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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

mercoledì, gennaio 01, 2025

💙Energie anno 2025/Archetipo Teth

 Come ho già anticipato nel mio scritto sul novilunio di lunedì, quest'anno 2025 sarà un anno 9, guindi guidato dall'energia del Sacro Archetipo Ebraico Teth, il nono, e dall'Arcano Maggiore IX dell'Eremita. 

Un anno che si apre con l'Archetipo Kaf, l'undicesimo, che rappresenta la corona, l'energia che siamo disposti ad accogliere quando riusciamo a penetrare l'Essenza delle cose. 

Quando ci apriamo come la K della Kaf ruotata di 90°, come le mani giunte, aperte a ricevere. 

Bisogna anche saper ricevere, essere predisposti all'accoglienza, all'ascolto, alla comprensione, al "prendere con sé", come indica l'Arcano Maggiore XI della Forza. 

La Maestria che si manifesta nella dimensione del Capricorno, ricordiamo, segno di terra, ma con radici nelle sacre acque della Madre Cosmica, visto la parte inferiore del corpo, a forma di coda di pesce, ma con anelito verso le vette, verso la dimensione subliminale dell'Aria. 

La Kaf, infatti, come Archetipo, rappresenta il Femminino che da forza al Mascolino, accogliendolo come una coppa. 

È la Forza della trascendenza universale. 

La Kaf è il coronamento, la mano aperta a coppa, pronta a ricevere. 

Come una zolla di terra, impastata con l'acqua ( l'elemento terra/acqua del Capricorno), che è pronta a ricevere il fuoco divino della Coscienza Superiore. 

Prima dello scatto, dello slancio energetico del Capricorno, verso la vetta, della Kaf, che riesce a penetrare l'Essenza delle cose, e riposiziona la Corona dove deve stare, sulla nostra testa, in concomitanza proprio con il chakra della Corona, e tenere attivo l'unico canale di connessione che conta, quello con la nostra dimensione superiore. 

Non a caso, abbiamo iniziato l'anno 2024 con un Archetipo 10, la Yod, concentrazione,  necessario per diventare punto propulsore di creazione. 

Il passaggio successivo era questo, il ripristino della Corona, con questo novilunio nero appena trascorso, che ci ha strappato ulter il velo dagli occhi, e ci ha facilitato nella  compenetrazione  dell'Essenza delle cose, attraverso l'Archetipo Nun di trasmutazione. 

Mi chiedo in quali situazioni abbiamo stagnato, in quali trappole karmiche ancora avessimo bisogno di "solstiziare", per vedere e affrontarle da un'altro punto di vista 

Con la forza della Kaf. 

Il Femminino primordiale, che penetra il lato occulto di qualsiasi cosa. 

Che vede oltre il velo e le tenebre. 

Che conosce debolezze e miserie. 

Ma anche la grandezza. 

È Forza che anima l'intento. 

È Regina, prima ancora di essere Corona. 

È Coscienza. 

Coscienza Universale. 

Questo, nell'Antica traduzione cinese, è stato, nel 2024,l'anno del Drago Verde, il Drago legato all'elemento Aria. 

Un Drago, che ha, a seconda della cultura, sia la coda serpentiforme, sia a forma di coda di pesce, come il nostro Capricorno. 

Un Drago che rappresenta una summa metaforica dell'intero cosmo, che domina e protegge. 

Perché il drago, per antonomasia, è il protettore dei tesori velati, custoditi nel cuore della stessa terra, dell'elemento Fuoco, di cui lo stesso drago, è simbolo primario, insieme agli altri 4 Elementi, legato alla direzione cardinale dell'est, nel Drago Verde, del sorgere del sole, dell'elemento Fuoco, che, in questo Drago Verde, si sublima nell'elemento Aria. 

È il drago legato al chakra del cuore, alla folgore che porta la conoscenza, l'illuminazione, e la porta ad un livello superiore, quello eterico, spirituale, da energia ctonia, propria del Drago, ad energia manifestata, elevata, sublimata, portata a maturazione, germogliata, proprio come nell'Equinozio di primavera. 

Il suo oggetto sacro, è la lancia di Lugh. 

La lancia di Longino, che dal costato destro, il lato del Mascolino, arriva fino al cuore, che sta a sinistra, ferita, che è metafora vulv*are, che indica una compenetrazione tra Mascolino e Femminino, dalla quale fuoriesce acqua e san*gue

Plasma, Inanzittutto. 

Plasma che ha lo stesso nome della componente dei fulmini, dell'elemento aria, eterico. 

La simbologia di Marte in Capricorno, come il novilunio appena trascorso in Capricorno, e sotto il segno del Capricorno, amplifica a mille questa correlazione tra la lancia di Lugh, elemento sacro al Drago verde e il ferro, elemento che accomuna sia il sangue che la lancia, che Marte. 

Marte, sappiamo che è legato al ferro, ed è un elemento, che nel corso della storia dell'umanità è stato importantissimo, tanto da considerarlo di origine divina 

Un ferro capace, tramite la spada dell'Eroe/Marte, capace di trafiggere il Drago, e alchemicamente, esotericamente, offrire all'Eroe, un'occasione di iniziazione. 

In particolare, questa occasione, viene offerta dal Drago verde, legato al sorgere del sole, agli equinozi, quindi all'equilibrio delle due polarità. 

Alla primavera, in cui i 7 pianeti sono allineati al Sole, alla Sorgente, metafora dell'allineamento dei nostri 7 chakra, necessari al passaggio verso quella dimensione sublimata, purificata, della dimensione astrale, eterica, verso la quale punta il Capricorno, nelle sue Ottave alte. 

Verso la quale, si addentra la Kaf, il nostro Archetipo di questo   inizio anno di oggi, che penetra l'Essenza delle cose, la loro valenza, non solo terrena, ma anche spirituale, eterica. 

Il Drago è il Mercurio alchemico, poiché manifesta energie sia Maschili che Femminili, è potenzialità per la pietra filosofale, per l'Oro alchemico. 

L'uccisione del Drago, in termini alchemici, può essere veleno e antidoto, distruzione o creazione, dipende dal nostro livello di Maestria. 

Da quella Forza, così ben rappresentata dall'Arcano Maggiore XI di primo dell'anno, che è capace di estrarre, di portare alla luce quell'energia mercuriale, che è la base di ogni processo alchemico di trasformazione e trasmutazione. 

Oggi, infatti siamo di mercoledì, un giorno governato da Mercurio

Arcano XI

11

Si è forti, perché si creano legami. 

Come le due colonne del numero 11, numero Maestro, numero primo. 

E in questi legami si crea correlazione e arricchimento. 

Si è più forti in due, ma si resta comunque 1+1, con la propria identità e forza

Questo rimanda in particolare alla figura dell'Eremita, che è una figura mercuriale, avendo con sé, il bastone di Hermes. 

Sono, comunque, un Archetipo e Arcano, successivi ai due che riguardano questo 2025, la Teth e l'Eremita, legati al numero 9

11 e 9

Che sommati, cifra per cifra, fa ancora 11

Il nono Archetipo Ebraico Teth, la cui energia guiderà questo 2025, rappresenta  il mistero dell'Albero della Conoscenza. 

È l'energia del Femminino primordiale, il grembo, la conoscenza, la Sophia, la Forma che crea, la kundalini. 

Il Mercurio. 

Mette in moto, in quanto energia dinamica e creatrice, tutti gli Archetipi dentro di noi. 

Il glifo della Teth ricorda un serpente, ma originariamente, nell'antico alfabeto ebraico era rappresentata con una circonferenza con una croce al centro, come un Orobourus, perché il 9 contempla la ciclicità. 

E quest'anno siamo proprio  2025 segnerà l'inizio dell'Anno del Serpente di Legno,  secondo il calendario cinese, un periodo che inizierà il 29 gennaio 2025 e terminerà il 16 febbraio 2026. 

Legno, che ha una connotazione positiva, legato all'altruismo, materiale perfetto per rappresentare l'amore: resistente, energico, malleabile, armonico, durevole. 

Il numero 9 è legato, alchemicamente, alla nona sfera, il punto alchemico di trasmutazione dal piombo all'oro. 

È la Nona Vhiave, che rappresenta il vecchio Saturno che cade e la Dea Luna che sorge vittoriosamente. 

La Luna, il Femminino, il Mercurio-Sophia, che  deve sollevarsi e ritornare verso l'interno, verso l'alto, verso sé stessa, come un seme che deve ritrovare la forza di volontà, quella che in greco viene chiamata Thelema, che ha la stessa radice fonetica della Thet, per germogliare, per rinascere a sé stesso. 

Thelema è il piacere di fare qualcosa. 

La volontà. 

Il volere. 

Il desiderare. 

Il nostro Fuoco Sacro, che si rinnova continuamente. 

La materia mercuriale ha infatti le proprietà di generazione e rigenerazione, e si lavora, in sinergia, nella materia prima, nel denso. 

Mercurio, il Femminino, lo zolfo, il Mascolino, e il sale, che funge da attivatore. 

Alchemicamente, significa riportare a purezza il corvo nero della prima fase della Nigredo, e arrivare al Cigno bianco della Dea Luna. 

Questa trasmutazione si lavora attraverso il fuoco.

Infatti si parla di quel Fuoco Sacro, di quel Fuoco interiore custodito dall'Eremita, Arcano IX, che rappresenta la Coscienza, che porta con sé la lampada di Hermes /Mercurio della Saggezza

Questo Archetipo Thet, è anche legato al segno del Leone, segno di Fuoco, e confermo, che in astrologia vedica, essendo anche io, un Archetipo 9, il mio corrispondente è il Leone, pur essendo Sagittario

La fucina di Vulcano in cui avviene la trasmutazione in energia Cristica 

Cristica

Cristallina 

Splendente

Come ho scritto altre volte, la parola ebraica tradotta come "serpente" è Nachash (pronunciato Nahash). Questa parola ebraica ha altri significati. Può essere usato quando si indica qualcuno che pratica la divinazione o qualcuno che è "ottone splendente;” come verbo significa "brillare" o "brillare"

Teth, il serpente  è nascosto all'interno della chiesa di Efeso, una delle 7 chiese dell'Apocalisse( rappresentazione metaforica della nostra kundalini con i nostri 7 chakra, quindi drl nostro percorso iniziatico) o chakra Muladhara, il primo chakra della radice, il cui effluvio è arrotolato tre volte e mezzo ed è collegato ai fuochi creativi dei nostri organi sessuali. 

Rappresenta il fuoco vitale ( Efeso/Efesto/Vulcano) che deve essere sublimato e purificato. 

Affinare e raffinare il gusto, poiché la Teth è legata al gusto, in maniera  da nutrire nel modo giusto, anima e corpo. 

La Teth, un Serpente Sacro, quindi, avvolto nel cuore della Terra, precisamente nella Nona Sfera. 

Nella nostra Essenza, che è al contempo, umana e divina. 

È settupla nella sua costituzione e ciascuno dei suoi sette aspetti ignei corrisponde a uno dei Sette Serpenti dell'essere umano

E la Teth è il serpente che porta nascosto il potere interiore della Madre Divina. 

Cosa può custodire una Madre Divina, se non il suo bene nascosto, il suo Horus, il Cristo, il suo Bambino che si sviluppa in Yesod, la nona sfera,  il fondamento, su cui è stato costruito l'albero della vita durante i periodi delle Iniziazioni? 

La Teth , come serpente energetico, riceve i poteri della creazione per mezzo dell'unione degli opposti (Cielo e Terra, Uomo e Donna, Ida e Pingala, le due polarità della kundalini), che si manifesta nella materia, ma si deve sublimare ad un livello superiore. 

Simbolo del Femminino per eccellenza, custode delle due polarità. 

Dea Serpente, presente fin dalle antiche civiltà, fondatrice dell'Universo, madre dello stesso Sole Ra, in ambito egizio

Nell' Induismo troviamo l'antica Dea serpente o divinità serpente avvolta nel mondo. 

In sanscrito, è chiamata Anata, che significa "infinita" Il simbolo di ‘Anata', ovvero quello senza fine, è un serpente avvolto nel mondo, che in Occidente divenne noto come Ouroboros, il serpente che si mangia la coda, che ha in sé il potente simbolismo dei cicli di creazione e distruzione, evoluzione e devoluzione, la Ruota della Vita stessa. E questa ruota è sinonimo del serpente, dell'antico serpente. 

Un serpente, che è anche un attributo della Dea Kali, la Dea Durga.

Un serpente, quindi, duale, nella sua simbologia, creativo o distruttivo. 

Come il serpente bronzo di Mosè, del quale ho parlato altre volte, di guarigione o di punizione per gli israeliti ribelli

Ma anche in contesti più recenti, in  Demetra, per esempio, la Dea greco-romana, strettamente legata alla simbologia del serpente. 

Demetra è la Dea della Terra, o Madre Natura. È legata ai raccolti e alla fertilità. Allo stesso modo in cui quella dualità è espressa nelle Dee, vediamo anche il serpente legato alla fertilità, al mais, al grano.

Quindi vediamo due punti importanti riguardo al serpente: è duale, ed è legato al seme, alla Terra, la Madre Terra.

Ed essendo duale, così come è legato alla vita, il Serpente è anche legato alla morte. 

Per esempio, pantheon azteco la Divina Madre Coatlicue, che significa letteralmente "vestita di serpenti", è la  Dea della morte, ma anche della vita, della fertilità, del Fuoco, e delle stelle del sud, e indossa teschi. 

Vediamo che anche la Dea Kali, o Durga, l'invincibile, che  è l'incarnazione dell'energia creativa femminile (Shakti),  ha in sé entrambi i poteri di creazione e distruzione, ed è anche essa, accompagnata da serpenti, legati alla morte. 

Quindi, la Madre, è la fonte sia della Morte che della Creazione.

Il Serpente, nella mitologia greca, è imparentato anche  con Zeus. 

Nelle prime forme registrate di Zeus, si presentava come un serpente. 

E nella forma del serpente, Zeus, il Padre degli Dei, diede alla luce Dio Dioniso, Dio del vino, il Dio dell'estasi. 

Ed è una figura molto controversa, perché anche Dioniso è una dualità. Dioniso è il Dio che provvede all'estasi, ma la sua estasi è duplice. 

Essendo il figlio del serpente, riflette la dualità di suo padre, il serpente. 

Quindi l'influenza di Dioniso può essere positiva o negativa.

Abbiamo anche il sacro pitone dei misteri greci, il Grande Serpente, che inseguì Leto quando era incinta dei figli di Zeus. 

Pitone era anche questo grande serpente, figlio del Dio. Leto fuggì da Pitone ed ebbe i suoi figli Apollo e Artemide

Apollo ovviamente è il Dio del Sole, il Dio della Luce e della Verità. 

Tornò indietro per uccidere il Pitone e, dopo aver ucciso il Pitone proprio in quel luogo, fondò l'Oracolo, che era il suo famoso tempio. 

Le Sacerdotesse di quel tempio erano chiamate ‘Pitonesse'

Il simbolismo qui è di nuovo la dualità del serpente. 

Il serpente negativo che deve essere conquistato dall'eroe e, una volta conquistato, quello stesso serpente dà potere all'eroe.

Lo vediamo anche nella Dea Atena, il cui simbolo nel suo culto successivo era il serpente. 

Atena autorizza l'eroe a scendere e conquistare Medusa, che è una dea dalla testa di serpente. Quindi vediamo le influenze positive/negative del serpente.

In alcuni scavi archeologici in Israele sono stati trovati piccoli serpenti di ottone in un tempio imparentato con ‘Asharat, che è una dea locale della fertilità. 

Della Dea Asherah, oltre che di questi aspetti del Femminino serpente, in particolare, ho parlato altre volte, perché ne abbiamo un'antichissima rappresenzione qui in Sardegna ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/statuina-dea-madre-asherah.html?m=0) 

Vedete quindi, quante  implicazioni, se antiche e simboliche, quante sfumature racchiude in sé, questo Archetipo 9, il Sacro Archetipo Ebraico Teth, correlato all'Arcano Maggiore IX dell'Eremita. 

Quando guardiamo gli otto arcani precedenti, vediamo in ogni lettera dell'alfabeto ebraico, in ogni carta dei Tarocchi, simboli che indicano certi processi di energia. 

Perché gli Archetipi e gli Arcano, sono energie dinamiche, viventi, connaturate in noi

Attraverso tutti questi personaggi, da uno a otto, vediamo diversi modi in cui l'energia della natura viene modificata, o viene elaborata, sia nel Macrocosmo che nel Microcosmo, sia nell'Universo che dentro di noi. 

E nel numero nove, possiamo vedere  come viene definita quell'energia. 

Come prende Forma. 

La Teth, infatti ha una funzione "cedente". 

È Forma che si manifesta. 

È grembo gestazionale. 

Da uno a otto abbiamo l'ascensione, il processo e il flusso di quella forza. 

Il numero nove è ciò che offre l’opportunità di definirlo, o in altre parole di polarizzarlo.

La  Teth, che ha la forma di un serpente, è come un 9, con la coda rivolta verso il basso, e questo è molto simbolico. 

Quella coda indica che l'Eremita, Arcano IX, l'iniziato, deve scendere, nello stesso modo in cui gli eroi e gli Dei scendono per compiere la loro missione, compiere il loro grande viaggio, compiere il loro dovere.

Gli eroi Teseo, Perseo o Orfeo scendono nell'abisso, scendono nel labirinto. Stanno scendendo per conquistare il Minotauro, la medusa, il serpente, quindi potrebbero ascendere di nuovo, ma cambiare.

Questo è il significato essenziale dell'Arcano IX. 

L'Eremita è colui che deve afferrare la luce, quell'energia che si è manifestata, in progressione, come in un percorso gestazionale, dall'Arcano e Archetipo 1, fino all'ottavo, e deve portare a manifestazione quella luce, per non rendere vano il processo, per chiudere il ciclo. 

Per ascendere e sollevare la luce, l'eremita deve scendere nell'oscurità per illuminare quelle regioni. 

È il processo dell'iniziazione.

"Iniziare" significa ovviamente "iniziare" L'iniziazione stessa è un indicatore di una tappa di un viaggio. 

Sappiamo che nelle nostre tradizioni esoteriche abbiamo iniziazioni legate al passaggio all'età adulta, in molte culture, in molte tradizioni. 

E , come ho già scritto e approfondito, gli ultimi due noviluni del 2024, di dicembre, sono stati uno, il primo dicembre, proprio sotto l'Archetipo Lamed di iniziazione, di misura, e l'altro, il novilunio nero del 30 dicembre, di trasmutazione, con l'Archetipo Nun. 

E queste tradizioni, queste iniziazioni o eventi simbolici rappresentano la necessità che l'anima passi anche attraverso stadi di crescita, ma come in ogni processo di crescita, c'è dolore. Scendere nella natura di se stessi implica dolore. 

Scendere nell'oscurità, scendere nell'abisso, è una questione di sofferenza, è una questione di prove, di combattimenti.

Raggiungere un'iniziazione implica una grande lotta e lo richiede. 

Ma l'iniziazione in verità, nel suo aspetto reale, non ha nulla a che fare con tutte le storie e i racconti di cui sentiamo parlare in tutta la letteratura new age. L'iniziazione non ha nulla a che fare con eventi fisici, simbolici; non ha nulla a che fare con titoli, distintivi, vesti, medaglie, certificati, o lo scambio di denaro. L'iniziazione è una questione dell'Anima. La ricezione dell'iniziazione genuina può avvenire nella propria coscienza solo da parte dell'Essere, il proprio Dio interiore.

L'iniziazione reale è un processo attraverso il quale passa l'Anima, e non è ricevuta dalla personalità terrestre. 

È ricevuta dall'anima, dall'Essere.

Un'Iniziazione rappresentata dal Serpente, il percorso iniziatico attraverso i 7 chakra. 

Il nostro Fuoco interiore, il nostro Drago

Questo fuoco è polarizzato a seconda di come lavoriamo con esso.

Bisogna farlo manifestare al meglio, e l'Archetipo Teth  il nostro Fuoco interiore, ci fa lavorare in questa dimensione, per liberare la nostra Coscienza, intimamente connessa alla Coscienza universale divina

Abbiamo quindi un Archetipo straordinario, per questo anno 9, che ci spinge a manifestare ciò per cui abbiamo lavorato. 

E la simbologia del Serpente di legno non solo simboleggia saggezza e strategia, ma ci aiuta anche a evolvere e a rinnovarci, con saggezza, intuizione e spinta propulsiva al rinnovamento. 

Un anno ricchissimo di sfumature, nel quale si arriverà al dunque. 

Con infinita gratitudine sempre, rinnovando i miei più cari auguri per questo intenso 2025


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com 

Energie anno 2025 /Archetipo Teth







martedì, dicembre 31, 2024

💜31 dicembre. Dodicesima notte celtica. Capodanno

 Dodicesima notte 

Capodanno. 

31 Dicembre Sacra a tutti gli Dèi e le Dee, nonché l'Æsir e Dsir 

“Freyr ha preso il regno dopo Njörd, 

ed è stato chiamato Drot dagli svedesi. Era, come suo padre, la fortuna di amici e delle buone stagioni. 

Freyr ricevette un grande tempio a Upsala, ne fece la sua sede principale, e lì gli si pagavano i tributi, la sua terra, e le merci. 

La ricchezza e la prosperità di questa città gli fu attribuita per anni, ed Egli divenne una delle divinità maggiormente pregate. 

Freyr anche conosciuto come Yngve, nome d'onore i cui suoi discendenti vennero chiamati Ynglinger. 

Freyr cadde in malattia; e come la sua malattia prese il sopravvento, i suoi uomini lasciarono pochi avvicinarsi. 

Nel frattempo sollevarono un grande tumulo, su cui disposero una porta con tre fori. 

Quando Freyr morì lo portavano di nascosto nel tumulo, ma dissero agli svedesi che era ancora vivo; e continuavano a vegliare su di lui per tre anni. 

Portarono tutti i tributi nel tumulo, e attraverso un foro misero oro, attraverso l'altro l'argento, e attraverso il terzo il denaro di rame che veniva pagato. 

Pace e buone stagioni continuato.” - Yingling Saga, Heimskringla.


Questa notte termina i tradizionali dodici giorni di Yule. 

È la notte della più grande festa in tutto il mondo, che coinvolge anche le persone che non praticano alcuna spiritualità. 

Tuttavia, in questo giorno, di solito si compiva una qualche forma sacrificio di carne di maiale; i maiali erano una fonte comune di carne d'inverno, ed erano sacrificati in questo momento fin dall'antichità, anche il cinghiale è compreso in questi sacrifici, poiché è un animale sacro a Freyr. 

Mele d'oro sono un altro simbolo di questa festa e rappresentano la gioventù e la vitalità del nuovo anno, legate anche alla dea Iðunn. 

Alcuni studiosi hanno affermato che la presenza delle mele in un contesto mitologico dovrebbe avere origini straniere, poiché, nei testi più antichi che lo riportano, le mele non sono nominate. 

Inoltre, le coltivazioni di mele non furono note in Scandinavia almeno sino al tardo Medioevo. 

C'è tuttavia, chi fa notare che il termine con cui vengono chiamate le mele (epli) si può riferire in senso generico a qualsiasi tipo di frutto tondeggiante, non necessariamente alle mele. 

Una veglia si tiene dal tramonto fino all'alba, in modo che tutti i parenti possono riconoscere il passaggio della Caccia Selvaggia e onorare il Sole sorgente del nuovo anno. 

Il capodanno è una festa che include un Sumbel, racconti, canzone, ecc. 

Anche giuramenti e promesse sono in uso in questa notte, di solito fatte sul cinghiale di Freyr o sul martello di Thor, simboli particolarmente sacri. 

Le parole durante il Sumbel hanno un grande peso e potenza. 

E 'un momento di benedizione, per fare un bilancio e porre un obbiettivo per il futuro.

Tracce delle antiche celebrazioni di Capodanno arrivano fino a noi attraverso l' Hogmanay la festa di Capodanno in Scozia, derivata da antiche origini celtiche e norvegesi. Nessuna fonte chiarifica l’origine del suo nome, il termine non è attestato prima XIV° secolo. 

I primi riferimenti all’Hogmanay del 1600, la riportavano anche come Hagman, e Hagmonay, ma ci sono più di dieci diversi modi di scriverlo e molti di loro sono in francese e non in gaelico o germanico. 

Alcuni Studiosi ritengono Hogmanay è un residuo delle celebrazioni del Solstizio invernale norvegese, e di celebrazioni solari. 

Tuttavia, i cristiani ne cambiarono i connotati facendola diventare una reminiscenza del Natale. 

Alcune tradizioni dell’Hogmanay, sono state dimenticate ma altre restano in voga, o si mischiano con le consuetudini natalizie. 

Come a Samhain, a Yule si andava di porta in porta cantando e gridando, chiedono in cambio regali. 

Portare in dono o condividere i cibi fatti in casa, con la famiglia, amici e vicini di casa, era l’abitudine. 

I bambini andavano di porta in porta chiedendo dolci di avena e pane: 

“Alzati, comare, 

e agitata le piume, 

Non ignoraci, 

pensando che noi siamo mendicanti; Perché noi siamo Bambini 

usciti a giocare, 

Alzati, 

l’Hogmanay è nostro!” 

“Il Re della Luce, 

padre di età compresa tra il Tempo, 

Ha portato questo giorno che è il primo, Per il passare dei mesi lento, 

quando tutti gli occhi riposavano 

in una veste sobria allegria, 

E ogni mano è pronta a presentare Alcuni servizi in un vero complimento.”


Una delle tradizioni più antiche che sono rimaste ancora presenti in alcune culture, per esempio, a Capodanno bisogna pulire la casa fino a quando non è immacolata, assicurarsi di completare qualsiasi attività che si deve fare in quel giorno, e lasciare fuori le rappresentazioni di ciò che si desidera attirare nel nuovo anno - monete per la prosperità, il cibo per la sussistenza, bambole per essere circondato da familiari e amici nel nuovo anno, così come simboli di salute, di protezione e amore. 

Prima della mezzanotte quando la soglia magica si fa meno fitta e si aprono tutte le porte e le finestre della casa, si spalancano per accogliere il nuovo anno, e naturalmente si brinda. Tutti sono invitati a questa festa, sconosciuti per la strada, amici di famiglia, conoscenti - nessuno è mai allontanato o lasciato solo. 

Questo è l'intento principale di Hogmanay, essere circondati da persone a voi care e fare qualcosa di felice e gioioso con loro. 

L'idea era che se si desiderava lo stesso per l'anno futuro, era bene propiziarlo cosi, mostrando al nuovo anno cosa si voleva. 

Si pensava che portasse estrema sfortuna avere un cadavere in casa il giorno di Capodanno, e i funerali erano da celebrare prima del nuovo anno. 

Una delle più antiche tradizioni era l'accensione del falò. 

Dopo la mezzanotte in tutte le parti separate di un villaggio si accendevano fuochi, e una persona con una fiaccola creava un falò centrale che era poi il luogo tradizionale per la grande festa di musica, ballo e allegria, che riportava il sole a brillare. 

I falò sono rappresentativi del Sole, gli spiriti nel buio quindi trovavano la loro strada verso il mondo dei vivi. 

Più brillante e più grande era il fuoco, maggiore era la fortuna nel nuovo anno. Questa notte, delle Dodici Notti, era ritenuta talvolta la più importante, il falò doveva continuare a bruciare per mostrare al Sole cosa fare. 

Se il falò si fosse spento prima del sorgere del Sole, allora il Sole avrebbe potuto non sorgere affatto, portando tenebrare e sventura. 

Dopo la mezzanotte del giorno di Capodanno è possibile effettuare semplici arti divinatorie. 

Anticamente si traeva auspicio dalla prima persona che mette piede in casa nelle prime ore del nuovo anno. 

Questa, a seconda delle sue caratteristiche fisiche, determina la fortuna e gli avvenimenti del prossimo anno. 

Per quanto può sembrare assurdo e offensivo, questa usanza era partitamente celebrata in Scozia. Sommariamente i responsi potevano essere: un uomo era preferito ad una donna come auspicio di buona fortuna, un uomo dai capelli e dagli occhi scuri portava maggior buona sorte rispetto a un uomo di capelli chiari e gli occhi azzurri o verdi. 

Quelli dai capelli rossi sono considerati portatori di sfortuna, se erano i primi ad entrare mentre per alti erano quelli con i capelli chiari. 

Per il primo passo in casa, un bell'uomo scuro, accanto ad una donna fiera è la scelta migliore, secondo l'usanza. 

Molte persone chiamavano di proposito una persona dai capelli scuri, per attraversare la soglia per prima, ma questo sembrava un po’ come “barare”. Oggigiorno è possibile conservare questa tradizione attraverso semplici giochi divinatori, che possono coinvolgere anche amici e parenti. 


Rituale di veggenza 

È un rituale antico, fatto dalle ragazze in età da marito, per veder il volto del futuro sposo. 

Deve essere compiuto tra il 22 Dicembre e la mezzanotte di San Silvestro, prima del nuovo anno. 

In un bacile di rame, riempito di acqua fino a metà e posto su un tavolo, si sistemano abbastanza lontano due candele viola, in modo che non si riflettano nel bacile e un incensiere con incenso in grani, misto a un pugnetto di petali di rosa. Si accende l'incenso e poi le candele e si fissa lo sguardo al centro del bacile tenendo le mani sui due lati. Liberando le mante e poi si soffia lentamente sull’acqua dicendo: 

“Voglio che sia aperto 

il mio occhio interiore, 

emerga la visione 

e scompaia il grigiore. 

Che io veda la verità 

in ogni immagine che verrà!” 

Si ripete la formula lentamente, ritmicamente alternandola ai soffi sull’acqua, per un numero imprecisato di volte ma in teoria fino al manifestarsi delle immagini. 


Scarpette della Sposa 

È un altro rituale per donne sole, che vogliono sapere se incontreranno presto il nuovo fidanzato e lo sposeranno prima del prossimo Capodanno. 

A mezzanotte ci si mette davanti alla porta di casa e si buttano in aria le proprie scarpe: 

Se cadono entrambe con la punta verso la donna, non ci si sposerà. 

Se cadono, una con la punta verso l'interno e una verso l'esterno la 

donna troverà un fidanzato ma non si sposerà subito. 

Se cadranno con le punte verso l'esterno verso la porta, presto ci sarà un matrimonio. 


Rituale di prosperità 

Sappiamo che nella notte di San Silvestro, durante la cena dell’ultimo dell’anno, è considerato di buon auspicio mangiare le lenticchie insieme al cotechino o allo zampone, come augurio di fortuna e prosperità per l’anno nuovo. 

Questa tradizione ha origine dall’antica usanza romana di regalare una “scarsella”, ovvero una borsa di cuoio, legata alla cintura e contenente lenticchie, con l’augurio che si trasformassero in monete sonanti. 

Il nome lenticchia, infatti, deriva dalla particolare forma a lente di questi legumi, che ricorda quella di una moneta. 

Se non bastano le lenticchie come auspicio di buona fortuna si può fare questo rito. Si prepara l'altare con sopra un quadro di lamè dorato. 

Al centro si ponte un oggetto d'oro e vicino un simbolo religioso a scelta: l'oggetto d'oro indica ricchezza e il simbolo religioso il bisogno di soldi, ma i non con ingordigia o come fine ultimo della vostra vita. 

A lato dei due oggetti si mettono due candele dorate. Sotto gli oggetti si pone una scatola di cartone con coperchio A destra l'incensiere con incenso mescolato a metà di cedro del Libano e semi di anice. 

A San Silvestro tra le 21 e mezzanotte si fumiga l'ambiente e accendono le candele, si batte sul coperchio della scatola con l'indice della mano destra, dicendo sette volte: 

“Vieni a me prosperità d'oro 

la scatola si riempirà!” 

Si immagina la scatola ricolma di monete d'oro poi tre volte si dice: 

“Grazie per il benessere che avrò 

con chi ha bisogno dividerò!” 

Ricordatevi di fare opere di bene e carità se la fortuna dovesse baciarvi. 

In questo giorno ci ricordiamo l'idea della Sapienza. 

Imparare dalle vostre esperienze. Crescere nella comprensione del mondo e del cuore umano.


Tratto da "Le Dodici Notti. Tradizioni Nordiche ed Europee del Solstizio d’Inverno"  di Skayler • Nattfödd Ulver

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31 dicembre. Dodicesima notte celtica





lunedì, dicembre 30, 2024

💜Undicesima notte celtica. 30 dicembre

 Valchirie, Amazzoni, idromele, miele, sebadas

Abbiamo la nostra prima Amazzone sarda, nella Venere di Macomer, con il seno destro mancante( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/la-venere-di-macomer.html?m=0) 

Una simbologia mamellare che è rimasta, nella tradizione, nella preparazione delle nostre tipiche sebadas sarde, con il miele sopra, da cui, fermentato, si estrae l'idromele 

Abbiamo anche dei betili unimamellari( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/12/betilo-unimamellare-santu-antinu.html?m=0) 

Una simbologia archetipale di un Femminino completo, che si occupa anche dell'aspetto più marcatamente maschile della società, come la preparazione e la partecipazione alla guerra, pur continuando nel loro compito, anche spirituale, di traghettatrici, nella dimensione spirituale, e iniziatrici, con una bevanda Sacra agli Dei, dei sacri guerrieri, attingendo anche dall'acqua Sacra del pozzo Uror. 

Guardacaso, stamane, si è manifestata la runa Uruz, nome molto simile a Uror, che riguarda proprio le Iniziazioni. 

I grandiosi sincronismi dell'Universo 💖

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Undicesima Notte. 


30 Dicembre Sacra a Dee e Valchirie “Esse si chiamano Valkyrjur e Óðinn le invia a ogni battaglia. 

Esse scelgono coloro che dovranno morire e assegnano [a chi spetti] la vittoria. 

Guðr, Rota e la più giovane delle Nornir, chiamata Skuld, accorrono sempre per scegliere i caduti e decidere le battaglie.” 

- Gylfaginning, St. 36 


[...] Snorri Sturluson dà una descrizione che è molto influente nella nostra visione delle Valchirie, come entità del Valhǫll, che supervisionano la battaglia. Cavalcano accanto ai guerrieri, scegliendo chi vincerà e chi morirà, quindi il loro titolo è “Valchiria”, da val - i “prescelti” o “uccisi”, e kjosa - “scegliere”. 

Sono le “Choosers of the Chosen” (Slain), le “fanciulle di Odino”, e portano le anime morte nel paradiso dei guerrieri, Valhǫll - “Sala degli Eletti (Slain)” dopo la battaglia. 

Nel Valhǫll, i guerrieri ricevono l'idromele dalle valchirie, l'idromele munto dalla capra Heiðrún che sta sul tetto del Valhǫll, mangiando dal grande albero Læradr. 

Il modo in cui l'albero è descritto da Snorri, rende presumibile che si tratti dell'Albero del Mondo stesso. 

Così l'idromele che le Valchirie danno da bere, viene attinto direttamente da Yggdrasil, lo stesso albero bagnato ogni mattina dalle Norne. 

L'acqua viene dal pozzo di Urðr che fa venire a galla ‘chiunque brilli’. 

Inoltre, il nome della capra significa “runa brillante” e runa sappiamo può significare anche “segreto”

Sembra logico che i segreti contengano la conoscenza nascosta del destino, dal momento che sono stati inizialmente inscritti dalle Norne del destino. 

Sia Ström che Näsström consideravano le Norne, le valchirie e altre Dísir come creature più o meno identiche l'una con l'altra. 

Tuttavia, mentre le Norne assegnano il destino in generale, le Valchirie sembrano più specializzate nel destino delle battaglie. 

Snorri contò i loro nomi e tra esse anche la più giovane Norna, Skuld. Nell'Hyndlulióð, la capra Heiðrún viene paragonata a Freya, un confronto tutt’altro che irrilevante. 

Il paragone è presentato sotto le spoglie di un insulto che si riferisce alla promiscuità di Freya, ma se consideriamo ciò che Heiðrún rappresenta in realtà, ci rendiamo conto che “l'insulto” fornisce informazioni su Freya, e va ben oltre il giudizio morale sulle trasgressioni sessuali della Dea. La Dea è paragonata alla capra il cui nome significa “conoscenza nascosta - intelligente” dalle cui mammelle scorre il sacro idromele delle Valchirie. 

Questo idromele ha il suo inizio nel pozzo di Urðr, le cui acque trasformeranno chiunque vi si immerge in qualcosa di nuovo, splendente e trasparente, bianco, le cui acque manterranno l'albero del mondo stesso in vita, lontano dalla putrefazione e dalla decomposizione. 

Heiðrún è la trasmettitrice di quell'idromele. 

In oltre, Näsström sostine che Freya potrebbe essere chiamata anche “la Grande Valkyria”, e in effetti Snorri la descrive in battaglia. 

Fólkvangr er inn níundi, | Fólkvangr è la nona, 

en þar Freya ræðr | là dove ordina Freya sessa kostom i sal; | i seggi al banchetto. 

halfan val | Lei metà dei caduti

hon kýss hverjan dag | sceglie ogni giorno, 

en hálfan Óðinn á. |​e metà prende Óðinn. - Grímnismál, St. 14 


Freya è descritta come colei che sceglie le anime morte, e viene detto che “Sceglie gli uccisi (Eletti) ogni giorno, tenendone metà per sé stessa e lascandone metà a Óðinn”. 

Le parole esatte utilizzate sono “val hon kyss” e sono le stesse parole che compongono la parola Valkyria. 

Ciò senza dubbio proclama Freya tra le Dee annoverate in questo giorno insieme alla Valchirie, cosi come le Norne. 

Molte sono le Valchirie note dal ruolo rilevante nei poemi Nordici, spesso associate agli eroi, svolgono funzioni importanti oltre ad essere “traghettartici di anime”. 

Una delle loro funzioni era quella di preparare i guerrieri alla battaglia, insegnando loro le arti del combattimento o curandoli in caso di necessità, diventando dei veri e propri mentori. 

Un esempio è la Valchiria Sigrdrifa, protagonista del poema Sigdrifumal, la quale addestra un guerriero sia ad usare le armi, che a comportarsi con onore, anche se in tal caso, non sboccerà l’amore tra lei ed il suo allievo. 

La più famosa storia d’amore invece, che vede coinvolta una Valchiria è raccontata nella Volsung Saga e ha come protagonisti ha Brunilde (Brynhild) e Sigfrido (Sigurd) un eroe morale. 

In questo giorno ci ricordiamo della virtù dell'Autosufficienza. 

Ciò ci porta direttamente alla virtù della fiducia in sé, che è importante sia in termini pratici che tradizionali

L'autosufficienza implica anche assumersi la responsabilità delle proprie azioni e scelte e non essere sempre alla ricerca di qualcuno o qualcosa da incolpare. 

Con queste responsabilità arriva il vantaggio della libertà, dell'essere il padrone di te stesso e perseguire i tuoi soli obiettivi e desideri. Oggi ci sarà tenere a mente il mese di Fogmoon (novembre) e la Festa di Ullr. 

Onoriamo i nostri Dèi e le Dee della caccia. 

Li ringraziamo per la stagione della caccia e il successo di questa attraverso una celebrazione, dove si benedice la caccia e coloro che cacciano per sostenere la famiglia. Ovviamente oggigiorno non è più necessario cacciare per potersi nutrire, tuttavia, attraverso questa celebrazione rendiamo grazie agli antenati cacciatori, il cui lavoro ci ha permesso di vivere. 

Si può quindi riservate un posto in più a tavola e lasciarlo vuoto in modo che ogni antenato che voglia può unirsi per la festa. 

Questo è un grande momento per raccontare storie tramandate attraverso la famiglia. In questo momento si celebra anche il lavoro dell’artigianato.


Tratto da "Le Dodici Notti. Tradizioni Nordiche ed Europee del Solstizio d’Inverno"  di Skayler • Nattfödd Ulver

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Undicesima notte celtica 30 dicembre



💙30/12/2024 Novilunio Nero in Capricorno

 1/12/2024 luna nuova in Sagittario

30/12/2024 luna Nuova in Capricorno 

Ho già approfondito entrambi i noviluni, nei miei scritti. 

La seconda luna nuova in un mese, è detta Luna Nera, dal profondo significato trasmutativo, perché va a lavorare sui nostri nervi scoperti, sulle nostre fragilità, e su quelli che sono i retaggi generazionali. 

Stirpe genetica a cui dobbiamo molto, le nostre radici, ma a cui dobbiamo prestare attenzione solo come trampolino di lancio verso nuove occasioni, per "lasciarci accadere" a prescindere, o enfatizzando, ciò che è arrivato come Dono in eredità genetica 

Un ultimo mese dell'anno che si apre con un  novilunio in Archetipo Lamed, il dodicesimo, di "misura" delle nostre capacità, e con Arcano Maggiore 

XII dell'Appeso

A livello sociale e antropologico, il dodici era l'ingresso, la prova iniziatica attraverso la quale si entrava attivamente nella comunità "adulta", con impegno e responsabilità. 

Archetipo e Arcano 12 per il primo Novilunio del primo dicembre e Archetipo e Arcano 14, la Nun di trasformazione e la Temperanza di equilibrio, per questa Novilunio  Nero di oggi. 

12 e 14

Al centro, tra i due, tra le due energie, il 13, il  Sacro  Archetipo Ebraico Mem, le Acque Madri, Cosmiche, della nascita e rinascita, e l'Arcano Maggiore XIII della Morte. 

Sono morta e rinata a tante cose, in questo ultimo mese. 

Un fare il punto. 

Il reset. 

Il giro di boa, passando per i miei abissi. 

Solo oggi, ho notato il doppio novilunio, ed ecco perché  questa Luna Nera, la sento particolarmente importante, come energia preparatoria a questo anno 9, che è ricco di simbologia. 

Anche la dimensione onirica è stata più attiva del solito, e per molti aspetti, rivelatrice. 

Ciò che si doveva pacificare, ha trovato il giusto contesto. 

È stato.

Si ringrazia, si impara, e si va avanti. 

È tempo di ali colorate. 

Di profumi, gioia e bellezza. 

È tempo di Noi

Buona Luna Nera, in cui risplendere, di riflesso, con la nostra Bellezza. 

Con infinita gratitudine sempre 


La Runa che si è manifestata, tra le mie, in ametista, è la Runa Uruz, la runa della forza, della trasformazione, del coraggio, dell'audacia, della vitalità, della fedeltà a noi stessi, dell'energia primordiale, intesa come Eros creativo, e guardacaso, ma mai per caso( l'Universo è sempre ricco di Doni sincronici), la simbologia di questa Runa ricorda i riti di passaggio dall'infanzia all'etá adulta, tradizione delle popolazioni nordiche.


Tiziana Fenu 

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30/12 /2024 Novilunio Luna nera





domenica, dicembre 29, 2024

💜Decima notte celtica. 29 dicembre

 Molto interessante, come il Sole fosse in realtà una Dea molto importante e antica tra gli scandinavi pagani, una splendida Dea della lucentezza degli elfi, che rinasce dall'oscurità della pancia del Lupo Fenrir

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Decima Notte. 

29 Dicembre Sacra a Sunna e agli antenati 

“Salve al giorno, 

benedici, 

i figli della giornata. 

Salve alla notte, 

benedici, 

le figlie della notte. 

Guarda a noi con occhi buoni, 

e concedici il coraggio. 

Salve agli Dèi. 

Salve alle dee. 

Salve alla terra verde che dà a tutti noi. Mostraci un buon discorso 

e la saggezza, 

Donaci mani di guarigione e gioia, 

in questa vita. 

Salve.” 

- Edda Poetica- Lay di Sigdrifa 

Oggi ricordiamo che Sunna diventa più forte ogni giorno che passa, da oggi fino a mezza estate. 

Inizia così il ciclo dell'anno successivo. Gioiamo del ritorno di Sunna e del suo calore, della crescita e della luce. 

Molte persone, con gli amici e la famiglia, rimangono svegli tutta la notte in modo che possano dire addio alla ‘vecchia’ Sunna e salutare il nuovo giorno del nuovo anno, assicurandosi attraverso le benedizioni, che gli Dèi veglino su di noi per un altro anno

Eina dottvr | Una figlia

berr Alfra / ðvll | genera 

Álfrǫðull, aþr hana Fenrir fari| prima che Fenrir la divori 

sv scal riða, | Lei (il Nuovo Sole)cavalcherà 

era er regin deyia, | quando morranno i potenti 

modvr bra / tir mer.| i sentieri della madre, la fanciulla. 

- Vafþrúðnismál st.47, 

È naturale presumere che il Sole fosse una caratteristica importante nel mondo nordico e come presenza in questo gironi di celebrazione, ma a parte le nozioni moderne, in realtà non è un elemento molto approfondito della religione pagana norrena. 

Ciò che sappiamo si basa su ciò che è arrivato fino a noi, per lo più attraverso vecchi testi, il folklore e reperti archeologici, da cui è possibile dedurre quanto fosse centrale il ruolo del sole nel mondo del Nord. 

Il giorno del Solstizio d'Inverno è il giorno più corto dell'anno, e in Norvegia, come in altri paesi del lontano nord, è particolarmente breve, tanto che la sua durata è di qualche ora al massimo. Nelle regioni settentrionali della Norvegia, il giorno del Solstizio d'Inverno non è quasi giorno, ma piuttosto un breve barlume bluastro al mezzogiorno. Per gli antichi, l’interpretazione era che come se il lupo delle tenebre stesse recuperando su Sunna, o che lei avesse effettivamente ceduto, facendo risplendere solo una tetra luce dal regno di Hel - o dal ventre del lupo. 

Quando il poema citato sopra si riferisce a quando “la dea del Sole inizierà a cavalcare gli antichi sentieri di sua madre - quando gli Dèi morranno”, non è solo un riferimento al Ragnarok, ma è un riferimento ad un'epoca in cui gli Dèi sono indeboliti, morenti, in attesa del dono di una nuova vita che è data solo dalla Fanciulla risorta, come descritto nel poema skaldico Haustlöng: 

“gli Dèi cominciano ad invecchiare 

e moriranno 

mentre la loro amata (“Asa leika” - The (one) 

Amante di (tutti) gli Dèi), 

dea Fanciulla, 

risiede negli Inferi.” 

Ciò può significare più cose contemporaneamente, ma sicuramente è un riferimento all'inverno, e al fatto che gli Dèi dipendono da ciò che concederà la loro amante, la dea delle risurrezioni, al fine di farli rivivere e mantenere la loro immortalità intatta, così come la loro giovinezza e la loro forza. 

Questo sembra oltremodo espresso proprio durante il periodo del Solstizio d’Inverno dove questa promessa pare rinnovarsi. 

Il ritorno della dea del Sole dà vita e anche rinascita, è espressione del suo nuovo sé, così essenziale per il ritorno della vita, della luce e del nutrimento. Durante l’inverno nel mondo nordico doveva sembrare che il tempo si fermasse, e dopo il Solstizio, giorno dopo giorno, i giorni si allungavano, mostrando che il Sole stava rinascendo vittorioso. 

Ci sono alcuni miti e testi frammentati sulla dea del sole che mostrano come era essenziale per l'ordine del cosmo, per il tempo e per la creazione della vita sulla Terra: 

Veniva dai regni del sud, 

gettando la sua mano destra 

intorno ai “cavalli del cielo” (i pianeti?), rivendicando la proprietà 

delle sue “sale” (i pianeti?) 

e illuminando con i suoi raggi, 

le rocce della “sala” chiamata Terra, dove comincia a spuntare 

crescita verde. 

Mentre quel mito è una storia di creazione cosmica (una genesi), possiamo anche immaginare che sia stato usato come immagine, del modo in cui i raggi della grande dea della luce generano la nuova crescita, ogni anno dopo l'oscurità dell'inverno. 

La deglutizione del Sole da parte di un lupo Fenrir, una creatura di Hel e degli Inferi, che rappresenta la morte e temi correlati come desiderio, forza vitale, istinti di sopravvivenza, fame e avidità può sembrare un riferimento al Ragnarok, ma potrebbe anche, o in origine, essere stata l'immagine di come il Sole veniva inghiottito dall'oscurità durante l'inverno. 

Al contrario del Natale cristiano, che è tutto incentrato sulla nascita di un “figlio” divino, un tema noto per essere stato preceduto da molte religioni più antiche e che spesso hanno a che fare con il Solstizio d'Inverno, possiamo riconoscere come plausibile, anche la celebrazione della nascita di una “figlia” come un tema antico in Scandinavia, dove il Sole è una madre che dà la nascita. 

In effetti, come mostrato nella strofa dell’Edda sopra, c'è un riferimento su come la dea del Sole abbia una figlia che continuerà a cavalcare nelle stesse strade di sua madre, dopo che sarà ingoiata da un lupo. 

È un tema del tempo ciclico, come la fine dia un ciclo temporale e quindi la fine di un “sole”, che lascia il posto a un nuovo ciclo e a un nuovo “sole”. 

Quindi il tema non riguarda solo il Ragnarok, ma il modo in cui il Sole rinasce da sé stessa, quando inizia un nuovo ciclo. 

Un ciclo che potrebbe essere semplicemente un anno. 

Tuttavia, se questo sia stato parte delle celebrazioni scandinave, è solo una supposizione, resta importante e curioso da integrare come eventualità in una pratica moderna, come la consuetudine delle Dodici Notti. 

Si pensa spesso che la dea del Sole abbia perso importanza nel culto religioso nordico con il susseguirsi del tempo, tuttavia, molte delle sue caratteristiche essenziali sono sopravvissute in molte dee; come negli occhi dorati di Freya enella sua collana, forgiata dalla fucina dei Nani dalle quattro direzioni. 

Potremmo anche vedere un ricordo della dea del Sole nell'attributo principale di Síf e i suoi capelli d'oro; potremmo vedere il Sole nelle braccia brillanti della moglie di Gerfi, braccia così luminose da illuminare le terre e gli oceani. 

Non meno importante, il modo in cui le valchirie vengono descritte, ovvero come “brillanti, meridionali, di colore rosso dorato, che emanano raggi, brillano, illuminano e il modo in cui i loro raggi di calore creano la rugiada di miele che cade nelle valli e come loro, proprio come Gerð, ‘illumina l'aria e l'oceano’ mentre cavalcano.” 

Sappiamo che anche di altre dee delle associazioni solari sono minacciate esattamente come Gerð dagli inferi - sia Síf che Freya rischiano di diventare le spose di rinomate forze oscure del mondo nordico. 

La dea Iðunn viene infatti, rapita da Þjazi, il gigante trasformato in aquila che rappresenta la Morte del regno invernale di Trymheimr, dove Skaði - figlia di Þjazi, la dea dello sci, caccia con i lupi della morte, scoccando le sue frecce mortali. 

L'aquila che rapisce Iðunn viene spesso chiamata anche “lupo” nel poema Haustlöng, in modo che il tema del lupo mangia-sole possa essere presente. Il rapimento della dea luminosa, del sud, della luce e della vita, dorata (e quindi solare), e il disperato bisogno di riportarla al suo posto tra gli Dèi, è un tema ricorrente nella mitologia norrena. Iðunn in oltre, è legata al tema della giovinezza degli Dèi, ancor più di qualsiasi altra dea “solare”. 

Lei possiede l’albero dai frutti prodigiosi (pomi) che mantengono gli Dèi giovani, privi dei frutti di Iðunn, gli Dèi comincerebbero a invecchiare e morire. 

Nel decimo poema skaldico di Haustlöng, in cui viene descritto il rapimento di Iðunn, la dea viene descritta come “l’amante di (tutti) gli Dèi, la Gloriosa Fanciulla che conosce l'età, guarita dagli Aesir”. 

Lei è la Dea che porta la resurrezione eterna e il ringiovanimento agli Dèi, di cui hanno bisogno per rimanere immortali. 

Nel poema Hrafnagaldr Odins (Odin's Raven Spell) si dice anche che sia di tipo elfo (inteso come ’della stirpe degli Alfar’ non propriamente l’immagine di elfo dei boschi fantasy che abbiamo noi) proprio come il Sole, e il suo ruolo è enfatizzato - e come tutte le stelle dell'universo - lei è un seme di quell'universo: il seme di Yggdrasill: "Dvelur í dǫlum | Risiede nelle valli 

dís forvitin | la dísa curiosa Yggdrasils frá | discesa dal frassino 

aski hnigin | Yggdrasill. 

álfa ættar | Di stirpe elfica, 

Iðunni hétu | chiamata 

Iðunn, Ívalds eldri| la più giovane dei figli yngsta barna. |maggiori di Ívaldi. 

- Ljóða Edda > Hrafnagaldur Óðins Oltre ad essere il “seme dell'universo” e “un’essenza” che ritorna (ciclicamente) al punto di origine, è il lignaggio degli elfi (Alfar) che distoglie dall'identità segreta di Iðunn - se non come il Sole stesso - così almeno come una delle Dee che ereditò gli attributi essenziali della vecchia dea del Sole. 

Più in basso nel poema è possibile leggere che gli elfi che rappresentano le anime, potrebbero essere stati importanti durante il tempo che passava fino al Solstizio d'Inverno e durante Yule. (L’Alfabót si presuppone si celebrasse in un tempo che oggi noi concepiamo come l’autunno – probabilmente la prima luna piena dopo il raccolto. 

Un tempo vicino al famoso Samhain celtico). 

Un'associazione alla dea Sami - Sun è appropriata qui, poiché la dea Sami Beaivi Nieida, la “Fanciulla del Sole”, era considerata la fonte di tutte le anime. 

Le anime vennero sulla Terra come raggi dalla Fanciulla del Sole, e furono ricevute dalla Dea della Terra Matahrakka, le cui tre figlie distribuiscono e proteggono quando le anime nuove entrarono nei ventri femminili. 

Che immagine deve essere stata per coloro che vivevano in questa realtà - un Sole i cui raggi erano le anime vivide e brillanti che abitavano i corpi viventi sulla Terra? 

E che tempo di pena deve essere stato per loro, quando il sole non riusciva a splendere durante l'inverno, lasciando vagare senza guida, le anime di coloro che erano già morti (Caccia Selvaggia). Quindi la vecchiaia è di centrale importanza se si parla di Dea del Sole in Scandinavia, e anche se può essere andata persa o forse trasformata, in molte diverse versioni più recenti di giovani Dee, che hanno nomi e caratteristiche individuali ma che condividono anche molti attributi solari, resta sempre esattamente il sole - o forse lo era, nel qual caso avrebbe rappresentato aspetti della Dea del Sole più antica, avendo assunto una vita a parte. 

Un poema dell’Edda suggerisce fortemente che la Dea del Sole potrebbe essere stata molto più importante durante l'era vichinga di quanto comunemente si pensi: il poema Sólarljód - il Cantico del Sole - dove è in effetti il ​​Sole a rappresentare la vita e il cuore umano. 

Il Sole è continuamente chiamato nel poema: Lei è la vera stella del giorno sulla terra, la stella della speranza nel cuore umano, una gloriosa Dea del vecchio, e nella morte, Lei è il Sole della gigantessa (cioè Hel), il Sole di Hel, che brilla oscuramente sotto la Terra. Questo poema diventa anche metafora tra il passaggio dal paganesimo al cristianesimo, infatti, è qui che si congeda accettando la morte, così come la vecchia religione “muore” per la nuova, ma non senza desiderare i vecchi modi, non senza lamentarsi sia della vita, sia della sua antica fede. 

Ho visto il sole 

e mi è sembrato Stessi vedendo 

una gloriosa dea; 

A lei mi sono inchinato 

per l'ultima volta 

in questo mondo del tempo.

 - Solarljód, st.41 

Quindi resta un’ipotesi plausibile che il Sole fosse in realtà una Dea molto importante e antica tra gli scandinavi pagani, una splendida Dea della lucentezza degli elfi, che rinasce dall'oscurità della pancia del Lupo. 

Così può essere rivisitata in questo giorno di celebrazioni, del tempo del Solstizio la sua importanza perduta. Celebrando la sua rinascita, un momento fragile, da incitare e onorare. In questo giorno ci ricordiamo l'idea di Giustizia. 

Equità e correttezza devono essere il vostro segno distintivo.

Tratta gli altri in accordo con ciò che meritano, e dai a ciascuno la possibilità di mostrare il suo lato migliore

Il concetto di Giustizia si manifesta in lealtà e verità. 

La lealtà è la manifestazione visibile dell'onore in azione. Significa essere fedele a te stesso, ai tuoi parenti, ai tuoi amici e ai tuoi Dèi. 

La lealtà include essere aperti, onesti e affidabili, ed essere disposti a rallegrarsi con i tuoi compagni nei bei momenti e difenderli nei momenti difficili. Coloro senza vincoli di onore o lealtà verso qualcuno, hanno perso la loro umanità; loro esistono oltre i confini della società e dimorano già nei regni del caos. Strettamente legato alla lealtà è la virtù della verità. 

La verità qui si riferisce alla personale onestà e al mantenere la parola data. Significa verità essenziale e giustezza, piuttosto che inesorabile verità letterale. Anzi, a volte la verità è meglio servita con sottigliezza e astuzia invece che con ostinazione, in particolare quando si tratta dei tuoi nemici. 

Ai tuoi amici e parenti, però, dovresti aprire il tuo cuore e la tua mente e dire e fare ciò che tu senti davvero. Soprattutto, dovresti presentarti sinceramente nei fatti, sia passati che futuri, non indulgere né vantarti, né esercita modestia esagerata. Oggi teniamo a mente il mese della Caccia (Ottobre) e Winternights (Vetrarblót, Alfarblót). 

Celebra anche la bontà del raccolto ora completato, ma ancora più importante, onora Alfar, Dísir e Huldfolk. Winternights (Vetrarblót, Alfarblót) è il momento della conservazione per far fronte alla stagione fredda che arriva. Questo è il periodo dell'anno in cui gli animali che non potranno essere alimentati durante il prossimo inverno, vengono uccisi e la carne conservata. 

Di solito almeno uno di questi animali è oggetto di sacrificio e la carne viene mangiata durante la festa. 

Libagioni di birra, latte, o idromele sono tradizionalmente versate sulla terra come offerta. 

Le mele possono essere offerte agli Alfar e possono essere offerte a Sleipnir, possente destriero di Odino.


Tratto da "Le Dodici Notti. Tradizioni Nordiche ed Europee del Solstizio d’Inverno"  di Skayler • Nattfödd Ulver

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Immagine 

Sunna scandinava

Decima notte celtica. 29 dicembre