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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

venerdì, luglio 31, 2020

💛Gli Dei delle Spirali

Gli Dei delle Spirali. 

Parlare della civiltà Sarda, non è mai parlare della storia di divinità, di una mitologia nelle quali gli umani si sono riconosciuti per  giustificare il  loro operare, per dare un senso  alla genesi del mondo, alle varie sfaccettature dell'umano che nella divinità si sublimano. 

La civiltà Sarda è una civiltà del "fare, del creare" la divinità, attraverso l'elemento primordiale che ci lega alla terra:  la Dea Pietra. 
Non hanno cercato altrove le loro divinità
Sono entrati in connessione con l'essenza stessa della pietra. 
Hanno cercato, e trovato, il Divino nella Materia, nella Pietra. 

Nella metà del IV millennio a. C. appaiono le prime Domus de Janas, fino a quando nel III millennio a. C. iniziano i primi dipinti ,e non sono solo le sculture a raccontarci di quanta sacralità abbiano celebrato in nome di questa Dea.
Sì perché la pietra è la  Dea in persona, la custode dei segreti. 
La caverna, le grotte naturali, altro non sono, che il ventre materno, non "abitazioni", ma luoghi di culto sacro fin dall'Era glaciale. 
Un luogo intimo dove il tempo non esiste, dove all'interno  di essa, non puoi distinguere il giorno dalla notte. 
Domus  de Janas, scavate nella roccia , come luogo di accoglienza di  simboli legati  all'iniziazione, alla rinascita, al passaggio ad un livello superiore di consapevolezza. 

Mentre le altre civiltà si preoccupavano di  inventarsi degli Dei, gli Antichi Sardi estrapolavano il sacro della materia. 
Sacralizzavano la materia stessa, facendola portavoce del "non tempo", dove la dualità si annulla, dove maschile e femminile si incontrano, dove presente e passato si annullano.
Dove vita e morte sono lo stesso momento di fluidità di ciò che  racconta Madre Pietra. 
Si parte dei Menhir. 
Il Menhir Dea, catalizzatore di energia, dimora sacralizzata a Betilo, "Beth El", "dimora della divinità"
E da Menhir, diventa Dolmen. 
Due pilastri verticali e uno orizzontale, che rappresentano una porta, un passaggio, un ingresso  nell'utero primordiale. 

E pensiamo anche alla pietra come luogo sacro di Recinzione. 
Guardiamo i Pozzi Sacri in Sardegna
Il pozzo di Santa Cristina, con la perfetta forma ogivale, circondata da  un recinto sacro in pietra. 
Che cosa poteva simboleggiare, se non la protezione di un luogo sacro dove avviene il parto simbolico?
La rinascita. 
Un luogo dove ci si rigenera attraverso le Sacre acque fecondate dalla divinità Solare-Taurine. 
Il recinto in pietra della Grande Madre Partoriente. 

Ciò che i Sardi raccontano attraverso la pietra è un qualcosa che va aldilà della narrazione lineare. 
Quella che poi abbiamo visto  raccontare nelle altre civiltà, dove ci si inventa un Pantheon di divinità per giustificare le gesta degli uomini, o la presenza del divino nella vita degli stessi. 
I sardi non hanno inventato nessuna divinità
Non avevano bisogno poiché erano  estremamente connessi con le energie di Madre Terra  e del cosmo. 
Attenti osservatori e indagatori dalla realtà che  li circondava. 
Si sono fatti  essi stessi divinità, creando un tempo  "non  lineare", circolare, femminile, di mutazione, trasformazione  e rinascita, che scardina il normali parametri del tempo lineare. 
Un "tempo non tempo", attraverso il quale i sardi, offrono una chiave di lettura  per acquisire nuove conoscenze, nuove consapevolezza. 

Sdoganandosi da quella mentalità lineare assoluta tipica del maschile. 
La centralità del culto della Dea Madre, di cui la pietra è la sua  personificazione in Forma, in Sardegna, e' rimasta immune dalla perdita della sua centralità nelle civiltà, a favore di un politeismo tipicamente maschile, e che avviene verso il 4000 /3000 a. C., quando ad essa si sovrappone il culto di altri Dei dagli attributi maschili che prendono il sopravvento  sul matriarcato. 

In Sardegna  non c'è stato questo passaggio, perché la pietra, la Dea Madre, è stata testimone e rappresentanza del maschile e del femminile insieme, attraverso  eccelse manifestazioni, a partire petroglifi, dalla struttura e dalle sublimi manifestazioni architettoniche attraverso le Domus de Janas, i Nuraghi, le Tombe dei Giganti, i Pozzi Sacri. 
Penso alla doppia spirale rossa, rappresentata  nella Domus de Jana di Bonorva, che sottolinea la forza androgina, le corna taurine e la forza uterina, i due poli opposti, maschile e femminile, yin e yang in movimento primordiale dinamico. 
Tutto nelle Domus de janas parla di dinamicità, di divenire, di rigenerazione, di rinascita che prevale sulla morte. 

Molte altre civiltà si creano divinità aliene che instillano l'immortalità negli umani
Gli antichi sardi ci raccontano invece, come creano nelle loro Domus de Janas, il mistero della rinascita, della rigenerazione,  dell'immortalità, in perfetta corrispondenza con ciò che c'era al di fuori delle Domus. 
In corrispondenza con Madre Terra, con i suoi cicli lunari e solari. 

Mentre le altre civiltà  creavano Divinita solari e lunari, impersonate da Semidei con le fattezze umane, i Sardi davano regalità e sacralità alle divinità che scandivano le loro esistenze, il loro cicli i loro raccolti: Padre Sole e Madre Luna. 
Non avevano bisogno di altro. 
Si capisce, dalle loro attente osservazioni, dalla loro finissima intelligenza, che valore potessero dare ad un petroglifo o ad una rappresentazione decorativa con l'ocra rossa. 

Grandissimi osservatori di cicli lunari e solari, tanto da poterli incastrare ed enfatizzare al meglio attraverso le loro stupefacenti strutture architettoniche, come i Pozzi sacri, dove i gradini non sono soltanto dei gradini, ma sono simbolo di ogni singolo passo verso un percorso iniziatico che si estrinseca attraverso la perfezione architettonica dalle mille simbologie, così come nelle Tombe dei Giganti o dei Nuraghi o nelle stesse Domus. 
Come potevano perdere tempo  gli antichi sardi( e mi piace chiamarli così ,perché non sono solo nuragici, ma sono "oltre" tutta le loro stesse strutture archittetoniche) nel creare e immaginare dei falsi Dei che riempissero una linearità storica, per lasciare tracce di sé stessi, quando avevano da sperimentarsi nelle ierofanie create con estrema precisione nei Pozzi Sacri, o negli  accumulatori di energia come le Tombe dei Giganti, o gli stessi Nuraghi quando avevano da raccontare il ciclo della rinascita nelle Domus de Janas?

Le Tombe dei Giganti le troviamo solo in Sardegna e già questo di per sé , ne sottolinea l'importanza straordinaria
"False porte" qui, e "false porte" nelle Domus de Janas. 
Sono dei Portali tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti. 
Tombe dei Giganti terapeutiche. 
Domus de janas terapeutiche. 
Pozzi Sacri terapeutici. 
Nuraghi terapeutici. 
Luoghi sacri di incontro della potenza rigeneratrice uterina in sinergia con la potenza taurina,  posizionati proprio sulle linee energetiche più forti di Madre Terra. 
Luoghi di vita, di rinascita. 
Luoghi di incubazione di rigenerazione da millenni oltre che di sepoltura. 
Questo significa solo una cosa.
Che gli antichi sardi conoscevano perfettamente i cicli lunari e solari. 

Tre cerchi concentrici scavati in terra nel pavimento della Domus de Janas "S'Incantu", a Putifigari(Ss). 
Tre fasci circolari sempre piu in profondita' a crescere. 
Tre non è solo il  numero della perfezione, perché lo ritroviamo anche nelle false porte, ma indica sicuramente nascita, morte e rinascita. 
In quella forma circolare incisa nel pavimento che sembra il calco di un ventre femminile gravido, con l'ombelico centrale. 
La gestazione. 
Luna nuova, fasi intermedie e luna Piena. 
Ma non può raccontare di una semplice gravidanza terrena. 
È una gestazione spirituale, di nascita, morte e rinascita. 
Se gli Antichi Sardi  erano così attenti alle lunazioni in particolare, è perché il percorso del Sole è più lineare,  più fisso, diciamo più maschile, rispetto alla luna, con le sue fasi lunari. 
E in che modo avrebbero potuto rappresentare la rigenerazione, la rinascita , il percorso lunare femminile, la gestazione alchemica all'interno delle Domus, all'interno del Grembo della Grande Madre Pietra?

Mi piace molto osservare, e sono sempre molto attenta alla numerologia che i simboli rivelano. 
Il ritmo gestazionale della donna è lunare
Il ciclo mestruale è  di 28/29 giorni, quindi è lunare. 
Osservo altri particolari delle Domus  cercando dove si possono trovare indicazioni precise di questa  gestazione a nuova vita. 

Osservo in particolare il petroglifo della  Domus de Janas Corongiu , nella necropoli di S'Acqua Salida, a Pimentel (Ca). 
Sembra un racconto. una storia con ideogrammi. 
Ci sono cerchi, spirali, triangolini, piccole spirali su  colonne. 
Conto il numero dei triangolini: sono 9
Nove e mezzo, a dir la verità perché l'ultimo triangolino è a metà, e non credo proprio che sia stato un errore o una dimenticanza perché non c'era più spazio per  incidere il terzo lato del triangolo. 
Ma cosa significano 9 triangolini e mezzo?
Più volte ho  ho scritto che questi triangolini rappresentano il moto delle onde,  il femminile. 
Ma oggi, ciò che più mi colpisce  è quel triangolino a metà. 
E tutto l'insieme del petroglifo ha una storia ben precisa. 
Se consideriamo ogni lunazione legata al ciclo mestruale della donna, vediamo che ogni lunazione è di  29 giorni e 12 ore. 
È il moto di rivoluzione della Luna, chiamato anche mese sinodico. 
Un ciclo lunare di 29 giorni ,come quello mestruale della donna, che di solito e' di 28/29 giorni. 
La luna piena è da sempre legata alla fase ovulatoria, all'archetipo della Madre, un energia radiante, rivolta verso l'esterno
Il periodo dell'ovulazione è legato al ciclo della luna piena, della "Luna Bianca" ,celebrato nella maggior parte dei riti religiosi, della fertilità. 
Il ciclo della buona Madre, accettato anche  dal patriarcato gli altri cicli erano considerati  "sconvenienti", troppo "libertini"

Quindi ritornando al nostro petroglifo " Corongiu" del Neolitico finale, 3200 a. C. circa, è straordinario come siano riusciti  a rappresentare esattamente il periodo di gestazione e relativa rinascita alchemica, con un preciso riferimento al ciclo della Luna e dei mesi di gravidanza , rappresentati dai nove triangolini e mezzo
Ed ecco perché l'ultimo triangolino risulta incompleto. 
Non è stata una dimenticanza o per mancanza di spazio. 
No. 
E straordinaria questa simbologia, da brividi
Il simbolo si ferma all' apice, nel vertice del triangolo ,cioè nella "luna piena", nel momento  della nascita, rinascita, del parto. 
Sappiamo bene quanto la luna piena influenza l'elemento acqua e quindi il parto. 
Le statistiche attuali che dicono che non esiste corrispondenza tra luna piena e parto non fanno testo, visto che la quasi totalità dei parti è indotta, o programmata. 
Rinascita che avveniva dentro questi luoghi sacri, dove anche la struttura esterna ricorda un utero nel quale ci si addentra per rinascere. 

Osservando il petroglifo, sembra una narrazione. 
A sinistra ci sono due sfere, due cerchi ,che vicini forse  rappresentano ovulo e spermatozoo, come il sole e la luna che creano la gestazione, rappresentata dai 9 triangolini e mezzo che rappresentano le lunazioni. I mesi della gravidanza. 
9 lunazioni da 29 giorni
9 lunazioni da 29 giorni e mezza fanno 276 giorni
276 giorni  diviso 7, i giorni della settimana ,fanno 39 settimane e mezza

Mostra il periodo di una gestazione. 

In questa fila di triangolini/ lunazioni, al centro vi è la doppia spirale uterina, quasi a rimarcare il simbolismo dei due cerchi iniziali che si uniscono per creare la vita
Spirale uterina  dei due poli energetici Sole/luna, toro/utero, maschile/femminile,  Padre e Madre, l'androgino, il caduceo che sta agendo in pieno movimento  creativo, dinamizzato dalle spirali che si avvolgono internamente verso il centro dell'utero stilizzato  con 3 spire. 
La spirale rappresenta insieme il potere solare e lunare. 
La spirale doppia ritorna verso il suo centro, nell'utero della Sacra Madre a simboleggiare che questo  percorso di rinascita riporta  ad un ritorno al grembo materno, dove morte e vita si fondono in una cosa sola. 
È un  segno grafico primordiale, un movimento al quale si partecipa
Nell'ovulo e nello spermatozoo, ci sono forme spiralizzate, così  come è una spirale anche il  DNA. 
La spirale è la forma ancestrale della vita
E poi, a fine percorso, una spirale singola, più grande delle altre, sempre con 3 elementi concentrici. 

La rinascita è avvenuta.
Il defunto è ritornato nella spirale, nel grembo della Grande Madre. 
Gli elementi sotto, sono due colonne con quattro piccole spirali ai vertici. Indica la forza del percorso terreno,
Quattro come i quattro elementi della terra
Due per ogni lato, che segnano un percorso lineare terreno. 
Ma non questo, ultraterreno, che si è voluto rappresentare con i nove triangolini e mezzo
È un percorso diverso, è un percorso di un altro livello non lineare, in un mondo spirituale. 
È un processo circolare di perenne mutazione, trasformazione e rinascita, nel femminile, nel suo grembo Alchemico
È il processo dell'Energia in continuo mutamento
E quei due Segni grafici a sinistra, quei due "trespoli" o  Arche segnano che il viaggio è appena iniziato, con il Padre e la Madre che  ancora sono divisi nella dualità, che ancora  non sono ancora sinergia creativa androgina
Sono solo due, e non tre, come  quelli che vediamo sulle false porte nelle Domus de Janas. 
Quelle che, ho detto più volte, somigliano ai Torii  giapponesi, e che presiedono all'ingresso verso una zona Sacra. 
Poiché la porta non è solo simbolo di un ingresso, e anche essa stessa simbolo di uno spazio segreto che sta dietro di  essa
Uno spazio di forte pregnanza simbolica
Varcare la soglia è un rito di passaggio verso uno stato di forte trasformazione alchemica, che implica nascita, morte e rinascita. 
Tre elementi. 
Varcata la porta, grazie all'energia androgina di padre e madre insieme si fa un percorso chiuso, completo, compiuto. 
Una rinascita ,da  spirale a spirale, come indica il simbolo in alto a destra. 

La spirale è un simbolo molto complesso che veniva usato fin dal paleozoico. 
È il simbolo che appare nelle conchiglie, le creature primordiali della terra
Spirale che si espande e si contrae, seguendo i ritmi lunari e solari, che vanno di intensificazione o di indebolimento della loro stessa  luminosità. 
Triangoli, rete, spirali  zigzag, cerchi, sono tutti i simboli del femminino, di Madre Terra
E il Toro, l'elemento fecondante Solare maschile, dove può trovarsi,  se non  al centro del labirinto della spirale femminile?
Dove si trova il Minotauro? Si trova al centro del labirinto. 
Ne rappresenta la forza fecondatrice,  che dinamizza il labirinto stesso.
L'aspetto uterino/femminile/lunare e taurino/mascolino/solare, sono imprescindibili  l' uno dall'altra
Il nome del Minotauro era anche Asterione, che significa "forza del cielo" nome che contiene quella triade consonantica "str", che abbiamo già precedentemente  visto, come prerogativa del femminino
"Stria"(barbagianni, b-abba-janna/ jana)/Tirso, il fiume sardo,  Ishtar, Astarte, e altre..

La Venere  paleolitica di Laussel  del 12.000 a.C , scolpita a bassorilievo nell'entrata di una grotta in Francia, tiene sulla mano destra un corno a Mezzaluna, che è inciso con delle tacche corrispondente ai  segni dei mesi lunari, mentre l'altra mano è poggiata sul ventre prominente. 
Una Venere in dolce attesa , sicuramente
Il corno indica ricchezza, pienezza, fertilità. 
Dal corno nasce l'usanza della cornucopia, da regalare alle coppie come simbolo di fecondità  e prosperità. 
La Venere è ricoperta di ocra rossa, che indica la fertilità delle mestruazioni. 
Ocra rossa come quella usata per altre spirali famose come quella nelle nostre Domus de Janas. 

Spirale che istintivamente ha guidato anche le mani di coloro che hanno edificato i nuraghi. 
È come se la spirale i sardi ce l'avessero nel DNA. 
Questo senso di continua  trasformazione, del rigenerarsi continuamente. 
Ispirazione ancestrale che è rimasta nelle sapienti mani di  chi intreccia a spirale l'asfodelo per creare  i meravigliosi cestini della tradizione Sarda, per creare sa corbula
Spirale che e' rimasta come decorazione nei gioielli sardi,
Nella cassapanca, in ogni manufatto artistico della nostra tradizione. 

Il matriarcato si sgretola  piano piano nelle altre civiltà già dal 3000 a.C., lasciando spazio a divinità femminili anche con un' energia distruttiva e nefasta, e qui in Sardegna invece si continua ad onorare il Femminino, con opere che ne enfatizzano la Sacralità fino ad arrivare a figure importanti come Eleonora d'Arborea, che hanno segnato in positivo la civiltà sarda, per alcuni secoli. 

Perché i Sardi non si sono dovuti inventare nulla.
Celebravano il Sole e la Luna. 
E in essi rinascevano ogni volta che li celebrava no. 
In tanti modi diversi. 
Rinascevano come Dei. 
Umani che si sono divinizzati sull'altare delle loro stesse opere. 
In un continuo sperimentare, in ogni campo, dal vino alle imbarcazioni. 
Dei in continua trasformazione. 
Gli Dei delle Spirali, in continuo dinamismo energetico creativo. 

Tiziana Fenu
©®Diritti intellettuali riservati
Gli Dei delle spirali
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La Stele di Boeli, meglio conosciuta come sa Perda Pintà, ossia ‘la pietra decorata’, è un megalite di granito lavorato e inciso risalente alla cultura di Ozieri, ossia al Neolitico finale (3000 a.C. circa)
















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