Prima immagine.
Manufatto egizio risalente all'Egitto predinastico Naqada, c. 4000-3500 a.C.: questa statuetta mostra un corpo umano rannicchiato in posizione fetale, che era una posa funeraria comune nell'Egitto predinastico, ed è adagiato in un vaso che potrebbe rappresentare una barca, una fossa funeraria e/o un grembo materno.
Le rappresentazioni sulle due appendici laterali sembrano richiamare la simbologia della rana.
Simbologie interessanti, che richiamano la simbologia della rana, presente nella nostra Antica Civiltà Sarda.
Ne ho parlato in diversi contesti, fin dal giugno 2020.
C'e da notare, innanzitutto, la conformazione in questa navicella della rinascita, che è come la conformazione a Vesica Piscis delle nostre navicelle Shardana.
La conformazione della Nun, quattordicesimo Sacro Archetipo Ebraico, le acque trasmutatrici.
( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/navicella-e-vesica-piscis.html)
Simbologia legata anche all'archetipale e mitologica nave degli Argonauti, negli antichi Kabiri sardi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/gli-argonauti.html)
La Nun
Le acque primordiali cosmogoniche egizie.
Nun e Nunet.
Da un mio scritto https://maldalchimia.blogspot.com/2020/05/osservavo-stamattina-lultimo-bellissimo.html?m=0
"Nella mitologia egizia Ogdoade, l'origine del mondo si esplica attraverso otto Divinità creatrici ermafrodite, accoppiate a due a due;
4 maschi con la testa di rana e 4 femmine con la testa di serpente
La massima emissione di energia, infatti ,si ottiene con due elementi complementari
Ma a noi interessa solo la coppia Nun e Nunet, gli Dei delle Acque primordiali e del Caos creativo.
Le altre tre coppie sono: dell'oscurità, dell'illimitatezza, e dell'invisibile.
Questa coppia ermafrodita Nun e Nunet diedero vita al Nommo, un essere quadruplo( che si poteva moltiplicare in altri 4 esseri), sommo Maestro della Parola
La Parola crea.
E' il Verbo, di cui il Toro è simbolo( il Toro presiede al chakra della gola) come dimensione sinergica, taurina/uterina, simbolo della nostra Antica Civiltà Sarda.
La parola fecondante che insegnò a 8 esseri umani Dogon, 4 maschi e 4 femmine, tutto il sapere ancestrale proveniente da Sirio, così come affermano gli stessi Dogon, che sono un popolo che vive a Mali un Paese dell'Africa Occidentale.
Si definiscono diversi dagli altri popoli africani , perche' hanno conoscenze astronomiche in ogni disciplina, compresa l'anatomia umana.
Un popolo ermetico che conosce anche la scrittura, e che attribuisce a Sirio, il principio della creazione
Il copricapo che usano i Dogon per le loro celebrazioni è uguale alla rappresentazione grafica del "capovolto" sardo, trovato in molte costruzioni funebri e a volte inciso insieme ad un pugnale sui Menhir ( come quello di Laconi)e nelle Domus de Janas.
Questa stilizzazione della Maschera Kanaga dei Dogon, rappresenta la creazione, i due elementi Cielo e Terra che si toccano attraverso le mani alzate e i piedi a terra
Forse la maschera è anche la simbologia della stella Sirio delle tre stelle di Orione, come la configurazione della Tomba dei giganti nel sito archeologico di Tamuli, in provincia di Nuoro.
[ L'orientamento delle tombe di giganti del complesso archeologico di Tamuli a Macomer è principalmente sull'asse Nord-Ovest/Sud-Est, con la fronte esedrica che si apre a Sud-Est, sebbene l'orientamento originario dei betili con le mammelle, oggi spostati e allineati con quelli lisci, fosse probabilmente diverso( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/05/menhir-e-betili.html?m=0/ https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/il-numero-sei.html?m=0)]
I Dogon, unici, insieme a noi sardi , ad avere una discendenza genetica con predominanza femminile, attraverso i cristi mitocondriali di giunzione Cjs ( js sembra l'acronimo di Jana)
Inoltre in Sardegna si trova antichissima razza di cane chiamata Dogo( e Sirio, della costellazione del Cane, era l' amatissimo cane di Osiride).
I Dogon hanno rappresentato le loro divinità, come anfibi, metà uomini e metà Pesce, i Nommo, custodi di antichissime e profonde conoscenze spirituali, attraverso le quali si può raggiungere la perfezione, l'integrazione degli opposti, attraverso la metamorfosi alchemica, rappresentata dall'Unione di una delle prime coppie che crearono, Osiride e Iside, principio maschile e femminile, per dar vita all'Horus, all' Oro Alchemico.
Questi antenati ermafroditi Dogon, le 8 creature che crearono le prime civiltà umane sulla terra, sono esemplificati in molti geroglifici con la presenza di tartarughe e rane.
Su una scultura in particolare, su una porta di un Granaio, sono raffigurati i Dogon e le Rane, derivati proprio da questa copia ermafrodita Nun e Nunet , che simboleggiano le acque primordiali( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/portoni-dogon.html?m=0).
Heqet era la dea egizia dal volto di rana che proteggeva le partorienti. Heqet era la dea levatrice, simbolo di fertilità
Nella lingua degli Egizi la parola Heka significava magia, e conteneva al suo interno il termine ka, cioè anima, energia vitale.
Heka era quindi la magia intesa come rendere attivo il proprio Ka, plasmarlo, attivare l'energia vitale .
Somiglianze così forti non possono essere casuali, così come il fatto che la rana sia un animale che dall’acqua passa alla terra, un animale quindi liminale, di confine, che ci riporta alla natura di Ecate notate la somiglianza fonetica " Heka/Ecate", ricollegandoci al tempo stesso con uno dei volti della Grande Dea neolitica, spesso rappresentata in forma di rana quando associata soprattutto al culto della fertilità e alla protezione della nascita.
Sono numerose le statuette ritrovate in vari siti archeologici neolitici in Europa e nel bacino del Mediterraneo che ci mostrano la dea con le gambe divaricate per partorire, che in effetti non sono altro che zampe di rana nella tipica posizione del nuoto.
Dea legatissima al cane (collegamento con Sirio, il fedele cane di Osiride) come suo fedele compagno protettore.
Shardana.
Popolo del mare.
Shardana.
S'arrana (rana in sardo)
Come si somigliano queste due parole.
Nu- come, nuraghe anche se ufficialmente la radice "Nur-" significa "fuoco/ fulcro".
"Nu- " come acqua e fuoco Insieme.( Nu-n + Nu-r).
Connubio imprescindibile dalla stessa essenza del nostro popolo.
Sinergia degli opposti che ha un'importanza basilare in ogni espressione della loro Essenza, come ho già scritto per le janas, che sono sacra sinergia del principio maschile e femminile insieme.
La Rana quindi, il Nommo, la parte maschile della coppia di ermafroditi, insieme alla compagna ermafrodita dalla testa di Serpente, come erano rappresentate le prime divinità femminili nelle antiche civiltà , gilaniche, come quella Vinca.
Ma "Nun" sappiamo che rappresenta anche il quattordicesimo archetipo ebraico, organo sessuale femminile che custodisce la sinergia creatrice, l'acqua, la trasformazione della gestazione.
[...] S'arrana", simbolo dell'ermafrodito Nun che ha in sé la simbologia del maschile e del femminile, visto che la rana indica anche la gestazione femminile".
Da un'altro mio scritto, riguardo un nostro bellissimo bronzetto sardo rappresentato con una testa di rana
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/05/il-bronzetto-sardo-sarranashardana.html?m=0
"Questi creatori del cosmo erano altamente venerati, e si credeva che esistesse un "non-tempo", nei tempi e luoghi dei primordi, chiamati "Zeb Tepi", che precedettero la stessa esistenza dello spazio-tempo, quando si era immersi nelle acque caotiche dell'Oceano di Nun, apparentemente esistente in una dimensione governata da questi Dei, gli Ogdoad.
Otto Dei creatori, degli umanoidi Archetipali, anfibi e rettiliani, chiamati anche "anima di Thot".
Essi crearono la terra, al di sopra dell'Oscuro Oceano di Nun, con il potere della parola, sotto forma di cumulo di terra, di isola sacra, poi evolutasi in Pangea, mentre l'oscuro oceano Nun la stabilizzava con eruzioni vulcaniche.
L'Oceano archetipale della creazione, con le prime forme di vita( attestate anche dalla scienza, tra l'altro, che dice che le prime forme di vita si sono create in acqua come anfibi, per poi abitare sulla terra ferma ), che erano rappresentate da 4 uomini raneiformi, e 4 donne serpentiformi.
Otto come il numero dell'infinito, che unisce cielo e terra, umano e divino.
Questi otto Ogdoad erano conosciuti anche presso i Sumeri, ed erano al centro di invocazioni mistiche per iniziati.
Quattro coppie, Dio Rana e Dea Serpente.
Amon e Amaunet, il Dio e la Dea dei regni invisibili.
Nun e Nunet, Dio e Dea delle acque primordiali.
Kek e Keket, il Dio e la Dea delle tenebre.
He ed Heket, il Dio e la Dea del cosmo infinito.
Se leggete in verticale, le iniziali dei nomi degli Dei maschi, formano insieme, la Parola Ankh, poiché sono considerati l'origine di ogni cosa, e l'inizio dell'età dell'Oro umana.
Presso i Dogon si manifestarono con il nome di "Nommos", esseri per metà pesce e metà umani.
Sono esseri androgini, gli Ogdoad, che incarnano le polarità opposte, le polarità maschile e femminile, il bene e il male, l'acqua e il fuoco.
Punto l'attenzione sulla coppia Nun e Nunet, perché già ne parlai, i creatori delle acque primordiali.
In Sardegna il culto dell'acqua è stato sempre molto sentito.
Nun infatti indica anche il quattordicesimo archetipo ebraico, che indica trasformazione, il pesce mistico trasformativo, ottenuto dalla intersecazione delle due circonferenze, delle due polarità opposte, maschile e femminile, e di tutti gli opposti in generale, della Vesica Piscis.
Se ricordate, è anche una delle due lettere ebraiche presenti nell'antico simbolo della tribù dei Dan, insieme alla Dalet, che indica la porta, la solidità del sostegno, il quarto Archetipo, e insieme formano la Tau, il Giudice Divino, l'Iniziato( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=0)
La Nun consente la trasformazione, la vagina cosmica nella quale si manifesta la Mem, l'acqua del tredicesimo archetipo, e si manifesta in modo completo, perché la Nun è pesce e Mandorla Mistica al contempo.
Gli opposti, come acqua e fuoco.
Infatti la radice Nu-, é la stessa sia per Nun( acqua), sia per Nur( fuoco), e la parola nuraghe, quindi, contiene entrambi gli elementi.
Fuoco e acqua.
Sole e luna.
Pieno e vuoto.
Luce ed ombra.
Maschile e femminile.
Il Nuraghe è androgino.
Fallico e uterino allo stesso tempo.
Punto di raccordo, di unione, tra cielo e terra. Pietra divinizzata a fare da tramite per il divino."
Ma non solo.
La rana, la rana toro, che richiama la vibrazione gutturale dei canti a Tenores sardi.
Da un'altro mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/due-cose-hanno-sempre-incuriosito_12.html?m=0
" Uniamo questi due archetipi
La Rana Nun e la divinità della fertilità Toro/Sole, e pensiamo alla desinenza del "nuragu",
Quel "gu" che insieme è muggito, suono e oscurità.
"Gu" come vibrazione ancestrale di creazione.
Come la vibrazione dell' Ape Regina che spinge le Api operaie a costruire l'alveare seguendo una precisissima geometria Sacra.
La conoscenza, la sophia, la Dana( DNA ) che si espande in forme geometriche perfette( pensiamo al DNA spiralizzato ) attraverso la vibrazione del Nun ( Rana/RNA ) intorno al fuoco centrale del Nur-a-gu.
Attraverso un " muggito/suono" , che ha una potenza vibratoria altissima.
Hanno studiato a lungo il gracidare vibratorio della Rana Toro, detta anche Rana Bue( toro, guardacaso).
In essa ha un ruolo importantissimo la membrana timpanica.
Sintetizzando elettronicamente i loro gracidii, vibrazionalmente altissimi, che adottano per richiamare la femmina, hanno scoperto che adottano la strategia della separazione degli spazi acustici per distinguersi da altri esemplari maschi o insetti
Frequenza e metodo, che viene sfruttata anche dalle emittenti radiofoniche delle grandi città per emergere sulle altre.
Simultaneamente quindi, nelle piscine fluviali, diversi anfibi che fruiscono dello stesso spazio acustico, usano acusticamente "canali privati", per essere facilmente distinguibili dalle femmine.
Le frequenze dei loro gracidii sono molto alte, sui 1160 Hertz, armonizzate su delle note chiamate "Qui" , che richiamano le femmine.
I maschi si proteggono dal loro stesso frastuono in modo da comprimere i polmoni , attraverso narici e bocca semichiusa, così l'aria è portata a passare sulle corde vocali.
Ed è esattissimamente la stessa modalità del sistema chiuso a concamerazioni, che viene utilizzato durante il canto a Tenores sardi.
La pelle al di sopra dei polmoni nelle rane , vibra in risposta al suono, in una sensibilità uguale a quella del timpano.
Le variazioni di pressione tra membrana della cavità boccale, tipica dei canti a Tenores con vibrante sostenuto, con vibrazioni della membrana timpanica.
E infatti i Tenores percepiscono meglio il loro stesso canto accostando una mano all'orecchio, sentendo così meglio la risonanza, e quindi creando un canale aereo continuo tra il polmone e la membrana timpanica.
Le orecchie sono ricevitori di pressione, dove la membrana timpanica viene stimolata dai suoni provenienti dall'esterno, e quindi la parte interna resta a pressione costante, e questo protegge dalla iperstimolazione acustica.
Nel senso che i suoni arrivano alla membrana timpanica dopo essere stati diffusi nel sacco vocale.
E questo è proprio tipico dei canti a Tenores sardi perché questo consente alla membrana timpanica di non subire particolari variazioni e danni, nonostante la potenza del canto.
Ho scritto in un precedente post, che l'orecchio al suo interno presenta degli otoliti, che sono dei cristalli di carbonato di calcio come quelli della ghiandola pineale, e quindi sensibili alle variazioni dei campi magnetici.
Il gracidare delle rane, segue una via ascensionale verso l'alto, facilmente tracciabile con il geofono, ed è la stessa onda vibrazionale dell'espansione in verticale, dei canti a Tenores.
La frequenza armonica dei canti a Tenores sono impostate sulle alte frequenze sacro OM.
Inoltre, mi fanno pensare che queste forme geometriche così perfette e spiralizzate come quelle dei nuraghe tendenti verso l'alto, verso il divino, siano state coadiuvate da queste frequenze vibratorie innate, geneticamente.
Quelle che sono passate dal DNA /Dana Dea ermafrodita, dal ventre rigonfio come quello di una rana, fino all'RNA rana, cioè all'evoluzione terrena di quella Dana Dea delle acque che si è evoluta fino a diventare un animale terrestre.
Costruendo il Nuragu, gli Shardana, univano in sinergia il Nun e il Nur, attraverso il Gu, il muggito gutturale tipico anche della rane toro, quelle rane la cui divinita è rimasta impressa a livello genetico, da ermafrodita, che sa usare in sinergia gli elementi opposti (maschile e femminile), Acqua e fuoco ( la rana è un anfibio come la salamandra, animale simbolicamente resistente al fuoco), per elevare verso l'alto le strutture dei Nuraghi, così geometricamente perfette nella loro costituzione a spiga di grano.
Nuraghi a forma di tronco di cono come le onde vibratorie concentriche dell'acqua stimolate dal suono, che si propagano in un modo canalizzato verso l'interno, verso l'alto.
Una struttura architettonica dove la "forma informa".
Dove gli Shardana, Il Popolo del mare, informano e comunicano la propria Sofia/Dana/ DNA, attraverso il veicolo che trascrive l'impronta genetica RNA /rana, attraverso la vibrazione del suono gutturale impostato sulle frequenze dell' Om, attraverso la vibrazione che si esemplifica in architettura con un'impronta di geometria sacra divinizzata.
La struttura muraria dei Nuraghi si snoda attraverso filari ordinati di pietre disposte con un criterio molto evoluto, che ne sottolinea la forza e la sacralità.
Una struttura complessa e articolata, dove si integrano architettura e funzionalità, che garantiscono sia bellezza estetica, che solidità, con uno sviluppo ad anelli concentrici verso l'alto.
Dei sofisticati templi acustici.
( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/10/nuraghi-e-cimatica.html?m=0)
Dei templi di guarigione ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/06/nuraghe-suraki-antica-citta-di-neapolis.html?m=0/https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/magnetron.html?m=0) Io credo fermamente che il modo di comunicazione tra nuraghe passasse proprio attraverso questi canali "privilegiati" di frequenza , identificabili per latitudine.
Ogni " postazione con la propria peculiare frequenza".
Una sorta di geolocalizzazone vocale, gutturale, vibratoria , molto precisa, per essere identificati subito in mezzo a tanti nuraghi.
Proprio come fanno i maschi delle Rane Toro per distinguersi dagli altri maschi.
E infatti questo canto a tenores è prerogativa solo dei maschi.
La cultura Sarda fa parte di un universo più vasto ed omogeneo di quel che appare solo a livello archeologico.
L' armonico OM dei buddisti, lo ritroviamo nel canto dei "bassi" dei quartetti sardi a tenore, fin dai tempi remoti
Musica e danza unite, con i primi strumenti a fiato, fatti con la canna, infatti il primo strumento a fiato (ma non solo sardo naturalmente) era una canna forata chiamata "s'arranixedda"( la rana piccolina)
Che poi si è evoluta nelle più complesse launeddas( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/10/simbologia-delle-launeddas.html?m=0)
Per i musici del Quartetto a tenore, la musica deve essere tassativamente assimilata, fatta totalmente propria, vibrazionalmente, al punto da poterla modificare a piacimento con l'ornamentazione e le variazioni di tempo, con tutte le fioriture.
Chi ha studiato la musica sarda non è riuscito a districare e analizzare di vista morfologico l'organizzatissimo canto a tenore, un canto polivalente antichissimo ,il più antico e armonioso della civiltà sarda.
Sempre sui Tenores
https://maldalchimia.blogspot.com/2023/05/tenores.html
Presentano lo stesso schema
"1+4"
Che è la stessa simbologia del simbolo della tribù dei Dan.
14
1+4= simbolo del saluto tipico sardo "saludi", che significa guarigione, dato dai nostri Antichi sciamani guaritori.
4 dita unite e il pollice separato, Il Nyny, legato alla lettera Nun (https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/simbologia-delle-trecce-nel-bronzetto.html?m=0)
Inoltre, abbiamo un pozzo Sacro straordinario, a Sierra Niedda, in provincia di Sassari, a forma di girino( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/01/pozzo-sacro-di-sierra-niedda-di-sorso.html) nel suo ingresso, che presenta, guardacaso, 14 gradini, come il nostro quattordicesimo archetipo Nun, in un contesto cultuale un cui sono presenti anche un altare, un edificio isodomo, un altro, circolare e una cisterna inglobata nella roccia.
Anche l'ingresso di questo pozzo, come il Santa Cristina e altri, è orientato verso
sud/est, alba solstizio invernale( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/orientamento-sud-sudest-di-alcuni-pozzi.html?m=0)
Come vedete, andando ad indagare e approfondire, si trovano molti più elementi, riguardo la rana e la sua simbologia, nella nostra Antica Civiltà Sarda, che non nella semplici divinità egizie.
Una lettura e complessità, a più livelli, che va sempre più alle origini archetipali di certi simbolismi.
Sardegna Cultura Madre, sempre.
Tiziana Fenu
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Immagine del pozzo di Sorso, di Fabrizio Bibi Pinna.






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