“Le parole sono come dei vasi di fiori che cadono dai balconi.
Se sei fortunato li schivi e vai avanti sulla tua strada, ma se invece sei un po' più lento, ti centrano in pieno e ti uccidono”.
Andrea Spezzacatena
"Il ragazzo dai pantaloni rosa"
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La lentezza è osservazione.
È respirare.
È sentire il battito d'ali di una farfalla
nel frastuono del mondo.
Percepire un accordo.
Un'inflessione di melodia
che si increspa
sui macigni che ci pesano sul cuore.
La lentezza è moviola
che fa di ogni istante
dimensione.
Capsula fuori dal tempio e dentro il tempio.
Il nostro.
Quello Sacro.
Che non è di tutti.
Che non è per tutti.
Bisogna onorare queste Anime,
questi Antichi Custodi.
Chi si sofferma nei nostri occhi.
Chi non ci scrolla velocemente,
alla velocità di un display.
Perché ogni momento
creato insieme,
di profonda connessione,
di profondo rispetto e riconoscimento,
crea ponti che bypassano
distanze, miserie, solitudini,
che non ci fanno percepire gli abissi,
né gioire delle vette,
e tutto ciò che di mozzafiato
il panorama ci può offrire,
nell'ebbrezza del volo
di cui ci fa partecipe.
Su quel crinale,
che può essere
perdizione o libertà.
Ma pur sempre verità,
la cui Bellezza
può far male da morire.
Da morirne.
La Bellezza non è per tutti.
È un Dono.
Andrea, la continua a custodire altrove.
E il suo riverbero
è Bellezza di un dolore struggente
che spacca il cuore.
Tiziana Fenu
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Il ragazzo dai pantaloni rosa
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