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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

mercoledì, settembre 23, 2020

💛Il plisse' nei Bronzetti sardi

 #dettagliimportanti


Con questo post voglio sottolineare il fatto che il plisse', e la sfrangiatura, quella che vediamo oggi nei costumi sardi, esisteva già in epoca nuragica, ma probabilmente da molto prima, se le vediamo riprodotte nei Bronzetti nuragici che risalgono al VII - VI sec. a. C.


Le immagini e le descrizioni dei Bronzetti, quelli nei quali ho individuato plissettature e sfrangiature, sono tratte dalla bellissima pagina di schedatura dei Bronzetti, di Nurnet, "Museo virtuale delle sculture bronzee di produzione nuragica conosciute, dove hanno schedato vari bronzetti nuragici sulle loro  pagine Facebook “Bronzetti Nuragici”, “S’Ischisorgiu Furau. L’arte Dei Sardi- Catalogo Arte Prenuragica e Nuragica)” etc.

di cui allego il link della raccolta


https://www.nurnet.net/mediateca/categorie/bronzetti-nuragici/


In galleria


1)Uomo in preghiera con spada votiva(?)

Nr. 29 Catalogo collezione Borowski Uomo in preghiera con spada votiva(?) Bronzo h 6,5 cm Sardegna, località sconosciuta. Cultura nuragica VII-VI sec. a.C. La mano destra portata al petto in gesto di preghiera, il torace nudo, l’uomo è vestito con un corto gonnellino fatto di un materiale lavorato a coste (confr. SKK, nr. 98 e 106), ha il capo scoperto e tiene la spada votiva(?) con la mano sinistra stretta al corpo. Sul volto rotondo con la testa calva, gli occhi, il naso e la bocca sono piccoli. Per quanto riguarda la tipologia questa statuetta si può confrontare con un’altra di Cagliari, anche questa frammentaria (G.Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, nr.125), in cui Lilliu vede nel lungo e stretto oggetto una spada. Stilisticamente simile è la figura seguente, nr. 30. È probabile la provenienza dalla stessa officina del gruppo barbaricino. I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi. Stato di conservazione: mancano le gambe al di sotto del gonnellino; la punta della lancia è leggermente piegata. Patina liscia verde con efflorescenze.


2). SUONATORE DI CORNO DA GENONI

10) SUONATORE DI CORNO DA GENONI Nome: Suonatore di corno da Genoni Professione: forse musico Altezza: 8 cm Aspetto: personaggio "fotografato" mentre suona il corno, strumento musicale tra i più antichi Vestiario: corpo seminudo, indossa solo un gonnellino pieghettato o a frange, copricapo a calotta semplice, capelli corti, bandoliera forse con custodia (sul retro) Luogo di ritrovamento: GENONI - loc. Santu Pedru (NU) Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari Segni particolari: bronzetto molto danneggiato Curiositá: Lilliu nel 1966 scrisse nel suo libro "Sculture della Sardegna Nuragica" che all'epoca dei suoi studi la statuetta era completa del corno, ora mancante...... fotografie dal web (la fotografia col bronzetto integro è del 1954 di Christian Zervos, biografo di Pablo Picasso)


3)OFFERENTE

79) OFFERENTE Nome: offerente Professione: sconosciuta Dimensioni: altezza 10 cm Aspetto e vestiario: il devoto è rappresentato in piedi, alza la mano destra porgendo il consueto saluto devozionale tenendo il palmo aperto con dita unite e solo il pollice divaricato. Con la mano sinistra, ripiegata sul gomito, porge in avanti un piatto rotondo nel quale si notano alcuni elementi di offerta. Il capo scoperto mostra una elaborata e ordinata acconciatura: i capelli sono divisi in sommità e scendono corti sulla nuca a taglio netto e sopra la fronte si rialzano in due ciuffi che si allungano in due treccioni che ricadono davanti alle orecchie lungo le guance. Incorniciano il viso, lungo e solido, con fronte marcata, arcata sopraccigliare in rilievo, naso regolare, occhi a mandorla cerchiati, bocca aperta e pronunciata e mento con fossetta. Indossa una tunica aderente al corpo che scende sino al ventre, lasciando scoperte le gambe che si presentano allargate con accenni ai polpacci e alle dita dei piedi distinte da profonde incisioni parallele. Sopra la tunica indossa un giubbotto rigido, forse di pelle, aperto sul davanti e un po' scollato che si ferma sopra l'orlo della tunica, finendo con una decorazione a rilievi circolari intorno alla vita, da cui pende una frangia a filamenti verticali paralleli tra loro. Il giubbotto sembra chiudersi al collo, forse con un fermaglio, e sul retro, sotto la nuca, emerge una sorta di cappuccio stilizzato. Luogo di ritrovamento: Serri (NU), località Santa Vittoria, presso la torre a feritoie Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari Segni particolari: integro Curiosità: nel piatto dell'offerta si notano: due focaccette tondeggianti al centro e due filoncini ai margini, di dubbia identificazione. Descrione e immagine tratte da G.Lilliu, "Sculture della Sardegna nuragica", 1966, ed. ILISSO


4). Madre con bambino

146) MADRE CON BAMBINO Nome: madre con bambino Dimensioni: altezza 13,1 cm Luogo di provenienza: probabilmente Lodé (Siniscola) Residenza Attuale: Ginevra -Svizzera (CH), collezione ORTIZ Aspetto e vestiario: la madre offerente è raffigurata stante. Con il braccio sinistro piegato, sorregge il bambino nella cavità del gomito e con la mano aperta offre una ciotola alla divinità. Con il braccio e la mano destra, estesi in avanti, porge il saluto devozionale. Il bambino è seduto nell’incavo del braccio e si regge con il braccio destro appoggiandosi al collo e alla spalla della madre; la mano sinistra scende sulle ginocchia. La donna indossa - una doppia tunica: una lunga veste leggera forse di lino e sopra una tunica più corta, avvolta attorno al corpo. La sottoveste lascia intravedere le pieghe rappresentate da linee verticali (molto simile alla lunghe gonne con pieghe volute in senso orario, Su frangiu, ancora oggi in uso nei costumi tradizionali). - un mantello molto spesso indossato sulle spalle, lungo quasi fino ai piedi nudi. Segni particolari: patina grigio-verde, varie incrostazioni. Tracce sotto i piedi della colata plumbea che fissava la statuetta sul blocco di calcare Curiosità: Jürgen Thimme [Kunst und Kultur Sardiniens, no. 139, pp. 117, 392.] confronta questa figurina con altre tre raffigurazioni di madre e figlio che chiedono l'aiuto alla divinità, ma generalizza concludendo che il gesto e la ciotola sacrificale del presente esempio lo inducono a ritenere che tutte queste rappresentazioni dell'arte nuragica rappresentino una madre con un figlio MALATO. Effettivamente "due di queste rappresentazioni di madri con bambini furono ritrovate al santuario di Santa Vittoria a Serri, sito probabilmente visitato dai malati in cerca di guarigione, come anche attestato da una statuetta trovata in loco di offerente con stampella. Ci sono però notevoli differenze tra i quattro bronzetti (di madri con figlio). Nel caso dei due di Santa Vittoria, il bambino appare malato, la testa si appoggia sul braccio della madre, mentre lo avvolge come in una culla, con la mano che termina sulla coscia del bambino. Tuttavia il terzo esempio ("la Madre dell'Ucciso" di Urzulei ) - che raffigura una madre seduta su uno sgabello con il figlio in braccio - è diverso. Il figlio non è un bambino, è già un giovane e indossa un berretto utilizzato di solito dai capotribù e sul petto mostra il pugnale ad elsa gammata, chiare indicazioni del suo rango: secondo Lilliu forse si trattava di un giovane aristocratico. Potrebbe quindi rappresentare il figlio morto, dal momento che il gruppo è stato trovato in una grotta sacra associata al culto alle divinità ctonie e può rappresentare un voto alla Dea Madre, un'intercessione a favore della vita (del giovane) dopo la morte. L'avambraccio destro della madre è rotto e mancante, ma era sicuramente proteso in avanti in una posizione simile a quella della nostra statuetta, in un gesto di offerta. È da notare che questo quarto bronzetto è unico e ci ricorda le Vergini romaniche con Bambino della regione Auvergne della Francia, anche se queste ultime sono di solito sedute e il braccio destro del Bambino viene sollevato piuttosto che posto sopra la spalla della madre . Quello che è simile è l'aspetto sano del bambino, la testa alta. Quindi preferiamo l'ipotesi che questa statuetta sia una rappresentazione di una madre che chiede una grazia/porge un’offerta, ma è incerto se il gesto sia fatto per ringraziare per la guarigione del figlio malato o se sia una richiesta per il suo futuro o per qualche altro scopo, come il ritorno sicuro del marito da una spedizione guerriera”. Testo virgolettato e fotografia dal web – fonte catalogo “Kunst und Kultur Sardiniens”, 1980 NOTA: La statuetta, insieme ad altri innumerevoli bronzetti nuragici di inestimabile valore storico e culturale, si trova a Ginevra nella famosa collezione di George Ortiz Patiño... Questo signore oggi deceduto, noto come “Il Re dello stagno”, ricchissimo proprietario di miniere di stagno in Bolivia, era in possesso della più grande collezione di bronzetti nuragici al mondo! Cosa ne sarà ora della sua immensa collezione non lo sappiamo…ci auguriamo che gli eredi la preservino e decidano in futuro di custodirla ed esporla in un museo aperto al pubblico! 🙂 ...e mentre noi schediamo, Andrea Loddo sta abilmente lavorando per riportare in vita questo stupendo bronzetto (in fotografia, suo modellino in cera persa) 😉 Ringraziamo Roberto Lai per le preziose informazioni riportate in nota.


5)134) GUERRIERO CON LANCIA E ARIETE (O MUFLONE) Nome: guerriero con lancia e ariete (o muflone) Professione: guerriero Dimensioni: da verificare Aspetto e vestiario: Guerriero con elmo cornuto a calotta, scudo sulle spalle, nella mano sinistra impugna una lancia e una corda con cui trattiene un animale, probabilmente un ariete o un muflone. Con la mano destra porge il saluto devozionale. L'uomo sembra indossare una tripla tunica e un corto gonnellino (oppure una lunga tunica con tre balse e parte inferiore frangiata) e degli schinieri. Luogo di ritrovamento: santuario nuragico di Serra Niedda - Sorso Residenza attuale: da verificare Curiosità: Riportiamo l'interessante ipotesi di alcuni appassionati che vedono raffigurata in questo bronzetto una vera e propria tecnica di guerra: il guerriero nuragico sarebbe infatti equipaggiato con ariete o montone al guinzaglio per un motivo ben preciso. ? "Lo storico Claudio Eliana confermò che gli elefanti si spaventano a morte quando sentono il verso del maiale ma anche dei montoni" http://www.vanillamagazine.it/i-maiali-infuocati-da-guerra…/ Immagine a colori dal web; immagini in bianco e nero di S. Flore tratta dal Bullettino Archeologico Informazioni e curiosità di G. Exana, prese da pagina fb "Testimonianze e creatività della Sardegna"


6)DONNA OFFERENTE o CERIMONIANTE

66) DONNA OFFERENTE o CERIMONIANTE Nome: Donna offerente o cerimoniante Professione: sconosciuta Dimensioni: altezza 12,5 cm Aspetto e vestiario: la lunga veste che ricopre l'intera figura fa pensare che si tratti di una figura femminile, probabilmente una sacerdotessa o una matrona aristocratica. Il personaggio è in piedi: con la mano destra sollevata all'altezza del mento porge il saluto devozionale, con la mano sinistra tiene alzata, quasi in equilibrio precario, una ciotola emisferica. I piedi sono nudi, quasi uniti; le mani sono piccole. Indossa sul capo un tutulo conico che in origine aveva la falda accentuata, ora mancante per rottura (ne resta traccia sul lato posteriore). Il dettaglio che colpisce maggiormente è la "gorgiera di cuoio o di stoffa che imprigiona il collo fino al mento" allargandosi nell'estremità inferiore in una pettorina semicircolare. Il vestito indossato é composto da una tunica stretta lunga fino alle caviglie e da un abito attillato sovrapposto. Sulle spalle è indossato un mantello lungo fino all'orlo inferiore della veste che copre anche le braccia lasciando liberi gli avambracci; esso è decorato nella parte superiore da un'applicazione semicircolare che circonda il collo segnata da larghe incisioni verticali e parallele, al di sotto c'é una fascia decorativa orizzontale con motivo a spighetta. Il volto é spigoloso, con gli zigomi marcati; sulla nuca i capelli sono evidenziati con motivi a spina di pesce; gli occhi sono a grosso bulbo, il taglio della bocca è tenue, le orecchie appena accennate. Sopracciglia e naso sono molto scolpiti. Luogo di ritrovamento: Lanusei (NU), località Funtana Padenti de Baccai, oggi nota come Seleni. Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari Segni particolari: la statuina é stata ritrovata in un rudere di nuraghe(?) vicino a un pozzo sacro, insieme a altri bronzetti, a oggetti ornamentali di bronzo e monete di età punica (quindi più tardive). Curiositá: due sono i dettagli curiosi in questo bronzetto. 1) la ciotola è sollevata in modo obliquo, come se si volesse far colare il liquido contenuto (Lilliu propende per un liquido perchè nella ciotola non è rappresentato nessun elemento solido). Ciò fa dunque pensare a una libagione in onore della divinità. In molti popoli ancora oggi è usanza versare del liquido come offerta: i popoli nomadi della Mongolia ad esempio versano del latte a terra con una ciotola prima di un viaggio come rito propiziatorio di buona fortuna o come gesto di accoglienza in caso di arrivo di uno straniero. 2) l'indumento rigido che fascia il collo e sembra quasi soffocare la figura mostra una chiusura alla nuca ottenuta con piccoli lacci segnati da breve tacche e sul davanti intorno al collo e sullo sterno é decorato da una serie di rigature orizzontali sovrapposte concentricamente. Anche se con significato del tutto differente, ricorda un po' i collari indossati ancora oggi da alcune donne appartenenti a etnie tribali della Thailandia (le "donne giraffa"). Fotografia del bronzetto di R.S. Roberto dal gruppo "Viaggio nelle antichità della Sardegna". Descrizione tratta da G.Lilliu, "Sculture della Sardegna nuragica", 1966, ed. ILISSO


7)DONNA CON PIATTO D’OFFERTA

75) DONNA CON PIATTO D’OFFERTA Nome: donna con piatto d’offerta Professione: sconosciuta Etá: 2800 anni ... più o meno (così dicono) Dimensione: sconosciuta Aspetto e vestiario: questo bronzetto raffigura una donna in piedi che regge con la mano sinistra un piatto contenente un'offerta per la divinità, con la mano destra porge il saluto devozionale. La donna indossa una lunga veste attillata, una sottoveste frangiata sull’orlo inferiore e un manto (o doppio manto) lungo fino alle caviglie che copre le spalle e le braccia. I piedi sono nudi, le dita ben evidenziate. A circa un quarto dall’orlo inferiore, il mantello è decorato con una fascia orizzontale frangiata. Il capo è coperto da un velo o cappuccio che lascia scoperta la fronte e i capelli. Sul volto si nota il tipico stilismo a T di naso (pronunciato) e sopracciglia, la bocca piccola, gli occhi a globetto, ben proporzionati. Curiosità: il piatto dell’offerta, che appare leggermente inclinato verso il basso, contiene quattro elementi: due strisce lunghe e arcuate (forse carne) e due ovali (forse piccole focacce o dolci) Luogo di nascita: Sardegna (così dicono) Ultima residenza: collezione privata Destinazione: vergognosamente svenduto in qualche asta nonostante sia PATRIMONIO DI TUTTI!!!


8)Bronzo di sacerdotessa

Nr. 34 Catalogo collezione Borowski Sacerdotessa Bronzo, h 8,3 cm Sardegna, Località sconosciuta Cultura nuragica VII- VI sec. a.C. Questa figurina femminile con cappello conico, lunga veste con frange ed una larga stola tiene le braccia ad angolo con il torso e le mani protratte probabilmente in un gesto rituale come di benedizione o di preghiera. Le linee verticali parallele incise nella veste e nel manto sembrano indicare una plissettatura della stoffa. La statuetta, semplice nella sua struttura e con volto e corpo strutturati armonicamente, sembra essere il prodotto di un’officina relativamente tarda. Per il cappello da sacerdote confrontare con una statuetta a Cagliari (G:Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, nr. 120). I valori dell’analisi dei metalli eseguiti nel laboratorio di analisi Rathgen a Berlino (J.Riederer) corrispondono ai valori tipici dei bronzi sardi. Stato di conservazione: mancano i piedi. Le mani sono danneggiate. Patina verde scuro, granulosa e incrostata, con punti di ossidazione rosso-bruno. Bibliografia: SKK, (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) nr. 124


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Nr. 35 Catalogo collezione Borowski Donna con mantello e cappuccio Bronzo, h 8,1 cm, con canale di colata 10,4 cm Sardegna, Località sconosciuta Cultura nuragica VI sec. a.C. La piccola statuetta cilindrica è sistemata su una piastra rettangolare ed è avvolta in un lungo mantello decorato con frange nella parte posteriore e con un cappuccio che getta un’ombra sul viso dagli occhi infossati e dal naso diritto. Un lavoro un poco grossolano, probabilmente di una tarda officina della Barbagia (vedere pagg. 37 di questo catalogo). I valori dell’analisi dei metalli eseguiti nel laboratorio di analisi Rathgen a Berlino (J.Riederer) corrispondono ai valori tipici dei bronzi sardi. Stato di conservazione: mancano i piedi. Le mani sono danneggiate. Patina verde scuro, granulosa e incrostata, con punti di ossidazione rosso-bruno. Bibliografia: SKK, (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) nr. 126


Tiziana Fenu


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Il plisse' nei Bronzetti sardi

















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