, risalente al 10 mila avanti Cristo) avrebbe rappresentato il porto di quello che era un impero molto vasto, appunto Atlantide.

A Tianhuanaco sono stati infatti trovati i resti di banchine e moli per l’attracco delle navi, il che rappresenta un bel rompicapo sia dal punto di vista archeologico che logico, visto e considerato che la città sorge a ben 4600 metri sul livello del mare. Le stesse leggende andine riferiscono di un lunghissimo tunnel sotterraneo che unisce un luogo in prossimità del lago Titicaca con una delle montagne più alte del Cile, il Descabezado Grande, cosi come sotto al lago si estenderebbero enormi sale costruite artificialmente.

Garcilaso Della Vega, uno dei maggiori poeti spagnoli, dichiarò nel 1500 di avene esplorate alcune. Il parallelismo tra le due civiltà è rafforzato dall’ipotesi fantasiosa che entrambi i popoli siano scomparsi dal palcoscenico della storia inabissandosi nelle profondità del sottosuolo".
Nella prima immagine
Il Dio Viracocha
Nella seconda immagine
Il dio Inca del Sole Inti
Terza immagine, il pane sacro, ritualistico sardo, correlato, per simbologia, agli Ancilia Etruschi( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/il-pane-cabude-e-gli-ancilia-etruschi.html?m=0) che derivano dai doppi scudi sardi, come nel nostro guerriero di Teti ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/geometria-sacra-guerriero-teti.html?m=0), simbolo sacro di Numa Pompilio, il Sommo Sacerdote, nonché secondo re di Roma, un Sardo Kabiro, che istituzionalizzo', tra le altre cose, riprese dalla nostra civiltà sarda, la ritualistica del Soffio Divino, nel mondo sotterraneo, come era sacralizzata nelle nostre antichissime Domus de Janas, molto prima dei cosiddetti "etruschi" ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/i-flamen-dialis-de-sa-carena.html?m=0)

 Una mummia peruviana ( il lago Titicaca è proprio tra Perù e Bolivia) era stata ritrovata, e presenta caratteristiche simili ai nostri Giganti di Mont'e Prama ( approfondimenti nel mio scritto

https://maldalchimia.blogspot.com/2023/02/mummia-peruvianagigante-monte-prama.html?m=0) 


In Perù abbiamo anche la simbologia del "coniglio nel pozzo", un pozzo a forma di Menat, come il nostro di Santa Cristina ( approfondimenti nel mio scritto https://maldalchimia.blogspot.com/2022/12/il-coniglio-nel-pozzo.html?m=0) 

Come vedete, anche stavolta, straordinarie correlazioni che rimandano sempre ad un unica dimensione.
Sardegna Cultura Madre

Tiziana Fenu
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