Per gentile concessione delle immagini e del bellissimo lavoro di Manlio Rubiu, Marina Olla e Roberto Schirru, propongo una personale interpretazione simbolica della riproduzione ipotetica per intero del vaso piriforme ricavato da un frammento figura antropomorfa ritrovato nel nuraghe Is Paras di Isili (le prime tre immagini, la quarta, è il frammento originario che è stato ritrovato)
Un nuraghe, che è tra i più belli della Sardegna, un nuraghe polilobato, con due piani sovrapposti, di cui si conserva quello superiore, con la sua torre altissima, oltre i 12 m
Lo studioso Mauro Peppino Zedda, nel suo "I nuraghi, il sole e la luna" , con le sue misurazioni, ha sottolineato come il rapporto tra base e altezza della Cupola di questo Nuraghe, possiede un'armonia astronomica ben precisa, che combacia con la posizione del sole al solstizio d'estate, quando attraversa il meridiano, alla latitudine di Isili allo Zenit
La sua cupola è una tra le più sofisticata al mondo, al pari di quella del Pantheon, per precisione
Questo vaso piriforme, con decorazione antropomorfa, e questo falso beccuccio, o falso versatoio, si trovano anche in altri vasi, come quelli ritrovati nel complesso nuragico di Genna Maria a Villanovaforru, vicino a Cagliari
Di questo primo vaso, si ha solo un frammento, molto importante, poiché rappresenta questa figura antropomorfa stilizzata, in concomitanza di questo falso beccuccio
Questo falso beccuccio mi rimanda ad un'immagine uterina, un grembo
Anche perché risulta essere decorato, nel caso della riproduzione ipotetica proposta da Manlio Rubiu, con cerchi concentrici, che rimandano all' elemento acqua uterino, femminile (come rilevato dagli studi sul simbolismo dell'acqua dallo studioso Rino Barbieri)
Elemento acqua, presente, anche nella decorazione Inferiore, con elementi a zig zag, visto che anche nell'Antico Egitto l'acqua era rappresentata con tre file consecutive di zig zag, e rimane comunque un'icona simbolica universalmente riconosciuta
Nel vaso di Genna Maria, intorno al falso beccuccio o grembo, come piace a chiamarlo a me, ci sono intorno delle linee che si diramano a raggiera , che potrebbero significare la pioggia, e quindi è un elemento legato all'acqua
Gli occhi della figura antropomorfa del vaso di Isili, nella seconda immagine, rimandano al concetto di acqua, poiché sono due cerchi concentrici
Cerchi concentrici, presenti anche lungo le decorazioni verticali, dove dei gruppi di linee assemblate a "moduli di 3", verticalmente, uniscono i doppi cerchi
Tre, come il simbolo della creazione, del Maschile e del femminile, più l'elemento creato dall'Unione"
"Tre" anche come il ciclo di " nascita /morte e rinascita"
Ma qui è presente anche il motivo a spiga, sia come decorazione tra un ansa e l'altra, sia come elemento di congiunzione tra un doppio cerchio e l'altro
La Spiga che simboleggia la fertilità, l'abbondanza, la ricchezza
La Spiga così importante anche nella conformazione dei Nuraghi, le cui pietre si incastrano perfettamente tra di loro, in una configurazione spiralata verso l'alto, a spiga, appunto
Come ho già scritto in un mio precedente post, i nuraghi secondo me, rappresentano la potenza cultuale del fallo fertilizzante, unito all'accoglienza del ventre materno, della Madre Terra
Un rituale fertilistico di edificazione, celebrato nel solstizio d'estate per garantire il raccolto
Prova di questo mio sentire, è aver letto solo adesso, dopo la pubblicazione del mio post, di due mesi fa, a ulteriore conferma del mio sentire, che su questo nuraghe, lo studioso Zedda scopre questo rapporto "base /altezza" della cupola, che risulta esattamente nella stessa posizione del Sole allo Zenit al solstizio d'estate
Quindi la mia intuizione, nell'affermare che venissero edificati come celebrazione cultuale del solstizio d'estate e della sua fertilità per il raccolto di grano, era giusta.
Avevo scritto, nel mio precedente post
[...] "trigu (grano) e nuragu( questa forma si usa soprattutto nel sassarese)che hanno la stessa desinenza in" - Gu"
La particella "Gu" in sanscrito significa "oscurità", ma significa anche "suonare, emettere un suono onomatopeico, che è un'imitazione del verso del Toro"
Dalla forma "Gu", poi si passerà alla forma "Bu", che poi declinerà nella forma "Bovis" del latino
"Ga", invece rappresenta in sanscrito arcaico l' elemento femminile, la "vacca da latte", il nutrimento quindi
Il "Ga" della spiGA , e il "Gu" de su triGU, del "grano" in sardo, rappresentano il maschile e il femminile, uniti in unico lemma androgino
La parola "Grano", contiene in sé la particella "AN", che è l'elemento femminile della, generazione, della continuità, della produttività, contenuta in una parola di genere maschile
La sacra spiga del grano era uno dei sacri attributi di Osiride
La sua uccisione, e la successiva dispersione delle sue membra, richiama la Sacra Spiga
Si narra che nacquero da esso, 28 Spighe, 7 volte 4, come simbolo di eterna abbondanza
Quasi tutte la divinità, in ogni epoca, furono associate alla simbologia del grano
Perfezione della spiga di grano, che richiama la sacra geometria presente in natura ovunque
E la costruzione architettonica del nuraghe, risponde, nella sua perfezione alla spiga, spiralizzata verso l'alto, ad una precisa conformazione che può essere data da un solo fattore
La frequenza vibratoria
Nuraghe/ Nuragu
Quindi "Gu" come vibrazione gutturale un misto di muggito, suono, canto dell' elemento maschile fertilizzante Toro"
Questo scrivevo tre mesi fa. E tutto torna sempre. Come un cerchio logico
Ed è proprio la partitella "AN", contenuta in "grano", che richiama la particella femminile in grado di procreare, che indica la generazione, e che è la radice della parola "Antenati"
E questa immagine, questa testolina antropomorfa con barbetta e con elementi a cerchio concentrici rappresentanti l'acqua,, i capelli appena abbozzati sembra proprio un vecchio antenato, forse il capostipite simbolico di tutta la progenie
Stirpe segnata nel suo corpicino inesistente, che viene rappresentata, nel suo susseguirsi di generazione in generazione, nel corso dei secoli, forse, con queste tacche, come quando segniamo orizzontalmente le tacche della crescita in altezza dei nostri bambini
Una progenie nata dal grembo materno, rappresentato dal falso beccuccio
Una discendenza fertile( le incisioni a spiga), benedetta dalla presenza del femminile, della Dea Madre, che ne ha consentito il riprodursi
Quei cerchi concentrici sotto il suo corpicino a tacche, lo denotano
Un viaggio a ritroso nel tempo dove si onorano i primi Antenati
In tutte le culture e civiltà antiche, compresa quella Sarda, vi è una totale venerazione e rispetto per gli antenati, e d'altronde, anche i Nuraghi sono stati edificati in quel luogo simbolico, dove cielo e terra si incontrano
Quella terra di mezzo, dove l'anima degli antenati può sopravvivere al tempo, alla ciclicità delle stagioni, all'alternarsi della vita e della morte e questo nuraghe di Is Paras, con questa bellissima torre altissima, di oltre 12 metri, sembra proprio un tempio dell'Eterno sempre presente
Vi è anche un pozzo sacro alla base, profondissimo
Tanto alto sopra, quanto profondo il pozzo
Un luogo di culto, appartenente, come datazione, al XIV sec. a.C. , anche se è stato terminato in periodo più tardo , che ha delle caratteristiche femminili
Scendere fino al pozzo profondo, nel grembo della Madre Terra, nelle acque rigeneranti e risalire poi verso verso la divinità, attraverso la rampa dalle scale, sulla torre altissima, la più alta, insieme alla tholos, della Sardegna
Questo scendere i sacri gradini, per poi ripercorrerli rigenerati a nuova vita, lo abbiamo visto anche nel Pozzo di Santa Cristina
Ventiquattro gradini per scendere nel pozzo, rigenerarsi e purificarsi, e 12 simbolici, poiché funzionalmente impraticabili, per risalire purificati, verso il divino
Dodici
Come i dodici metri di altezza nel Nuraghe maestoso di Is Paras di Isili
Il dodici è un numero sacro
È il "2 +1", che porta alla perfezione del tre.
Il 12 è anche il Sacro Archetipo Ebraico "Lamed", che ha la funzione di misura, di parametro, di punto di riferimento
Ne avevo già parlato nel mio post sulle ierofanie solari che si formano proprio sul dodicesimo anello della tholos del pozzo di Santa Cristina, studiate dal ricercatore Sandro Angei
Forse indicavano un momento preciso per la mietitura del grano, secondo me
Giugno è sempre stato il mese della mietitura manuale del grano
Ma ritornando ai vasi
Esistono altri vasi piriformi, che hanno queste stesse caratteristiche, con falso beccuccio a grembo e con figure antropomorfe stilizzate di cui si vede solo il viso , appartenenti al complesso nuragico di Genna Maria a Villanovaforru, in provincia di Cagliari
Entrambi hanno il corpo come se fosse a spiga, simbolo quindi, di fertilità e fecondità
Sul primo, ci sono anche incise tre tacche centrali, abbastanza spesse, disposte verticalmente
Chiaro segno dell' elemento trinitario della creazione, e simbolo anche del processo di nascita, morte e rinascita, quasi a voler celebrare l'immortalità di questi antenati, generati dal falso becuccio "grembo", della Dea Madre, del femminino
Vasi simili con queste figure antropomorfe, sono stati trovati anche nel santuario nuragico di Santa Anastasia, a Sardara, in provincia di Cagliari
Dei visi appena abbozzati, con gli occhi cerchi concentrici, e decorati con dei triangoli che richiamano di certo l' elemento femminile, poiché rappresentano l'elemento acqua e le sue onde ma, credo che siano nello specifico, dei vasi votivi in protezione della gestazione, visto che questo elemento dei triangoli consecutivi, si era ritrovato anche nella Domus de janas Corongiu nel petroglifo della necropoli De S'acqua Salida a Pimentel, in provincia di Cagliari, che racconta l'evoluzione di una gestazione, come ho già descritto in un mio precedente post
Magari si trattava sicuramente di vasi votivi per invocare la protezione degli antenati, e assicurarsi una stirpe sana e protetta proprio durante la fase di gestazione, visto che il falso beccuccio ricorda un grembo, che magari veniva anche riempito con dell'acqua per sottolinearne la sacralità del rito
Sempre si delinea nella cultura Sarda, e nella manifestazione di questa grande civiltà, che niente è lasciato mai al caso
Tutto viene descritto con una grande minuzia simbolica e rappresentativamente ed esteticamente, in modo pulito e senza fronzoli, ciò che si celebra in ogni istante : l' incontro degli opposti, di quel "vuoto/ pieno", di cui il Nuraghe è eccelso e Maestoso testimone
Un testimone del Tempo che resiste al tempo stesso
Perché nella civiltà Sarda c'è sempre equilibrio tra passato e presente, di pieno/ vuoto, di maschile e femminile, di Sole e Luna, e di fuoco e acqua
Perché solo in questo equilibrio si può rappresentare l'eternità e l'immortalità
Tiziana Fenu
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Riproduzione Manlio Rubiu vaso Isili
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