L'equinozio d'autunno è estremamente importante, dal punto di vista alchemico, perché è un momento di transizione, di passaggio.
Come il chiasmo del crossing over della meiosi durante la divisione cellulare, in cui si determina se scegliere la morte, funzionale alla nuova vita, e scegliere il periodo di incubazione ctonio, nell'ombra, nell'athanor alchemico, uterino, lontano dai percorsi solari, chiari.
Si entra in una dimensione spirituale, divina, in connessione con la nostra intima Essenza, e, per questo motivo, ancora in maggiore connessione con la Coscienza Divina, cosmica, di cui si diventa parte integrante, a livello cosmogonico, Monadico.
È il paradosso dell'isolameno.
Un ossimoro del nulla, che il tutto contiene.
Un passaggio iniziatico, che non è gloria solare, ma intima vibrazione, che crea una rete di connessioni che viaggiano veloci.
Il paradosso dell'autunno.
La lentezza delle serate diluite tra luce e ombra.
Le foglie che cadono lente.
Le tisane pomeridiane tra le mani che lentamente riempiono sensi e anima di percezioni sottili, da degustare con lentezza.
Sono autunnale fino al midollo.
Dalle prime copertine in pile, mentre leggo, alla melanconia che mi appartiene da sempre, essendo questo, un momento iniziatico di passaggio, sempre, costantemente presente.
Mi lascio andare lentamente, sfidando la forza di gravità, e lentamente, abbandono, dimentico, accetto.
Ringrazio.
Sapendo, che già non sono più la stessa.
Una dimensione mortifera, al contempo sublime, magnificente, e terrificante.
È Bellezza che si esplica in queste calde tonalità.
Come una coltre di foglie sul proprio sepolcro.
Eppure, il loro sgretolarsi, sotto i passi della vita stessa, è come lo scoppiettio della prima legna che brucia nel camino, ed emana quel tepore che rapisce, che incanta.
Che danza con pensieri e sensazioni.
Senza direzione, senza esternazione.
L'esserci, nel non esserci
È la naturale dimensione intima del ritrovarsi.
In tutte quelle sfumature che la Madre offre alle sue creature in questo periodo.
Ciò che era, deve essere disintegrato.
Come le stesse foglie, sui nostri nuovi passi, affinché ci si liberi da ogni legame, e ci si ricompatti in una dimensione più universale.
Come polvere di stelle che ritorna al proprio cielo, e si manifesta in nuove costellazioni, pronto a rinascere, di nuova energia, nel solstizio invernale, per germogliare, e manifestarsi totalmente nell'equinozio primaverile, e prepararsi ad una nuova morte alchemica, nel solstizio estivo.
È il momento dell'accettazione, propedeutico a questo passaggio autunnale iniziatico, in cui vi è un passaggio da certi elementi grossolani, a quelli più eterei, che rivelano proprio la dimensione misterica della morte, necessaria per capire la stessa dimensione misterica della vita.
Un passaggio sacrificale, in cui si può anche decidere di non ritornare più nel mondo e nella comprensione degli Uomini.
In termini umani, subentra il "non me ne frega più niente".
L'autunno è un sublime Maestro
Insegna il distacco.
Insegna l'integrazione.
Autunno
Autumn
Atum
Atomo
Atum, dio che si autogenera.
Come un Atomo.
L'autunno, è la Bellezza solitaria di questo Atomo.
Un Atomo, che si percepisce in ogni Attimo.
Senza frenesia, senza paragoni, senza vincoli.
Le linee del tempo, si strozzano in quel chiasmo di crossing over, propedeutico alla divisione, e quindi alla nuova rinascita, creando delle Slinding Doors di nuove consapevolezze e percepire, a riflesso, di ciò che è sempre, sempre giusto che sia.
Tiziana Fenu
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