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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

mercoledì, settembre 23, 2020

💛Simbologia gonna plissettata sarda

 Meraviglioso particolare della  gonna plissettata di Busachi, in provincia di Oristano, in Sardegna, fotografata dal bravissimo fotografo artistico Gabriele Doppiu


A parte la ricchezza cromatica e la rifinitura delle decorazioni in passamaneria, la plissettatura pare che sia stata una tecnica diffusa fin dall' antico Egitto, che si otteneva grazie ad una pressione a caldo con la cera

d' api, che agiva da appretto

Plisse' , che poi è arrivato fino ai giorni nostri


Ma siamo davvero sicuri che l' origine sia presso gli Egizi, e che invece l' origine non sia da ricercare nella nostra terra? 


Le gonne dei costumi sardi, quasi tutte plissettata, se tenute per i lembi dalle mani, sembrano delle ali dispiegate in volo

Delle ali di uccello, e se interpretiamo anche questo bellissimo manufatto, con una valenza simbolica, poiché niente nell' Arte Sarda, è lasciato al caso, e tutto ha una precisa valenza simbolica, possiamo facilmente accostare la figura della Dea Madre Uccello, per eccellenza, in Sardegna, il barbagianni, alla simbologia della plissettatura come ali di un barbagianni

Barbagianni, e non civetta, come genericamente si attribuisce, alla simbologia del femminino "Dea Uccello", in Sardegna


Innanzitutto, basta esaminare il nome, che già parla da solo, come ho scritto tante volte


Barbagianni > b-abba(acqua) > jani/o/a ( con riferimento alla jana/ jano/ Giano bifronte, capace di vedere passato e futuro) 


Quindi "Jana" ( janna, come porta multidimensionale, anche per l' aldilà, colei che vede passato e futuro. Psicopompo anche nell'aldilà, come lo è simbolicamente, per eccellenza il barbagianni, con il suo manto candido, puro, che può accompagnare le anime nell" aldilà) 


Una "B-Abba-Jana" tutta Sarda, simbolo della prima rappresentazione delle divinità femminili legate all' acqua, insieme alla Dea Serpente

 

Icone archetipali, che sono rimaste nella tradizione, fino ai giorni nostri 


Il Barbagianni in sardo si dice "stria"


Cito testualmente la definizione dal vocabolario Rubattu, dizionario universale della lingua di Sardegna 


barbagianni sm. orn. (Tyto alba) [barn owl, effraie,lechuza común, Schleireule] istria f. (lat. STRIGA), istriabianca f., lùgula f., puzone de istria, puzone demalagùriu (L), istria f., istria bianca f., istriga f., istrigabianca f. (N), stria f., stria bianca f., cuccufiu (C), pizoni disthrea (S), stria f., istria f., malistria f., pucion di stria, pizonidi stria, piggioni di strea (Cs), cuccumiau, fàccia d’omuf. (G) // Cando cantat s’istria b’est su mortu in bia (prov.-L)“Quando canta il b. c’è il morto in casa”; Su latti arrescottausi ddu pappat sa stria (prov.-C) “Il latte rappreso se lo mangiail b.”


Confrontiamolo con la traduzione di "civetta" in sardo, sempre dal Rubattu


civetta sf. orn. (Athene noctua) [owl, chouette, mochuelo, Kauz] istria, puzone de s’istria m., tirulia, cuccummiau m. (lat. CICUMA),

civetta (L), istria, cuccumeu m., cuccumiau m., cuccume‰ m., cucu de muredina m., tzivetta (N), stria, cuccumareu m., cuccumeo m.,

cuccumeu m., cuccumeu morighinu m., cuccubiu m. (C), cuccummiau m. (S), cionca, cuccumiau m., cuccumignau m. (Lm) G) // S’istria

cantende zente morzende (prov.-L) “C. che canta gente che muore”; S’abb½ghinat sa tirulia faghet annada de carestia (prov.-L)

“Se canta la c. fa annata di carestia”; Candu canta la cionca è tempu bonu (prov.-G) “Quando canta la c. il tempo è buono”


Come possiamo notare, per barbagianni, è proprio caratteristica la definizione istria/stria/istriga/sthrea(che somiglia tanto a strega) /malistria/strea

Mentre per  "civetta", oltre che "stria" generico( in chiaro riferimento all'appartenenza generica agli Strigiformi, i rapaci notturni), vi è una netta prevalenza di cuccumiau/cuccumeo/cuccumareu/ cuccummiau, ecc. 


Quindi "stria" è esattamente indicante il barbagianni, e non la civetta


Aggiungo un passo della studiosa Claudia Zedda, autrice di svariati libri sulla cultura e tradizioni  sarde


"Nella zona più settentrionale dell’isola, nell’area dialettale della Gallura e del Sassarese la strega è conosciuta con il nome di Stria. 

E’ interessante notare che nella medesima maniera viene chiamato anche l’animale notturno che la tradizione latina prima e sarda poi, hanno rivestito di significati profondi e inquietanti, il barbagianni. 

Rapace notturno, portatore di malaugurio e tristi novelle, il barbagianni può, semplicemente sorvolando i tetti, far ammalare i sardi di un male tremendo, sa istriadura, meglio nota come itterizia."


Ancora, Archivio della Nuova Sardegna


" ORANI Istria, cuccumiau e zonca. Nell'ordine: barbagianni, civetta e assiolo. E il gufo? Qual è il nome sardo del gufo? C'è chi lo chiama cuccummiau, cuccumiau, cuccumeò, cucu, cuccumareu, cuccumeu, cucu de muridina, stria groga, così dice Antonino Rubattu nel suo monumentale Dizionario universale della lingua di Sardegna, italiano-sardo-italiano, antico e moderno, logudorese-nuorese, campidanese, sassarese-gallurese. Luigi Farina, invece, nel suo ricco Bocabolariu sardu nuroresu-italianu, italiano-sardo nuorese, spiega che il lemma cuccu sta per cuculo, mentre cuccummiau indica il gufetto. «Ispilire che cuccu, pelare come un cuculo» si legge anche nello storico Vocabolario sardo logudorese-italiano di Pietro Casu. A conti fatti, insomma, il gufo è un uccello ancora in cerca di un nome sardo proprio. Mentre sono assodati i nomi istria, cuccumiau e zonca."


Quindi barbagianni è assolutamente "sa stria", nello specifico


Da considerare anche, come ho scritto altre volte, come individuato dalla studiosa Maria Grazia Lopardi, che il nucleo consonantico "STR" è una costante dell' elemento femminino, riscontrabile in molte divinità femminili, come Ishtar, Astarte e altre 

"STR", che ritroviamo anche in "Stria", e in Tirso, anche se lei non li nomina, poiché nello specifico non si è occupata di cultura sarda


"stria", dalla Treccani

stria s. f. [dal lat. stria]. – 1. Scanalatura di una colonna. 2. Lieve solco, incisione lunga e sottile sulla superficie di una cosa. Più genericam., riga di colore diverso da quello del fondo: le s. argentee lasciate dalle lumache sulle foglie; senza dare un’occhiata ... al nero cielo procelloso tagliato da s. bianche (Fogazzaro); fila Sottili e lunghe come strie di pioggia Tessuta in cielo (Pascoli).


Quindi "solco, scanalatura" 

Come le scanalature delle gonne plissettate dei costumi sardi


E davvero vogliamo credere, con tutta la tradizione di apicultura che abbiamo sempre avuto qui in Sardegna, se è vero che usavano la cera d'api come appretto, presso gli antichi Egizi, con tutte queste similitudini fonetiche, concettuali e simboliche, che davvero la plissettatura sia una tecnica di provenienza egizia, della quale non è rimasta nessuna tradizione, quando invece qui, è una tradizione fortemente radicata, e che è rimasta con la sua forte valenza simbolica, in tutte le sfaccettature, anche linguistiche, che si incastrano perfettamente tra di loro?


Mi sembra quindi più verosimile che sia una tradizione nata ed esportata poi dalla Sardegna, visto la presenza del plisse' in alcuni Bronzetti ritrovati 

Queste gonna tradizionale sarda( (tunica, fardetta, munnedda, saucciu, a seconda della zona), lunga, generalmente ampia, in orbace o in altri tessuti, spesso ornata sul bordo da nastri colorati e dorati, che si apre a ventaglio come una stupenda Dea Uccello, la B-Abba-Jana candida e pura, con le sue ali dispiegate

Solo il  barbagianni, con il suo candore e purezza incontaminata del suo manto, poteva attraversare incolume il regno dei morti, quando accompagnava le Anime verso il trapasso

Come il candore che si vede negli occhi delle donne sarde che indossano questi meravigliosi costumi

Altere, bellissime, delle Regine dallo sguardo trasparente e fiero delle loro radici e appartenenza

Le Janas delle meraviglie, la cui Bellezza incanta il mondo intero


Tiziana Fenu 


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Simbologia gonna plissettata costume sardo






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