Scoperta recente di pochi giorni fa( link di riferimento https://archaeologymag.com/2025/11/rare-natufian-figurine-of-a-woman-and-a-goose/).
"Un reperto straordinario( prima immagine, che rappresenta una rara STATUETTA NATUFIANA di 12.000 anni fa, di donna e oca integrate insieme.
È stata ritrovata nel nord di ISRAELE e risale al periodo epipaleolitico. La statuetta di 12.000 anni fa, è stata identificata nell'insediamento tardo natufiano di Nahal Ein Gev II, vicino al mare di Galilea; raffigura una donna accovacciata con un'oca posata sulla schiena, un'immagine diversa da qualsiasi altra cosa precedentemente trovata nel sud-ovest asiatico.
La statuina, complessa, originale e articolata, è alta solo 3,7 cm, ed è stata modellata in argilla locale prima di essere riscaldata in un camino a temperatura controllata. L'esame microscopico ha mostrato tracce di ocra rossa su entrambe le figure e persino un'impronta digitale parziale lasciata dal suo creatore, probabilmente una giovane donna, sulla base dell'analisi del motivo a creste.
L'opera è stata rinvenuta in una struttura in pietra semicircolare utilizzata per sepolture e depositi insoliti, tra cui la tomba di un bambino e una collezione di denti umani. Il contesto, unito all'accurata modellazione e al soggetto simbolico, suggerisce che la statuetta avesse un significato rituale o spirituale per la comunità che l'ha realizzata.
I NATUFIANI , che vissero nel Levante tra circa 15.000 e 11.500 anni fa, furono tra i primi gruppi della regione a stabilire insediamenti permanenti o semipermanenti. Vivendo prima dell'avvento dell'agricoltura, stavano già sperimentando forme artistiche che avrebbero prosperato nel Neolitico . La nuova statuetta sottolinea il loro crescente interesse per l'immaginario narrativo, la creazione di miti e i legami simbolici tra le persone e il mondo naturale".
Sui NATUFIANI avevo già avuto modo di scrivere qualcosa, tratto da MIRCEA ELIADE "Il dizionario degli Dei", mio grande punto di riferimento
( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/07/alla-fine-del-natufiano.html?m=0
"Alla fine del Natufiano, all’antivigilia dell’invenzione dell’agricoltura, assistiamo alla «nascita degli dèi». L’arte dei cacciatori franco-cantabrici durante il Paleolitico recente, precedente perciò alla cultura natufiana, era un’arte animalista. Tuttavia a volte è presente anche la figura umana: un esempio sono le Veneri paleolitiche dette aurignaziane. Il Natufiano ha lasciato pochi generi di figure antropomorfe. Esse compaiono soltanto nell’VIII millennio, soprattutto nella regione dell’Eufrate, sotto forma di figurine femminili che diventano sempre più numerose a partire dall’8000 a.C. circa. Le forme sovradeterminate di queste figurine e le loro posizioni sono simboliche e significative di un certo pensiero. Dopo averne compiuto uno studio sistematico, Cauvin non esita a scrivere che all’inizio dell’VIII millennio vediamo ritrarre la figura che sarà la «Grande Dea orientale». A Mureybet essa compare in un ambiente paesano sedentarizzato, ma che ancora non conosce l’agricoltura. La sua comparsa non simboleggia perciò un’idea di fecondità agricola – che si preciserà più tardi – ma un nuovo senso del divino. Intorno al 7000 a.C. una seconda figura umana maschile accompagna talvolta la dea, ma occorrerà attendere Çatal Hüyük nel VI millennio per trovare questo dio nel pantheon neolitico. Presso i cacciatori natufiani predomina ancora l’arte animalista. A Mureybet sono stati trovati dei bucrani, risalenti all’8200 a.C., inseriti in sedili, sebbene il toro non facesse ancora parte dell’alimentazione. Perché ciò avvenga occorre attendere un mezzo millennio (verso il 7700 a.C.). Ciò consente di dedurre che molto presto il toro ha avuto un ruolo nell’ideologia religiosa degli abitanti di Mureybet. Molto tempo prima della sua cattura, esso ossessionava la psiche dell’uomo, che gli attribuì un posto nella sua concezione del sacro. È questo l’inizio del culto del toro che si diffonderà in tutto il Vicino Oriente"
Interessante notare che studi sul DNA antico (come quelli pionieristici di Johannes Krause e David Reich) hanno chiaramente dimostrato i Sardi moderni e gli antichi Sardi mostrano un'altissima percentuale di ascendenza riconducibile agli Early European Farmers (EEF).
Poiché gli EEF contengono a loro volta una COMPONENTE NATUFIANA, i Sardi sono una delle popolazioni moderne con la più alta percentuale residua di questo ANTICO L'INGAGGIO LEVANTINO, nell'area del Levante che comprende gli attuali Israele, Palestina, Giordania, Libano e Siria.
Vivevano in villaggi, e costruivano anch'essi strutture in pietra circolari.
In pratica, geneticamente, la Sardegna ha agito come una "capsula del tempo" genetica, preservando in modo straordinario il profilo dei primi agricoltori neolitici europei, che a loro volta erano parzialmente derivati dai Natufiani.
Avevano il Culto degli Antenati e DEA MADRE , elementi comuni alla nostra cultura Sarda.
Ho già evidenziato in alcuni miei scritti, i PARALLELISMI con la SIRIA e con ISRAELE
Approfondimenti
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/tracce-shardane-in-siria.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/10/vaso-sirianoscacchiera-pubusattile.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/nuraghe-siraisciraicapanna-sudatoria.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2024/05/baal-e-tanit.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/stele-israele-con-capovolto.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/stele-di-chemosh.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/04/capitello-motzacoppella-sincantu.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/05/porta-di-tel-dan.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/shasu-shardana.html?m=0
L'OCA /CIGNO presente, e la sua simbologia, sono molto particolari, soprattutto in stretta simbiosi con questa figura femminile, e mi rimanda ad un altro reperto straordinario, di cui avevo già avuto modo di approfondire, risalente al V secolo a.C., che rappresenta il mito di ELENA, la cui madre, Leda, fu sedotta da Zeus in forma di cigno e diede alla luce Elena e Clitemnestra (e talvolta i loro fratelli, Castore e Polluce) da una o più uova.
Reperto ritrovato in Magna Grecia (Italia meridionale), che era probabilmente associato a culti misterici orfici, dove L'UOVO era un potente simbolo di rinascita e rigenerazione nell'aldilà.
Questo tipo di rappresentazione, viene chiamata "EKKOLAPSIS" (schiusa), è uno dei reperti più preziosi esposti al Museo Archeologico Nazionale di Metaponto, in Basilicata, Italia.
Il CIGNO , e la costellazione del Cigno, sono profondamente legati al FEMMININO .
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2024/08/costellazione-del-cignoelena.html?m=0
"Il Cigno è considerato una delle tre costellazioni legate proprio al segno dell'Acquario, in quanto allineate con la sua ellittica astrale, e insieme, formano una sorta di cono .
-Il Pesce australe, associato alla Dea del Mare Ishtar, l’aspetto femminile di Oannes-Capricorno
[...] Cigno simbolo della vita stessa, portatore di acqua pura e cristallina
Simbolo di VOLO , di energia che guida sulle acque del fiume astrale della VIA LATTEA.
Uccello dello Spirito, la cui ala destra è la A, l'ala sinistra è la U, e la coda è la M.
Il Cigno, HAMSA in sanscrito.
Un nome sacro, mistico, che quando è preceduto da "KALA", diventa "Kalahamsa", l'uccello fuori dal tempo e dallo spazio", immortale.
Vorrei sottolineare che KALARIS ( l'originario nome di Cagliari) e Cabras, o KABRAS, hanno la stessa radice Kala/Ka, di Kala( abbiamo tantissimi toponimi qui in Sardegna con radice Cala-)
La A di Aum è collegata allo Scorpione, che ha il suo antipode nel TORO ( Toro che nella sua simbologia archetipale è legato al 9. I 9 archi del cielo, gli antichi Shardana, come scrissi già 4 anni fa ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0), e che trova nel glifo del Toro♉, una esemplificazione della sinergia lunare e solare insieme, come il numero 9, chiave di lettura e di creazione dell'Universo.
La U è la luce, la Causa prima, l'energia toroidale, legata al Toro( e ritorna la simbologia del Toro)
La M è il Fuoco Sacro, il Leone del periodo estivo ( il triangolo estivo, si manifesta proprio durante il segno del Leone).
AUM che attraversa il tempo-spazio.
La sua STELLA MAGGIORE, che è nella coda del Cigno, DENEB ( insieme a Altair stella della costellazione dell'Aquila, e Vega, della costellazione della Lira), forma il triangolo estivo con orientamento SUD-EST , il triangolo isoscele incastonato tra il Drago/Orsa Maggiore e le Costellazioni zodiacali dell’alto Cielo solare (Sagittario, Capricorno, Acquario) .
Il Cigno, o Croce del Nord, incrocia la Via Lattea con altre due costellazioni importanti( sulle quali avevo già scritto) Sirio e Orione, e insieme formano "i 3 SOLI ", considerati importantissimi fin dai tempi del paleolitico.
Ho scritto a riguardo più volte, perché questa VIA di RINASCITA, attraverso i tre Soli, era considerata importantissima per gli Antichi Sardi, codificata con la Y taurina
( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-y-taurina-di-ascensione-lungo-la-via.html?m=0)
"Solo un'accurata osservazione del cielo, e di tutta la mappatura stellare ha consentito agli antichi Sardi (ma anche alle altre civiltà), di individuare questi precisi punti, di Ascensione, e li avevano individuati già 17.000 anni fa nelle costellazioni delle Pleiadi, del Toro e di Sirio, tutte sulla stessa linea.
Ci sono pitture rupestri che 17.000 anni fa rappresentavano il Toro dalle lunga corna, pur non essendo presente come animale, in quanto arriverà 10.000 anni dopo.
Le stelle più luminose del cielo erano Sirio, con le sue 3 stelle più luminose, l'occhio luminosissimo del Toro, Aldebaran, le tre stelle della cintura di Orione e le Pleiadi.
Erano i "tre Soli", di cui Sirio era il primo sole, la Madre Divina creatrice, Iside.
Abbiamo disposizioni triangolari anche qui in Sardegna. Come i nuraghi trilobati, specie il Santu Antine e il Nuraghe Losa, e di triangoli raffigurati, ne abbiamo ovunque, anche nelle Domus de Janas.
Centri di creazione.
Nascita, morte e rinascita, ma intesi ad un livello superiore, nei loro stargate stellari, che avevano individuato in questa conformazione stellare triadica.
Le antiche mappe di Orione e delle Pleiadi, in ogni civiltà antica, mostrano tre "stelle solari", ma è come se fosse una mappa del paradiso dei loro antichi antenati"
Via di rinascita, lungo la via Lattea, di cui fa parte anche la costellazione del Cigno.
Considerato l'uccello di Fuoco, viene chiamata anche croce di Sant'Elena, scopritrice della croce del Cristo sul Golgota, e artefice della stessa conversione dell'imperatore Costantino, suo figlio.
Il Cigno, insieme al cavallo, gli animali sacri del Sole/Apollo, che guida l'Auriga celeste.
Quindi, una costellazione importantissima, quella del Cigno veicolato, nella sua simbologia esoterica, anche da Leonardo da Vinci.
Il grembo della vita.
Il SACRO GRAAL
Da sempre rappresentato come un TRIANGOLO VULVARE che contiene la vita.
[*i nostri nuraghi hanno l'ingresso triangolare https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0]
Lo si trova anche nelle simbologie delle rappresentazioni artistiche nei quadri con iconografia religiosa, specialmente nei quadri di Leonardo da Vinci, grande genio del simbolismo celato.
Riporto un passo dello straordinario libro "POLARIS MUNDI . Il Leonardo svelato", di JULIANUS DEIULIO, dove si sottolinea, analizzando il dipinto di Leonardo da Vinci, il "Salvador Mundi", l'assonanza tra Cygnus e signum
"Esiste un asterismo particolarmente visibile, soprattutto nel cielo estivo, da cui prende il nome uno dei bracci spiraliformi della nostra galassia. Si tratta della costellazione del Cygnus, il Cigno, situata nel mezzo della Via Lattea e la cui forma ricorda una croce. Immenso e regale sembra volare nella notte, con le ali aperte. La sua particolare conformazione coincide sorprendentemente, al punto da risultare sovrapponibile, con la sagoma della croce di sant’Andrea del dipinto. Di queste geometrie parleremo però a breve. Meglio proseguire ricordando che il maestoso cigno, simbolo di sublime eleganza, è da sempre rivestito di un’aura di sacralità. Lo stesso Leonardo lo rappresentò spesso nelle sue opere, di cui forse la più famosa è la Leda. Il mito narra che Zeus, per sedurla, si tramutò nel candido volatile e dalla loro unione, come già detto, nacquero i Dioscuri. I quali, non a caso, risultano collocati nel dipinto proprio sulla croce-volante. E poi che, secondo Tolomeo, le stelle della costellazione avrebbero la stessa influenza di Venere e Mercurio, ovvero la bellezza e il dinamismo, sintetizzandone al massimo le caratteristiche. Termini che calzano a pennello col Cygnus. Giungiamo così al simbolismo macrocosmico. L’asterismo del Cigno è talmente simile all’insegna cristiana da essere denominato anche “Croce del Nord"
[...] Più imponente di quella del Sud, non visibile nel nostro emisfero, nel periodo di Natale splende nel firmamento, al punto tale da essere considerata uno dei segni della nascita del Cristo
A tal proposito proviamo ora a sovrapporre le principali stelle della costellazione del Cigno sulla leonardesca croce di sant’Andrea. Per prima cosa orientiamo il collo del volatile secondo la direttrice del braccio più lungo della croce, quello che termina in prossimità della mano benedicente del Salvator Mundi. Al centro dei bracci della croce – proprio sulla Terra – ci sarà la stella doppia Sadr. Mentre sul collo del Cigno la stella doppia Albireo. Deneb, l’astro supergigante più luminoso, coinciderà con la stellina della cornice che si trova in basso sul centro-destra. In alto a destra, sull’altro braccio della croce la stella gigante Gienah. Infine, in coincidenza con l’altra stellina in basso a destra sulla cornice, si collocherà la stella Delta cygni. Sorprendente vero? Tutto collima.
[...] Non meno importanti poi sono gli aspetti inerenti alla grazia e alla nobiltà del cigno, esaltati nei poemi cavallereschi. Wolfram Von Eschenbach, ad esempio, narrando le gesta del paladino della ricerca del Graal, descrive Lohengrin come il “cavaliere del cigno”. Fu infatti spesso ritratto in piedi su una barca trainata da uno splendido esemplare di questo uccello acquatico. Infine come non sottolineare il leggendario canto melodioso che la creatura emette prima di morire? Una vera e propria devota lode all’immensità del creato che Leonardo stesso fissò in una delle sue Frasi: Cigno è candido, sanza alcuna macchia e dolcemente canta nel morire; il qual canto termina la vita. Siamo certi che Leonardo fosse a conoscenza di tutti questi aspetti e che dunque i simbolismi del cigno non siano casuali all’interno del dipinto. Un altro modo di significare che il Cristo, con la grazia del cigno, ci conduce alla Salvezza. Accompagnati dalla melodia di uno stupendo canto – altro richiamo alla musica nel quadro – ascendiamo verso il cielo. Dovremo percorrere questa Via da veri cavalieri – alla ricerca del Graal, come Lohengrin –, con nobiltà d’animo e purezza di cuore. Seguendo le indicazioni del genio di Vinci, giungeremo prima o poi alla meta."
[...] anche ELENA , era figlia di Zeus, e di Leda, regina di Sparta e moglie di Tindaro. Zeus si travestì da cigno per sedurre Leda ed Elena fu il frutto della loro storia d'amore.
Anche Elena, quindi, strettamente legata alla simbologia del Cigno, poiché nata da un uovo di Cigno, vede questo stesso, come "uovo cosmico", vagina astrale, grembo, Teth, 9...
In un'altra versione del mito, la madre di Elena era la dea Nemesi, personificazione del castigo.
Del fattore equilibrante.
In entrambe le versioni Elena nacque da un uovo di Cigno nella città di Sparta,
Tra i fratelli di Elena vi erano i gemelli eroi Castore e Polluce, e Clitennestra, futura moglie di Agamennone, re di Micene.
Elena "responsabile" della guerra di Troia.
Sulla sua figura ci sarebbe molto da dire, perché si tratta di uno di quei Sacri Femminini offuscati dal Patriarcato, come sempre.
Un piccolo particolare, però
Era conosciuta anche come ELENA "DENDRITE ”, o dendresis, L’ARBOREA .
Correlata all'ambito vegetativo.
Ma io ci vedo una correlazione linguistica e simbolica tra la radice "DEN- in comune.
La stessa DEN di DENEB , la stella più luminosa della costellazione del Cigno.
E, se vogliamo, la STIRPE dei DEN /DAN.
SHARDEN /SHARDAN
E ritorniamo ai 9 ARCHI della COSTELLAZIONE del CIGNO , designati come gli ANTICHI SHARDANA ".
Sapete, dai miei scritti di approfondimento, quanto la COSTELLAZIONE del CIGNO sia simbolica e importante per la nostra Antica Civiltà Sarda
Approfondimenti
https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/arciere-santa-vittoria-di-serri.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/cappello-ad-atza.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2024/06/costellazione-del-cignobronzetto.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/gonnellino-vcostellazione-cigno-utahuta.html?m=0
Simbolo, quello della croce della costellazione del Cigno, sincretico al simbolismo del cerchio.
La croce nel cerchio, simbolo del MUNDUS PATET ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/croce-nel-cerchioshamain-mundus-patet.html?m=0), che affonda le radici nella nostra Antica Civiltà Sarda ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/nuraghi-i-primordiali-mundus-patet.html?m=0)
Simbolismo presente e collegato anche al SANTUARIO di SANTA VITTORIA di SERRI, al carro, alla biga primordiale con le ruote che portano il simbolo ancestrale de "Urtzu", dell'Orco, custode del Mundus Patet ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/carro-e-pelli-rovesciate-di-santa.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/la-simbologia-della-croce-nel-cerchio.html?m=0) "
Quindi non credo che il riferimento, della complementarieta' donna/oca, o Cigno, molto più probabilmente, sia solo una rappresentazione" romantica di questo legame.
Potrebbe essere UN'INDICAZIONE ARCHEOASTRONOMICA di fondo.
Non dimentichiamoci, che a proposito di civiltà mesolitiche, antichissime, come quella natufiana, risalente a 15.000 anni fa, ancora più recente, è quella di GOBLEKI TEPE, risalente a 12.000 anni fa, di cui ho approfondito altre volte per le correlazioni con la nostra Antica Civiltà Sarda
Nel "PILASTRO 43", detto il Pilastro dell'Avvoltoio, è raffigurata una scena che include un avvoltoio, uno scorpione, un serpente e un UCCELLO con le ali spiegate, che si ipotizza potesse rappresentare la COSTELLAZIONE del CIGNO , importante costellazione per le culture preistoriche del Vicino Oriente, ma soprattutto per la nostra Antica Civiltà Sarda, come sapete, perché ne parlo spessissimo ( il miei ultimi scritto a riguardo, per non fare l'elenco dei precedenti -l
( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/gonnellino-vcostellazione-cigno-utahuta.html?m=0 https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/croce-nel-cerchioshamain-mundus-patet.html?m=0)
Questa ipotesi, dal mio punto di vista, è estremamente plausibile, perché nel pilastro sono rappresentati anche 3 BANDUDDU , o borsette degli Dei, che potrebbero rappresentare, nella loro intrinseca simbologia di "attivatori di coscienza" ( approfondimenti nel mio scritto https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/il-banduddu-e-le-tombe-dei-giganti.html?m=0), le 3 TAPPE dei TRE SOLI LUNGO la VIA LATTEA, di cui fa parte anche, come uno dei tre Soli, anche la Costellazione del Cigno
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-y-taurina-di-ascensione-lungo-la-via.html?m=0
"E questo centro cosmico di rotazione, è indicato con quella X(la conformazione di Orione è una clessidra) e Rho(che rappresenta la via retta che arriva sino ad Aldebaran, la consapevolezza).
La Cruz Christi, il monogramma di Cristo Chi Rho, il Chhrismon, che non è un simbolo solare, ma la via Lattea, via retta per l'Ascensione percorsa attraverso queste X, queste croci.
Infatti la via Lattea è percorsa da tre croci :
1)La X di ORIONE , con la sua conformazione a clessidra (clessidra che ritroviamo anche nei nostri manufatti sardi) che è una croce primaria, cardinale, identificata con Cristo, Osiride e tutti gli Avatar, intorno alla quale ruota tutto, come è sottolineato dalla centralità della cintura dei Giganti di Mont'e Prama inseriti nella quadratura del cerchio, nel pentacolo dell' uomo vitruviano, e nella geometria sacra della Vesica Piscis.
2)La CROCE del NORD del CIGNO , fissa(altro punto di riferimento importante per gli antichi Sardi. La croce del "cigno/cunnus", la via per la rinascita, di cui già parlai in un mio precedente post).
3)E la CROCE che passa attraverso l'occhio del Toro, la stella ALDEBARAN . Costellazione del Toro, di cui fanno parte le Pleiadi, che si trovano sul "suo collo", nel chakra della gola, da dove si esprime il verbo della Creazione, il Logos divino
Il grande uomo cosmico Orione/Osiride, produce la sua manifestazione divina, solare(il suo nome è luce, è Aur, Or, come Oristano), dà la caccia al "Toro materia", con la complicità di sua moglie Sirio/Iside attraverso le Orse, maggiore e minore, attraverso le quali passa la costellazione del Drago(di cui la sua stella Thibau era la stella Polare 2700 anni fa, che ha in sé, anche la costellazione del Cigno).
Sirio che era chiamata "dente di serpente" o "arco" che scaglia la triplice freccia, le tre stelle della cintura di Orione, verso l'occhio centrale Aldebaran del Toro/Apis, porta e perno(con l'opposto Antares-scorpione) verso il cuore solare.
Orione è come Atlante che sorregge il mondo. Come i Giganti di Mont'e Prama, che reggono l'arco della via Lattea dell'Ascensione.
La X di Orione, la doppia piramide, il Vajra degli opposti dinamici, la croce ad elica, ed è il motore della vita cosmica.
Orione è come un Fuoco solare dinamico che consente l'ascensione.
È una svastica con i rebbi, che gli consentono il movimento dinamico".
La VIA LATTEA è un ARCO di cielo, sulla simbologia del QUADRATO , del BANDUDDU , che indica la TERRA .
Cielo e terra uniti, in Ascensione, attraverso tre tappe, i tre Soli, di cui la Costellazione del Cigno, rappresenta una delle tre tappe.
Una SIMBOLOGIA , quindi, ARCHEOASTRONOMICA importantissima, se consideriamo che d'altronde i due PILASTRI CENTRALI (nel Recinto D), secondo le loro ricostruzioni, puntavano verso un punto sull'orizzonte dove la costellazione del Cigno SORGEVA circa 12.000
I pilastri a T
"SA TAULA " in sardo.
Anche il nostro Sacro Altare di Monte d'Accodi, con la conformazione a T, a "Taula", a "tavola", i primordiali altari, è orientato verso la Costellazione del Cigno
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2024/01/sa-taula.html?m=0
"Ho già avuto modo di scrivere riguardo le corrispondenze tra il nostro altare di Monte d'Accoddi( prima immagine) e Gobleki Tepe( seconda immagine, i pilastri).
Per approfondire vi lascio alla lettura del mio scritto a riguardo, di cui riporto solo un breve stralcio.
https://maldalchimia.blogspot.com/2023/07/monte-daccoddi-gobleki-tepe.html?m=0)
"Struttura, che, vista dall'alto, sembra uno dei tanti pilastri a T, di Gobleki Tepe, lo straordinario sito archeologico turco, risalente a 12.000 anni fa, che presenta similitudini con i nostri siti( la conformazione ad utero, la H nei pilastri, gli stessi pilastri a T..)
La conformazione a T, di per sé, indica una zona Sacra di confine tra le due dimensioni. Indica una zona Sacra, divinizzata.
Un portale degli Dei.
Come quando la si trova anche in certe riproduzioni, come il setto nasale e l'arcata sopraciliare a "T", presente anche nei nostri Giganti di Mont'e Prama e nelle nostre dee Madri di Cuccuru S'arriu. Sono esseri divinizzati.
Ma non solo.
L'orientamento dei pilastri centrali nei recinti principali del sito di Gobleki Tepe, puntano a Nord, verso Deneb, che è la stella più luminosa della costellazione del Cigno, la parte finale, la Croce del Nord, e puntano verso la Via Lattea, che, abbiamo visto molte volte, era, per gli Antichi Sardi, la via di ritorno verso l'altra dimensione.
Il luogo delle divinità, il centro della creazione della vita, della rinascita, e dell'universo.
Ho controllato su Google Earth.
Anche l'altare di MONTE D'ACCODDI, è perfettamente orientato verso Nord, VERSO DENEB, che era la stella Polare nel 10.900 a.C. ( le stelle polari cambiano ogni 2000 anni circa. Adesso siamo sotto Polaris, la stella più luminosa dell'Orsa Minore).
Una stella Polare, quindi, visibile proprio durante l'edificazione del sito di Gobleki Tepe, che ha importanza simbolica in ogni Civita e in ogni contesto, come avevo scritto tempo fa".
Ho riportato solo un breve stralcio, perché la mia attenzione, ad ulteriore conferma, ancora un altro piccolo tassello, che la nostra Antica Civiltà Sarda, sia Cultura Madre di tutte le altre civiltà.
La mia attenzione si vuole soffermare su una parola sarda, "sa taula", che indica, genericamente, la tavola, ma che, sicuramente, in origine, era la "tavola Sacra", l'altare per eccellenza
L'altare di Monte d'Accoddi, è un altare sacro, è una tavola Sacra, dove si celebravano unioni ierogamiche.
"sa Taula", in sardo, significa tavolo, ma anticamente, rappresentava sicuramente quel tavolo simbolico, quell'altare, i due pilastri dell'altare sacro.
Taula
Tau-la
Il nome tradisce la radice "Tau-", Sacro ventiduesimo Archetipo Ebraico, che indica il sigillo degli Iniziati.
Sigillo che è presente anche nel solo della tribù dei Dan, poiché la Tau, è formata da una Nun, quattordicesimo archetipo/lettera, e una Dalet, quarto Archetipo /lettera, insieme, e indicano gli Iniziati, i Giudici semidivini, come ho scritto tante volte.
I Giudicati hanno origine da questo concetto.
Dicasi lo stesso per Sa Taula, un altare divino, celebrato da pochi eletti, da iniziati".
Come vedete, c'è un discorso Archeoastronomico continuativo, tra le antiche civiltà, natufiani, Gobleki Tepe, antica Civiltà Sarda, per le quali la costellazione del Cigno era estremamente importante. Noi ne abbiamo segni ovunque, non solo negli orientamenti, ma anche nei bronzetti e nei Giganti di Mont'e Prama ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/gonnellino-vcostellazione-cigno-utahuta.html?m=0)
E la COSTELLAZIONE del CIGNO , proprio perche è collegata alla nascita dei due gemelli Castore e Polluce, i figli di "Zeus/Cigno" e Leda, e quindi alla dimensione COSMOGONICA del GEMELLARE, estremamente presente in ogni antica civiltà, soprattutto nella nostra, sarda( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/il-concetto-di-gemellare.html?m=0), assume una valenza ancora più profonda, in questa rappresentazione simbiotica di un uovo cosmico in cui la Madre Terrena, è sinergica alla Madre astrale, la costellazione del Cigno.
Tiziana Fenu
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