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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

giovedì, ottobre 03, 2024

💙San Francesco

 Domani si celebra San Francesco d'Assisi ( Giovanni di Pietro di Bernardone - Assisi, 1181/1182 – Assisi, 3 ottobre 1226). 

Mi piace molto questo dipinto di Fuente de Cantos, "San Francesco in meditazione", 1660 circa, che ritrae San Francesco d'Assisi in preghiera. 

È un'immagine abbastanza particolare, che lo vede concentrato in una dimensione spirituale molto elevata, trascendentale, a livello del terzo occhio, del sesto Chakra Anja.

San Francesco non era un santo qualsiasi. Prima di diventare santo, ha fatto un percorso da grande alchimista quale era.

Si è spogliato di tutto il superfluo, tenendo con sé ciò che lo connetteva alla dimensione divina.

Si firmava, nei suoi scritti, con il simbolo della Tau, il ventiduesimo Sacro Archetipo Ebraico, che originariamente, corrispondeva al grafema della "X".

Solitamente, firmano con la X, gli analfabeti.

Come se il nome e il cognome non fossero importanti.

Lo sono, ma solo in questa dimensione.

È una connotazione umana, un segno identificativo, anagrafico, che comunque rivela una certa vibrazione e frequenza, nell'incarnazione.

La X come unione degli Opposti, come croce sulla quale si inerpicano e interagiscono in sinergia, le due polarità della Kundalini, la Ida e la Pingala, risalendo, come un serpente di bronzo mercuriale, il midollo spinale.

Risalendo dalle acque, dal Caos, e sublimandosi in aria, in vapore, più puro dell'acqua.

Domani siamo in Luna Crescente in Scorpione, segno d'acqua, e ancora sentiamo il riverbero del novilunio di ieri, in Bilancia, e dell'eclissi anulare. 

È stato un passaggio energetico molto intenso.

Estremamente squilibrate, ma finalizzato proprio al ritrovare il nostro baricentro. 

Il punto di unione, il chiasmo della X

La Bilancia è un segno speculare. 

Sollecita a trovare l'equilibrio tra due estremità. Verso ciò che ci corrisponde vibrazionalmente. 

Rimanda al nostro Gemello interiore, la nostra Fiamma, a cui San Francesco aderi, in totale verità, trasparenza e umiltà, nel corso della sua missione terrena. 

Fiamma Gemella, identificata anche con il suo corrispettivo Femminino terreno, la sua amata Chiara. 

San Francesco, che si firmava con la Tau, con il sigillo Divino, compendio di tutti gli Archetipi, tappa finale del percorso iniziatico terreno. 

Quel 22, che è il doppio di 11, il numero delle Fiamme. 

È anche correlato alla Stella di David, che è il simbolo geometrico della complementarietà degli Opposti. 

Domani saremmo sotto l'energia di una Venere che veicola questa dialettica di integrazione. 

Integrazione, che è l'ossimoro a cui San Francesco ha aderito con tutto il suo essere. 

Integrato nelle energie dell'Universo, ma non integrato nei confini imposti dalla società. 

Un ribelle Integro. 

Questo ha dato la misura della sua statura, del suo spessore, del suo messaggio energetico, sdoganato da qualsiasi fattore vettoriale decodificato dal sistema. 

E infatti, l'Archetipo di domani, è proprio il tredicesimo  Archetipo Ebraico Mem, la Sacra Madre Cosmica delle acque. 

La Madre ancestrale, amniotica. 

Saremmo anche sotto l'energia dell'Arcano XIII della Morte. 

Una morte, che è stata la compagna fedele di questa creatura straordinaria, che è morta a sé stessa, al suo ego, alle due origini terrene, al suo attaccamento ai beni terreni. 

Come un Appeso, Arcano XII,  colui che si distacca da tutti i beni materiali, proprio come San Francesco. 

Che ribalta la sua prospettiva 

Che deve percorrere la strada inversa a quella terrena. 

Che si deve sacrificare

Sacri-ficato, reso sacro, per un bene superiore, il suo

Se notate, la posizione dell'Appeso, sembra ricalcare il simbolo dello zolfo (un triangolo sormontato da una croce), ma capovolto. 

Un capovolto che sta tra due grossi rami, come tra le due colonne del Tempio di Salomone, "saggezza  e forza", Jakim( la Yod, il principio attivo maschile solare, lo zolfo) e Boas( la Beth, il principio passivo femminile lunare, il Mercurio), come tra le due nadi, Ida e Pingala, della kundalini, nella sinergia delle quali, avviene la trasmutazione. 

Solo a testa in giù, può essere come la rugiada, l'acqua più pura del mattino, che, adagiata sulla terra, sulla pietra, non può che evaporare, sotto l'azione del Fuoco. 

Metaforicamente, siamo sempre a contatto con il fuoco, con cose o persone che tendono a farci evaporare, con occasioni "zolfo". 

Ma il segreto, è ribaltarle, come fa l'Appeso, e padroneggiarle. 

Perché la pietra d'angolo, la Lamed, archetipo dodici, la misura, il parametro, ha con sé le due polarità in equilibrio.

Ha i due vettori in equilibrio. 

Come nel Pietro cristiano, che diventano fondamenta su cui costruire la nuova Chiesa.

Ho usato questa metafora, per indicare come, le fondamenta di noi stessi, di cui siamo cattedrali viventi, devono essere solide, e poggiare sulle due colonne portanti, le nostre due polarità gemellari e complementari, in equilibrio. 

E quando sei in equilibrio, nella tua Essenza, puoi essere baricentro e morire migliaia di volte a te stesso, sicuro di una rinascita. 

Perché diventi il tuo stesso Graal, il tuo stesso grembo. 

La tua stessa Mem. 

In questo, la Luna Crescente in Scorpione, segno mistico, introspettivo, segno d'acqua, e il Venerdì permeato dall'energia di Venere, convogliano verso questa sinergia, ripulita, scarnificata fino all'osso, come ci indica la dimensione della "povertà /umiltà" del nostro San Francesco. 

L'Appeso che  le due chiavi incrociate della coagulazione e della soluzione. 

Come la X con la quale si firmava 

Il chiasmo energetico, il punto di divisione/morte, e, al contempo, creazione, generazione, del ciclo riproduttivo. 

È domanda e risposta, e il tutto e il nulla. 

Si autorigenera. 

Autotrascende anche se stesso e i suoi limiti, i suoi attaccamenti. 

Rinasce da quello stesso fuoco che lo ha portato ad ebollizione, e ora rinasce come una Fenice, dal nulla delle sue stesse ceneri. 

È diventato il suo punto di Origine, il suo punto zero. 

Niente ha, e Tutto é. 

Non necessita di altro. 

Non aspetta la pioggia. 

Si fa rugiada dalla stessa terra dove lo hanno sacrificato. 

È stato talmente alchimista da ribaltare la situazione a suo favore. Da imparare a vedere e agire, in una prospettiva diversa. 

Questa Luna Crescente in Scorpione , è straordinariamente potente e vivificante, se riusciamo ad essere flessibili come l'Appeso, se tendiamo alla Vita, se sappiamo attraversare e gestire il Fuoco a nostro favore. 

Se abbiamo adattabilità, umiltà, se diventiamo occasione noi stessi, tanto da capovolgerci, da essere "sacrificati" al contrario, a testa in giù, perdendo dalle tasche, tutto ciò che non ci serve. 

Perché abbiamo già in noi, tutto il necessario. Siamo Mercurio vivente, con le polarità della kundalini attive, pronte ad esperire, a ricevere, e donare. 

Inizio e fine. Per riscrivere ogni volta una nuova versione di noi stessi. 

Con una Luna crescente che fa defluire fin nel nostro abisso ancestrale. 

Per rilasciare tutto, e ritornare alla Vita, alleggeriti. 

Che scarnifica, piano piano, fino alla luna Nera, alla Lilith della nostra intima Essenza e Verità. 

Questo, significa essere Maestri.

Lasciare che il Divino agisca proprio partendo dai nostri strati inferiori, dalle nostre debolezze, dal nostro vacillare, senza ripudiare questa nostra vulnerabile dimensione umana.

San Francesco era meravigliosamente umano e vulnerabile.

Si è fatto strumento. 

Si è lasciato "accordare" dal tocco divino, come un guerriero spirituale in perfetta padronanza del proprio Regno, interiore, soprattutto.

Quando le nostre corde interiori, le nostre contraddizioni, le nostre polarità, si accordano e si muovono sulle note di uno spartito comune, si può sentire tutta la melodia che esprimono, che si dilata verso l'esterno.

Armonia, sono gli opposti che si complementano, e che integrano e che bypassano ogni dualità. 

Allora si, che ci si sente fluire, come pioggia sul cuore, dove anche le lacrime, si amalgamano alla pioggia e diventano ristoro per una terra, per un cuore riarso, ma ancora fertile e produttivo.

Ti senti frattale di un disegno più grande.

Lascia che sia.

Lascia che Tu sia, in tutta la tua Pienezza e Verità.

Non necessiti di spiegazioni.

Sei già domanda e risposta insieme.

Semplicemente, " tu sei".

Il resto, verrà da sé.


Tiziana Fenu

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San Francesco



martedì, ottobre 01, 2024

💜La magia etrusca

 La caverna come utero primordiale e specchio lunare. 


Secondo gli Etruschi la caverna era costituita da organi interni simili a quelli dell’uomo, concetto che ritroviamo all’interno della Tradizione ermetica. 

I sapienti dell’Etruria erano convinti, come i Celti che che nelle propaggini dell’abisso pulsasse una corrente vitale in cui i corsi d'acqua i crateri infuocati, il magma che ne fuoriusciva simile al sangue, i sifoni (passaggi sotterranei invasi dall'acqua), si trasmutavano, sul piano simbolico, in una copia dell'organismo umano. 

Questa relazione archetipa tra il corpo la sua interiorità e il Macrocosmo (Universo), porta alla luce una narrazione che travalica il tempo, un racconto mitico che vede l’uomo come Microcosmo. 

In questa simbolica l’Universo stesso è una copia di proporzioni infinite assimilabile al corpo umano e viceversa. 

Si tratta di un mito arcano la cui genesi è riconducibile al cammino iniziatico dei futuri Lucumoni, i sacerdoti e sapienti etruschi. Tale iniziazione era connessa, come spiegato, ai luoghi ctonii, ossia sotterranei (pensiamo alle vie cave) in cui si venerava la grande dea Uni, incarnazione della Grande Madre signora della Terra, che regnava in questi siti simboleggianti l’utero (utero primigenio) quale elemento di rinascita dalla vita profana a quella sapienziale. La dimensione parallela, ossia l’universo invisibile, è simboleggiata dalle arcane cavità terrigene. 

Tali pertugi (bui e quasi inaccessibili, in cui secondo la tradizione ermetica, dimorano gli gnomi, guardiani dei minerali e delle pietre preziose o spiriti elementali della terra), venivano considerati sacri dagli Etruschi, mostrando, in base alla loro cultualità, l’autentica natura delle terre altre, la cui simbolica è racchiusa nei depositi litici, nelle stalagmiti, nelle stalattiti, nei minerali, nelle esalazioni di zolfo, nelle fumarole e infine nei vortici d’acqua che scaturivano dalle sorgenti sotterranee, producendo un rimbombo simile al tuono che squarcia l’aria con la sua potenza, generando una eco fortissima, creando immagini cariche di fascino tipiche dei siti sotterranei, configurazioni caleidoscopiche colme di incantamento. Questi elementi naturali, dunque, davano vita sempre in maniera simbolica, a una visione magico-sacrale. Tra i luoghi più significativi legati a questa cultualità, segnaliamo la grotta carsica conosciuta come “grotta del leone” sita sui monti pisani, in località Agnano, nel comune di San Giuliano Terme. 

In questo luogo incantato, peciale, le vibrazioni del passato sono più intense e tangibili. 

La “Terra di confine”, dunque, indica la via verso il reame delle ombre, dove ogni cosa appare possibile e nulla può impedire il concretarsi di elementi misterici mossi da una forza sconosciuta che presiede al Tutto. Scriveva il sommo Lucio Apuleio, iniziato ai Misteri di Iside e a quelli etruschi-cabirici: 

“Mi accostai al consiglio della morte e battuta la soglia di Proserpina, 

passando per tutti gli elementi, feci ritorno 

e mi presentai agli Dèi superiori e inferi 

e li adorai da vicino: 

di mezzanotte io vidi il Sole”. 

Nei riti di incubazione tale connotazione occulta era diffusa, ed era riconducibile alla rinascita che seguiva alla morte dell’iniziato. Nell’antica Etruria le grotte venivano dedicate al dio Selvans (il romano Fauno o Silvano) divinità dei boschi e signore delle profezie in tali santuari sotterranei si trovavano delle are cultuali e sacre. Chi intendeva ottenere una visione soprannaturale doveva trascorrere la notte al loro interno avvolto in una pelle di pecora, attendendo la comunicazione trascendente operata dal dio. Si comprende in tal modo l’importanza che gli Etruschi riservavano ai recessi sotterranei, permeati di quella forza tellurica che scaturisce dal profondo, capace di concretare un contatto con le divinità ctonie e la sacralità che a esse si accompagna. Le fonti e le sorgenti presenti nelle propaggini della terra costituivano per gli Etruschi un elemento sacrale legato alla rigenerazione. Si spiega così il ruolo ricoperto dalle acque sacre, simboleggianti la rinascita.


Tratto da 

Stefano Mayorca "La magia etrusca" Edizione De Vecchi

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La magia etrusca