C'è un parco archeologico a Porto Torres, dove è presente un acquario di quasi 2.000 anni.
Questo rappresentato in questa scultura potrebbe essere Orfeo, piuttosto che un satiro.
Questo perché, un mosaico con elementi legati alla dimensione marina, è stato rinvenuto proprio nella Domu chiamata di Orfeo, nell'antica città romana di Turris Libisonis (Porto Torres)".
Ne avevo parlato in un mio post
( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/la-vasca-tanit-di-porto-torres.html?m=0).
Si tratta di una vasca molto particolare, a forma di Tanit, quindi legata al Femminino.
Dal mio scritto:
" [...] Il Parco Archeologico di Porto Torres, che si trova nella parte nord-ovest della città, ospita la località antica di Turris Libissonis e la maggior parte degli altri monumenti romani della zona.
La città di Porto Torres, infatti, è stata edificata sui resti della colonia Iulia di Turris Libisonis, fondata da Giulio Cesare nel 46 a.C.
Sicuramente la rappresentazione di questa vasca riporta ad un ambiente marino. Ci sono i pesci, le cipree, vedo qualche seppia.
Ma non credo che si tratti di un acquario.
La conformazione, rimanda fortemente, al simbolismo del Sacro Femminino, alla conformazione della Tanit, alla stella a cinque punte, e, visto, così ad occhio, gli angoli di base sono a 72°, che sappiamo benissimo, essere gli angoli di ingresso del nostro pozzo Sacro di Santa Cristina, e degli ingressi nei nuraghi, come ho approfondito tante volte, in seguito al mio primo post a riguardo ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html)
Un angolo che riporta al grado di angolazione dei raggi solari durante il Solstizio estivo, la cui simbologia, i romani, conoscevano molto bene, tanto da farne il momento principale in cui l'imperatore romano, proprio durante il Solstizio estivo del 21 giugno, viene trasfigurato in "corpo di luce", esattamente come avviene nei nostri nuraghi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/pozzo-s-cristina-pantheon.html?m=0)
Il raggio di sole che entra nel Pantheon, per il Solstizio estivo, ha un raggio di 9 metri ed un'inclinazione di 72°.
Ha un'estensione di 9 metri, che richiama il numero 9 degli angoli 72°/72°/36°, dell'ingresso del pozzo di Santa Cristina e dei nostri nuraghi. Sommati singolarmente, diventano dei 9
72/72/36
9/9/9
27
Ancora un 9
Il 9 è il numero del grembo, del Sacro Femminino, della Creazione."
Come un grembo, è il pozzo di Santa Cristina, e, metaforicamente, anche questa vasca dalla forma particolare.
Superfluo, sottolineare, che i romani hanno ripreso dalla nostra Antica Civiltà Sarda, come ho sottolineato, e sto continuando a fare, in tanti miei scritti.
Tra l'altro, in questa vasca, nel mosaico del fondo, è rappresentata, tra i vari tipi di pesce, anche una ciprea, una conchiglia molto particolare, che viene usata spessissimo nella composizione del nostro amuleto sardo più noto, "su Coccu", di cui ho già approfondito ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/su-coccu-sardo_12.html?m=0)
Ciprea, che mette in correlazione anche il nostro Sacerdote musico, il noto bronzetto, con la dea Hakmet egizia, dea della fertilità, della lussuria, il cui simbolo era proprio una ciprea( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/dea-akunetsacerdote-musico.html?m=0)
Quindi tutto fa pensare ad una vasca propedeutica ad una certa dimensione cultuale e ritualistica, magari legata alla fertilità o al parto.
Ma per il parto, forse le dimensioni dovevano essere maggiori, come per la vasca romana di Collinas, chiamata proprio "su angiu", un termine agro-pastorale, che indica il travaglio del parto.
Vorrei ricordare che tutte le nostre Domus de Janas sono orientate ai solstizi, e che il Sacro Femminino, di ogni epoca, è sempre stato legato ai solstizi, gli estremi del buio e della luce, simbologia catarchica, dello stesso concetto di vita e morte, di cui il Femminino è custode e depositario.
Trovo quindi, pertinente, considerare questa vasca, come un simbolo della stessa vita che rappresenta la Tanit, simbolo anche, a livello strutturale, della chiave della vita, del simbolo egizio dell'Ankh.
La vasca della Domus di Orfeo.
La figura di Orfeo è storicamente legata alla nascita dell’Orfismo, i cui riti ad esso connessi sono databili al XV sec. aC.
RIti ripresi anche nei Misteri Eleusini, quindi legati al Sacro Femminino, in cui la guida è la figura di un Orfeo sciamanico, capace, come il Sacro Femminino, di entrare in contatto, anche attraverso l'uso delle frequenze musicali( Orfeo era un grande musico e cantore) anche con la dimensione dell'oltretomba.
Un punto centrale dell'Orfismo è la reincarnazione, un ciclo continuo di morte e rinascita, in cui si enfatizzava in particolare gli ultimi istanti del morente, in cui l’anima staccata dal corpo, dissetandosi alle acque salvifiche del lago di Mnemosine, le avrebbe dato facoltà di presentarsi a giudizio pura, come appartenente a stirpe celeste.
Ma questa dimensione di "acqua salvifica" e guaritrice, è tipica del Femminino, della Tanit archetipale, in equilibrio tra i due solstizi, tra le due estremità metaforiche del buio e della luce, del solstizio invernale e del solstizio estivo, del mondo dei morti e del mondo dei vivi.
E quando si parla, di stirpe celeste, il richiamo è alle prime civiltà atlantidee, intimamente legate all'aspetto superiore della Luna, del Femminino, quindi a Nettuno, un cosmocreatore, che governa le acque primordiali della Genesi, gli Oceani, la luna.
Il Sacro Femminino, la Stella Maris, la Maria del cristianesimo.
La stella, come la stella a cinque punte dello schema della Tanit.
Maria, il cui simbolo, sono le acque superiori, che astralmente corrispondono ai Pesci, governati proprio da Nettuno, e che hanno come opposto e complementare, il segno della Vergine.
La simbologia dei Pesci, ancestralmente, era tutta al Femminino. Pensiamo alla Vesica Piscis, alle Sheela Na Gig.
Era la vulva femminile, il simbolo della creazione, fino a che non hanno incominciato ad usare questa "cornice vulvare", sia per identificare un Mascolino, il Cristo, chiamato Ichtys( "pesce"), sia per incorniciare indistintamente sia il Mascolino che il Femminino, Cristo e Maria, nelle rappresentazioni religiose.
Quindi, il riferimento a questa vasca, non può che essere un Sacro Femminino, una Tanit primordiale, poi rappresentata dai tanti Sacri Femminini che l'hanno impersonata, custode della vita e della morte, psicopompo tra le dimensioni
[...] Le prime vasche battesimali sono state per lo più a forma ottagonale, questo perché il numero 8 è ancestralmente legato a Venere, e a tutti i Sacri Femminino che lo hanno rappresentato, a partire dalla Dea Mesopotamica Ishtar, il cui simbolo, era proprio una stella a 8 punte.
Questo aspetto, ha un antico riferimento astrale, perché Venere, nell'arco di 8 anni, traccia nel cielo, il suo percorso pentacolare.
La stessa Tanit, come ho scritto nel mio ultimo post, sulla stele della "Tanit del delfino"( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/la-tanit-del-delfino.html?m=0) è collegata anche alla dimensione acquatica perché la Dea Tanit era il simbolo della "Casa dei Delfini' , il sito archeologico della sacra' isola di Delo nella Cicladi, in Grecia, che, presenta, in questa" casa", in questo luogo sacro, un mosaico con la dea Tanit.
Ma c'è anche, oltre ad altre case, la casa del tridente, e qui, viene spontaneo un collegamento con Nettuno, erede, probabilmente di un Ba’al "acquatico" di tradizione punica.
Il Baal con la sua paredra Asherah( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/05/baal-e-tanit.html)
Asherah, che è di Matrice Sarda ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/statuina-dea-madre-asherah.html), che ritroviamo nella simbologia del Palo Sacro, a protezione dei guerrieri anche nei nostri bronzetti sardi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/bronzetto-ofiotauro-palo-asherah.html)
Un Femminino, sempre presente, nella nostra civiltà matriarcale.
Di Orfeo ne ho parlato anche in un mio recente post, riguardo la bussola della nave degli Argonauti ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/05/bussola-sardo-pelasgica.html?m=0)
"Orfeo viveva «tra i selvaggi Cauconi» presso la casa di Enopione. Secondo Pausania, Orfeo era venerato dai Pelasgi e la terminazione in -eus di un nome greco è sempre indice di antichità. «Orfeo», come pure «Èrebo», il nome del mondo infero su cui regnava la Dea Bianca, è fatto derivare dai grammatici dalla radice ereph, che significa «coprire» o «nascondere». Era la dea-Luna, e non il dio-Sole, che in origine ispirava Orfeo.
[...] In una società matriarcale come la nostra sarda, la Dea Bianca è sempre stata di enorme importanza, e forse, tra le Dee Madri che meglio rappresentano la Dea Bianca, spicca la dea Madre di Turriga, in marmo bianco, che ha una morfologia cruciforme, proprio come la costellazione del Cigno, di cui ho parlato in due miei scritti in particolare
https://maldalchimia.blogspot.com/2020/08/le-dee-silenziose.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2022/08/dea-madre-turrigaabruzzo.html?m=0)
Una delle tre Madri Cosmiche sarde della Precessione degli Equinozi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/le-tre-dee-madri-cosmiche-sarde-della.html?m=0)
E ritorna la simbologia del 9, del Cigno, del Grembo.
Sempre tutto collegato, come sempre.
Tiziana Fenu
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Porto Torres.
Museo Archeologico Nazionale "Antiquarium Turritano"
"Satiro con otre in spalla"
( foto di Nicola Castangia)
La vasca Tanit nella Domu di Orfeo






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