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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

mercoledì, luglio 30, 2025

💙Lammas

 

Tra oggi, giovedì 31 luglio e domani, venerdì primo agosto, in luna crescente in Scorpione, in attesa, del portale 8/8 di Venerdì e della luna piena di sabato 9 agosto, entrambi in Acquario, abbiamo le celebrazioni del Sacro Lammas, la festa solstiziale del raccolto.
Raccolto che rappresenta un farsi sacri, un sacrificio del dio Lugh, il luminoso, che si fa spiga per consentire il raccolto.
Per quanto si celebri Lugh, la manifestazione solare nella sua massima potenza energetica, è a Madre Terra, alla Madre adottiva di Lugh, la Madre Terra della fertilità, Taultiu, che si fanno le offerte del primo raccolto di Madre Terra.
Siamo sotto una luna crescente in Scorpione, segno di acqua, che si combina, sinergicamente con il Fuoco del Segno del Leone.
Per quanto riguarda oggi, 31 luglio, giovedì, siamo sotto l'energia del Sacro Archetipo Ebraico Resh, il ventesimo, che rappresenta la testa, correlato all'Arcano Maggiore XX del Giudizio.
Un giorno governato da Giove.
Per quanto riguarda domani, il primo agosto, invece, siamo sotto l'energia di Venere, guidati dall'energia del diciottesimo Archetipo Tsade', con funzione divisione, correlato all'Arcano Maggiore XVIII della Luna.
Interessante questa combinazione, a ritroso.
Dal ventesimo archetipo, la Resh, la Testa, la sublimazione, alla Tsade', la dimensione dei Frattali divini.
Il 19, il Sole, è come se in questo passaggio, venisse eclissato, quasi sacrificato, come la stessa simbologia del dio solare Lugh di questa celebrazione.
Una dimensione solare, che comunque è dominata dall'elemento acqua dello Scorpione per entrambi i giorni.
Un matrimonio alchemico molto interessante.
È interessante anche la ripetizione insita nel numero 18 dell'Archetipo Tsade', che appresenta la separazione.
Ma è la separazione che consente quel  salto di Ottava.
Essendo un numero 18, si può leggere in tre modi.
Sia come un 6x3
Sia come un 1+8
Sia come 9+9
Il 9+9 è interessante perché il 9 è l'Archetipo Teth, il grembo, il Femminino, e ripetuto due volte  parla di possibilità di rinascita.
Siamo in un anno 9.
Ma il 9 è anche un "tre al quadrato", quindi esprime anche un salto di Ottava, pur essendo radicato nella materia.
Tutti i numeri doppi significano un radicamento nella materia.
E in questo, il segno dello Scorpione, di questo passaggio, un segno di acqua, ci aiuta, in questa dinamica gestazionale, evolutiva.
È una combinazione numerica molto interessante, perché è presente anche il sei, che indica l'unione degli opposti, che si deve concretizzare nel tre, lo spazio sacro della creazione.
È proprio il 18 a contrassegnare il traguardo.
A 18 anni si diventa maggiorenni
Il numero 18 è sacro in molte culture, con più livelli di interpretazione, di cui il più importante è quello iniziatico, quando si raggiunge un certo compimento spirituale, attraverso il caos lunare, femminile e gestazionale  di questo Archetipo, che corrisponde all'Arcano Maggiore XVIII della Luna, il regno del caos, dell'antimateria, del vuoto.
Ma proprio per questo, predisposto, nonostante la privazione, la mancanza, alla Creazione.
Svuotare per arricchire.
Le molteplici possibilità che si manifestano nel vuoto, nell'accoglienza, nel cedere, per offrirsi all'atto creativo, che è il simbolo dell'alleanza con il Divino.
Una creazione che è ben radicata nel terreno.
Nella materia, a livello cellulare.
Come due rami dello stesso albero.
Perché, questo indica l'Archetipo Tsade'
Il sentirsi frattali di un qualcosa di più grande, che trascende la materia.
Questa materia che tende, in maniera naturale, ad essere altarizzata e sacralizzata
La prova del 9, arriva adesso.
18> 9
Il primo raccolto
La chiusura del cerchio.
La fine della gestazione.
In che modo, portiamo, se ci riusciamo, a termine la gestazione, la rinascita.
Come ho scritto altre volte, il numero *666* è legato all'atomo di carbonio, il Carbonio 12,  è il suo codice atomico, uno dei 5 elementi del DNA, che come composizione molecolare è uguale al grafene, con sei schemi angolari( un isotopo del carbonio con 6 protoni, 6 neutroni e 6 elettroni) , che in natura, si "evolve", si trasmuta per creare il silicio, o il diamante, nel passaggio successivo, il cui codice atomico è il 999( 3x9=27>9, come il 9 del *666*, in quanto, è suo gemello speculare divino).
E questa celebrazione del Lammas, sotto questo Archetipo in particolare, è straordinario.
Un Archetipo Femminile.
Lunare.
Di accoglienza.
Di possibilità.
La Resh di oggi, 31, ci guida nella consapevolizzazione del nostro Fuoco interiore, il Fuoco del vero risvegliato, legato alla kundalini, al Sacro Femminino.
Anche Atena/Minerva, nella mitologia greco /romana, nasce dalla testa di Zeus.
È la forza del Divino Femminile, il Fuoco vivificante che sale lungo la colonna vertebrale.
Attraverso la Divina Madre Kundalini, l'Aleph, il principio creatore maschile, l'afflato divino maschile, il soffio vitale, il vento, si innalza fino alla testa, fino alla Resh, illuminando la testa.
C'è tantissimo vento in questi giorni, e il vento, qui in Sardegna, quello più forte, il Maestrale, ha una connotazione femminile.
Un vento vivificante, che porta chiarezza, che sgombera la testa dal superfluo.
Maggiore acutezza mentale.
Risolutezza.
Semplificazione.
Fare un passo indietro per vedere più chiaramente.
Non stare allo stesso livello.
Osservare dall'altura.
Visione d'insieme
La Resh è conoscenza, comprensione.
È il cervello fisico, veicolo di luce.
È ciò che precede il battesimo di Fuoco, la Shin.
Superare il dolore della separazione.
Andare oltre la separazione.
Metaforicamente, la celebrazione   del Lammas, la cui etimologia  è la contrazione di "Loaf Mass", cioè "Messa del pane", metaforicamente, ci spinge, dopo la raccolta, verso la macinatura, verso la  trasformazione in farina, nella dimensione della  lievitazione, del pane, nutrimento per il corpo e per l'anima.
Lievitare, espanderci.
Trasformarci.
In un qualcosa che unisca acqua e fuoco insieme.
L'acqua dell'impasto e il fuoco della cottura.
Le due energie maschili e femminili che agiscono in sinergia.
Non si rinnegano le emozioni di questa pressione, il dolore della frantumazione nel frantoio, la rabbia, la disgregazione. Perché tutto è funzionale al passaggio successivo.
Alla Maestria della sublimazione, della padronanza.
Noi non siamo le nostre reazioni. Non siamo i nostri istinti.
Perché è questo, che consente la trasmutazione, la rinascita.
La nostra fertilità.
La nostra duttilita'.
La "non identificazione" in ciò che è esterno.
Se si è fedeli a sé stessi, paradossalmente, ci si può concedere il lusso di essere qualsiasi cosa.
Con infinita gratitudine sempre, buon Lammas.

Tiziana Fenu
©®Diritti intellettuali riservati
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Lammas



💛Lammas

 Il  1 agosto, si celebra Lammas, la festa di Lughnasad, del raccolto, del pane, della prima mietitura che trasforma il frumento, il grano in farina, e poi in pane, di cui ho approfondito in un altro mio post( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/festa-di-lughnasadh.html?m=0) 

La simbologia di Lugh il luminoso, il solare, che si celebra  in un periodo di canicola, legato alla levata eliaca di Sirio, quindi del Femminino, si celebra in un periodo che è simmetricamente opposto alle celebrazioni del Carnevale di Orotelli, de Sa Candelora, che hanno attinenza con il Lugh irlandese. 

"La particolarità del Carnevale di Orotelli, è che pare iniziasse il 2 febbraio, in concomitanza della festa de sa Candelora. 

Sa Candelora è qui in Sardegna, ma è il corrispondente della festa di Imbolc, la festa celtica, in cui si celebra Brighid, che è la compagna complementare di Lugh il luminoso. 

Infatti le due feste, lughnasad e Imbolc, si svolgono a 6 mesi di Distanza, una il primo agosto, e l'altra il primo febbraio". 

Su Lughnasad ho scritto svariate volte  a riguardo, perché è una divinità legata alla Sardegna e agli antichi Tuatha de Danann, gli antichi Shardana celtici. 

Lugh era un Dio Solare, che rappresentava anche lo spirito del grano, che non muore mai, perché il grano tagliato, rinasce come farina o pane, festeggiato ufficialmente per il Lughnasad, la festa dell'estate del primo agosto, che diventata poi la festa di Lammas. 

Lugh, il "luminoso", dio della fertilità, del  Sole e della Luce, era il re dei Tuatha de Danann, abile in molte tecniche, che gli valsero il nome di Salmidanach, il "multiforme artigiano". 

Il mercuriale Lugh, che ogni cosa trasforma in Oro, il cui simbolo era la spiga, che alchemicamente è legato alla simbologia della rinascita, della venuta alla luce dell'Horus, della fertilità di Madre Terra e dei suoi cicli legati alla ciclicità lunare e solare. 

La Spiga, che pur sezionata, si trasforma in qualcosa di più nobile. 

Una resurrezione, legata al grano, ad una spiga che viene tagliata come unità, ma che da vita ad una molteplicità di vite. 

È lo stesso concetto di "molteplicità/sacrificio", di cui è veicolo anche la melagrana. Simboli sacri, spiga e melagrana, dei  misteri dell'iniziazione ai cicli della vita, dei culti dionisiaci, dei misteri eleusini, di Iside, del culto di Demetra, che si ripete in epoche diverse, con "testimoni" diversi. 

Vi è infatti correlazione, tra questa festa del raccolto, del Solstizio estivo, in cui il Dio solare è al suo apice, per poi declinare e lasciare posto al Dio solare Bambino del solstizio invernale, e la simbologia equinoziale di Demetra /Core, la cui manifestazione, per quanto riguarda Demetra, e il figlio solare che porta in grembo, Iacco, è possibile grazie all'intervento della Dea Baubo, che funge da elemento equilibrante, equinoziale, trasmutante. 

Queste figure, sono tutte e tre legate da simboli che li accomunano, come la spiga, e il maiale/cinghiale, figura importante in Sardegna( nel Carnevale Sardo, il cinghiale è rappresentato dai Sos Murronarzos  di Olzai-https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/il-grembo-alchemico-delle-maschere.html?m=0/https://maldalchimia.blogspot.com/2024/02/cinghiale-di-villanova-strisaili.html?m=0). 

"Un mito, scritto sul soffitto del cenotafio di Seti I ad Abido, in cui si narra come Nut, la dea del cielo, in sembianze di scrofa, divori i suoi stessi figli, cioè le stelle, e li partorisca nuovamente ogni notte ad oriente. 

Questo mito ha un parallelo nel mito greco di Era e di Crono. 

Crono, o Saturno, che ricordiamo, era il padre di Demetra"

Questa risata, equinoziale, equilibrante, rimette le cose al giusto posto, in una dimensione virtuale armoniosa, dove la vita si può creare, riproponendo quella dimensione perfetta, dell'età dell'Oro".


Un'esposizione volontaria dei genitali, in tutta la loro potenza creatrice, in un religioso ritualistico, accompagnato dalla risata, descritto  nell'Inno omerico a Demetra (IV sec aC). 

La dea, a cui Ade ha rapito Persefone, vaga desolata, con aspetto deturpato di vecchia, per non essere riconoscibile, sulla terra, incapace di partorire. 

Viene invitata ad Eleusi, ma nonostante sia portatrice di doni e talenti, non volle sedersi al trono, ma su un trono( o pietra) umile, finché Iambe( così viene chiamata la Baubo) non la fece ridere mostrandole i genitali. 

Una Dea silenziosa, in lutto, salvata da Iambe, che ritorna alla gioia di vivere. 

Un ritorno alla fertilità. 

La risata, un veicolo magico per ritornare alla vita

Un rituale dissacrante, di turpiloquio, tipico delle trasgressive feste delle Tesmoforie in onore di Demetra. 

Le Tesmoforie si celebravano dall'11 al 13 del mese di Pianepsione ( ottobre/ novembre), ed erano state istituire dalla Dea Demetra dopo la discesa agli inferi, di Persefone, rapita con violenza da Ade, che trascino' con sé i maiali del pastore Eubuleo. 

Celebrazioni rappresentate da donne con un cesto coperto, sulla testa. 

Era solo per donne, che  non dovevano essere vergini. 

Durante queste feste vi erano riti di iniziazione e sacrifici di piccoli maialini. 

Indossavano un polos, un alto copricapo cilindrico o quadrangolare. 

Ma questa ritualistica della risata dissacrante la troviamo anche in contesto egizio. 

Infatti a Bubasti(. nome che rimanda a Baubo), in onore della Dea Gatta Bastet( assimilabile ad Artemide/Iside) durante i rituali lungo il corso dei fiumi, le donne, ingiuriando, si sollevavano le vesti, mostrando la vulva. 

La stessa ritualistica si verificava per l'elezione del Toro Sacro Apis, l'incarnazione del dio Ptah, per augurare buona fertilità. 

Una stessa scena, pare sia stata fatta dalla Dea Hator davanti a suo padre Ra-Harakhte, gravemente offeso in un tribunale divino da un personaggio divino, Baba( nome che rimanda alla Baubo). 

Ancora una volta, una donna che con una risata, opera un intervento risolutore. 

Hator, regina del sicomoro meridionale, era chiamata infatti, anche Hetepet, che viene tradotto come "vulva", signora della fecondità. 

La potenza della donna, non in senso sessuale, ma proprio riproduttivo, procreativo, rigenerante. 

Sono Dee legate al Femminino, all'acqua, al liquido amniotico della rinascita( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/08/le-dee-silenziose.html?m=0) 

"Baubo

Una B ripetuta. 

B-Abba.. Acqua in sardo. 

Dea Madre. 

"B-Abba, trova risonanza anche in una Dea più tardiva, l'oscena dea Baubo, rappresentata come una Dea che ha, nel chakra della gola, Vishudda ( che ha la stessa desinenza della nostra parola sarda "-udda", che indica l'intero apparato riproduttivo femminile) la vulva. 

Una conformazione che rimanda alla muratura esterna, quasi di protezione, del nostro pozzo Sacro di Santa Cristina". 

Argomento che poi ho approfondito in un mio post più tardivo ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/04/dea-baubopozzo-s-cristina.html?m=0) 

La Dea Baubo della risata. 

La Dea oscena. 

Gli Dei nacquero da una risata (https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/la-risata-degli-dei-bauboabba.html?m=0) 

"Qui in Sardegna si dice "s'arrisu e s'arenada, pigada e squartarada", che, tradotto, significa "la risata della melagrana, presa e sbattuta con violenza", questo, in modo che il frutto  si apra, e gli arilli fungano da elementi riproduttivi, moltiplicati all'infinito. 

La melagrana, che è legata alla simbologia di Demetra e Persefone, quindi al ciclo stesso della vita . 

Persefone rapita da Ade, dio degli Inferi, che la indusse a mangiare i chicchi di una melagrana, e a soggiornare nell'Ade per quanti mesi/chicchi aveva ingerito. 

Solo 6 arilli per volta. I 6 mesi di tenebre, alternati alla luce, nel ciclo vegetativo terreno. 

Come vedete, quindi, c'è correlazione tra pozzo /Baubo/melagrana/risata, e Demetra.  

Il culto di Demetra, qui in Sardegna, è particolarmente sentito, ed è legato al culto dell'acqua, "s'abba", di cui la Baubo fa da trasmutatore energetico, alchemico, per trasformare, con la sua risata alchemica, la mancanza in abbondanza, come la melagrana, che, spaccata, sparge i suoi fecondi arilli sulla terra. 

Il Tempio di Demetra a Terraseo di Narcao, nel sud Sardegna, sorge su una sorgente Sacra. 

Il pozzo, la sorgente, come portale per l'altra dimensione, come il pozzo di Santa Cristina, la cui conformazione esterna, ricorda proprio la dea Baubo, che richiama la parola "Abba" (acqua), anche nel nome. 

"..grazie alla risata di Baubo, grazie alla melagrana simbolica, presa, spaccata, come una fragorosa risata, che viene distribuita in modo fertile e riproduttivo, senza essere centellinata e limitata ai 6 arilli, che simboleggiavano la possibilità di sopravvivenza ciclica di Persefone/Demetra. 

Il varco/portale, l'acqua, il pozzo Sacro, "S'Abba", Baubo, la Grande Vagina. 

Il Sacro Femminino. 

Se badate, la Dea Baubo, è rappresentata anche con una lira con 7 corde, il ciclo lunare, femminile ". 


La lira, Sacra anche al Dio Laugh. 

Quello della risata che riporta alla vita, che sfida la morte, è tipico della nostra Antica Civiltà Sarda .

Il riso ghignante, sardonico, di rinascita e immortalità, è d'altronde tipico della nostra Antica Civiltà Sarda, rappresentato nella nostra famosa Maschera ghignante di San Sperate ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-maschera-dellaldebaran-solare-di-san.html?m=0) 


Ancora dal mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/04/dea-baubopozzo-s-cristina.html?m=0) 

"Demetra porta in grembo Iacco, che, come dice prof. Dedola a riguardo, è il terzo nome del Dio sardiano, Iáccu, ed  è , senz’altro il più intrigante, anch’esso panmediterraneo. 

Íaccos, Ἴακχος

Ed è pure il nome solenne di Bacco (Diónisos) nei Misteri Eleusini. Ricordo il grido rituale in onore del Dio: Iacco!"


Quindi, la nascita del Sole/Iacco/Iaccu, è come se fosse stata benedetta dalla risata di Demetra, che ha squarciato l'inverno, in lutto per la perdita momentanea della figlia Persefone. 

Una meravigliosa metafora per indicare l'ingresso dell'equinozio di primavera." 

Equinozio, che, nella sua funzione equinoziale, quindi equilibrante, nel ciclo della morte e rinascita, rimanda al concetto equilibrante della funzione del Menat egizio( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/il-menat-portale-alchemico-dei-pozzi.html?m=0) , la cui forma, ricalca sia l'ingresso del nostro pozzo Sacro di Santa Cristina, che, nella muratura esterna, la stessa fisionomia della Dea Baubo.

Un Uovo Cosmico che tutto contiene( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/simbologia-uovo-cosmico.html?m=0) 


Questa celebrazione di Lugh il luminoso, è una celebrazione alla vita, al sole che si manifesta. 

Riflettevo sul fatto che il nome Lugh è molto simile al "Laugh" inglese, che significa ridere. 

Lugh solstiziale, che ha in comune la simbologia della spiga e del maiale/cinghiale, con una Dea che invece rappresenta gli equinozi, Demetra, e che manifesta proprio il suo Horus, il suo Oro solare, attraverso, per merito, direi, di un'azione magico ritualistica, che mira ad una equilibratura.

La risata. 

Qui in Sardegna la risata apotropaica è Sacra. 

Vorrei sottolineare che nel carnevale di Orotelli ( "oro-tellus", la terra dell'Oro, e Logudoro, il luogo dell'Oro, il Lugh solare) vi è un preciso rimando al nome antico dell'Irlanda, "Eriu", come ho già sottolineato nel mio scritto. 

"In  questo carnevale  di Orotelli, si alternavano svariate maschere, tra cui spiccava una maschera, detta "S'eritaju", il porcospino, formata da pelli di porcospino attaccate lungo una collana di stoffa, su un saio bianco e il viso coperto di rosso

Si accostavano alle ragazze, per pungerle sul seno, e assicurare loro, la fertilità

Guardacaso, ma mai per caso, la parola" Eritaju", porcospino, ha la stessa radice di Eriu, la mitica isola di smeraldo, l'Irlanda. 

Er-itaju

Er-iu

Isola che ebbe svariati nomi, e il terzo nome   fu Inis Elga, «Isola Nobile». Così Ériu venne chiamata al tempo del  dominio delle Tuatha de Daanan. 

Si, perché le Tuatha, erano le Regine che le governavano, e le feste della fertilità erano in onore della Dea tellurica Taultiu, madre di Lugh, che si univa in unione Sacra con chi si candidava a re di Irlanda*. 


Lugh/Irlanda/laugh/risata /Baubo/santa Cristina/pozzo/acqua /fertilità/Soltizio/Equinozio /Lugh e Demetra. 

E la Baubo che funge da elemento equilibrante. 

D'altronde anche il Santa Cristina è orientato ai solstizi, con ingresso a sud est, alba del solstizio invernale, consono al periodo ombroso, ctonio di gestazione metaforica, ma è solo durante gli equinozi che si verifica la nascita, il fenomeno dell'ombra capovolta. 

L'ho scritto e approfondito  tantissime volte. 

Il gesto dissacrante della Baubo è come un'impennata di vita. 

Mi ricorda le dinamiche del Witz ebraico, la satira sottile e raffinata, che eppure, nasce in un contesto di dolore, come i campi di concentramento, che eppure, per un attimo livellano lo squilibrio. 

Non esiste gerarchia. 

Esiste parità. 

La Baubo, ripristina questo antico equilibrio. 

Attraverso la risata, che è la dimensione che trascende l'umano, che dà origine agli Dei. 

Attraverso la risata, Demetra può portare a termine la gravidanza, può far nascere il sole. 

Un equilibrio equinoziale ritrovato. 

Non mi stupisce che questo, trovi corrispondenza nel solstiziale Lugh, il solare, il luminoso Lugh, simbolo del solstizio estivo. 

Lugh /Laugh( ridere in inglese) 

E ho trovato interessantissimo uno scritto del ricercatore e autore Andrea Casella ( https://www.google.com/amp/s/axismundi.blog/2021/05/11/il-significato-cosmologico-del-riso-degli-dei-sul-mito-di-baubo-e-dintorni/amp/?espv=1), nel quale scrive:

" D’altra parte, in una tradizione ricordata da G. de Santillana e H. von Dechend, sulla scorta del Cornford, una ἀγέλαστος πέτρα, una “pietra senza riso”, copriva uno dei φρέατα = “pozzi sacri”, di Eleusi. Sarebbe stata la pietra su cui Demetra si pose a sedere, raccolta nel proprio dolore". 

La pietra senza riso copriva i pozzi Sacri". 


I pozzi sacri, restano infecondi, finché una risata, un elemento equilibrante, non li riporta alla vita. 

Una vagina parlante. 

È il ritorno del Femminino nel suo pieno potere creativo. 

Per quanto Lammas celebri il solare Lugh, è alla adottiva Madre Taultiu, dea della fertilità, che si offrono i doni del raccolto. 

Lugh "si fa grano", si sacri-fica per essere raccolto, nella dimensione della simbologia della spiga, che lo accomuna a Demetra.

La celebrazione del Lugh.

Ma anche, e forse, soprattutto, del Laugh, del ridere, della dimensione che squarcia le tenebre, che da origine agli Dei.

Tutta opera, naturalmente, di un Femminino, che pur governando gli estremi, cerca equilibrio.

L'equilibrio necessario a Creare.


Tiziana Fenu

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Alessandra Garau Artist

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💚Statuina Bolsena

 Una statuetta votiva modellata nell’argilla e risalente a circa 3mila anni fa è stata trovata nel lago di Bolsena, in provincia di Viterbo, nel Lazio , un anno fa. Si tratta di un oggetto di culto, probabilmente domestico, che reca ancora i segni e le impronte delle mani di chi lo modellò. 

Il sito di Gran Carro si trova sommerso nel Lago di Bolsena e si estende su un’area che, per la maggior parte, risale alla Prima Età del Ferro, intorno alla fine del X e inizio del IX secolo a.C

Un. insediamento particolare, con due parti distinte: una zona abitativa, situata nell’area della cosiddetta “palafitta”, e una zona cultuale, caratterizzata dal monumentale tumulo di pietre noto localmente come “Aiola", un luogo a scopo rituale e cultuale, probabilmente connesso a pratiche funerarie o commemorative.

Sicuramente, visto che presenta un ingresso a Nord, se non ricordo male, può avere una correspinsione astronomica con il Gran Carro dell'Orsa Maggiore, così come è anche in Sardegna 

Anche questa statuina, ritrovata in un luogo dove ci sono già stati ritrovamenti di bronzetti sardi, presenta delle connotazioni androgine, come nelle rappresentazioni ancestrali delle divinità, nella loro completezza creatrice.

Mi colpisce, oltre la morfologia cruciforme, che indica equilibrio tra le polarità, il seno destro, sulla parte del lato Mascolino, atrofizzato, rispetto al sinistro, che risulta sul lato Femminino.

Questo mi rimanda alla nostra rappresentazione della Venere di Macomer, che presenta il seno sinistro mancante.

Ne ho parlato approfonditamente in un mio post ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/la-venere-di-macomer.html?m=0) 

"Non finita", la definì prof. Lilliu.. 

Definizione con la quale non concordo.

Rappresenta l'androginia, se non addirittura, una rappresentazione primordiale delle Amazzoni, per una serie di motivi che ho spiegato nel mio scritto. 

Quasi, anche in questa, sono presenti degli infossamenti, anche su una natica, che la accomunano a questa statuina del lago di Bolsena.

"Impronte digitali" o caratteristica artistica individuativa? 

Terra "etrusca".

Terra abitata dagli antichi sardi, che ogni tanto, ci riserva grandi sorprese..

Ricordo, che in questa stessa zona, è stato ritrovato lo straordinario Bronzetto sardo, simbolo dei Sacri Costruttori di pozzi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/il-bronzetto-sardo-di-dolsena.html?m=0/ https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/i-costruttori-dei-pozzi-sacri.html?m=0), oltre le tante correspinsioni che ho sempre sottolineato, tra Sardi/Etruschi. 


Tiziana Fenu

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Statuina Bolsena



martedì, luglio 29, 2025

💛La bussola caduceo di Argo

 Come sapete, ho spesso nominato gli studi del ricercatore Sandro Angei nei miei scritti, facendo particolare riferimento ai  suoi interessanti scritti, nei miei post, con referenza ai link del suo blog

Anche stavolta mi avvalgo della citazione dei suoi studi, che danno conferma di alcuni miei approfondimenti.
Ultimamente ho scritto riguardo alla bussola, nel mio scritto rigiardo gli Argonauti ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/gli-argonauti.html?m=0)
"Gli Argonauti approdarono anche sulla riva di Magnesia, dove c'era il magnete, la pietra di Ercole, che era tra gli Argonauti. 
Il magnete. Il famoso magnete presente sulle nostre navicelle sarde, la bussola ( approfondimenti https://maldalchimia.blogspot.com/2025/05/bussola-sardo-pelasgica.html?m=0). 
Una considerazione importante, legata proprio alla bussola. 
[...] La prua della nave Argo è consacrata a Poseidone, e, altro aspetto interessantissimo, è che questa  prua della nave /costellazione Argo, è orientata al nord-est, alba del solstizio estivo.
Stesso orientamento di uno dei nostri pozzi sacri più spettacolari e simbolici, il pozzo Predio Canopoli, di cui ho già  approfondito( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/07/pozzo-canopolicanopi-egizi.html?m=0) per l'interessante simbologia Il pozzo ha orientamento sull'asse sud-ovest / Nord-est, con ingresso a sud-ovest, quindi perfettamente orientato ai solstizi.
Al tramonto del solstizio d'inverno( sud-ovest) e all'alba del solstizio estivo ( nord-est)
È interessantissimo notare come la costellazione della nave Argo è la zona di cielo che ospita la stella Canopo( nome che, guardacaso, rimanda al pozzo Sacro Canopoli, con lo stesso orientamento), che è la seconda stella più brillante del cielo notturno, e che appartiene alla costellazione moderna della Carena.
Infatti l'originale costellazione Nave Argo, già nel 1700 era stata tripartita in tre costellazioni, Carena, Poppa e Vele, e, poco sopra, la costellazione della Bussola, che per gli antichi greci, costituiva l'albero Maestro della nave Argo.
E sapete bene, come ho sottolineato più, sia in questo scritto, riguardo alla nave Argo, che ritengo sia una navicella Shardana, sia le nostre navicelle votive sarde, che sono una rappresentazione di una Vesica Piscis.
[...] La simbologia e la forma della nave Argo, è una Vesica Piscis, e la realizzazione della nave, a 50 remi, è avvenuta sotto il controllo della dea Atena, che ha tessuto con le proprie mani le vele, e ha fatto tagliare l’albero di prua da una delle querce orscolanti sacre di Dodona, le quali hanno la facoltà di parlare e di conoscere il futuro. Un tale albero di prua era quindi  molto utile agli Argonauti per dirigere bene la rotta.
Il numero 50 è proprio il valore ghematrico del quattordicesimo Sacro Archetipo Ebraico, la Nun, le acque trasmutatrici( simbologia del viaggio iniziatico, amniotico, nel grembo di Madre Terra) 
E la Nun, come ho scritto tante volte, è l'Archetipo presente nel solo della tribù dei Dan, insieme alla Dalet, con cui forma la Tau, il simbolo dei Sacri Giudici divini ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=0) "

La Vesica Piscis non è altro che la complementarietà, l'integrazione delle due polarità, dei due Opposti Femminile e Maschile, Luna e Sole, ecc, necessaria per la creazione, per la direzione nell'avanzamento.

Viene esemplificato anche nell'accostamento della figura della Tanit, con il suo paredro Baal, la cui simbologia del copricapo, rimanda alla conformazione a Menat, a Tanit, del nostro pozzo Sacro di Santa Cristina ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/05/baal-e-tanit.html?m=0) 

 Anche nell'Arcano Maggiore XIV corrispondente al quattordicesimo Sacro Archetipo Ebraico Nun, la trasmutazione attraverso le acque cosmiche, è rappresentato l'equilibrio tra le due polarità.
Ecco perché le navicelle Shardana hanno la forma di Vesica Piscis.
Perché è un viaggio iniziatico amniotico, nel grembo delle acque, supportati dalla simbologia della sinergia delle due polarità, che consente di accedere ad una dimensione superiore.
Questa simbologia delle due polarità opposte, in equilibrio, l'ho sempre sottolineata. È presente, in modo preponderante, fin dall'origine delle prime civiltà, di dominio del Femminino.
Dalla Venere di Çatal Hüyük, con i due leoni ai lati( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/08/dea-cibele-con-leone.html?m=0), alla Dea Inanna( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/novilunio-in-leone-882021.html?m=0), la dea dei Serpenti minoica ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/01/placca-con-dea-dei-serpenti-atene.html?m=0/ https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/dea-dei-serpenti-minoica.html?m=0/https://maldalchimia.blogspot.com/2025/02/dea-dei-serpenti-minoica-in-avorio.html?m=0) o altre rappresentazioni molto particolari, di cui ho sempre fanno menzione, per le quali  riportarle tutte, ci vorrebbe un elenco lunghissimo ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/12/stele-di-gotland-svezia-dea-madre.html?m=0), , o Ecate( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/dea-ecate-solstiziale.html?m=0), fino ad arrivare alla Madonna solstiziale di Custonaci ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/07/la-madonna-solstiziale-di-custonaci.html?m=0) 
Per non parlare della Tanit, argomento a me caro, trattato svariate volte, in particolare in due miei scritti( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/parlare-della-dea-tanit-in-sardegna-e.html?m=0/ https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/la-tanit-di-tresnuraghes-tessitrice.html?m=0) in cui sottolineo l'importanza della Tanit del Concio di Tresnuraghes, la Tanit tessitrice
Le Tanit( potete cercare nel mio blog, Tanit o caduceo, ne ho analizzate svariate) presentano spessissimo due caducei speculari tra le mani.
Il ricercatore Sandro Angei, sottolinea come ( http://maimoniblog.blogspot.com/2015/09/tanat-pane-baal-ii.html?m=1)
"Il caduceo aveva un’altra importante funzione, che potremmo definire di “routine”. Una volta stabilita la direzione del mezzogiorno geografico in modo stabile e duraturo, come descritto nel racconto e spiegato poco sopra, esso (caduceo) nella forma dei due serpenti o dei due cerchi sovrapposti, di cui quello superiore aperto in sommità, serviva ogni giorno a verificare a che altezza nel cielo era in quel momento il sole e vedere quanto mancava al mezzogiorno[30] (era di fatto una sorta di meridiana)"

Traguardava sia l'est che l'ovest, e questo spiega, dal mio punto di vista, perché alcune rappresentazioni della Tanit, hanno il lato destro (suo, destro), la barra orizzontale, leggermente più sollevata rispetto al lato sinistro. Perché l'est indica la nascita del Sole
Quindi, in pratica, il caduceo, serviva da strumento astronomico per individuare solstizi ed equinozi
Fa, in questo link, un brevissimo riferimento all'ascia bipenne, giusto una riga, senza approfondire, ma già in mio precedente scritto avevo individuato nell'ascia bipenne e nella simbologia dei decori della cultura di Ozieri, dei marcatori equinoziali e solstiziali ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/12/ascia-bipennecultura-ozieri-marcatori.html?m=0)
La stella a 6 raggi presente in alcune Tanit, come spiega Sandro Angei (  http://maimoniblog.blogspot.com/2015/09/tanat-pane-baal-iii.html?m=1) indica proprio queste posizioni solstiziali ed equinoziali
Come scrive
"perché il rito non finiva con la individuazione della direzione del mezzogiorno, ma continuava e si completava con l’individuazione “magica” della direzione dei solstizi; “magica” perché non dettata apparentemente da osservazioni, ma da una costruzione di pura geometria, operata da quei sacerdoti sulla base di secoli, se non millenni di osservazioni e riflessioni mentali, che agli occhi dei profani poteva sembrare opera di preveggenza lì, dove il sacerdote, tracciando con sicurezza i segni che indicavano i solstizi, dichiarava a priori che in quella direzione sarebbe sorto il sole nel giorno più lungo o in quello più corto dell’anno.
[...] Questo comportava ad esempio, celebrazioni per il trionfo della luce nel solstizio d’estate, ma nel contempo decretava l’inizio della morte divina, vista nelle giornate che pian piano si riducevano, rappresentata materialmente dalla mietitura del grano. Oppure il gelo e il freddo al solstizio d’inverno che decretava la morte del dio, ma nel contempo l’inizio della sua rinascita con le giornate che si allungavano e presagivano il risveglio della natura".
Angei, parla di perfetto triangolo equilatero tracciato dal caduceo della Tanit, usato come strumento astronomico per traguardare solstizi ed equinozi, celebrati come momenti importanti che scandivano la dimensione ritualistica della comunità, legata soprattutto ai cicli agrari legati alla natura.

Ma sottolineo una cosa importante.
Il perfetto triangolo equilatero, delineato dal caduceo della Tanit è una proporzione aurea adottata dagli Architetti divini, perché è il parametro aureo che ritroviamo nel mento del Gigante di Mont'e Prama( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/la-geometria-del-6-nel-mento-del.html?m=0), l'esagono, che contiene la stella a sei raggi che ritroviamo nella Tanit, e il parametro del cubito reale, utilizzato dai nostri Sacri Costruttori (https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/il-cubito-reale-sardo-simbolo-dei.html?m=0)
Parametri sacri, e Geometria Sacra, esemplificata nelle nostre Architetture, in particolare, per quel che riguarda il triangolo equilatero, con angoli a 60°, nel nostri due nuraghi più belli.
I trilobati
Quel trilobato che ancestralmente, archetipicalmente, come sottolineo nel mio scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/i-custodi-della-memoria-del-trilobato.html?m=0), già aveva in sé, nella sua intrinseca Essenza, ontologicamente, la sinergia degli Opposti
"Era un pezzo che riguardava l' epopea di Gilgamesh, l' Eroe accadico alla ricerca della memoria dell'immortalità, il quale narra di quando  Noè/Enki, ricevette l'ordine di costruire l'Arca e introdurre in essa, in questo "Bozzolo gigante", il seme della vita, che viene chiamato proprio il "trilobato" 
Ecco il passo  in cui viene nominato :
"Il Trilobato 
che ha una parte oscura 
e un' altra luminosa 
e una terza parte, che le unisce, amorosa". 
Quindi anche i nostri nuraghi trilobati, potrebbero essere una trasposizione architettonica del principio  molto semplice della creazione, dove i due poli opposti si uniscono e danno vita a un terzo elemento, che è la parte più bella, il frutto dell'amore, ed è l'unione tra i due". 

Tra anche la Stella a 6 punte/6 raggi/Fiore della Vita a 6 petali, indicatore, quindi, solstiziale ed equinoziale, è sempre stato presente nella nostra tradizione sarda, fino ad arrivare fino ai giorni nostri, come elemento decorativo basilare delle nostre Maschere dei Boes( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/il-fiore-della-vita-nella-maschera.html?m=0/ https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/fiore-della-vita-abbasanta.html?m=0), che ne sottolinea la correlazione, quindi, con la dimensione ritualistica agraria.

Capite, quindi come il caduceo, usato come strumento astronomico per traguardare solstizi ed equinozi, tracci, nelle sue geometrie,  tracci una Vesica Piscis, che poi ritroviamo nella stessa forma delle navicelle Shardane, nella stessa forma della nave Argo, degli Argonauti, che rappresenta una Vesica Piscis.
Per questo motivo, la Bussola, quella che astronomicamente è la costellazione che sta proprio sopra la costellazione di Argo( tripartita in tre costellazioni Carena- si, " Sa Carena" sarda, lo sterno - https://maldalchimia.blogspot.com/2023/01/le-domus-de-janas-non-sono-capanne.html?m=0-Poppa e Vele) che per gli antichi greci, costituiva l'albero Maestro della nave Argo, quella che viene rappresentata nelle nostre imbarcazioni Shardana, ha proprio la forma di un caduceo

La bussola sardo pelasgica ipotizzata da Mario Pincherle, di cui parlo in un mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/05/bussola-sardo-pelasgica.html?m=0)
"Ma oggi non si può che ridere di ciò. Non per nulla l’ingegnere Mario Pincherle, studioso di enigmi archeologici, in passato sostenne che fosse in realtà una bussola pelasgica (i pelasgi erano gli antenati dei greci e vivevano nell’Egeo). 
O meglio ancora, atlantidea. 
La sua funzione venne in seguito dimenticata dagli abitatori dell'antica isola atlantica. 
Pincherle citava alcune raffigurazioni provenienti dall'antico recinto cartaginese di Tanit ove si vede il caduceo come una sfera con due serpenti, montata su un bastone a sua volta posizionato sulla tolda di una nave. 
“Si trattava di una bussola perfezionata”, commentava lo studioso; “correggeva automaticamente la deriva dovuta ai venti grazie a due nastri che, mossi dalla brezza, sembravano due serpentelli. 
La sfera era in realtà un giunto girevole sensibilissimo, che permetteva la rotazione della bussola causata dal flusso magnetico. 
La bussola dei pelasgi, nel correre dei millenni, si è trasformata nell'appariscente ed inutile caduceo di Mercurio".  


Ma in questo stesso scritto, scrivo

I Pelasgi.

"Ne ho parlato tante volte, in particolare in un mio scritto
( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/06/moneta-dio-beskabirios.html?m=0) 
E qui arriva la parte interessante.
"Nel Faust di Goethe, è proprio sull'enorme guscio di una testuggine marina, che sono raffigurati i piccoli Cabiri, divinità greche protettrice dei marinai( chi più degli Antichi Shardana potevano essere considerati abili marinai?) "

Cabiri, di cui ho parlato anche nel  mio scritto sugli Argonauti.

Alla luce di queste considerazioni, ritengo che la simbologia della Vesica Piscis, custodita proprio dall'Archetipo del Caduceo, poi concretizzata come viaggio iniziatico verso la dimensione dell'Oltre, nella simbologia "a Vesica Piscis", delle nostre navicelle e anche della più famosa, nave Argo, sia una trasposizione di precise indicazioni equinoziali e solstiziali, di cui il caduceo era strumento, concretizzato poi, nella bussola sardo-pelasgica, presente nelle imbarcazioni.
Navicelle nuragiche, come sapete, delle quali ho parlato più volte.
Addirittura, oltre le classiche navicelle a Vesica Piscis, ne abbiamo anche una, perfettamente triangolare, con angoli equinoziali a 60°, come il corpo della Tanit.
"Triangolare come la planimetria dei Nuraghi trilobati, penso, i più Sacri, a livello ritualistico"
Approfondimenti nel mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/la-navicella-triangolare-sarda.html?m=0)
Abbiamo anche un'esplicativa Tanit del delfino, tra le svariate Tanit che ho avuto modo di approfondire,  due anni fa, a dimostrazione che ci sia un legame tra la Tanit e il mondo della navigazione, del mare
Scrivevo ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/la-tanit-del-delfino.html?m=0)

"Particolarmente sentito e rappresentato in ambito minoico e greco, il delfino, era ritenuto un aspetto del Sacro Femminino, un attributo di Iside, ma è proprio in ambito greco, che trova la sua massima valenza Sacra e simbolica, tanto da diventare sacro ad Apollo e Poseidone. 

Apollo che, trasformatosi in delfino, battezzo' con il nome di Delfi, il suo santuario, che diede vita al fulcro dell'oracolo di Delfi, portando sul dorso i sacerdoti di Creta. 
Delfi come sinonimo di "delfino", chiamato "delphi" ma anche di "delphy", che significa "grembo/utero", simbolo, appunto di quel Sacro Femminino, il cui elemento simbolo è proprio l'acqua, ed è per questo che i delfini erano considerati i Custodi delle acque e dei pozzi sacri.
Per il loro modo di comunicare, e per la socievolezza con gli umani, erano considerate creature magiche, protagonisti di miti e leggende, presenti in ogni cultura e civiltà.
In ambito greco, i delfini erano la prole marina delle nazioni ninfe le Nereidi solo 50. Erano tutte figlie di Nereo, l'antico dio del mare, e di Doris, una delle Oceanidi". 

E ritorniamo all'Origine.
Come ho scritto parlando della nave Argo degli Argonauti, con 50 remi.
50 è il valore ghematrico del quattordicesimo Sacro Archetipo Ebraico Nun, la trasmutazione amniotica nel grembo delle acque.
La Vesica Piscis.
Nun, che non mi stancherò mai di dirlo, insieme alla Dalet,  presente nel sigillo della tribù dei Dan, forma la Tau, i Giudici Divini( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=0)
Tutto torna, come sempre, ad incastro

Tiziana Fenu
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La bussola caduceo di Argo





















lunedì, luglio 28, 2025

💛Simbologia sandalo/piedi scalzi

 Prima immagine, guerriero orante di Uta, alto circa 40 cm, esposto al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. 

Scudo tondo, con umbone centrale, e tre spadini. 

Come si vede, il bronzetto, ha i piedi nudi, anche se presenta ginocchiere e gambali. 

Questa è la rappresentazione di un guerriero che è stato divinizzato.

Ha già superato la fase dell'iniziazione, rappresentata dalla simbologia dei sandali, o del monosandalo, in moltissimi casi.

Il piede scalzo appartiene alla dimensione del magico, del ritualistico, dello sciamanesimo.

È un guerriero immortale.

Ha gli stessi occhi a doppia pupilla dei Giganti di Mont'e Prama, e la simbologia del tre, rappresentata dalle frecce/spadini, uniti allo scudo è la stessa simbologia del tre di   immortalità ( nascita/morte /r ", che troviamo come costante simbolica in tutti gli ingressi e simbolismi, in particolare delle Domus De Janas.

I piedi nudi come simbolismo di una soglia che è stata varcata, ma anche intrinseco valore di appartenenza e connessione con Madre Terra, per non dimenticare le proprie radici

Lo scrissi tempo fa ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/02/la-dea-bianca-robert-graves.html?m=0) 

"Gli Argonauti, gli Antichi Sardi del Vello d'Oro( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/i-pettorali-di-tartesso.html?m=0) guidati da quel Giasone "monosandalo", come Efesto, con il piede sinistro nudo, simbolo di una discendenza matrilineare come quella sarda da Medusa"

Lho ribadito nel mio ultimo scritto sugli Argonauti( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/gli-argonauti.html?m=0), che, come ho approfondito, hanno molte caratteristiche e simbologie appartenenti alla dimensione della nostra Antica Civiltà Sarda 

"Un particolare che riguarda Giasone, e che rimanda alla conformazione a "sandalo" della Sardegna. 

Giasone, era stato istruito da Chirone, che istrui anche Ercole. 

Particolare di Giasone, cosi come anche per Dioniso, il Bacco romano, è che non portava il sandalo sinistro, che aveva perso  trasportando Era, che benedisse il viaggio di Giasone, attraverso un fiume. 

Piede scalzo sinistro, il Femminino, rapporto intimo con Madre Terra, con le potenze ctonie. 

Calzare un sandalo, infatti, simboleggiava l'Iniziato che inizia un viaggio alchemico, di trasmutazione, in cui si  attraversa il limine tra vita e morte. 

In questi termini si può dare un senso ad una delle interpretazione del nome Sardegna, legato alla sua forma, che ricorda un sandalo. 

In greco, "Ichnusa", dal greco "ichnos" (impronta), e in latino "Sandalia", che significa "sandalo" 

[...] Giasone, colui che guida l'arca/Argha(vagina in sanscrito)/Arg

Giasone 

Jason 

Giona nel ventre della balena. 

La trasmutazione in seno alla Vesica Piscis. 

Balena, in arabo, è Nun 

Giona significa colomba"

Giasone /Jason/Jano 

È un Jano divinizzato 

Guida una Nun, un'imbarcazione che è simbolo di una Vesica Piscis, sinergia degli Oppstut, necessaria per il salto di Ottava, veicolo di trasmutazione, come la simbologia delle nostre navicelle Shardana. 

Il sandalo come simbologia di iniziazione in corso. 

Si avvolge il piede, simbolo del contatto tra terra e Anima. 

Pensiamo ai piedi scalzi della Vergine Maria, con il tallone sempre a contatto con la testa del serpente. 

Un serpente che difende, che custodisce, perché lo riconosce come ipostasi del Femminino nella sua più alta forma, la Sophia, la Conoscenza. 

La parte più vulnerabile. 

Il tallone di Achille, nella mitologia, la cui madre si chiamava Teti( questo si aggancia perfettamente alla simbologia archetipale del Guerriero di Teti, che presenta proporzioni auree collegate al nono Sacro Archetipo Ebraico Teth, il Grembo Cosmico, il Sacro Femminino .. Teth/Teti. Approfondimenti nel mio scritto 

https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/geometria-sacra-guerriero-teti.html?m=0) 

Quel punto sacro, tra umano e divino, attraverso il quale si può avere accesso all'Anima 

Il portale tra i due mondi. 

Il piede avvolto dal sandalo. 

Protetto, custodito, dalle fasce del sandalo, simboleggia conoscenza acquisita. 

Riconosciuta dalla comunità. 

Il sandalo infatti è elemento che contraddistingue i personaggi di potere, che, anche gerarchicamente, socialmente, hanno una posizione di prestigio, nella comunità, come il bronzetto di Vulci, sul quale ho approfondito svariate volte, a partire dal 2021( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/simbologia-delle-trecce-nel-bronzetto.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/sacchetta-sciamanica.html?m=0

Anche la nostra Sacerdotessa, di cui si è parlato recentemente, presenta dei sandali ad intreccio ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/bronzetto-sacerdotessa_27.html?m=0) 

Iconografia rimasta presso certi ordini monastici, custodi di antichi saperi.

Il capotribu' di Uta, invece, è scalzo, nonostante la sua posizione di prestigio, a livello sociale ( approfondimenti nei miei due scritti 

https://maldalchimia.blogspot.com/2023/11/bronzetto-uta.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2024/02/lamed-bastone-di-potere.html?m=0) 

Ma, evidentemente, non è allo stesso livello delle figure del nostro. 

Sacerdote/sacerdotessa  di Vulci e della nostra Sacerdotessa. 

Gli manca quella completezza anche nella dimensione spirituale, riconosciuta, sigillata, codificata, anche in grembo alla comunità, che ne riconosce il potere, rappresentata, probabilmente, proprio dalla simbologia del sandalo intrecciato. 


Tiziana Fenu 

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Simbologia sandalo/piedi scalzi










💚Navicella turca/nuragica

 Molto interessante questo vaso rituale in terracotta a forma di barca, della colonia di mercanti assiri dell'età del bronzo, perché trovo analogie con le nostre navicelle votive sarde. 

Il vaso simboleggia un viaggio religioso fluviale. Risale al XIX secolo a.C., ritrovato a Kültepe Kanesh e si trova al Museo delle Civiltà Anatoliche, Ankara, Turchia.

A prua, come nelle nostre navicelle, presenta una testa di animale. 

Sembrerebbe un ariete con le corna a spirale, al cui interno ci sono gli occhi, particolari, perché sembrerebbero a doppia pupilla, come i nostri Giganti di Mont'e Prama e le nostre Bithie a doppie pupille ( approfondimenti a riguardo, nel mio scritto https://maldalchimia.blogspot.com/2025/04/le-bithie-dalle-doppie-pupille.html?m=0) 

Anche le due figure umane, una a sinistra, e l'altra dietro la torretta, presentano gli occhi a doppia pupilla. 

Entrambe hanno il cappello a punta, "ad atza", come si dice in sardo. Questa tipologia di cappello, che rappresenta un convogliatore di energie, tipico delle figure di potere, come sacerdoti/sacerdotesse, e sciamani/sciamane, è un elemento che contraddistingue le nostre figure sarde di potere (! https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/cappello-ad-atza.html?m=0) 

Chi guida la navicella, è, simbolicamente, un Femminino, infatti sta sul lato sinistro, a simboleggiare un ritorno al grembo della Madre. 

Sulla colomba/pavoncella, è un elemento sempre presente nelle nostre navicelle. 

Ne ho parlato anche da poco in un mio scritto sugli Argonauti ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/gli-argonauti.html?m=0) 

"Noè che è Kabiro, il nostro sardo  Ziusudra ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/05/ziusudra-eridano.html?m=0) 

Come fece Noè che liberò una colomba per far da guida verso la terra ferma, anche Giasone, arrivati all'entrata del Mar Nero trovano le Rupi cozzanti o Simplegadi, formate da ghiaccio e per non cozzare tra le pareti, Giasone, come fece Noè  libero una colomba, così passarono. 

La colomba/pavoncella come simbolo di elevazione spirituale, sinergia per superare la dualità delle due polarità. 

Giona, nel grembo della Nun/balena, che affronta la trasmutazione. 

Giona in ebraico è colomba. 

Giona. 

Giano 

Janus

Jana 

Le porte solstiziali tra le due polarità, maschile e femminile, umano e divino, tra vita e morte. 

Sulla simbologia della pavoncella, ho approfondito più volte (https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/mi-e-sempre-piaciuta-la-pavoncella_28.html?m=0) 

In particolare, ho scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/02/la-dea-bianca-robert-graves.html?m=0) 

"La pavoncella Nel testo di Graves viene definita la "depositaria dei segreti del re Salomone", lo sposo della Regina di Saba, cognome diffusissimo in Sardegna, perché la discendenza regale è quella, la stirpe degli Iniziati, dei Falasha ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/01/la-regina-di-saba-y.html?m=0) 

[...] Il significato poetico della pavoncella è: «Camuffa il segreto» ed è la sua straordinaria discrezione che fa di lei un uccello sacro. 

Secondo il Corano, essa era la depositaria dei segreti di re Salomone e il più intelligente dello stormo di uccelli profetici che l’accompagnavano". 


All'interno di questo  vaso si trova il modello di un tempio e di una dea, anche se non ho trovato riferimenti specifici ad una Dea in particolare. 

Ma in genere, le  divinità associate al vaso rituale erano associate al commercio e ai trasporti nell'antica Mesopotamia e nella letteratura sumera. 

Mi ricorda moltissimo la navicella di Mandas, di cui ho approfondito in un mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/navicelle-di-mandas.html?m=0)

"Un ritorno nel grembo della Grande Madre, attraverso l'elemento che più la rappresenta, l'acqua.

Acqua come elemento creatore, primordiale, come L'Arca di Noè. 

[...] La navicella nuragica della Tomba del Duce, di Vetulonia, risalente al VII sec.a.C., è chiamata l'Arca di Noè, infatti, non a caso. 

Un viaggio di ritorno lungo la Via Lattea, dove le tre stelle della cintura di Orione ( e sappiamo anche quanto i Giganti di Mont'e Prama sono legati ad Orione), risultano trasversali, rispetto all'asse  che si snoda da Sirio verso Aldebaran, tappa ultima del viaggio di ritorno lungo la via Lattea. 

Anche il pugnaletto nei nostri bronzetti Sardi, risulta trasversale rispetto all'asse del corpo. 

Verso il centro della fronte del Toro, dove c'è il terzo occhio, la connessione con il Divino. 

Sesto Chakra Ajna(ajna/jana, che corrispondenza..), dove le due energie, maschile e femminile, si intersecano, dando vita alla terza energia, quella esemplificata dal terzo occhio. 

Il sesto Chakra, viene rappresentato come una Vesica Piscis, e in molte rappresentazioni è presente un animale dalle lunghe corna, poiché le due corna rappresentano le due polarità.(https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/sesto-chakra-ajna.html?m=0)

E queste navicelle nuragiche, per la maggior parte, sembrano proprio, viste dall'alto, la rappresentazione centrale della Vesica Piscis, il "pesce/mandorla" mistica( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/navicella-e-vesica-piscis.html?m=0) 

Sono frutto di una Sacra Geometria che abbiamo trovato anche nelle proporzioni delle nostre Dee Madri, nelle stesse proporzioni dei Giganti di Mont'e Prama, il cui baricentro risulta essere proprio la cintura, perché sono intimamente connessi ad Orione, nel guerriero di Teti, negli angoli aurei a 72° e 36°, dell'ingresso dei nuraghi e del pozzo Sacro di Santa Cristina. 

Sono tutte proporzioni auree, che riguardano la Geometria Sacra, e il concetto di rinascita in seno ad essa. 

Perché, per la rinascita, si necessita di entrambe le polarità, dell'energia maschile, e dell'energia femminile. 

Lo abbiamo visto nella Domus de Janas di Pubusattile, a Villanova Monteleone, con il motivo della "scacchiera", una dimensione virtuale formata da entrambe le energie, portale per l'altra dimensione". 


E proprio a proposito di decorazione a scacchiera, in questa navicella turca, è presente. 

La nostra primordiale scacchiera di Pubusattile a Villanova Monteleone, di cui ho parlato tante volte, la prima volta nel 2020( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/la-scacchiera-de-sa-pala-larga-bonorva.html?m=0), fino ad arrivare alle mie ultime  elaborazioni a riguardo ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/04/locchio-di-horus-e-la-scacchiera-di.html?m=0/ https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/scacchiera-indiascacchiera-pubusattile.html?m=0) 

È la sinergia di Padre e Madre creatori, che insieme, generano l'Horus, anche oltre la vita. 

Una Matrice, quella della scacchiera, archetipale, che nasce nella nostra terra. 

È la Matrice della stessa creazione, con una precisa vibrazione energetica, altissima. 

L'unione di due opposti  complementari è la base di ogni creazione. 

È la base  della Vesica Piscis, così come il  quadratino rosso, alternato con quello bianco, della scacchiera, sono insieme la Monade originaria della sigizia  creatrice. 

Il quadrato è una forma metrica basilare, perché è legata alla materia con i suoi 4 elementi, aria, acqua, terra e fuoco. 

Osservando la scacchiera salta subito agli occhi una  cosa fondamentale. Cioè come i sardi avessero capito benissimo che la creazione, l'espansione, avvengono attraverso la moltiplicazione.

Ed ecco quindi, che  creando una ripetitività del nucleo, della sigizia (quadratino rosso e quadratino bianco) , per quattro volte, per quanti sono i 4 elementi della natura,  sia in senso orizzontale che in senso verticale,  hanno creato un' altra dimensione spaziale,  (questo mi emoziona molto scriverlo) , non più terrena,  ma virtuale, dentro la quale l'anima del defunto potesse ritrovare  una nuova dimensione  ultraterrena familiare, per così dire..

Un microcosmo riprodotto nella parete, con una  Valenza energetica potentissima"


Anche le due bande sul collo della protome animale, indicano questa sinergia complementare, tra i due Opposti, necessari per la rinascita. 

C'è anche la simbologia della croce dentro il quadrato, che indica l'elemento terra, con i suoi 4 punti cardinali, i suoi 4 Elementi. È sul lato del Femminino, Madre Terra. 

Un viaggio simbolico che parte da Madre Terra, attraverso un altro simbolo del Femminino, l'acqua. 

Il percoso fluviale. 

I 4 fiumi, cardini del mondo. 

Una simbologia straordinaria, quella di questa barca rituale, che ha particolari corrispondenze con la nostra simbologia sarda. 


Tiziana Fenu 

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Navicella turca/nuragica


 






sabato, luglio 26, 2025

💛Gli Argonauti

 Gli Argonauti, argomento affascinante, che presenta correlazioni con le nostra simbologie sarde. 

Gli Argonauti, 50 eroi della mitologia greca, che partirono sulla nave Argo per recuperare il Vello d'Oro, nella Colchide, per conto del  re Pelia, figlio di Poseidone, re di Iolco, che aveva usurpato il trono ad Esone, fratello di Giasone. 

Trono che avrebbe "restituito" in cambio del prezioso Vello d'oro, dell'Ariete alato Crisomallo, custode dell'ombra di Frisso, per scongiurare una maledizione in atto, se il Vello non fosse ritornato in patria. 

Sorvolo su tutta la parte mitologica, veramente interessante, perché voglio concentrarmi sulla simbologia della nave Argo, molto interessante, perché presenta correlazioni che riguardano la nostra civiltà. 

La Nave Argo (in latino Argo Navis) era una grande costellazione meridionale raffigurante la nave Argo, usata da Giasone e gli Argonauti per navigare verso la Colchide.

Il vello d'oro di Giasone, era probabilmente il bisso Marino nella zona di Sant'Antioco, secondo molte interpretazioni. Il bisso delle vesti del Re Salomone, di cui abbiamo un'artista, una Maestra, unica al mondo, Chiara Vigo. Unica tessitrice di Bisso, custode di antiche formule e segreti ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/in-sardegnanell-isola-di-santantioco.html?m=0) 


Partiamo dal nome. 

Il nome Argo lo avevo già sentito. 

Mi era stato segnalato da un mio commentatore, 5 anni fa, su un mio scritto, ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/05/osservavo-la-conformazione-triangolo.html?m=0), sottolineando che a Dorgali, ci sono risorgive di Acqua che vengono chiamate "arga" o "Argo", quindi senza fare riferimento alla parola acqua, "abba". 

Questo mi ha portato ad indagare. sulla parola Argo. 

"Argo" è legato al concetto di divinità, alla virtù dell' animo che tende alla divinità, alla spiritualità

"Argo" è legato etimologicamente alla radice proto-europea "arj/arg", che evoca lo splendore, l'essere brillanti

E infatti una derivazione è "arguzia"

Argo. 

Orgo. 

Energia orgonica. 

Molti nostri comuni sardi, hanno la particella "Or", o anche Dor, nel nome. 

Orgone/orgasmo/origine 

Energia primordiale cosmica. 

Il Chi/Prana. 

I nostri Antichi Sardi, erano esperti insufflatori di Prana ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/simbologia-del-palmo-della-mano-in.html?m=0) 

Senza dilungarmi, visto che vi ho lasciato il link, ribadisco che i nostri Antichi Padri e Madri sapevano benissimo come sfruttare e catalizzare l'energia naturale dell'universo. 

Lo dimostrano i nostri bronzetti sardi( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-queste-tre-immagini-la-prima.html?m=0/ https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/geometria-sacra-guerriero-teti.html?m=0/https://maldalchimia.blogspot.com/2023/07/sommo-sacerdote-approfondimenti.html?m=0) 

Lo dimostrano le nostre strutture architettoniche, in particolare nuraghi e Tombe dei Giganti. 

Lo dimostra la conformazione delle nostre navicelle nuragiche, a forma di Vesica Piscis( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/navicella-e-vesica-piscis.html?m=0) , come è nella Geometra Sacra presente ovunque, nella nostra Antica Civiltà Sarda. 

Ma ho scoperto delle cose interessantissime, proprio riguardo la nave Argo e gli Argonauti, che si ipotizza fossero gli Antichi Sardi. 

E vi sono correlazioni straordinarie. 


La simbologia e la forma della nave Argo, è una Vesica Piscis, e la realizzazione della nave, a 50 remi, è avvenuta sotto il controllo della dea Atena, che ha tessuto con le proprie mani le vele, e ha fatto tagliare l’albero di prua da una delle querce orscolanti sacre di Dodona, le quali hanno la facoltà di parlare e di conoscere il futuro. Un tale albero di prua era quindi  molto utile agli Argonauti per dirigere bene la rotta.

Argo è anche l'essere dai 100 occhi, il numero del grande anno, ed è anche   il cane di Ulisse, che muore dopo un ciclo di 10 anni. 

Il numero 50 è proprio il valore ghematrico del quattordicesimo Sacro Archetipo Ebraico, la Nun, le acque trasmutatrici( simbologia del viaggio iniziatico, amniotico, nel grembo di Madre Terra) 

E la Nun, come ho scritto tante volte, è l'Archetipo presente nel solo della tribù dei Dan, insieme alla Dalet, con cui forma la Tau, il simbolo dei Sacri Giudici divini ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=0) 

50 Argonauti, tra cui Orfeo ed Ercole. 

50 sono anche le figlie di Thespio che Eracle sposò, da cui ebbe 50 figli. 

50 furono le figlie di Danao, re di Argo, che tornarono ad Argo( il cui il primo re era Temeno, discendente di Eracle, creatore della discendenza eraclidea), con Giasone e portarono l'abbondanza dell'acqua. 

Eracle feconda solo 49 fanciulle( simbologia lunare 7x7= rinnovamento fenice, ciclo lunare, ciclo della fenice che rinasce a sé stessa )

L'Arca, l'argha, la Madre, la Matrice.

50 valore ghematrico Nun, pesce alchemico, Vesica Piscis. 

Nun, nell'Alfabero arabo è una semicirconferenze con un punto dentro, L'Arca con il suo germe nascosto, dell'immortalità. 

Giasone, colui che guida l'arca/Argha(vagina in sanscrito)/Arg

Giasone 

Jason 

Giona nel ventre della balena. 

La trasmutazione in seno alla Vesica Piscis. 

Balena, in arabo, è Nun 

Giona significa colomba. 


La nave Argo era ritenuta una nave moderna, un aeronave con sistemi radar, tanto da essere chiamata la Rapida. 

Omero nell'Odissea, per bocca di Alcino, re dei Feaci spiega che la nave Argo non ha bisogno di timoniere ma va con il pensiero dell'uomo. 

Abbiamo mai visto timonieri nelle nostre navicelle nuragiche? No. 

Probabilmente si sono avvalsi dell'energia naturale dei Fuochi di Sant'Elmo, di cui ho già parlato riguardo anche l'energia prodotta dagli scudi dei bronzetti ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-queste-tre-immagini-la-prima.html?m=0) 

Quindi sulla nave Argo, abbiamo 50 rematori, il 50 della Vesica Piscis, che simboleggiano i 100 mesi, il Grande Anno ciclico, come veniva chiamato, al termine del quale avveniva un cataclisma, un diluvio. 

Erano 50 mesi lunari, tanto che anche le 50 figlie di Danao( notate la radice Dan/Shar-Dan) erano chiamate le sacerdotesse della luna, legate all'acqua, a Poseidone. 

Quel Poseidone, i cui discendenti terreni, compreso  erano i governatori di Atlantide. 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/10/ofiotauro-simbolo-del-toro-e-del.html?m=0 padre) come Forco, padre di Medusa, chiamato Urcheddu o Furcheddu, in sardo, Re del  mare come Nettuno, che governava la Terra di Atlantide.

Medusa, la grande regina sarda che che si batte per il suo popolo

( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/basilisco-e-il-mito-di-medusa-in.html?m=0) 

Qui in Sardegna si narra che Medusa regnasse i paesi iperborei del  settentrione, come dicono i greci, nell'estremo occidente, ma pare che abbia regnato precisamente (e  la fonte  la ritroviamo nello storico Fara, "de rebus sardi", del 1580), per ben 28 anni, e pare, che le terre iperboree siano  sempre state la Sardegna, e che Tartasso, la terra dei Metalli e delle pietre preziose, fosse la terra sarda di Atlantide.


Gli Argonauti approdarono anche sulla riva di Magnesia, dove c'era il magnete, la pietra di Ercole, che era tra gli Argonauti. 

Il magnete. Il famoso magnete presente sulle nostre navicelle sarde, la bussola ( approfondimenti https://maldalchimia.blogspot.com/2025/05/bussola-sardo-pelasgica.html?m=0). 

Una considerazione importante, legata proprio alla bussola. 

La Sardegna, fa parte del Triangolo delle Ottave Oracolari"( approfondimenti https://maldalchimia.blogspot.com/2024/11/sorgono-e-il-40-parallelo.html?m=0). 

"Un triangolo Sacro, pre-diluviano, funzionante fino al V millennio aC, data del possibile diluvio universale. 

[...] Questo triangolo delle Ottave Oracolari, definiva un'area  che comprendeva Mar Ionio, Mar Egeo e le terre circostanti( quindi anche la Sardegna), in quanto proiezioni omotetiche con il cielo, della prua della Costellazione della nave di Argo, consacrata a Poseidone, la cui Bussola, la porzione di stelle della vasta  costellazione, corrisponde al Nord Est".

Ora, il 40° parallelo, in numerologia Sacra, rimanda al 40, che è il valore ghematrico del tredicesimo Sacro Archetipo Ebraico Mem, le acque Madri Cosmiche ( il diluvio durò 40 giorni. Il 40 è simbolo di nascita/rinascita, legato alla dimensione amniotica, anche cosmogonica). 

In Sardegna, il Culto delle Acque Madri, è il culto primario, preponderante. 


La prua della nave Argo è consacrata a Poseidone, e, altro aspetto interessantissimo, è che questa  prua della nave /costellazione Argo, è orientata al nord-est, alba del solstizio estivo. 

Stesso orientamento di uno dei nostri pozzi sacri più spettacolari e simbolici, il pozzo Predio Canopoli, di cui ho già  approfondito( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/07/pozzo-canopolicanopi-egizi.html?m=0) per l'interessante simbologia Il pozzo ha orientamento sull'asse sud-ovest / Nord-est, con ingresso a sud-ovest, quindi perfettamente orientato ai solstizi. 

Al tramonto del solstizio d'inverno( sud-ovest) e all'alba del solstizio estivo ( nord-est) 

È interessantissimo notare come la costellazione della nave Argo è la zona di cielo che ospita la stella Canopo( nome che, guardacaso, rimanda al pozzo Sacro Canopoli, con lo stesso orientamento), che è la seconda stella più brillante del cielo notturno, e che appartiene alla costellazione moderna della Carena. 

Infatti l'originale costellazione Nave Argo, già nel 1700 era stata tripartita in tre costellazioni, Carena, Poppa e Vele, e, poco sopra, la costellazione della Bussola, che per gli antichi greci, costituiva l'albero Maestro della nave Argo. 

La rappresentazione di questa nave Argo, è stata ritrovata anche in un codice medioevale, in una pergamena del IX sec. e non presenta nessuna figura umana che la guidi. Come per le nostre  navicelle nuragiche. 

L'imbarcazione è ricoperta di piccole coppelle, che rappresentano le stelle. 

la costellazione Argo, una figura femminile che regge una sorta di trireme greca, talmente imponente da essere poi scomposta in tre costellazioni 

La Carena 

"Sa Carena". Lo sterno in sardo( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/01/le-domus-de-janas-non-sono-capanne.html?m=0) 

Il fondo della barca /arca /argha. 

Il soffitto delle nostre Domus de Janas. 

Sa Carena, traghettratrice tra dimensioni, custode dell'afflato divino che riporta alla vita, rappresentato dalla colomba, Giona in ebraico significa colomba. 

Perché è il Femminino che consente la trasmutazione 

Giona/Giano/Janas

Porte solstiziali di trasmutazione, come l'orientamento di tutte le Domus de Janas e dei nostri pozzi sacri, compreso il Canopoli, straordinariamente collegato alla stella Canopo della costellazione Argo, con lo stesso orientamento

Astrologicamente Argo, che si trova ad est, è collegata al Cane Maggiore, quindi a Sirio, la stella del Diluvio, la cui levata eliaca, come ho approfondito anche recentemente, traguardava le esondazioni del Nilo, quindi anticipava di poco la stagione delle piogge. 

Il capitano di Argo è la stella Canopo, la seconda stella più lucente del cielo. 

L'etimologia egizia della parola Canopo, è "Kah-nub" terra d'oro. 

Guardacaso, il pozzo Sacro di Predio Canopoli si trova a Perfugas, nel Logudoro, nel "Luogo d'oro". 


Riguardo al Vello d'Oro, approfondimenti nel mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/i-pettorali-di-tartesso.html?m=0), per quanto riguarda quelli che vengono chiamati "i pettorali di Tartesso", ritrovati in Spagna, dette anche  panelle di rame, sono uguali  a quelli ritrovati nel nuraghe Antigori di Sarroch. Si ipotizza potessero arrivare da Cipro. 

Ma diciamo che sono identici al Vello d'oro, il manto dorato dell'Ariete alato Crisomallo( che aveva il potere di curare qualsiasi ferita) cercato dagli Argonauti di Giasone, tra cui Erscje, Castore e Polluce( i Dioscuri), Orfeo e una sola donna, Atalanta, Laerte, il padre di Ulisse, commissionati da re Pelia, di recuperare il Vello d'oro, verso la Colchide, costruita da Argo di Trespi con l'aiuto di Atena. 

Si imbattono nelle Arpie, e anche in  Medea, alchimista di pozioni magiche, la cui pozione addormento' il drago che custodisce il vello, aiutando, così, Giasone, nell'impresa. 

L'ariete dal manto d'oro, anch'esso figlio di Poseidone era quello sul quale il re Atamante fece fuggire i figli  Elle ( la luce) e Frisso(la pioggia che scriscia) , verso oriente,  verso la Colchide, protetti da Nube, la dea Nefele dopo la sua morte, per protrerli da una carestia. 

Seguirono la rotta diurna del Sole e quella notturna di Sirio. 

Complementarietà, quindi, ancora, come la Vesica Piscis dell'imbarcazione con 50 remi, tra maschile e femminile. 

Solo Frisso giunse nella Colchide e l'ariete fu sacrificato a Zeus, la cui pelle venne appesa in un albero sacro difeso da un Drago. 

Un po' più a sud della Colchide c'è il monte Ararat, il monte dell'Arca di Noè. 

Noè che è Kabiro, il nostro sardo  Ziusudra ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/05/ziusudra-eridano.html?m=0) 

Come fece Noè che liberò una colomba per far da guida verso la terra ferma, anche Giasone, arrivati all'entrata del Mar Nero trovano le Rupi cozzanti o Simplegadi, formate da ghiaccioe per non cozzare tra le pareti, Giasone, come fece Noè libero una colomba, così passarono

Astrologica ente Argo, che si trova ad est, è collegata al Cane Maggiore, a Sirio, la stella del Diluvio,  la cui levata eliaca, come ho approfondito anche recentemente, traguardava le esondazioni del Nilo, quindi anticipava di poco la stagione delle piogge. 

S

ui Kabiri, avevo già scritto in più occasioni, che i nostri Antichi Sardi erano dei Kabiri. 

Ne ho parlato in particolare in un mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/06/moneta-dio-beskabirios.html?m=0). 

Gli Argonauti furono Iniziati ai Misteri dei Kabiri, per mano di Orfeo, anche nell'isola di Samotracia, la cui regina è Elettra figlia di Atlante

A Samotracia, gli Argonauti vengono attaccati da Giganti, a 6 braccia, che riescono a sconfiggere. 

Un numero simbolico, molto importante per la nostra Antica Civiltà Sarda. 

È il numero della stella stella a 6 punte, del Fiore della Vita, dell'esagono, simbolo degli Architetti Divini, rappresentati dai Giganti di Mont'e Prama ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/la-geometria-del-6-nel-mento-del.html?m=0) 

Il numero 6 rappresenta anche le  6  direzioni dello spazio, delle 3 forze base, folgore, lampo e tuono, che i Ciclopi donarono a Zeus. 

Era il potere della forza elettrica. 

A Poseidone, i Ciclopi, donarono il magico tridente, caratterizzato da due poli opposti con triplice potere elettrico, che rappresentava sia il potere del cielo che delle acque. 

In pratica, un tridente con 6 punte, come un Vajra

Ma questa simbologia, non ricorda forse i nostri capovolti( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/spirale-speculare-domus-di-oredda.html?m=0) quelli che comunemente, trasversalmente, vengono chiamati Squatter Man, e che sono rappresentazioni del plasma elettrico? 

Il plasma con cui la nostra Antica Civiltà Sarda ha sempre avuto confidenza, sapendolo gestire benissimo( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/plasma-e-civilta-sarda.html?m=0) 


Un particolare che riguarda Giasone, e che rimanda alla conformazione a "sandalo" della Sardegna. 

Giasone, era stato istruito da Chirone, che istrui anche Ercole. 

Particolare di Giasone, cosi come anche per Dioniso, il Bacco romano, è che non portava il sandalo sinistro, che aveva perso  trasportando Era, che benedisse il viaggio di Giasone, attraverso un fiume. 

Piede scalzo sinistro, il Femminino, rapporto intimo con Madre Terra, con le potenze ctonie. 

Calzare un sandalo, infatti, simboleggiava l'Iniziato che inizia un viaggio alchemico, di trasmutazione, in cui si  attraversa il limine tra vita e morte. 

In questi termini si può dare un senso ad una delle interpretazione del nome Sardegna, legato alla sua forma, che ricorda un sandalo. 

In greco, "Ichnusa", dal greco "ichnos" (impronta), e in latino "Sandalia", che significa "sandalo". 


Tante correlazioni, e sicuramente ce ne saranno altre, anche per questo personale viaggio attraverso gli Argonauti. 

Non finisco mai di stupirmi. 


Tiziana Fenu 

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Nell'immagine 

"Giasone riporta il vello d'oro a Pelia" 

Gli Argonauti




venerdì, luglio 25, 2025

💙Sant'Anna

 

Riprendo un mio scritto di un anno fa(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/festa-di-lughnasadh.html?m=0=) , sulla celebrazione di Sant'Anna, domani 26 luglio, in correlazione con la Dea Asherah, di origine sarda, sicuramente.
Domani  si celebra Sant'Anna, Madre della Vergine Maria.
Una celebrazione che affonda le origini in quella concezione di Madre Cosmica ancestrale, la cui dimensione religiosa cattolica, risente di questo Archetipo Monadico.
Lo stesso nome Anna, contiene la particella AN, che troviamo nelle maggiori Dee, Inanna, Diana, Arianna, a partire da quel dio AN, An in lingua sumerica, Anum o Anu in accadico, in accadico Il o Ilu, è il dio supremo del pantheon Mesopotamico, il dio del cielo, padre di Inanna, artefice del creato, deus otiosus, e padre degli dei e sposo della dea Antum.
Gli era Sacro il numero 60, che in Ghematria ebraica corrisponde al quindicesimo Sacro Archetipo Samech, con funzione pressione. È l'Archetipo che agisce per far emergere la nostra divinità, ed è legato al concetto di fertilità, essendo il 15 il giorno lunare e femminile, più fertile, il giorno dell'ovulazione.
E, come 15, la cui somma è 6, indica l'unione degli Opposti.
Infatti Sant' Anna, è patrona delle madri di famiglia, delle vedove ed è invocata nei parti difficili e contro la sterilità coniugale.
Una simbologia che affonda le radici negli archetipi femminili di Sant'Anna, le cui rappresentazioni ritualistiche rimandano ad antichissimi culti pagani.
Tra le varie ritualistiche, mi ha colpito quella di un'antica quartiere di Foggia, di cui riporto uno stralcio( https://ricercaetnografica.wordpress.com/2015/07/24/il-rito-di-santanna/)
"Anche la comunità dei crocesi terrazzani possedeva un totem che è stato sincretizzato e sacralizzato nella icona di Sant’Anna ma che riporta alla lumaca che si consuma come piatto cerimoniale.
La lumaca è un animale lunare, opposto al sole perché striscia a terra.
Il fatto di essere ermafrodita, cioè avere sia sesso maschile che femminile lo accomuna alla luna con le sue fasi lunari. Il guscio della lumaca rappresenta la spirale, simbolo femminile, evocatore dell’Utero Divino che tutto genera. E proprio la generazione, intesa come riproduzione della specie, accomuna la lumaca a Sant’Anna, la Donna che ha generato Maria, la mamma dell’umanità.
[...] La festa di Sant’Anna coinvolge il quartiere più antico e popolare di Foggia: il quartiere delle Croci, i cui abitanti erano appellati come “crocesi” o “terrazzani
[...] Vi è la presenza dei bovini, che è in relazione con i culti lunari poiché le corna del toro disegnano il simbolo della luna. Sappiamo che i festeggiamenti di Sant’Anna davano inizio all’anno lunare. Inoltre proprio il ratto di Zeus con Europa si riferisce al costume del rapimento di fanciulle a scopo di matrimonio forzato, cosa che avveniva abitualmente tra i terrazzani di Borgo Croci (u carrettine).
Invero lo stesso atteggiamento di Minosse nei confronti dei suoi fratelli e nei confronti di Poseidone dimostra un lato del carattere, quello di prepotente e imbroglione, facilmente riscontrabile nel terrazzano crocese.
Tutto il mito di Teseo e Arianna è volto a spiegare il rituale del “carrettino”, una sorta di ratto con il quale il maschio poteva disporre della donna sulla quale aveva posato le attenzioni senza, peraltro esserne necessariamente ricambiato, ed avere l’approvazione di tutta l’intera comunità, familiari della donna compresi."

Mi ha colpito molto, in questa lettura, la presenza, ancora in uso, di un totem, che rappresenta Sant'Anna.
Questo si lega perfettamente alla figura ancestrale di Sant'Anna, come Madre Cosmica, rappresentata dalla Dea Asherah, di cui ho avuto già modo di parlare ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/statuina-dea-madre-asherah.html?m=0).

"Dea madre ugaritica della fertilità Asherah, padedra del dio del cielo El, mentre tiene in grembo i due gemelli Shalem e Shahar.
Coincide con la dea ugaritica Athirat, indicata nei testi ugaritici antecedenti al 1200 aC, come Athirat signora del mare.
Il culto di Asherah prevedeva l'installazione di pali o di alberi stilizzati, chiamati anch'essi, con il nome di "asherah".
[...] Asherah può essere considerata un'antecedente della dea Ishtar e Astarte e Hator, dea egizia. Una dea che piano piano è scomparsa, nell'antico Testamento, assorbita da una dinivita monoteista e patriarcale, israelita( nel Deuteronomio si vieta esplicitamente di piantare pali sacri, e quindi, degli Asherah, "accanto all'altare del Signore Dio tuo" (Deut. 16,21)
Ma la morfologia di questa statuina, è un qualcosa che ho già visto.
L'ho vista nella sua forma primordiale e stilizzata, nel petroglifo  di Ilbono, provincia di Nuoro, in quella che viene chiamata "Sa Pedra e' Is Cincus coros( "la pietra dei cinque cuori)", definizione dalla quale mi discostai, e feci bene, perché oggi ne ho ulteriore conferma(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/la-sacra-vulva-di-ilbono.html?m=0),

Riprende sia il petroglifo di Bruncu Suergiu( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/petroglifo-bruncu-suergiu-dendera.html?m=0)provincia di Oristano, sempre qui in Sardegna, ma anche la  statuina neolitica in terracotta dipinta, esposta al Brooklyn Museum, conosciuta come "la Dea o Danzatrice del Nilo", risalente all'Egitto predinastico, esattamente periodo Naqada II(3500-3400 a.C.)"

Cercando ancora, ho trovato molto singolare la descrizione della chiesa di Sant'Anna( https://www.duepassinelmistero2.com/studi-e-ricerche/simbolismo/tuscia-esoterica-i/tuscia-esoterica3/), in terra di Tuscia, l'antica Etruria, che sappiamo essere stata abitata dagli Antichi Sardi, nel lato Nord-occidentale del Lazio, una chiesa molto esoterica, con chiari richiami pagani, come le false porte, presentissime nelle nostre Domus de Janas
"La chiesa di Sant’Anna, così rinominata nel 1603 dalla sua originale intitolazione a S. Maria della Cavarella, il cui nome derivava da una tagliata etrusca che corre vicino alla chiesa, costituisce il più completo esempio di come nella famiglia Farnese l’interesse per l’Ermetismo fosse profondo (e probabilmente non solo per curiosità).
La chiesa sorge nell’angolo della Y che si viene a formare dall’incrocio di due vie provenienti dai paesi del Ducato di Làtera che si uniscono per raggiungere Farnese a circa 500 mt. dall’abitato, e con la facciata d’ingresso orientata verso Est.
Molto interessante la descrizione delle 4 "vele" della cupola, a loro volta suddivise in 6 riquadri, che presenta molti elementi esoterici archetipali, su cui mi soffermo un altro momento.
Per il momento riporto solo un brano.
"[...] La sua posizione, dovuta alla conformazione del luogo, forse non fu casuale, considerato il significato della Y nel simbolismo (si pensi alla forma della lettera, la quale indica il passaggio dalla duplicità alla unità, ma anche alla Y pitagorica, iniziale di Ygieia); la struttura è quasi quella di un cubo, misurando mt. 7,60 x 6,40, sul quale un tetto diviso in quattro vele porta per mezzo di un tamburo ottagonale alla piccola lanterna emisferica che costituiva l’unica fonte di luce originaria.
Essa fu costruita non dal duca Mario Farnese ma dal comune del paese nel 1577 per i disegni di un maestro muratore di nome Sallustio di Bernardino di Giovanni Angelo di Siena, come risulta dai documenti originari, ma non si può non rilevare il simbolismo architettonico nel passaggio dal cubo (terra) all’emisfera della cupola (cielo) attraverso le quattro divisioni del tetto (i quattro Elementi) e il tamburo ottagonale (otto è numero del compimento, i sette giorni della creazione biblica più il giorno della Resurrezione).
[...] Un elemento in apparenza incoerente è la cornice di una porta esterna presente sul lato Nord dell’edificio
Essa corrisponde all’interno ad un incavo della parete (presente anche sul lato opposto) ma dal punto di vista funzionale, in apparenza, non vi era necessità di una porta laterale per una costruzione così minuscola. Tale elemento architettonico può far pensare ad una “falsa porta”, analoga a quella presente nelle tombe egiziane fin dalla I Dinastia, attraverso cui si realizzava il passaggio fra il mondo umano e quello divino, il che ben si collegherebbe al probabile significato dei dipinti sulla parete Nord".

Inutile sottolineare, in quanto l'ho approfondito più volte, quanto la Y sia fondamentale nella nostra Antica Civiltà Sarda.
Simbolo di sinergia degli Opposti, del legame con quella che sarà la prima lettera del tetragramma divino YHWH( padedro della Dea Asherah, Archetipo di Sant'Anna), morfologia delle Tombe dei Giganti, e via di rinascita lungo la Via Lattea( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-y-taurina-di-ascensione-lungo-la-via.html?m=0)
Simbologia taurina/uterina.
Come vedete, quindi, Sant'Anna, che viene nominata anche nella ritualistica dei nostri riti sacri, nei brebus della medicina dell'occhio, ha una simbologia archetipale, di Grande Madre, legata sia al preservare la famiglia e la fertilità, sia alla dimensione agricola, visto che si celebra a metà estate, poco prima della celebrazione del Lammas,  legata alla figura del dio Lugh, estremamente importante per la nostra civiltà sarda, legato al nostro Logudoro( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/il-lugh-d-oro-di-orotelli.html?m=0/ https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/festa-di-lughnasadh.html?m=0)
Sant'Anna, talmente Sacra, anche per il mondo agricolo, che, ho letto, da qualche parte, pare non si potesse mietere in occasione della sua celebrazione, il 26 luglio, appunto.
E poi c'è la simbologia e la presenza della falsa porta, che è presentissima in tutte le nostre antichissime Domus de Janas, che fungono da elemento trasmutante per l'ingresso nella dimensione spirituale, come sapete, ne ho parlato tante volte
(https://maldalchimia.blogspot.com/2023/01/le-domus-de-janas-non-sono-capanne.html?m=0)
E poi viene nominato il nord, che è legato alla dimensione dell'Orsa Maggiore in particolare, alla simbologia di ciò che rappresenta, il giogo di bue, viene chiamato ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/01/mogoro-e-lorsa-maggiore.html?m=0/ https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/orsa-maggiore-giogo-dei-buoi.html?m=0/https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/giovanni-juvaleorsa-maggiore.html?m=0), quindi legato alla dimensione della fertilità, abbondanza, rinascita.
Su Juvale, usato anche dalla Sacra Accabbadora ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/simbologia-de-s-accabadora-in-sardegna.html?m=0/https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/dea-acca-laurentiaaccabadorasan-lorenzo.html?m=0)
Sant'Anna è presentissima nella nostra tradizione orale ritualistica.
Viene menzionata e invocata in moltissimi "brebus" sardi, compresi quelli per "sa Mexina de s'ogu", insieme alla propria madre, Susanna.
In entrambi i nomi, notate come è presente la particella "AN".
Anu, dio del cielo
Anubi, dio del mondo sotterraneo.
Il cane/Sirio.
Ne ho parlato proprio nel post di ieri, in occasione della celebrazione di San Cristoforo di oggi( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/25-luglio-giorno-del-non-tempo-e-san.html?m=0)
Il Femminino degli estremi, dei solstizi, che governa buio ed ombra.
An come pANe
An come grANo.
Molte medicine dell'occhio si fanno con il grano, e la simbologia del pane, la cui maestria nel pane ritualistico, qui in Sardegna, è insuperabile, è importantissima, accompagna sempre ogni  nostra celebrazione sarda.
Ne ho sempre parlato.
Anche nei nostri bronzetti sardi, le offerte sembrerebbero dei tipici pani sardi, estremamente simbolici
( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/il-grano-e-la-dea-m-i-tanga.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/su-candelarzu-il-pane-sardo-dell-ultimo.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/festa-di-lughnasadh.html?m=0)
Tanto ancora, da scoprire e approfondire, e, come sempre, estremamente affascinante

Tiziana Fenu
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Dipinto di Josef Wahl

Sant'Anna