Ci stiamo riferendo alla Sacra Tal, la coppa da cui la Dea Demetra bevette in Kykeon quando, al termine del suo viatico di dolore alla ricerca della Figlia, incarnatasi nelle sembianze di una vecchia, giunse a Eleusi. Non intendo in questa sede entrare nel merito dei significati che ha assunto e assume tutt’oggi il Santo Graal nella tradizione cristiana, né tanto meno della suggestiva ipotesi o interpretazione che lo vedrebbe connesso con la linea di sangue del Cristo e della Maddalena, a lungo sostenuta da autori come il grande erudito ed Iniziato Laurence Gardner e, più recentemente, diffusasi a livello di massa tramite i romanzi di Dan Brown.
Ma la correlazione simbolica fra il Santo Graal e la Sacra Tal eleusina, coppe da entrambe le quali distinte tradizioni riportano che due Divinità abbiano bevuto una bevanda (il vino nel caso del Cristo durante l’Ultima Cena e il Kykeon nel caso di Demetra al suo arrivo a Eleusi), inaugurando così un Rito, sono del resto evidenti e dovrebbero essere spunto di attente riflessioni.
Tre dei quattro Vangeli “sinottici” (Matteo, 26, 26-29; Marco, 14, 22-25 e Luca, 22, 15-20) raccontano che durante l’Ultima Cena Gesù prese il pane, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli e disse: «Prendete e mangiatene tutti: questo è il mio corpo, offerto in sacrificio per voi». Poi prese il calice, rese grazie, lo diede ai suoi discepoli e disse: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza versato per voi e per tutti in remissione dei peccati».
Narra invece l’Inno Omerico a Demetra: «Allora Metanira, riempita una coppa di vino dolce come il miele, a Lei la porgeva, ma la Dea la respinse: disse che, in verità, le era vietato bere il rosso vino, e comandò che le offrisse come bevanda acqua con farina d’orzo, mescolandovi la menta delicata. La donna preparò così il Kykeon, e lo porse alla Dea come Ella aveva ordinato. Demetra, la molto venerata, accettandolo, inaugurò il Rito»
Entrambe le Divinità, nelle due diverse religioni, hanno una funzione soterica, di salvezza e di redenzione.
Gesù, nella visione cristiana, si incarna per redimere l’umanità dal peccato originale e per garantire ad essa la vita eterna; Demetra si incarna per redimere l’umanità dalla schiavitù dei falsi Dei Olimpici, offrendo ad essa, con il Discorso della Rivelazione, una prospettiva di salvezza e di vita eterna.
Ed entrambe le Divinità inaugurano i rispettivi Riti servendosi di una coppa. Diverso è però il contenuto delle due coppe: quella usata da Gesù Cristo contiene del vino, elemento simbolicamente riconducibile a Dioniso. La Dea Demetra, invece, rifiutando il vino che le viene offerto, ed accettando altresì una coppa di kykeon, rifiuta simbolicamente proprio Dioniso e quanto di dionisiaco rischia di contaminare la natura umana.
Tale bevanda, consistente in un infuso di acqua di sorgente, farina di orzo ed erbe aromatiche quali ad esempio la menta, veniva fatta bere ad Eleusi agli iniziandi a puro scopo rievocativo, proprio in ricordo del rifiuto, da parte della Dea Demetra, del vino che le venne offerto. Si trattava inoltre di una bevanda molto antica e dalle proprietà rinfrescanti e energizzanti, utilizzata fin dalle epoche più arcaiche dai contadini durante il lavoro nei campi, soprattutto durante la calura estiva.
Un suo diretto discendente, ancora oggi consumato nella Grecia del Nord, in Macedonia e in Bulgaria, è il boza, che può essere reperito con una certa facilità in alcuni bar di Salonicco o di Skopje.
Tratto da "Gli Hierà di Eleusi, tra reliquie e “oggetti di potere” Autore: Nicola Bizzi Collana: Telestèrion
Coppa rituale di epoca micenea
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