Da una pagina, Jenny Mendes Ceramics
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"Miniatura della ferita laterale di Cristo e degli strumenti della passione, folio 331r, nel Libro di preghiera di Bonne di Lussemburgo, prima del 1349 d.C., ora parte della Collezione Chiosters di New York"
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La ferita del Cristo rappresentata come una Vesica Piscis, come un'apertura vaginale, dalla quale, metaforicamente, nasce la vita.
Un sacrificio necessario.
Ne parlai a proposito di una figura emblematica e ricca di fascino, del nostro Carnevale Sardo, Su Battileddu, che rappresenta questa iconografia millenaria del sacrificio funzionale alla rinascita, a cui rimando la lettura nel mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/02/su-battileddu-di-lula.html?m=0)
Mi soffermo su un passo in particolare.
"Il significato macrocosmico del rito è di rinnovamento del cosmo, della sua manifestazione: il sangue che sgorga dalla ferita dell’animale è la linfa che fa rinascere la vita: passaggio necessario per una trasformazione alchemica verso l'oro.
È la divinizzazione di Mitra stesso.
Mitra, l'eroe nato nella roccia (Πετρογενης), annunciava il ritorno del Sole in primavera, come Prometeo, incatenato nella sua caverna, annunciava la continuazione dell'inverno. [...]
"Mitra non è solo luce, ma intelligenza; quel luminare che, sebbene nato nell'oscurità, non solo dissiperà le tenebre ma vincerà la morte...( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/12/mitra-e-il-solstizio.html?m=0)
Ma tutto questo, ricorda, il sacrificio del Cristo, nato in una grotta come Mitra, il cui sangue che fuoriesce dal costato destro, sul lato del Mascolino, quindi, attraverso una ferita ogivale che sembra riprodurre la vulva femminile, dalla quale, escono "acqua e sangue".
Quindi in questa simbologia, la ferita come una vulva, che mestrua, sul lato Mascolino, vi è complementarietà sinergica.
La perdita del sangue.
Un'offerta necessaria, funzionale alla vita stessa.
Si deve fertilizzare la terra, come simbolo di sacrificio necessario per la rinascita dell'umanità.
L'acqua è un elemento femminile, e il sangue versato sulla terra dalla ferita del Cristo, rimanda al sangue mestruale, segno della morte dell'ovulo non fecondato.
Un sacrificio che si rende necessario, per garantire fertilità potenziale.
La morte del Cristo che avviene di Venerdi, giorno dedicato al Femminino, a Venere, alla nona ora di agonia.
Il 9, è il Sacro Archetipo Teth, legato al Femminino, alla gestazione, alla Sophia.
All'intelletto supremo, manifestazione dell'intelletto Divino.
Cristo, come energia androgina, rappresenta entrambi gli aspetti, Mascolino e Femminino, e la simbologia della sua morte, e poi rinascita dopo tre giorni, è esemplificativa di capacità lunare, femminea, di autorinnovarsi, di generare vita, nonostante la morte, proprio grazie alla morte, al sangue di quell'ovulo non fecondato.
Al suo "Sacri-ficio", immolato per poter essere anche garante di vita.
Come vedete, sono ritualistiche ancestrali, che sicuramente affondano le radici nelle prime società gilaniche, matriarcali, e di cui, il Dionisio, ne è solo uno dei tanti rappresentanti".
La ferita qui è rappresentata come una Vesica Piscis.
Astrologicamente l'era dei Pesci inizia con la nascita del Cristo.
Il Cristo veniva chiamato Ichthys, che significa "pesce", una creatura appartenente alla dimensione acqua, la stessa del Cancro, segno d'acqua, che rappresenta la porta solstiziale degli Umani, contrapposta alla Porta solstiziale degli Dei, il Capricorno, segno di terra.
Acqua e terra, le due dimensioni del Femminino, che è custode delle porte solstiziali, come le Janas
Anche le nostre Domus de Janas, Pozzi sacri, nuraghi e Tombe dei Giganti, hanno orientamento solstiziale, perché in questo orientamento è intrinseco il concetto di trasmutazione e di rinascita.
Perché, alchemicamente, Cristo, ha varcato la soglia degli Umani.
La trasmutazione si è potuta compiere, perché le due polarità, maschile e femminile, umano e divino, erano in equilibrio.
Perché ha stabilito una connessione mercuriale, fluida, prolifica, tra esse, come le due polarità della Vesica Piscis, di cui il "pesce/mandorla" mistica centrale, è il nucleo energetico pulsante. Il nostro imprinting vibrazionale.
Quello che ci consente di superare le prove.
Tutte le divinità di un tempo, maschili e femminili, a partire da quelle femminili, come Inanna, sono state rappresentate in equilibrio con le braccia aperte e due animali tenuti per mano, come la conformazione della H.
Pesce (come il Cristo, i Nommo, Mosè, Budda, e tutti gli avatar che lo rappresentano) ha portato la Sapienza sulla Terra, la conoscenza, il Sapere misterico.
La dodicesima costellazione è proprio quella dei Pesci, l'ultima dello zodiaco.
Il Pesce Nommo, o Gesù, o altri avatar che hanno portato risveglio e abbondanza e hanno tirato fuori, hanno portato alla luce, il meglio dell'umanità .
Sono considerati civilizzatori dell'umanità.
Sacerdoti-pescatori, che portano abbondanza attraverso l'iconografia del pesce, rimasta poi fino all'epoca cristiana con un Cristo, che, da buon "Pesce/ichthys" civilizzatore/risvegliatore di coscienze, opera la moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Vi sono anche rappresentazioni della divinità sumera Enki, che per civilizzare le città, "tira fuori" letteralmente, come una "bogadora"( in sardo, è colei che "toglie fuori, colei che fa nascere i bambini) dei pesci dai pozzi, come se simbolicamente, il pozzo, come i nostri tanti pozzi sacri, fossero il ventre dal quale nasce la consapevolezza, la sapienza, la conoscenza di una nuova civiltà, rappresentata dai pesci che guizzano fuori.
Ne ho parlato in un mio post( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/protonuraghe-fronte-mola.html?m=0) perché qui in Sardegna abbiamo un protonuraghe in cui è rappresentata la testa di un pesce, che sembrerebbe essere proprio"sa boga"
"Poi, subito dopo, realizziamo che il dentice, in sardo, si dice "sa boga".
La boga o boba è un pesce d'acqua salata appartenente alla famiglia delle Sparidae, come i saraghi e il dentice.
Il suo nome etimologicamente significa "occhio di bue", dato il suo occhio molto grande rispetto al muso, ed il termine scientifico usato per indicarla è boops boops.
Sa boga è una specie ermafrodita proterogina: tutti gli esemplari nascono femmine e invecchiando si trasformano in maschi. "
Quindi abbiamo un pesce ermafrodita.. Maschile e femminile" .
Come la simbologia alchemica della Vesica Piscis.
" Boga"
Dal verbo sardo "bogare", "togliere/togliere fuori".
Da cui "Bogadora", (la levatrice, colei che dava la vita, colei che "boga", tira fuori i bambini dal ventre materno, contrapposta ad "accabbadora", colei che pone fine alla vita dei sofferenti).
Quindi una sorta di "divinità primigenia", Monade, ermafrodita, che ha in sé, due principi, maschile e femminile, e che richiama anche il Toro, simbolo per eccellenza dell'Antica Civiltà Sarda.
[...] Se notate, sul pozzo, in cui Enki tira fuori i pesci, vi è la rappresentazione di svariati "trapezi", che sembrerebbero tronchi di cono, come i nostri nuraghi.
Cristo può farlo, come Enki, come gli altri avatar, perche è un ermafrodita, una creatura che ha in sé le due polarità, maschile e femminile"
Parlo, nello specifico, del cilindro di Enki, in questo scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/01/cilindro-accadico-isimud-giano.html?m=0)
"Osserviamo il Dio Isimud, un dio minore della mitologia mesopotamica, che fungeva da sukkal (o visir) e messaggero del dio Enki.
Il suo corrispondente, secoli dopo, sarà il Giano bifronte romano.
Fermo restando, che, come ho scritto in un mio recente post, già secoli prima di tutti questi "avatar" del Giano bifronte, Custode del passato e del futuro, e delle porte solstiziali, invernali ed estive, una prima matrice del Giano/ Jano/Jana, si trova nella nostra Sardegna(https://maldalchimia.blogspot.com/2022/01/3112-2021-solstizio-dinverno-toro.html)
"Qui in Sardegna, la figura ancestrale che rappresenta i due momenti solstiziali, è rappresentato simbolicamente dalla Jana, il cui nome deriva da Janna, "porta", in sardo.
Una porta alchemica, rappresentata nelle Domus de Janas come passaggio nell'altra dimensione.
Pare che le Domus de Janas meridionali, che stanno al Sud della Sardegna, siano orientate per lo più verso il Solstizio invernale, mentre quelle settentrionali, sono per lo più orientate verso il Solstizio estivo".
Giano, Isimud, Jana, il Dio Apis, con il suo complementare Osiride, sono simboli di quella Iniziazione cosmogonica, monadica, dalla quale ha inizio la civiltà".
E d'altronde, sono convinta che la dimensione cosmogonica di" iniziatrice " della civiltà, sia stata di competenza femminile.
Il Pesce, archetipalmente, come la Vesica Piscis, sono le due polarità che generano il Fiore della vita.
Un simbolo che crea, che genera, come la vagina.
L'ancestrale dea Ninursagh ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/il-sacro-femmininooannesapkallu.html?m=0), molto probabilmente è la figura Archetipale, monadica, di quelli che poi saranno gli Oannes, rappresentati dal Nommo, gli "uomini pesce" che venivano dal mare, per civilizzare gli umani.
Ma già nella radice del nome, Nin-, possiamo vedere quella Nun, quattordicesimo Sacro Archetipo Ebraico, che indica trasmutazione, nel grembo delle Sacre Acque della Mem, le acque cosmiche ancestrali, in correlazione all'Arcano Maggiore XIV della Temperanza, che implica equilibrio per il travaso da una brocca all'altra.
Un'iconografia mercuriale, tutta al femminile.
Le prime dee ancestrali, venivano dal mare ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/03/le-dee-che-venivano-dal-mare.html?m=0) correlate alla simbologia della Vesica Piscis, in quanto simbolo cosmogonico di creazione, di dimensione vaginale, e correlate alla simbologia della sinergia delle due polarità, rappresentate proprio dalla Vesica Piscis, di cui il Femminino è custode
La ferita del Cristo, un misto di sangue e acqua, è l'emblema simbolico di questa sinergia.
La vagina che è custode dell'acqua di vita, del liquido amniotico, e nel contempo, custode della morte, la morte dell'ovulo, non fecondato che si manifesta con la perdita del sangue.
In questa sinergia di vita e di morte, attraverso la ferita del Cristo, offerta in sacrificio a Madre Terra, si compie l'alchimia trasmutatrice, la rinascita.
Una simbologia archetipale, che, trasversalmente, con svariati avatar, ha attraversato svariate civiltà, e che racchiude in sé, il mistero stesso della vita.
Tiziana Fenu
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