Ancor prima degli Etruschi, i Sardi.
Agarthi, la terra sotterranea.
Sotto i nostri nuraghi, è pieno di cunicoli, e la parola "Agarthi", richiama il sardo "Agattau", che significa "trovato", di un qualcosa che è nascosto alla vista, che si sta cercando, e che si è trovato, come la terra sotterranea.
Sole e Luna, la sinergia sempre presente, nella nostra Antica Civiltà Sarda.
Disco solare, di cui il massimo rappresentate è il nostro Sommo Sacerdote, di cui ho parlato più volte, che ha sul capo, proprio il simbolo drl disco solare ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/07/sommo-sacerdote-approfondimenti.html?m=0)
Atlantide, e condivido totalmente la linea di Sergio Frau, e di molti nostri ricercatori a riguardo, che avvallano questo punto di vista, era in Sardegna.
Abbiamo una chakana inca, anche in una nostra Domu de Jana di Ossi, di cui ho scritto tempo fa ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/chakana-domus-di-ossi.html?m=0).
Domus de Janas lasciate abbandonate a sé stesse, nel degrado più assoluto, mentre le tracce della nostra storia e dei simbolismi e linguaggio che ha custodito, si perdono nell'erosione del tempo
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Etruschi ed Incas
Anche intorno alla fine degli Etruschi sono sorte molte leggende la cui eco si avverte ancora nelle terre di Tuscia e di Toscana.
Una delle più suggestive ha direttamente a che fare con quel mondo sotterraneo così presente nella visione della vita di questo antico popolo tanto da divenirne un pensiero ossessivo. Questa lettura mitica della loro scomparsa li vede inabissarsi volontariamente nelle profondità della terra attraverso l’isola Bisentina dove sarebbe nascosto uno dei punti di accesso al mondo sotterraneo di Agarthi.
Questa decisione sarebbe stata dettata dal tentativo di sottrarsi alla conquista romana ed è considerata una spiegazione del fatto che non sono stati tramandati documenti sulla loro cultura che ci è giunta solo attraverso gli autori romani. Sarebbero stati loro stessi a distruggere volontariamente ogni segno del proprio passaggio sulla terra.
Questa visione collega direttamente il mondo etrusco alla singolare similitudine con la civiltà peruviana degli Inca, secondo un’ipotesi che continua ad affascinare i cultori e gli appassionati di misteri. Anche gli Inca avevano il culto del sottosuolo ed un sistema di valori incredibilmente simile a quello etrusco.
Nella mitologia di questa civiltà precolombiana, il mondo sotterraneo era denominato Uku Pacha ed era il regno dei morti; ad esso corrispondevano il mondo terreno dove vivevano gli uomini e il “mondo disseminate sopra” dove risiedevano le divinità.
L’altra singolare somiglianza è rappresentata dal fatto che anche gli Inca avevano il loro lago sacro che era al contempo il centro spirituale di quella civiltà.
Si tratta del lago Titicaca, il più vasto lago vulcanico del mondo, incastrato tra il Perù e la Bolivia, in cui affiorano due isole considerate sacre, la isla del Sol e la isla de la Luna.
La mitologia Inca racconta dei due figli del dio Inti (il dio Sole), Manco Cápac e Mama Ocllo, che vennero inviati dal padre sulla terra per portare la civiltà quando gli uomini vivevano al pari delle bestie.
Manco Cápac e Mama Ocllo arrivarono sulla terra fuoriuscendo dal lago Titicaca e si diressero alla ricerca della valle ideale dove costruire una nuova civiltà.
Per individuare senza errori questa terra fertile ed ideale, la leggenda racconta che il dio Inti avesse consegnato al figlio un bastone d’oro che si sarebbe conficcato con grande facilità nel terreno una volta individuata la zona adatta. I due fratelli tentarono di far entrare il bastone nel terreno in ogni zona, ma ci riuscirono solo quando raggiunsero quella che è attualmente conosciuta come la valle del Cuzco.
Gli Inca adoravano inoltre il dio Waskar Inka, abitante di un mondo sotterraneo molto simile a quello immaginato dagli Etruschi.
Waskar Inka veniva evocato dai sacerdoti per dispensare insegnamenti sacri direttamente dalle profondità della terra, esattamente come Tages con Tarkun e i primi lucumoni.
L’elemento di congiunzione tra queste due antichissime civiltà, che spiegherebbe molti elementi di similitudine tra culture disseminate
ai lati opposti della terra, è rappresentato dalla leggenda di Atlantide.
Gli enigmatici Etruschi, che nessuno ha mai saputo dire con precisione da dove fossero venuti e gli altrettanto misteriosi Inca sarebbero in realtà i depositari di una conoscenza antichissima, risalente ai sacerdoti di Atlantide.
La leggenda vuole che questi ultimi avrebbero affidato le proprie cognizioni ad altri sacerdoti i quali, successivamente, divennero i fondatori delle maggiori civiltà. Questa trasmissione del sapere sarebbe avvenuta quando i sacerdoti di Atlantide lasciarono il proprio continente, distrutto dal cataclisma che lo fece scomparire. Il loro compito sarebbe stato quello di irraggiare questa cultura in varie zone del globo e tali leggende evidenziano le similitudini con il popolo etrusco. Anche gli Inca avevano molte leggende sul lago sacro Titicaca.
La più importante di queste vuole che il lago fosse abitato dai figli del dio Sole: si tratterebbe di una reminiscenza arcaica della popolazione di Atlantide che sarebbe stata sommersa dal gigantesco specchio lacustre che copre un’area di ottomila chilometri quadrati con una profondità di quasi trecento metri. Sarebbe stato un enorme travaso delle acque del lago a provocare la scomparsa del continente favoloso citato da Platone di cui l’arcaica città di Tiahuanaco (considerata una delle città più antiche del mondo, risalente al 10 mila avanti Cristo) avrebbe rappresentato il porto di quello che era un impero molto vasto, appunto Atlantide.
A Tianhuanaco sono stati infatti trovati i resti di banchine e moli per l’attracco delle navi, il che rappresenta un bel rompicapo sia dal punto di vista archeologico che logico, visto e considerato che la città sorge a ben 4600 metri sul livello del mare. Le stesse leggende andine riferiscono di un lunghissimo tunnel sotterraneo che unisce un luogo in prossimità del lago Titicaca con una delle montagne più alte del Cile, il Descabezado Grande, cosi come sotto al lago si estenderebbero enormi sale costruite artificialmente.
Garcilaso Della Vega, uno dei maggiori poeti spagnoli, dichiarò nel 1500 di avene esplorate alcune. Il parallelismo tra le due civiltà è rafforzato dall’ipotesi fantasiosa che entrambi i popoli siano scomparsi dal palcoscenico della storia inabissandosi nelle profondità del sottosuolo.
Claudio Lattanzi "Misteri, leggende e storia del lago di Bolsena" Intermedia Edizioni
Il dio Inca del Sole Inti
Maldalchimia.blogspot.com
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