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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

venerdì, settembre 05, 2025

💛Dea Baubo e Flora

Prima immagine, Vaso romano-egiziano che rappresenta un sincretismo tra   Iside e Afrodite(I sec aC). 

La Dea è rappresentata in una manifestazione ritualistica chiamata, Anasyrma, il gesto apotropaico del mostrare la vulva, che rivela il grande potere generativo delle donne, che è associato per lo più alla Dea Baubo, della quale ho parlato nel mio scritto iniziale, nel 2020(  https://maldalchimia.blogspot.com/2020/08/le-dee-silenziose.html?m=0

nominandola tra le Dee creatrici, legate alla nostra Antica Civiltà Sarda, in particolare legata alla conformazione vulvare esterna del pozzo di Santa Cristina ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/08/le-dee-silenziose.html?m=0) 

Dal mio scritto: 

"Su babballottu, come vengono chiamati in generale gli insetti piccoli in Sardegna, quelli con le ali, anche gli scarabei, che quelli più grandi, hanno ali atrofizzate. 

Babballotti

B-Abba.. Acqua, Dea Madre. 

B-Abba, trova risonanza anche in una Dea più tardiva, l'oscena dea Baubo, rappresentata come una Dea che ha, nel chakra della gola, Vishudda ( che ha la stessa desinenza della nostra parola sarda "-udda", che indica l'intero apparato riproduttivo femminile) la vulva. 

Una conformazione che rimanda al nostro pozzo Sacro di Santa Cristina, di cui parlerò in modo specifico in un'altro scritto.

La Dea della risata. 

Qui in Sardegna si dice "s'arrisu e s'arenada, pigada e squartarada", che, tradotto, significa "la risata della melagrana, presa e sbattuta con violenza", questo, in modo che il frutto si apra, e gli arilli fungano da elementi riproduttivi, moltiplicati all'infinito. 

[...] La melagrana, che è legata alla simbologia di Demetra e Persefone, quindi al ciclo stesso della vita.  

Persefone rapita da Ade, dio degli Inferi, che la indusse a mangiare i chicchi di una melagrana, e a soggiornare nell'Ade per quanti mesi/chicchi aveva ingerito. 

Solo 6 arilli per volta. I 6 mesi di tenebre, alternati alla luce, nel ciclo vegetativo terreno. 

Come vedete, quindi, c'è correlazione tra pozzo /Baubo/melagrana/risata, e Demetra . 

Il culto di Demetra, qui in Sardegna, è particolarmente sentito, ed è legato al culto dell'acqua, "s'abba", di cui la Baubo fa da trasmutatore energetico, alchemico, per trasformare, con la sua risata alchemica, la mancanza in abbondanza, come la melagrana, che, spaccata, sparge i suoi fecondi arilli sulla terra. 

Il Tempio di Demetra a Terraseo di Narcao, nel sud Sardegna, sorge su una sorgente Sacra. 

Il pozzo, la sorgente, come portale per l'altra dimensione, come il pozzo di Santa Cristina, la cui conformazione ricorda proprio la dea Baubo, che richiama la parola "Abba" (acqua), anche nel nome. 

"Gli Dei nacquero da una risata". 

È grazie alla risata di Baubo, grazie alla melagrana simbolica, presa, spaccata, come una fragorosa risata, che viene distribuita in modo fertile e riproduttivo, senza essere centellinata e limitata ai 6 arilli, che simboleggiavano la possibilità di sopravvivenza ciclica di Persefone/Demetra. 

Il varco/portale, l'acqua, il pozzo Sacro, "S'Abba", Baubo, la Grande Vagina. 

Il Sacro Femminino. 

Se badate, la Dea Baubo, è rappresentata anche con una lira con 7 corde, il ciclo lunare, femminile 

E se è vero che le statuine delle Dee Madri portavano incisa la "bs", il cerchio si chiude

'bs", come il Dio Bes, protettore delle nascite, molto diffuso in Sardegna

Dea Madre, Scarabeo, Dio Bes, la Tanit spesso rappresentata con la testa grande come il Dio Bes, e a forma di cuore, come gli scarabei egiziani, Il primo scarabeo sacro, nasce qui, in Sardegna, ed è la stessa Dea Madre a forma ovoidale, lo psicopompo che accompagna nel regno dei morti". 

Argomento poi approfondito successivamente( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/04/dea-baubopozzo-s-cristina.html?m=0), in relazione anche alla dimensione della sacralità della risata ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/la-risata-degli-dei-bauboabba.html?m=0). 

"L'Anasyrma era praticato anche dalla Dea Iside Anche in Egitto, le donne compivano l’anasyrma in onore della Dea gatta Bastet, che vegliava soprattutto sulla sfera sessuale e sull’intimità femminile.

Narra Erodoto che quando le donne, navigando il grande Nilo, si recavano numerose alla festa annuale dedicata alla Dea, esse si fermavano in ogni città che incontravano sul loro cammino e la attraversavano in rituale processione, suonando gioiosamente crotali e flauti, battendo le mani per tenere il ritmo, cantando, danzando in modo dolce e sensuale, gridando liberi motti alle altre donne egiziane che vivevano nella città, e alzando, fra allegre risa, le loro tuniche fin sopra alle cosce.

Sempre in Egitto, anche la grande Iside era ritenuta maestra dell’anasyrma, ella che “nuda e divaricata”, lasciava “agli influssi benefici emananti dal segreto muliebre libertà di diffondersi per ogni dove”.

E la mitologia egizia narra che la stessa Hathor, Dea bovina era una rappresentazione della Vulva, come la Baubo. 

Dal mio scritto, in cui ho approfondito ulter sull'anasyrma( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/lammas.html?m=0), perché si lega anche ad altre celebrazioni. 

"Un rituale dissacrante, di turpiloquio, tipico delle trasgressive feste delle Tesmoforie, in onore di Demetra. 

Le Tesmoforie si celebravano dall'11 al 13 del mese di Pianepsione ( ottobre/ novembre), ed erano state istituire dalla Dea Demetra dopo la discesa agli inferi, di Persefone, rapita con violenza da Ade, che trascino' con sé i maiali del pastore Eubuleo. 

Celebrazioni rappresentate da donne con un cesto coperto, sulla testa. 

Era solo per donne, che  non dovevano essere vergini. 

Durante queste feste vi erano riti di iniziazione e sacrifici di piccoli maialini. 

Indossavano un polos, un alto copricapo cilindrico o quadrangolare. 

Ma questa ritualistica della risata dissacrante la troviamo anche in contesto egizio. 

Infatti a Bubasti(. nome che rimanda a Baubo), in onore della Dea Gatta Bastet( assimilabile ad Artemide/Iside) durante i rituali lungo il corso dei fiumi, le donne, ingiuriando, si sollevavano le vesti, mostrando la vulva. 

La stessa ritualistica si verificava per l'elezione del Toro Sacro Apis, l'incarnazione del dio Ptah, per augurare buona fertilità. 

Una stessa scena, pare sia stata fatta dalla Dea Hator davanti a suo padre Ra-Harakhte, gravemente offeso in un tribunale divino da un personaggio divino, Baba( nome che rimanda alla Baubo). 

Ancora una volta, una donna che con una risata, opera un intervento risolutore. 

Hator, regina del sicomoro meridionale, era chiamata infatti, anche Hetepet, che viene tradotto come "vulva", signora della fecondità".  

La potenza della donna, non in senso sessuale, ma proprio riproduttivo, procreativo, rigenerante.


Ma questo è ciò che accadeva in un rito agricolo che veniva celebrato prima della nascita di Roma, e che con la fondazione di questa imponente città si involgarì e degenerò, trasformandosi nella festa delle Floralia, in cui si onorava la graziosa Dea Flora, culto italico attestato in tutta Italia, come archetipale Dea Madre, madre della primavera, della germinazione, della fioritura, del risveglio della natura e regina di tutte le piante e dei cereali, in vui le vergini fanciulle, nude e libere, danzavano e passeggiavano e correvano felici per i campi seminati. 

Probabilmente, il termine deflorazione, riferito alla perdita della verginità, risale a queste Floralia romane. 

Dovete sapere che Roma aveva tre nomi, uno pubblico ( Roma), uno segreto, che non si poteva nominare, tenuto nascosto dagli Auguri, perché nessuno potesse imprecarlo( VALÈNZIA), e uno ritualistico, che corrispondeva proprio al nome di Flora. 

 Inoltre, uno scudo sul  Campidoglio, recava una scritta consacrata al Genio Protettore di Roma, Giano, che rappresentava la sinergia delle due polarità. 

Giano. 

Janas. 

Roma, come sapete, ha ripreso molto dalla nostra Antica Civiltà Sarda, ho scritto più volte a riguardo. 

Forse il nome segreto di Roma era Amor, il suo palindromo, quindi in onore di Venere, madre e protettrice di Enea e della stirpe troiana. 

La Dea Flora era la "ministra di Cerere". favoriva la fioritura dei semi, quindi, viene considerata come una Dea Baubo dei festeggiamenti romani, i Floralia o Ludi Florales, che si svolgevano dal 28 aprile al 3 maggio, finivano infatti alle calende di maggio ( si parla del 238 aC, durati tantissimo, fino al 400 ). 

Periodo speculare alle Tesmoforie di ottobre novembre. 

Equinozio primaverile ed equinozio autunnale, traguardati entrambi da due celebrazioni legate alla Dea Baubo, che funge da elemento equilibrante, per riportare Demetra al suo fecondo equilibrio rivitalizzante. 

E d'altronde, questo coincide perfettamente con la simbologia del pozzo di Santa Cristina, nella sua conformazione interna alla muratura, che ha invece la conformazione della Dea Baubo. 

La conformazione a Menat è il punto equilibrante tra i due solstizi verso i quali è orientato il pozzo di Santa Cristina ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/il-menat-portale-alchemico-dei-pozzi.html?m=0) 

Vedete già delle corresponsioni.

I Floralia romani includevano celebrazioni con giochi teatrali, e processioni, celebrando la fertilità, con veri e propri spogliarelli, che iniziavano con il ritualistico  Anasyrma. 

Il tipico lancio del riso, odierno, agli sposi, sicuramente deriva dall'usanza, durante i Floralia, di lanciare semi, legumi, lupini, ceci, ai partecipanti, per augurare fecondità.

La particolarità odierna del riso, sicuramente poi risale al riso apotropaico della Dea Baubo, alla quale si rifà la Dea Flora, come sinonimo di abbondanza, in ogni senso, anche nel "raccolto". 

Riso ( nelle due accezioni semantiche che si sono complementariamente integrate nel corso dei secoli) che ha, sempre nella dimensione della Dea Baubo, una funzione scaramantica, di risalita simbolica del pozzo, degli Inferi, dell'oscurita'. 

Demetra reagisce al lutto, alla perdita di Persefone, con una risata. 

La risata della quale ho approfondito, profondamente apotropaica ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/la-risata-degli-dei-bauboabba.html?m=0). 

Riso ghignante, che sbeffeggia la morte, tipico del riso sardonico, che ha la simbologia  della rinascita, come è capitato a Demetra, che ha ritrovato, grazie alla Baubo, la via di rinascita. 

La nostra maschera ghignante di San Sperate ne è testimone eccelsa. La via di rinascita, in beffa alla morte ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-maschera-dellaldebaran-solare-di-san.html?m=0). 

Anche i Floraria erano dei riti di rinascita, la celebrazione della vita. 

Nei primi cinque giorni, c'erano rappresentazioni teatrali , mentre i giochi si svolgevano nell’ultimo al Circo Massimo, con la caccia ad animali domestici come capre e lepri. 

Secondo Omero fu la stessa dea Flora a permettere la nascita di Ares (Marte). La Dea Era infatti. ingelosita della nascita di Atena dalla testa di Zeus, si fece donare dalla Dea Flora un fiore, il cui solo contatto era capace di fecondare una donna. Proprio grazie a questo fiore Era generò Ares, senza bisogno di contatto con Zeus.

Secondo la tradizione, sarebbe stato Numa Pompilio, il secondo Re di Roma, ad introdurne il culto a Nola, nel tempio di Flora Nolana.

Questo perché, come ho già approfondito nel mio scritto, a Numa Pompilio venne offerto lo scudo di Marte, per mano dello stesso Giove, che ha un Archetipo nei nostri doppi scudi sardi, rimasto nella tradizione della panificazione, nella simbologia del Càbude, il pane sardo ritualistico ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/il-pane-cabude-e-gli-ancilia-etruschi.html?m=0), e quindi doveva rendere onore alla Dea Flora, che ha consentito la nascita di Marte. 


Ma di Numa ho parlato anche riguardo i Flamen Dialis( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/i-flamen-dialis-de-sa-carena.html?m=0), in quanto fu colui che fortemente volle il collegio dei Flamen Dialis, i Sacri Sacerdoti che dovevano captare il Sacro Soffio di Madre Terra, ritualistica che è proprio ad emulazione della dimensione delle Domus de Janas come "carene"/sterni, di Madre Terra, in cui si accoglie il Soffio divino della guarigione e rinascita. 

Guardacaso, la Dea Flora( la cui protezione e culto pubblico, erano affidati ad un Flamine Floris, un Flamine minore del collegio del Soffio divino di Numa ) era considerata la sposa di Zefiro, Dio del Vento. 

Non sarà certo un caso che la nostra maschera sarda del Carrasegare, la maschera che rappresenta il Vento, Su Bundu, venga rappresentata con una maschera rosso sangue( il rosso della de-Flora?) anche se la simbologia, come avevo approfondito, è ben più profonda ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/bundu-bindubindi.html?m=0) 

Un re romano, Numa, quindi, un "etrusco", un antico Kabiro sardo, che ha portato avanti tradizioni ancestrali della nostra Antica Civiltà Sarda. 

La Dea Flora, come altre Dee, aveva anche un suo sacello, una cappella, un recinto sacro, al Quirinale ( il nome Quirino, tra parentesi, è diffusissimo qui in Sardegna) 

Flora era anche la patrona della fazione dei "verdi" (uirides o prasini) nelle corse del Circo.

Nella Roma imperiale e a Bisanzio, i membri di una delle fazioni di aurighi che correvano nel circo (Prasina factio) erano chiamati così, dal colore verde del loro abito. 

Ma in particolare, questo aspetto, oltre che legarsi alla simbologia del Gree Man, di molte divinità, tra cui Osiride e Cernunnos, potrebbe legarsi all'aspetto mitologico sardo dei nostri cavallini verdi, di cui ho parlato in un mio scritto

( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/la-leggenda-dei-cavalli-verdi.html?m=0) 

Numa Pompilio, il sabino, l'etrusco, per i romani, che amavano definirsi "Numani", per indicare la discendenza dal Dio NU, nella doppia valenza  di “dono di NU (del dio RA o del dio Sole) ma anche “la protezione del nume, della divinità. 

Nu/Nun 

Sole/Acqua, la sinergia delle due polarità, anche questa ripresa dalla nostra Antica Civiltà Sarda. 

Nu, desinenza di Nuraghe, dello stesso Numa Pompilio, che, da antico Kabiro, ha aspetti che richiamano la nostra Antica Civiltà Sarda. 

Finalità della Dea Flora, o della stessa Dea Diana, celebrata a Nemi( di cui ho già approfondito https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/13-agosto-dea-diana.html?m=0) 

o della sincretica Iside - Afrodite( quindi anche Afrodite era considerata praticante dell'Anasyrm), dell'antecedente dea Baubo, era risvegliare, onorare di bellezza e vitalità, il Nume della città, con la loro sfacciata e dirompente vitalità, anche sessuale. 

Notate come il nome segreto di Roma, VALÈNZIA, sia corrispondente al nostro sardo "Balentia", la dimensione del coraggio, dell'onore, dell'orgoglio, associata per lo più, guardacaso, perché qui ritorna la simbologia del cavallo, al  coraggio e all'abilità dimostrati nell'equitazione, specialmente durante le feste tradizionali sarde che coinvolgono cavalli, come l'Ardia di Sedilo( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/07/ardia-di-sedilo.html?m=0). 

Ardia di Sedilo correlata anche all'importante simbologia della Tomba dei Giganti di Nixias a Lunamatrona, chiamata su cuaddu de Nixias" ("il cavallo di Nixia") ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/tomba-dei-giganti-di-nixias.html?m=0) 

Dal mio scritto 

"Cuaddu"(cavallo), in sardo, è molto simile alla parola "cuau", che significa "nascosto, custodito, ben conservato", che si accosta molto al significato della parola "ardia", che appunto significa "bardare, custodire, proteggere". 

E, guardacaso, "S'Ardia" è legata ai cavalli. 

Teniamo presente che la razza del cavallo sarda, è la più antica in assoluto, e che forse, questa stele, questo osservatorio astronomico dei solstizi, 

Nixias, è nel territorio di Lunamatrona(1800 a.C.circa, età del bronzo), zona del sud Sardegna. 

La luna, che è legata, esotericamente, proprio all'Argento.

Nyx era la personificazione della notte terrestre, in contrapposizione al fratello Erebo, che rappresentava la notte del mondo infernale. 

Ma c'è un'altra cosa da sottolineare. 

"Egua", il nome in sardo della cavalla femmina(che nel corso del tempo, è andato ad assumere un'accezione negativa, con il predominare del patriarcato), è molto simile al nome della runa celtica Ehwaz, che significa "unione divina", e che rappresenta l'unione mistica per eccellenza, quella rappresentata da una coppia di cavalli, animali considerati sacri, gli Dei guaritori, che proteggevano le unioni. 

I gemelli sacri, legati al mondo dello sciamanesimo, della connessione tra dimensioni, delle ierogamie, come i Dioscuri, protettori dei naviganti, i figli del Cigno(costellazione a cui siamo molto legati, come antica civiltà. https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0),  di Zeus, che indossano il copricapo pileo, simile alla "berritta" sarda"


Tutto ciò si ricollega alla simbologia del cavallo,  chiamato anche Stella Diana, e in particolare alla simbologia dei cavalli. 

Immaginate le antiche esibizioni dei cavalli, le gare, la "fazione verde", nel Circo Massimo dell'antica Roma, magari proprio ispirata alla dimensione dei cavallini verdi della Sardegna. 

"Sa Balentia" dei fantini. 

Roma che viene chiamata, con il suo nome impronunciabile, Sacro, proprio Valentia. 

Il circo Massimo, come la conformazione del nostro Antico sito archeologico Romanzescu( Bitti - Nuoro) datato al 1500 ( ma credo, come sempre, molto oltre) aC. 

Località "Puddu arvu" 

Pollo bianco?. 

Gallo bianco? 

Il Gallo è un animale dal potente simbolismo esoterico. 

È legato a Marte, e qui ritorniamo allo scudo di Marte di Numa Pompilio 

Il Monte del Gallo è anche una zona collinare di Roma. 

Oltre la presenza di un labirinto( interessante labirinto a tre circoli come la Tomba II di Pranu Mutteddu, di cui ho scritto già nel 2020-https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/goni-il-gone-della-vita.html?m=0, e approfondito per orientamenti, recentemente - https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/goni-equinozi-e-solstizi-ciotola-goni.html?m=0/ https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/orientamenti-tombe-e-menhir-pranu.html?m=0), di un  tempio a pozzo, due templi a megaron, se osserviamo la conformazione  delle strutture a gradoni, compreso il  corridoio di 26 metri con gradoni, che conduce alla grande vasca circolare, sempre con gradoni, ci rendiamo conto, che la struttura  che veniva utilizzata dai nostri Antichi Sardi per abluzioni religiose o per riti ordalici, durante l'impero romano, la stessa struttura a gradoni, in scala molto più grande( il circo Massimo, era un 600 metri per 140)viene usata  per i giochi di intrattenimento. 

È la stessa cosa che hanno fatto per il Pantheon, riprendendo dal Santa Cristina ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/pozzo-s-cristina-pantheon.html?m=0) e per lo Stibadium romano( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/stibadium-frosinone-pozzo-di-santa.html?m=0). 

Come sempre, i giri mi riportano in Sardegna. 

Sardegna Cultura Madre, sempre. 


Tiziana Fenu 

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