Oggi si celebra Sant'Anna, Madre della Vergine Maria.
Una celebrazione che affonda le origini in quella concezione di Madre Cosmica ancestrale, la cui dimensione religiosa cattolica, risente di questo Archetipo Monadico.
Lo stesso nome Anna, contiene la particella AN, che troviamo nelle maggiori Dee, Inanna, Diana, Arianna, a partire da quel dio AN, An in lingua sumerica, Anum o Anu in accadico, in accadico Il o Ilu, è il dio supremo del pantheon Mesopotamico, il dio del cielo, padre di Inanna, Artefice del creato, deus otiosus, è padre degli dei e sposo della dea Antum.
Gli era Sacro il numero 60, che in Ghematria ebraica corrisponde al quindicesimo Sacro Archetipo Samech, con funzione pressione. È l'Archetipo che agisce per far emergere la nostra divinità, ed è legato al concetto di fertilità, essendo il 15 il giorno lunare e femminile, più fertile, il giorno dell'ovulazione.
E, come 15, la cui somma è 6, indica l'unione degli Opposti.
Infatti Sant' Anna, è patrona delle madri di famiglia, delle vedove ed è invocata nei parti difficili e contro la sterilità coniugale
Una simbologia che affonda le radici negli archetipi femminili di Sant'Anna, le cui rappresentazioni ritualistiche rimandano ad antichissimi culti pagani.
Tra le varie ritualistiche, mi ha colpito quella di un'antica quartiere di Foggia, di cui riporto uno stralcio( https://ricercaetnografica.wordpress.com/2015/07/24/il-rito-di-santanna/)
"Anche la comunità dei crocesi terrazzani possedeva un totem che è stato sincretizzato e sacralizzato nella icona di Sant’Anna ma che riporta alla lumaca che si consuma come piatto cerimoniale.
La lumaca è un animale lunare, opposto al sole perché striscia a terra. Il fatto di essere ermafrodita, cioè avere sia sesso maschile che femminile lo accomuna alla luna con le sue fasi lunari. Il guscio della lumaca rappresenta la spirale, simbolo femminile, evocatore dell’Utero Divino che tutto genera. E proprio la generazione, intesa come riproduzione della specie, accomuna la lumaca a Sant’Anna, la Donna che ha generato Maria, la mamma dell’umanità.
[...] La festa di Sant’Anna coinvolge il quartiere più antico e popolare di Foggia: il quartiere delle Croci, i cui abitanti erano appellati come “crocesi” o “terrazzani
[...] Vi è la presenza dei bovini, che è in relazione con i culti lunari poiché le corna del toro disegnano il simbolo della luna. Sappiamo che i festeggiamenti di Sant’Anna davano inizio all’anno lunare. Inoltre proprio il ratto di Zeus con Europa si riferisce al costume del rapimento di fanciulle a scopo di matrimonio forzato, cosa che avveniva abitualmente tra i terrazzani di Borgo Croci (u carrettine).
Invero lo stesso atteggiamento di Minosse nei confronti dei suoi fratelli e nei confronti di Poseidone dimostra un lato del carattere, quello di prepotente e imbroglione, facilmente riscontrabile nel terrazzano crocese.
Tutto il mito di Teseo e Arianna è volto a spiegare il rituale del “carrettino”, una sorta di ratto con il quale il maschio poteva disporre della donna sulla quale aveva posato le attenzioni senza, peraltro esserne necessariamente ricambiato, ed avere l’approvazione di tutta l’intera comunità, familiari della donna compresi."
Mi ha colpito molto, in questa lettura, la presenza, ancora in uso, di un totem, che rappresenta Sant'Anna.
Questo si lega perfettamente alla figura ancestrale di Sant'Anna, come Madre Cosmica, rappresentata dalla Dea Asherah, di cui ho avuto già modo di parlare ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/statuina-dea-madre-asherah.html?m=0).
"Dea madre ugaritica della fertilità Asherah, padedra del dio del cielo El, mentre tiene in grembo i due gemelli Shalem e Shahar.
Coincide con la dea ugaritica Athirat, indicata nei testi ugaritici antecedenti al 1200 aC, come Athirat signora del mare.
Il culto di Asherah prevedeva l'installazione di pali o di alberi stilizzati, chiamati anch'essi, con il nome di "asherah".
[...] Asherah può essere considerata un'antecedente della dea Ishtar e Astarte e Hator, dea egizia. Una dea che piano piano è scomparsa, nell'antico Testamento, assorbita da una dinivita monoteista e patriarcale, israelita( nel Deuteronomio si vieta esplicitamente di piantare pali sacri, e quindi, degli Asherah, "accanto all'altare del Signore Dio tuo" (Deut. 16,21)
Ma la morfologia di questa statuina, è un qualcosa che ho già visto.
L'ho vista nella sua forma primordiale e stilizzata, nel petroglifo di Ilbono, provincia di Nuoro, in quella che viene chiamata "Sa Pedra e' Is Cincus coros( "la pietra dei cinque cuori)", definizione dalla quale mi discostai, e feci bene, perché oggi ne ho ulteriore conferma(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/la-sacra-vulva-di-ilbono.html?m=0),
Riprende sia il petroglifo di Bruncu Suergiu, provincia di Oristano, sempre qui in Sardegna, ma anche la statuina neolitica in terracotta dipinta, esposta al Brooklyn Museum, conosciuta come "la Dea o Danzatrice del Nilo", risalente all'Egitto predinastico, esattamente periodo Naqada II(3500-3400 a.C.)"
Cercando ancora, ho trovato molto singolare la descrizione della chiesa di Sant'Anna( https://www.duepassinelmistero2.com/studi-e-ricerche/simbolismo/tuscia-esoterica-i/tuscia-esoterica3/), in terra di Tuscia, l'antica Etruria, che sappiamo essere stata abitata dagli Antichi Sardi, nel lato Nord-occidentale del Lazio, una chiesa molto esoterica, con chiari richiami pagani, come le false porte, presentissime nelle nostre Domus de Janas
"La chiesa di Sant’Anna[1], così rinominata nel 1603 dalla sua originale intitolazione a S. Maria della Cavarella, il cui nome derivava da una tagliata etrusca che corre vicino alla chiesa, costituisce il più completo esempio di come nella famiglia Farnese l’interesse per l’Ermetismo fosse profondo (e probabilmente non solo per curiosità).
La chiesa sorge nell’angolo della Y che si viene a formare dall’incrocio di due vie provenienti dai paesi del Ducato di Làtera che si uniscono per raggiungere Farnese a circa 500 mt. dall’abitato, e con la facciata d’ingresso orientata verso Est.
Molto interessante la descrizione delle 4 "vele" della cupola, a loro volta suddivise in 6 riquadri, che presenta molti elementi esoterici archetipali, su cui mi soffermo un altro momento
Per il momento riporto solo un brano.
[...] La sua posizione, dovuta alla conformazione del luogo, forse non fu casuale, considerato il significato della Y nel simbolismo (si pensi alla forma della lettera, la quale indica il passaggio dalla duplicità alla unità, ma anche alla Y pitagorica, iniziale di Ygieia); la struttura è quasi quella di un cubo, misurando mt. 7,60 x 6,40, sul quale un tetto diviso in quattro vele porta per mezzo di un tamburo ottagonale alla piccola lanterna emisferica che costituiva l’unica fonte di luce originaria[2]. Essa fu costruita non dal duca Mario Farnese ma dal comune del paese nel 1577 per i disegni di un maestro muratore di nome Sallustio di Bernardino di Giovanni Angelo di Siena[3], come risulta dai documenti originari, ma non si può non rilevare il simbolismo architettonico nel passaggio dal cubo (terra) all’emisfera della cupola (cielo) attraverso le quattro divisioni del tetto (i quattro Elementi) e il tamburo ottagonale (otto è numero del compimento, i sette giorni della creazione biblica più il giorno della Resurrezione).
[...] Un elemento in apparenza incoerente è la cornice di una porta esterna presente sul lato Nord dell’edificio FIG. 2: essa corrisponde all’interno ad un incavo della parete (presente anche sul lato opposto) ma dal punto di vista funzionale, in apparenza, non vi era necessità di una porta laterale per una costruzione così minuscola. Tale elemento architettonico può far pensare ad una “falsa porta”, analoga a quella presente nelle tombe egiziane fin dalla I Dinastia, attraverso cui si realizzava il passaggio fra il mondo umano e quello divino, il che ben si collegherebbe al probabile significato dei dipinti sulla parete Nord, di cui si dirà più avanti
[[...] Essa corrisponde all’interno ad un incavo della parete (presente anche sul lato opposto) ma dal punto di vista funzionale, in apparenza, non vi era necessità di una porta laterale per una costruzione così minuscola. Si potrebbe forse pensare ad una “falsa porta”, analoga a quella presente nelle tombe egiziane fin dalla I Dinastia, attraverso cui si realizzava il passaggio fra il mondo umano e quello divino, questo ben si collegherebbe al probabile significato della parete est, di cui si dirà più avanti"
Inutile sottolineare, in quanto l'ho approfondito più volte, quanto la Y sia fondamentale nella nostra Antica Civiltà Sarda.
Simbolo di sinergia degli Opposti, del legame con quella che sarà la prima lettera del tetragramma divino YHWH( padedro della Dea Asherah, Archetipo di Sant'Anna), morfologia delle Tombe dei Giganti, e via di rinascita lungo la Via Lattea.
Simbologia taurina/uterina.
Come vedete, quindi, Sant'Anna, che viene nominata anche nella ritualistica dei nostri riti sacri, nei brebus della medicina dell'occhio, ha una simbologia archetipale, di Grande Madre, legata sia al preservare la famiglia e la fertilità, sia alla dimensione agricola, visto che si celebra a metà estate, poco prima della celebrazione del Lammas, legata alla figura del dio Lugh, estremamente importante per la nostra civiltà sarda, legato al nostro Logudoro ( il Lugh d'Oro), di cui parlerò domani o dopo)
Sant'Anna, talmente Sacra, anche per il mondo agricolo, che, ho letto, da qualche parte, pare non si potesse mietere in occasione della sua celebrazione, il 16 luglio, appunto.
Tanto ancora, da scoprire e approfondire, e, come sempre, estremamente affascinante
Tiziana Fenu
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Dipinto di Josef Wahl
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