Ci siamo.
Domani, Giovedì 20 marzo, alle 10:01, ora italiana, abbiamo il passaggio nell'equinozio di primavera.
Ultimo giorno nel segno dei Pesci, poi subentra il segno dell'Ariete, e ricomincia un altro ciclo astrale/zodiacale.
Ariete, che ha l'Archetipo dell'Eroe.
Eroe da "ieros gamos", unione degli Opposti
Molto simbolico, questo passaggio, perché abbiamo l'elemento acqua dei Pesci e della Nun, il Sacro Archetipo Ebraico che traguarda questo passaggio, legato alla dimensione dell'acqua trasmutatrice, in sinergia con l'Arcano Maggiore XIV della Temperanza, che si relaziona con l'elemento Fuoco dell'Ariete, e con l'elemento Fuoco della luna Calante in Sagittario.
Un passaggio importante, come ho già sottolineato per il plenilunio in Vergine, con eclissi lunare, perché si incastona tra le due eclissi, tra quella del 14, appena passata, e l'eclissi solare del novilunio in Ariete di Sabato 29 marzo, sotto il segno dell'Ariete.
Un equinozio, la celebrazione di questo Oestara, che celebra il risveglio della primavera, ma soprattutto celebra il momento di unione tra l'energia solare maschile, e l'energia terrena femminile, lunare, perché oscura, ctonia, come il ventre che ospita i semi che ora devono germogliare.
Infatti, anticamente, la festa di Oestara, che anticipava la Pasqua, era una festa lunare, e si celebrava sulla prima luna piena dopo l'equinozio di Primavera.
L'Equinozio implica comunque una discesa nel mondo sotterraneo, nelle tenebre, rappresentata dai Sacri Femminili di ogni epoca e civiltà.
Persepone, Kore, Afrodite, Iside, Ishtar, Minerva, Venere, ecc, che risalgono in superficie per unirsi allo Sposo solare.
Questo passaggio è molto simbolico, perché il seme, per germogliare, e arrivare in superficie, deve abbandonare la sofferenza degli abissi, del buio, della solitudine, della crepa, dello strappo, necessario, per la rinascita.
In questo passaggio così importante, ci viene in aiuto l'energia del Sacro Archetipo Ebraico Nun, funzione trasmutazione, in cui le due polarità, come una Vesica Piscis, agiscono in sinergia.
Siamo propensi, tendenzialmente, e in modo innato, in questo periodo, a cercare nuovamente la connessione primordiale con la natura, con i suoi ritmi, con i suoi cicli sacri, e si diventa, energeticamente, tutt'uno con essa, in un profondo anelito di rinnovamento, di pulizia interiore, aiutati dal plenilunio ed eclissi lunare, appena trascorsi, molto carichi positivamente, proprio a ridosso dell'equinozio.
Si fiorisce insieme ai fiori.
Si profuma di nuovo, di essenze inebrianti, in una vitalità dirompente.
Questa sublimazione, veicolata dal Divino presente, in modo naturale, in natura e anche in noi, è il modo più naturale per contrastare la forza di gravità delle basse energie.
Nelle Antiche Civiltà, il periodo più favorevole per il concepimento, era proprio l'equinozio, in modo che si attraversasse la porta del Solstizio durante la nascita.
Anche le nostre Domus de Janas in Sardegna, sono orientate ai Solstizi, considerate le porte degli umani(solstizio estivo, sotto il segno del Cancro) e degli Dei(sotto il segno del Capricorno).
È un passaggio mercuriale, questo dell'equinozio di primavera, poiché l'aria diventa più calda e l'acqua evapora più velocemente.
Anche la simbologia veicolata dal numero dell'orario di ingresso dell'equinozio, indica questa sinergia
Ore 10:01
Un numero speculare.
Un 11
Undicesimo Archetipo Kaf, funzione "penetrazione", Arcano Maggiore XI della Forza.
La forza della stessa Kundalini, del numero 11, delle due nadi, Ida e Pingala, che, insieme, creano la sinergia stessa della vita.
Entrare nella vibrazione di questa connessione, significa "penetrare" la materia, carpirne il mistero, pur nei nostri umani limiti, in accoglienza, come la mano aperta che rappresenta la Kaf.
L'Equinozio, quest'anno cade di Giovedi.
Giove che rappresenta il Sole.
La forza del Sole, di Giove, dei fulmini, nella mitologia.
Un'energia elettrica, maschile, a cui la magnetica Madre Terra, femminea, tende con istinto e naturalezza.
Dobbiamo tendere, al nostro Sole interiore.
Non è più tempo si stare nell'Ade.
L'Universo reclama la nostra manifestazione( e siamo in anno 9 di Manifestazione, del venire alla luce del Sole), perché ha bisogno anche della nostra Energia, dinamica, creativa, calda, amorevole, sessuale, folle, meravigliosamente umana.
L'Universo ha bisogno della nostra verità.
Necessita che essa entri in Frequenza con la sua.
Ci sta guidando in ogni modo possibile.
E quante verità, stanno venendo a galla.
È uno straripamento.
Un esondare che non può essere fermato, di cui, anche la Natura, ne è specchio.
L'Universo si ferma incantato, quando danza la sua Creatura più bella, e partecipa a questa danza, con segni, sincronismi, messaggi subliminali, e tutto ciò che ci mostra, per farci capire quanto ci ama, perché siamo un suo riflesso, e ama ciò che di bello, di essa, portiamo nel mondo.
L'equinozio, in termini cristici, simbolicamente rappresenta il Cristo attraverso la sua vita, la sua passione e la sua morte ed è il viaggio iniziatico del Sole spirituale, cristico.
Gli antichi mistici consideravano il sole rituale come una divinità che ci guida verso i mondi superiori della coscienza Cosmica, perché bisogna imparare ad operare fuori dal corpo fisico guidati dal sole di mezzanotte, cioè dal Cristo cosmico, che ha avuto, nel corso delle civiltà, diversi avatar.
In questo equinozio di primavera, il sole fisico punta verso il nord per dare vita a tutta la creazione, mentre il sole di mezzanotte o quello spirituale, il sole di Cristo, punta al centro di noi stessi, alla nostra stessa vita, se impariamo a seguirlo.
E ogni anno il Cristo/ Sole deve rivivere la sua morte, la sua crocifissione, la sua resurrezione, per fare questo percorso iniziatico.
Betlemme, dove è nato Cristo, è un nome esoterico in lingua caldea, e significa "lingua di fuoco".
Belen e' la sua radice, e significa Torre de Bel, la torre di fuoco.
Quindi questo significa che come iniziato, si deve imparare a lavorare con il fuoco sacro ed eliminare gli aggregati psichici, in modo che il Cristo scenda nel nostro cuore.
Tutte le civiltà hanno adorato il sole comprese le antiche civiltà, i Maya, gli egiziani, gli Incas..
Ma non consideravano il sole come sole fisico, ma ciò che c'era dietro, e che rappresentava, il Logos solare che ha una sua unità Multipla e perfetta.
Infatti il nome di Cristo viene dal greco Krestos, "fuoco", perché Cristo è l'energia del Sole, del Logos solare.
Presso gli antichi egizi era adorata la divinità Apis, molto importante specialmente durante il passaggio dell'Equinozio, che rappresentava la potenza generativa e procreativa della fertilità.
Il toro prescelto doveva avere disegni particolari sul suo manto.
Un triangolo bianco sulla fronte, una macchia bianca a forma di luna crescente sul fianco, e un'aquila sul collo.
Veniva consacrato a Menfi e veniva considerato l'incarnazione del dio Osiride.
Si dice che il Dio Ra, il dio Sole, pianse per ogni morte di questo Sacro Toro.
Le sue lacrime scesero a terra e si trasformarono in api operose che iniziarono a formare un alveare.
Si associava il concetto di fertilità del Dio Toro con quello delle api, che sono produttive e servono per impollinare ,quindi per rendere fertili tutti i raccolti.
Da qui, l' associazione Dio Apis(Toro) /Api.
Ed è per questo motivo che le api venivano considerate sacre, perché logicamente importanti per l'economia e perché il miele era usato nei rituali sacri funebri, ma anche per le sue proprietà magiche e terapeutiche.
Il faraone del Basso Egitto usava come emblema reale dell' Impero, proprio l'Ape Regina coronata
Esisteva anche un luogo culto per onorare la morte delle api , chiamato Tomba Pabas, cioè la "tomba delle api", ed è per questo che forse i tipici dolci sardi chiamati pabassinas, richiamano questo nome, perche sono dolci fatti con la sapa del miele.
Nel giorno dell'equinozio in Egitto si celebrava la "festa dell'incendio dell'universo".
Probabilmente sì facevano delle offerte animali in onore del dio Toro /Apis perché si tingevano di sangue animale gli alberi e gli armenti , dove il sangue simboleggiava il fuoco Celeste che al ritornare del sole dell'equinozio, con l'uscita di ariete, entrava in Toro, rappresentato dalle api che fanno rifiorire la natura fecondando le infiorescenze.
L' equinozio era considerato il termine del diluvio e l'inizio del Regno del Fuoco , cioè un passaggio dalle tenebre alla luce, dal Regno delle acque a quello del fuoco.
Subentra il genio creatore della natura, il Dio della luce, il dio Apis, che era considerato il conduttore del cocchio del sole, perché è collegato alla costellazione delle Pleiadi, che rappresentano l'illuminazione, la Rivelazione.
Ma anche nel Toro è presente la sinergia "maschile /femminile", taurina /uterina, poiché è anche segno di Terra, governato da Venere, ed è collegato al chakra della gola, il quinto chakra Vishudda, a cui corrisponde, per morfologia e come dimensione creatrice, una del suono, della voce, l'altro della vita, l'apparato riproduttivo femminile ( "udda", in sardo, che risulta come desinenza della stessa parola Vishudda)
Quindi un Toro Celeste che Inizia il suo percorso di rinascita primaverile attraverso il Fuoco.
Toro Celeste, che incendia l'universo partire dalle equinozio, lì dove il diluvio dell'inverno aveva creato distruzione.
In questo modo le api diventano le Sacre produttrici: coloro che producendo il miele, si organizzano nelle loro cellette tridimensionali che ricordano la forma tridimensionale della merkaba.
Le api con le loro cellette a forma esagonale che formano la struttura della Merkaba, che è una griglia di linee di luce cristallina disposta secondo i principi della geometria sacra che tiene collegato il nostro corpo fisico, emozionale e mentale, creando un campo rotante di energia a forma di un tetraedro stellato che ha l'imprinting della stella di David.
Stella di David, perfettamente equilibrata, nella sua conformazione di due triangoli che si intersecano, la cui Matrice, resta la Vesica Piscis, simbolo dell'Archetipo Nun di questo equinozio.
Equilibrio manifestato anche dall'Arcano della Temperanza.
È in questo equibrio, che ritroviamo il nostro Fuoco.
L'autorealizzazione, la manifestazione della nostra vera Essenza.
Un Fuoco che dobbiamo tenere sempre vivo, sempre acceso, perché ha una forza ascensionale, che punta verso l'alto, che si complementa con l'energia , che ingloba, centripeta, dell'acqua.
Uno purifica, l'altro radica, fa germogliare, nutre le radici, la memoria, il senso del noi, dell'essere qui, in questo istante.
Sono nutrimento entrambi, esterno ed interno.
Condizione necessaria, un asse energetico, di espansione e contrazione, come lo stesso ritmo dell'universo.
Come il ritmo orgasmico che crea la vita.
Il Fuoco necessita dell'acqua, per non divampare, per essere contenuto e non diventare distruttivo, così come l'acqua necessita del Fuoco, per manifestare la vita.
Il Fuoco del Cuore.
Nella Medicina Tradizionale Cinese, il cuore è legato all'elemento Fuoco, i Reni, all'acqua, e sappiamo bene, quanto il filtraggio sia importante per il nostro corpo, ma anche e soprattutto, a livello eterico.
Cuore si, ma bisogna mantenere il livello osmotico in equilibrio.
Saper filtrare bene.
Percepire ciò che è nutrimento, e lasciar andare, o non fare entrare scorie inutili.
Sto osservando moltissime dinamiche, in questi ultimi giorni.
Acqua come Mercurio, al primo stadio di trasformazione, la materia che si purifica con un'abluzione metaforica, dopo la morte e putrefazione della prima fase alchemica.
L'acqua è Energia dinamica, scorre, lava, purifica
Il Femminino, celebrato da questo equinozio primaverile, la Dea Ostara pagana, chiamata anche Eostre, la cui radice indoeuropea "awes-", brillare, richiama l'energia radiosa del sorgere del sole.
Un equinozio straordinario, altamente sinergico e profondo, in cui si sprigiona l'essenza delle cose, che si trasformano nel loro incontro mercuriale.
Nella Ruota di Medicina, durante l'equinozio primaverile, assistiamo al passaggio dalla direzione del Nord alla direzione dell’Est, che rappresenta l'energia del nuovo inizio, verso la luce, la luminosità, l'illuminazione, la vitalità, l'intensità, il cui animale simbolo è l'aquila, che punta alla vette, verso il Sole.
Come il nostro Sagittario di Fuoco, che equilibra questa luna calante dell'equinozio.
Il volo che vede oltre, perché sa prendere le distanze, il cui punto di equilibrio, sono le sue ali, come le due polarità della Temperanza, della Vesica Piscis della Nun.
Apertura di ali, ma anche apertura di cuore, in fiducia nell'Universo, con il nostro Fuoco interiore che arde, sempre più alto, che dobbiamo saper gestire.
E si gestisce nel terzo chakra, Manipura, il plesso solare, il fuoco gastrico in grado di trasformare e portare energia al nostro organismo.
Ci mette in contatto con il nostro Potere e potenziale, in quanto manifestazione del Grande Spirito Universale.
Ci siamo.
Equilibrio e trasmutazione.
Volo alto.
Perché siamo ali.
Non il ramo che ci sostiene.
Con infinita gratitudine sempre
Tiziana Fenu
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