Informazioni personali

La mia foto
Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

venerdì, settembre 26, 2025

💛Giganti di Tula/Tula Mandra Manna

 Oggi la correlazione riguarda  Tula, una città del Messico, in cui fiori' la Civiltà Tolteca, rappresentata dai giganti/Atlanti  di Tula, che si trovano in cima ad una piramide, provvisti di quella che è chiamata la "borsetta degli Dei", il Banduddu, e un nostro comune sardo, Tula, che faceva parte del Giudicato di Torres( "Torres", le torri) in provincia di Sassari, sul lago Coghinas. 

Di Tula ne avevo già parlato, e approfondito, perché è presente lo straordinario sito Sito archeologico de Sa Mandra Manna( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/07/la-costellazione-dei-pesci-nel.html?m=0). 

Tula, capitale dei Toltechi, che per circa due secoli, tra il X e il XII, dominarono la zona centrale del paese centro americano. 

Erano un popolo originariamente nomade e militare, la cui influenza si diffuse attraverso la Mesoamerica, specialmente nello Yucatan, e i cui successori furono gli Aztechi, che adottarono e svilupparono ulteriormente le loro usanze, come il sacrificio umano

Nella mitologia azteca, il dio Quetzalcoatl ( divenuto un re-sacerdote e poi un dio nel pantheon azteco) è centrale, legandosi al destino dei Toltechi. 

I Toltechi, di lingua nahuatl (la stessa degli Aztechi), provenivano dal nord del Messico e si stabilirono nella regione di Tula.

 

Correlazioni interessantissime. 

Vediamole. 

Il banduddu

La borsetta degli Dei. 

Il compianto autore e ricercatore belga  Alain Beyts, con il quale ero in contatto, aveva esternato una sua teoria che avrebbe dovuto approfondire ulteriormente con dei soggiorni in Sardegna. 

Ne ho parlato in un mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/il-banduddu-e-le-tombe-dei-giganti.html?m=0) 

"Secondo la sua breve interpretazione, non anticipata del tutto, in vista proprio della pubblicazione della sua opera, la stele centrale dell'esedra  delle Tombe dei Giganti in Sardegna, è un allegoria dell'Unione tra cielo e terra, di fertilità tra il maschile, e il femminile, cioè del sole che feconda  la Stele centrale dell'Esedra, la quale rappresenta la vagina, la terra, quando il sole entra dall'ingresso, nel solstizio d'inverno. 

Questa Stele viene interpretata come un utero cosmico del principio femminile. 

Una ierogamia, un'unione ciclica che si ripete, una metempsicosi che come concetto si ripete già dal Neolitico, per garantire ai defunti  l'immortalità. 

E queste borsette degli Dei, i Banduddu( che sembra un termine sardo) , rappresentano il culto simbolico del  Cielo e della Terra insieme, di Madre  e Padre, genitori Cosmici. 

La stessa struttura quadrata che fa da base, sia alla borsetta degli Dei, sia alla Stele centrale dell'esedra, rappresenterebbe la terra, e  l'arco, la volta Superiore, il Cielo". 

Da parte mia, che ho sempre totalmente sostenuto questa sua prospettiva, ho sempre approfondito a riguardo. 

Vediamo in cosa consiste la simbologia della borsetta degli Dei, descritta e presente in tutte le antiche civiltà, comprese quelle precolombiane, mesoamericane, presso gli antichi sumeri eccetera. 

Il nome esatto è banduddu, come ho già scritto, che è un termine accadico. 

In sumero è "Ba- an - dus", e indica un piccolo cestello di canne o secchiello, ma per come è descritto , sembrerebbe un secchiello in metallo, poiché probabilmente doveva contenere l'acqua sacra per il cerimoniale di purificazione e la pigna, usata come aspersorio. 

La Pigna rappresentata è tenuta in mano generalmente da due divinità antropomorfe alate, perlomeno nelle rappresentazioni sumero- mesopotamici, chiamate Apkallu, i 7 Saggi Divini, scesi sulla terra, ad insegnare agli uomini la civiltà, di cui il primo fu Oannes un essere che veniva dal mare, ma non anfibio( viene rappresentato con una testa e un corpo a forma di pesce sovrapposto al suo), e probabilmente furono creati dal Dio sumero Enki( parliamo del 3000/4000 a. C., anche se la "borsetta degli Dei" appare molto prima, in qualsiasi civilta)

Ma ogni civiltà ha la sua cosmogonia mitologica particolare. Cambiano i nomi, ma il significato è lo stesso. Hanno la stessa valenza della coppia di Dei ermafroditi egiziani, Nun e Nunet, metà anfibi, creatori delle Acque e del Caos primordiali. 

Questo  cerimoniale che gli Apkalli rivolgevano al sovrano terreno del momento, con l'acqua, il secchiello Banduddu, la pigna  Ulillu ( sembrano tutti nomi sardi), e con l' albero della vita rappresentato affianco, poteva secondo me, rappresentare certo un rito di purificazione, ma nello specifico, un cerimoniale riguardante la memoria. 

Questo perché l'acqua, rappresentata dal tredicesimo Sacro Archetipo Ebraico Mem,  è il fulcro sacrale e veicolante di purificazione. 

La lettera Mem è una delle tre Sacre Lettere Madri della Creazione. 


Da un mio scritto

https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/banduddu-e-cintura-di-orione.html?m=0

Il" secchiello", il BaNDuddu, ha lo stesso nome del secchio in sardo, "su bandoni". 

Se si tolgono le vocali, restano le consonanti BND, che sono le stesse di "Benedire". Infatti gli Apkulli alati, impregnano la pigna, che simboleggia la pineale, in atto di "Benedire", di trasferire la Conoscenza. 

La connessione con la cintura di Orione, è data dal fatto che si trova sulla via Lattea, via di nascita e rinascita, la via spermatica della conoscenza..

Tutto si snoda lungo la via Lattea, il ponte tra cielo e terra, quindi luogo centrale, dove dimora il Divino, la massima Conoscenza. Quella cintura in pietra mi sa tanto di una metaforica investitura regale.

Anche i Giganti di Mont'e Prama, che hanno sempre definito "sgraziati", tozzi, con le gambe corte e sproporzionate, rispettano invece  una precisa proporzione aurea, per far coincidere la cintura(quindi la cintura di Orione, metaforicamente), come baricentro del corpo. Baricentro che si manifesta sia sovrapponendoli alla Vesica Piscis, sia al centro della quadratura del cerchio, come l'uomo vitruviano di Leonardo, che invece ha il baricentro nel pene, nell'area genitale, fulcro della creazione nella dimensione terrena( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/le-tre-dee-madri-cosmiche-sarde-della.html?m=0) 

Tutti i Banduddu presentano dei soggetti con  conformazione speculare ad H, indice delle due polarità in equilibrio. Il portale, il salto di Ottava, la divinizzazione, avviene quando le due polarità, maschile e femminile, sole e luna, buio e luce, ecc si armonizzano tra loro. È una condizione necessaria richiesta proprio dalla consapevolezza pineale. È il percorso dei 7 chakra, dell'albero della vita, difronte al quale stanno sempre gli Apkulli con la pigna/pineale in mano.

Sono considerati dei portali in questo senso, da una dimensione all'altra, e hanno la stessa forma  dell'esedra centinata delle nostre Tombe dei  Giganti in Sardegna, poiché anche esse, sono come dei portali, dal mondo dei vivi, al mondo dei morti

Un'esedra che nell'antica scrittura egizia, ha la stessa forma del geroglifico che indica il numero 10 (https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/il-cubito-reale-sardo-simbolo-dei.html?m=0), quindi l'Archetipo 10, lo Yod, funzione concentrazione. La prima delle lettere del tetragramma divino YHWH, che in Sardegna troviamo come YHW, indice di quella divinità solare che viene catalizzata dall'esedra, per ridare nuova vita al defunto, come se contenesse l'acqua amniotica che rigenera a nuova vita.

Esattamente come nel BaNDuddu, metaforicamente". 


Da un mio scritto 

https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/banduddu-sacred-symbologies.html?m=0

[...] Banduddu, con la sua forma, è uguale alla stele centinata centrale dell'esedra delle  Tombe dei Giganti qui in Sardegna, perché simbolicamente la stele rappresenta il potere di rinascita dopo la morte, benedetta dal sole, dall'elemento maschile e dall'acqua, dalla terra, rappresentata da quel passaggio stretto, uterino, quadrato (come i quattro punti cardinali della terra e i suoi 4 elementi), alla base della stele centinata, che viene attraversata e fertilizzata dal sole che arriva fino a tutto il corridoio.

È la sinergia del maschile e del femminile che consentono la rinascita dopo la morte.

Infatti le Tombe dei Giganti hanno una forma taurina/uterina.

"Su bandoni" è il nome in sardo, del recipiente cilindrico ermetico, usato per trasportare il latte.

Somiglia molto a "banduddu", e il latte, richiama alla Via Lattea, la via della rinascita, secondo gli Antichi, dopo la morte.

Nascita/rinascita, dopo che avviene il "battesimo e benedizione" con il banduddu.

Vedete quindi, già come nella simbologia archetipale della "borsetta degli Dei", la Matrice ritorna nella dimensione della nostra Antica Civiltà Sarda". 


Ma ci sono altre correlazioni interessanti, tra i Giganti di Tula e le nostre simbologie sarde. 

Innanzitutto sono Giganti, come i Giganti di Mont'e Prama. 

Presentano anche un copricapo come quello del nostro Sardus Pater. 

E qui c'è una corrispondenza molto interessante perché gli atlanti di Tula, alti 4,60 m rappresentano il Quetzalcòatl (il Serpente Piumato) nella sua funzione di “Stella del Domani”, cioè Venere quando appare al mattino, durante l'equinozio primaverile. 

Serpente piumato 

Copricapo piumato 

Il copricapo del Sardus Pater è piumato. 

Ne ho parlato più volte, anche in correlazione alla Dea Hakunet egizia e il Sommo Sacerdote 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/dea-akunetsacerdote-musico.html?m=0) 

Il Quetzalcoatl è un serpente a tre anse. 

Come quello del simbolo dell'antica Tribù dei Dan( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html, come il primordiale monolite di Mamoiada (https://maldalchimia.blogspot.com/2021/10/il-monolite-di-mamoiada.html), come il serpente di Allai( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/il-serpente-di-allai.html) 

Un simbolo triadico di "nascita/morte/rinascita" 

Di immortalità. 

Una simbologia, quindi, che sembra avere Matrice Sarda. 


Altra correlazione. 

Si dice, degli Atlanti di Tula, che fossero talmente innamorati del Sole e della luce, da costruire una torre gigantesca, in modo da poter quasi toccare il Sole. 

I costruttori di Torri, gli antichi Sardi, che hanno la cresta solare, come i raggi solari, come Apollo. 

Abbiamo un Dio del Sole Helios( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/apollo.html) trovato in Siria, molto particolare, perché presenta un'energia androgina, sempre presente in ogni manifestazione, nella nostra Antica Civiltà Sarda. 

Perché mi risuona particolare questa correlazione? 

Per due motivi. 

Uno, perché proprio in Siria, abbiamo tracce Shardana molto evidenti, di cui ho già approfondito 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/tracce-shardane-in-siria.html) con chiaro riferimento ad attività sciamaniche, come quelle dei Toltechi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/nuraghe-siraisciraicapanna-sudatoria.html) 

In secondo luogo, una lingua antichissima, adamitica, era proprio la lingua siriaca, la "loghah suryaniyah”, la lingua dell'illuminazione solare. 

Avevo già evidenziato la correlazione Siria /monte Sirai /la parola sarda "scirai" ( trovate l'argomento, approfonfito, nei miei link), che vuol dire "svegliarsi", nel senso di risveglio spirituale. 

"Surya” è il nome sanscrito del Sole, e ciò sembrerebbe indicare che la sua radice “sur”, una di quelle che designano la luce, apparteneva anch'essa a questa lingua originaria.

Sur /Sar

Sardegna, Sarcidano

La Gallura stessa, rimanda a questa immagine di Gallo solare, quale era Apollo. 

Come dice Guenon 

"Si tratta dunque di quella Siria primitiva di cui Omero parla come d'un'isola situata" al di là di Ogigia", il che la identifica con la Tula iperborea, e "dove sono le rivoluzioni del Sole" . 

Ogigia come Barbagia?

L'isola di Ogigia, secondo alcuni studi, è identificabile con la Sardegna( a riguardo due mie scritti

-https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/il-lugh-d-oro-di-orotelli.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/simbologia-del-porcospino-nei-due-stemmi.html?m=0) 

"Guardacaso, ma mai per caso, la parola" Eritaju", porcospino, ha la stessa radice di Eriu, la mitica isola di smeraldo

Er-itaju

Er-iu

Isola che ebbe svariati nomi, e il terzo nome   fu Inis Elga, «Isola Nobile». Così Ériu venne chiamata al tempo del  dominio delle Tuatha de Danaan

Si, perché le Tuatha, erano le Regine che le governavano

Una società Matriarcale, che rimane con quell'impronta, fino a che restò in vigore lo statuto di Eleonora D'Arborea. 

I greci la chiamarono Ogigia, la sede di Calipso, dove approda Ulisse per 7 anni, dal suo ritorno dalla guerra di Troia, come testimonia Plutarco, che significa l'«isola più antica», titolo assai appropriato visto che Ériu fu abitata fin dai tempi del diluvio universale.

Ogigia come Barbagia? "


Forse Heliopoli, legata al simbolismo della Fenice". 

E qui ritorniamo al simbolismo della Nun /Vesica Piscis, radicatissimo in Sardegna, perché il ciclo della Fenice( Fenice/Fenici/fenicotteri /runa Fehu del Fuoco/gli antichi Kabiri Sardi custodi del Fuoco Sacro) era un "7 x7" = 49

49+1= 50

Il simbolismo Sacro del Valore Ghematrico della Nun, intesa come acqua primordiale cosmogonica trasmutatrice ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/gli-argonauti.html?m=0) 

Apollo era un Tirano, e sui figlio Orfeo era uno degli Argonauti. 

Apollo era un Titano di seconda generazione. 


Le doppie pupille. 

L'efod sacramentale. 

Elementi in comune con i nostri Giganti di Mont'e Prama ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/01/lefod-sacerdotale-dei-giganti-di-monte.html) 


E qui arriviamo alla correlazione chiave. 

Il Serpente Piumato il Quetzalcoatl, identificato con Venere. 

Gli atlanti di Tula, rappresentano il Quetzalcòatl, nella sua funzione di “Stella del Domani”, cioè Venere quando appare al mattino, durante l'equinozio primaverile, specialmente a Marzo. 

E qui si apre la correlazione più sorprendente tra le due Tula, sarda e messicana. 

Dal mio scritto sul sito archeologico Sa Mandra Manna di Tula ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/07/la-costellazione-dei-pesci-nel.html?m=0) 

"Le incisioni sulla parete destra del grande corridoio di accesso al complesso della muraglia megalitica de Sa Mandra Manna, complesso archeologico che si trova a Tula, in provincia di Sassari, il cui nome significa "grande recinto", sono delle incisioni verticali, oblique, e sicuramente è un tipo di scrittura comunicativa, ma non credo proprio che rientri nella scrittura Ogham. 

C'è un simbolo molto evidente. 

Tre piccole coppelle disposte a triangolo. 

Corrispondono, secondo me, alla Costellazione dei Pesci. 

È un simbolo che ho già visto, nella Domu de Jana di Ossi, di cui ho già parlato, perché mi è particolarmente cara( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/12/il-nostro-presepe-sardo-domu-di-ossi.html?m=0) 

Tre elementi disposti in modo triangolare ( triade creativa), dentro due circonferenze ( maschile e femminile uniti, che creano)

L' elemento triadico centrale, che non è un "focolare" con la simbologia delle tre fiamme, racconta di una Sacra Creazione protetta dal doppio cerchio, solare e lunare, dei Genitori Cosmici Creatori"

Il glifo dei Pesci è come un Tao, con la doppia polarità, maschile e femminile, ed è proprio il simbolo dell'energia creatrice. 

Il Sole, nel corridoio della muraglia de Sa Mandra Manna, penetra attraverso una delle sue porte, e attraversa tutto il corridoio soltanto nel periodo equinoziale. 

Può essere, quindi, che le tre piccole coppelle disposte a triangolo rappresentino proprio la costellazione dei Pesci, in quanto, la sua levata eliaca avviene con l'inizio del mese di marzo, periodo che comprende anche l'equinozio di primavera, dopodiché alla costellazione occorrono quasi tre mesi per portare sopra l'orizzonte tutte le sue stelle. Sul finire di maggio sorge per la prima volta nell'anno Alpha Psc e da quel momento i Pesci divengono sempre più protagonisti della notte.

Credo che il corridoio funga da marcatore astronomico, e simbolicamente, offre la simbologia della creazione, del sole che ingravida il corridoio, come un condotto uterino, proprio nel periodo dell'equinozio di Primavera, quando vi è equilibrio tra le energie, e la terra si lascia fecondare dal calore del sole 

D'altronde anche il periodo astronomico dei Pesci, l'era dei Pesci, si inaugura con una figura, il Cristo, che è considerato un "Ichtys", una Vesica Piscis energetica, Monadica, che comprende le due polarita, altamente creativa. 

Dodicesimo e ultimo dei segni zodiacali, può anche rientrare nella simbologia del "grande recinto", come il nome de "Sa Mandra Manna", l'ultimo segno, che racchiude tutti gli altri, a completamento, come in un recinto simbolico. 

Sicuramente abbiamo la stessa simbologia nella Domu de Jana di Ossi. 

L'ingresso è orientato a sud-est, quindi all'alba del solstizio invernale, come l'ingresso del pozzo Sacro di Santa Cristina, ma proprio questa Tomba II, che comprende 12 vani, ha una pianta a T, e quindi è molto probabile che i tre elementi semisferici  interrati, con doppia circonferenza ( indicativa proprio della doppia polarità dei Pesci) siano disposti proprio ad est, il punto equinoziale in cui sorge il sole  ad indicare fertilità, nascita, rinascita"


Prof Porcheddu definisce benissimo, che il termine Atula, in sardo significa "Solco", che rappresentava il solco sacro della prima civiltà contadina.

Atlas/Atula. 

Ma quando si faceva il primo solco Sacro che delimitava le zone sacre in cui sarebbero sorti templi e il primo centro di quelle che nel tempo diventeranno le città? 

Proprio nel periodo dell'equinozio di primavera, che coincide con il segno dei Pesci, che nella sua simbologia archetipale  è sia triade creatrice, sia Vesica Piscis. 

Nel periodo dell'equinozio di primavera, era visibilissima, e fungeva da coordinata principale, per le proiezioni sacre in terra, la costellazione dell'Orsa Maggiore, punto di riferimento cardinale, importantissimo per le antiche civiltà, per quella egizia, arrivata, come ritualistica, fino all'impero Romano. 

Ho parlato del perché  dell'importanza di questa costellazione per la ritualistica della segnatura del primo solco Sacro in due miei scritti in particolare ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/orsa-maggiore-akhetjuvale.html/ 

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/romolo-e-remo-e-acca-laurentia.html) 

La Costellazione dell'Orsa Maggiore 

Su Juvale. 

Ne ho parlato più volte 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/01/mogoro-e-lorsa-maggiore.html

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/orsa-maggiore-giogo-dei-buoi.html

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/giovanni-juvaleorsa-maggiore.html) 

Muraglia 

Protonuraghe , definito il più antico ( si parla del 1800 aC, ma io direi molto prima) della Sardegna. 

Dalla perfetta pianta triangolare

( Credit foto https://www.sassarioggi.it/tula/sa-mandra-manna-nuraghe-antico-2-agosto-2021/) 

Proporzioni auree, come il Santu Antine ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/i-custodi-della-memoria-del-trilobato.html) 

Correlazioni molto  interessanti, almeno per me, a cui ne aggiungo un'altra, estemporanea, veramente particolare. 

Abbiamo l'immagine di una donna 

Mongo, della provincia del Banduddu, con un terzo occhio sulla fronte, con 3 cerchi concentrici ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/05/terzo-occhio-bandundu-banduddu.html?m=0) 

"I Mongo, sono un gruppo etnico bantu che vive nella foresta equatoriale dell'Africa centrale. Sono il secondo gruppo etnico più grande della Repubblica Democratica del Congo, molto influente nella sua regione settentrionale. Una collezione variegata di gruppi subetnici, sono per lo più residenti in una regione a nord dei fiumi Kasai e Sankuru, a sud della curva principale del fiume Congo. La loro presenza più alta è nella provincia di Équateur e nella parte settentrionale della provincia di Bandundu".

I sincretismi, le correlazioni tra le svariate civiltà, sono tanti. 

Ma forse abbiamo qui in Sardegna, gli Archetipi di questi Dei, l'abbiamo nel concio di Bosa ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/concio-di-bosa-apkalli.html?m=0) 

Anche se sono convinta che fosse il Femminino, il risvegliatore delle coscienze, il civilizzatore dell'umanità. 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/il-sacro-femmininooannesapkallu.html?m=0) 

La nostra Tula sarda, sorge sul lago Coghinas 

Is coghas 

Le mitiche creature alate, per lo più, risalenti alla Lilith mesopotamica, demonizzata, naturalmente, fino ad assumere le sembianze del Serpente. 

E ritorniamo al Serpente piumato

Simbologia del Serpente /kundalini, del Femminino

Il Serpente di Bronzo di Mosè veniva chiamato Nehushtan. 

Tra l'altro, gli Aztechi, secondo la tradizione provenivano da un luogo chiamato Aztálan, nome che rievoca Atlantide, anche se gli studiosi affermino che sia situato nel Messico settentrionale. Gli Aztechi assimilarono le credenze, i miti, i riti dei Toltechi. 

Nel linguaggio tolteco (nauhatl) si ritrova la radice atl, che significa acqua, guerra. Di qui proviene la parola atlan, che significa sulla riva o in mezzo all’acqua. 

Atz

Atza in sardo, indica un convogliamento di energie, in un unico punto, ad atza, a vertice. 

È tipico della fonetica sarda. 

A vertice, sono i copricapi dei nostri bronzetti sciamanici

( Approfondimenti https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/cappello-ad-atza.html) 


Tantissimi giri, che ritornano sempre all'unica Matrice 

Sardegna Cultura Madre 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com 

Giganti di Tula/Tula - Mandra Manna





















Nessun commento:

Posta un commento