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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

lunedì, luglio 20, 2020

💛S' Arca Sacra

Riflettevo ancora sul nome della cassapanca sarda. 
A volte le parole si richiamano tra loro in sequenza, come se volessero ancora rivelare quel qualcosa che sfugge ad una prima lettura, che non è mai superficiale, ma può essere distratto da altre contestualizzazioni, da altri percorsi di ricerca. 
Cassapanca. 
Cassa. 
Cascia. 
C'ascia. 
Ascia. 
S' archedda
S'arca
Arca
Arco

Tutte queste parole hanno poi portato ad un percorso che ritorna sempre all'Origine. 
Partiamo dall'aspetto esteriore della cassapanca sarda. 
Ricorda quello dell'arca dell'Alleanza.
Arca /archedda. "Arca piccolina" ( un cofanetto di bronzo risalente all'età nuragica, è stato ritrovato presso il Nuraghe Lungheria di Oschiri, molto simile all' Arca dell'Alleanza). 
Ma c'è anche molto di più oltre questo diminutivo. 
L'Arca dell'Alleanza era stata realizzata in legno di acacia per volontà di Mosè per contenere le tavole della legge che gli erano state dettate da Dio. 
Non aveva potuto vedere Dio in volto, identificato con Yhawn/ Amon /Min, il dio nascosto. 
Di Amon ho già parlato nel mio precedente post, il Dio  nascosto e ingenerato, il Dio della luce, della fertilità dell'elettricità, la cui parte femminile è rappresentata da Min, la parte  che crea nella Forma, il Dio manifestato
Il dio nascosto della luce, nella variante Min, è rappresentato con la pelle nera, che indicava la terra fertile, con una freccia dentata, e una lattuga vicino, le cui foglie strofinate generavano una sostanza bianca simile al latte, che gli antichi egizi veneravano come seme maschile, come sperma ( in sardo lattuga è chiamata "latia", nome simile al latte).
Anche molte dee guerriere egizie venivano rappresentate con il corpo itifallico di Amon - Min, con la testa  di ariete con le corna ricurve che rappresentavano sia la virilità sessuale, ma anche la spirale femminile.
Nella versione Amon-Min, il Dio Amon era a considerato " Toro della stessa sua madre"

Il termine Mimose, con la quale sono celebrate le donne, probabilmente risale a  questa versione femminile di Amon-Min, un Yhawn/ Amon /Min, che chiede di poter realizzare un contenitore che potesse contenere  e custodire la sua Parola, il suo Verbo, specificando che forse in legno di acacia, cioè di Mimosa, in onore alla sua parte femminile, che dà la Forma alle sue parole e che funge da contenitore, da grembo creatore. 
Sì perché l'Arca dell' Alleanza, fu costruita in  preziosa acacia  rivestita di oro, prodotto di un' antica tecnologia, della quale gli antichi egizi erano a conoscenza, e questo antico sapere iniziatico venne trasmesso solo agli iniziati, dei quali Mosè avrebbe fatto parte. 

Nel "Testo della piramide", un antico documento, si parla di una scatola d'oro nella quale Ra, il primo re egiziano ripose un certo numero di oggetti  egiziani molto preziosi, così come "s' Archedda" Sarda, custodisce il prezioso corredo della sposa. 
Sull'Arca dell' Alleanza, vi erano due Cherubini d'oro a protezione del coperchio, tutto in oro,  le cui ali quasi si sfiorano. 
L'Arca era la manifestazione vivente del potere divino. 
Il potere che scaturiva dall'Arca in oro, deriva da quell'arco di luce che si creava dall'estremità di un ala all'altra, dei due Cherubini che stavano accoccolati sul coperchio  dal vano contenitore.
Una specie di luce ed energia, un arcobaleno, un arco elettrico, che distoglieva qualsiasi inconsapevole ad accostarsi all'Arca, senza prima aver fatto un percorso iniziatico, senza essere meritevole  di conoscerne il contenuto prezioso. 
Si narra che chiunque tentasse di forzarlo morisse bruciato e folgorato. 
Molto consono con l'aspetto elettrico e folgorante di Amon, dio dell'elettricità. 
Le lampade ad arco furono poi davvero realizzate  nel 1822, e sfruttavano il principio della polarità opposte, replicando l'effetto che si otteneva tra le punte delle ali contrapposte dei due Cherubini, mentre la luce si manteneva al centro del sistema. 
Come un condensatore elettrico che immagazzina l'energia dall'atmosfera e poi lo sviluppa internamente attraverso la luce
Un po' come dicevo per gli scudi rotondi ravvicinati dei Bronzetti Nuragici. 
L'oro del rivestimento dell'Arca e dei due Cherubini, fungeva da conduttore elettrico, e il legno di acacia fungeva internamente da isolante.
I due Cherubini erano come due elettrodi. 

Questa grandissima capacità di manipolazione della luce e di questo arco di energia, era un qualcosa di magico e alchemico, che  veniva veicolato e tramandato segretamente fin  dai tempi antichissimi, fin da quando impararono ad usare, dai tempi del Re Salomone, il Sacro Fuoco ad alto potenziale elettrico, per trasformare l'oro in polvere bianca mistica, chiamata la "polvere di stelle", l' Ormes,  l'Albero della vita, lavorata poi in "pani conici" (che richiamano la forma dei Nuraghi, a dire il vero), formata dall'alchimia e abile trasformazione di 8 materiali diversi, fino ad arrivare all' Oro monoatomico, costituito da un solo atomo, e raggiungibile solo attraverso un arco di luce ad alto voltaggio. 
Si controllava così il potere dell'Arco di luce, fin dai tempi antichissimi, e sono convinta  che i Sardi fossero in grado di gestirlo, e lo esternassero in particolare attraverso i due scudi rotondi vicini, per creare emanazioni elettriche. 

Grande potere quindi, della simbologia dell' Arca dell'Alleanza, che è rimasta anche nella simbologia rappresentata nella cassapanca sarda.
La pavoncella guardiane della cassapanca come due i Cherubini, l'ariete simbolo di investitura ai percorsi iniziatici sin da tempi di Mosè. 
Perché l' Arca è come un grembo. L' Antico sapere. La Sophia. 
Sapere che si tramanda attraverso l'Acqua, il liquido amniotico della memoria

Abbiamo detto  che l'Arca dell'Alleanza, era considerata come un contenitore di un sapere, di un percorso iniziatico che segue una precisa  traiettoria, un preciso percorso. 
La cassa
Sa Cascia
S' ascia
La Sardegna ha molto a che fare con l'ascia bipenne, in particolare, chiamata così perché era una scure a due lame in bronzo, simbolo del potere minoico, detta anche labrys in greco, in Sardegna legata all'età del bronzo, come un oggetto votivo, come documenta in particolare il ritrovamento nella capanna a Santa Vittoria di Serri nel santuario archeologico dall'omonimo nome. 
La forma concava delle due  Lame unite, sembra un contenitore ma anche un arco, e se unita ad un' altra contrapposta, come in uno specchio, descrive perfettamente  un'ogiva, quello che si crea nella perfezione  della Vesica Piscis. 
Quell'ogiva che rappresenta sia la vulva femminile, che il pesce fallico maschile, la cui perfezione l'abbiamo già riscontrata anche nel suo coincidere perfettamente con la  piantina  del Pozzo di Santa Cristina. 

È stata trovata  una rappresentazione antichissima di una Tanit del 4000 a.C. che sta al museo di Cartagine, che rappresenta una dea con il corpo  labrymorfico che brandisce due labrys in atteggiamento cerimoniale e rituale.
L' ascia bipenne potrebbe rappresentare anche una farfalla stilizzata, come simbolo di trasformazione, stilizzata come La Runa Dagaz che indica trasformazione, e ci può stare, visto che  "sa Cascia",  la Cassa, ( "cascia/ascia") , l'Arca dell'Alleanza, era il simbolo della conoscenza iniziatica, acquisita attraverso la Sofia, che trasformava.
L' ascia, come  "sa Cascia", rappresentano simbolicamente un percorso iniziatico di acquisizione di consapevolezza.
Arca / S' Arca/ sarca/ sacra.
"S'Arca" , anagrammato  in sardo, diventa "sacra". 
E un Sarcidano, lo abbiamo proprio qui in Sardegna. 
S'arci-danu. 
L'arca dell'arco( danhu in sanscrito significa arco) 
Ascia bipenne come le due penne della Dea Alata primordiale, come le ali dei due Cherubini sul coperchio dell'Arca.
Come molte immagini della Tanit Dea Alata che rimanda alle immagini della Jana, della Barba- jana/ barbagianna/ B-aba-Jana, quella dei doppi occhi, rappresentata nelle Domus de Janas.
Quella il cui simbolo è rappresentato da quella porta finta  tripla, quella sorta di trespolo, come i Torii giapponesi, le   porte di accesso ai luoghi Sacri, custoditi dalle Dee Uccello, a rappresenta la sacralità di quella finta porta che la Jana stessa rappresenta, visto che " Janna" significa "porta".

L' ascia bipenne, in greco è chiamata anche labrys, che ha la stessa radice di "labirinto".
Quel labirinto è rappresentato attraverso la spirale, che rappresenta il femminile, il serpente, la Sofia, alla quale si deve arrivare dopo aver fatto un certo percorso iniziatico di conoscenza e consapevolezza.
"Labirinto /spirale" che rappresenta le corna dell'Ariete, del Toro, simbolo di fertilità, dello stesso utero, e che non è di facile accesso.
Un percorso labirintico riservato solo ai pochi iniziati al cuore, verso il Cuore della Sacra Madre Arc, la Monade Primordiale, verso il cuore della Sofia.
Il Labirinto alla conoscenza.

Il fatto che la Tanit sia con due labrys in mano, significa che per arrivare alla vera conoscenza bisogna avere la potenza di entrambe le  energia, maschile e femminile, la potenza di Madre Arc, la Monade ermafrodita, la Sigizia, che contiene entrambe le polarità, ( come i due quadratini bianco e rosso, maschile e femminile della scacchiera di Pubusattile, a Villanova Monteleone , di cui ho argomentato in un mio precedente post) come i  due serpenti  della Kundalini, il Caduceo di Mercurio. 
Quel Mercurio Alchemico trasformatore, che si attiva solo con l'Unione di due polarità opposte, come la configurazione dell'Ascia bipenne. 

Ho sottolineato, sempre, ogni mio post, quanto i sardi fossero assolutamente consapevoli della forza creatrice, della sinergia creativa, necessaria e indispensabile, tra maschile e femminile, in ogni  loro espressione architettonica, megalitica, simbolica. 
La stella a sei punte della Sartiglia, come ho già descritto in passato, ne è l'esempio più folcloristico. 
La conquista di una stella di David, che è Unione di due triangoli, maschile e femminile che si intersecano, per manifestare l'equilibrio di un buon raccolto. 
Infatti anche  l'ascia bipenne, essendo portavoce di questa sinergia di Opposti, sacra e creativa, rappresenta la divinità fecondatrice, tra le culture antiche, diffusa in tutto il Mediterraneo
Ascia bipenne, si trova di solito in luoghi sacri di culto, luoghi  del re-sacerdote, e la si trova  per esempio, all'interno del labirinto nel palazzo di Cnosso, quello del mitologico Minotauro, nel Santuario della doppia ascia. 

Un ascia bipenne che rappresenta le due polarità maschile e femminile, come il caduceo di mercurio. 
Mercurio  che è l'elemento trasformante per eccellenza, ma non solo. 
Mercurio è lo Psicopompo, colui che può passare dal Regno dei vivi al Regno dei morti,  colui che accompagna i defunti nel regno dei morti. 
Come fanno la Janas nelle loro Domus de Janas
Le Janas traghettano in un'altra dimensione, dove la  parabola del viaggio iniziatico inizia ad est, e tramonta a ovest, la stessa direzione cardinale di tutte le strutture megalitiche in Sardegna. 
S' Archedda che custodisce un percorso di vita sulla terra. 
Ma anche quella che custodiva gli antichi tesori segreti e preziosi delle Janas, si narra, i loro preziosi manufatti dai fili d' Oro. 
Arca dell'Alleanza che custodisce i segreti di un percorso iniziatico, ai quali pochi possono accedere, altrimenti si resta folgoranti, ustionati, accecati. 
Perche ci vuole maestria per saper gestire il Sacro Fuoco della Conoscenza. 
Se usato male, può bruciare, o può accecare
"S'arca", che  in sé acquisisce la presenza del Sacro, perché è un mezzo simbolico, "s'arca/sacra", un'imbarcazione che porta in un'altra dimensione, che porta ad una conoscenza Superiore spirituale. 

E in questa ottica si capisce allora come  in molte Domus de Janas, abbiamo come soffitto il fondo di una barca. 
S'arca de sa B- aba-Jana, l' Arca delle barbagianne, le Sacre Dee Alate. 
Simbolo del Sacro Femminino acquifere. 
"Aba" vuol dire ala, e "Abba" significa "acqua" 
Acqua/Ala, simboli della Divinità femminile, poiché le prime dee, erano considerate Dee Uccello, e il trespolo, la Torana ( rappresentative dei sacri Torii giapponesi, le porte, i portali, verso le zone sacre) rappresentano questa divinità delle porte. 
La Sacra Jana, che è lei stessa una Janna, una porta, un portale dimensionale. 
Sempre in numero di tre. Tre trespoli vicini.
Perché lei è insieme Padre, Madre e Figlio.
Ogni cosa in lei è stata pensata, fecondata e portata a manifestazione

Il Barbagianni, animale Maestoso con il suo piumaggio e candido traghettatore nel regno dei morti. 
Le spirali delle Domus de Janas, sono i suoi occhi labirintici che rappresentano la consapevolezza raggiunta, attraverso una vista, che vede oltre, la consapevolezza che si raggiunge quando si ha la  coscienza di essere insieme, due energie maschili e femminili, che agiscono in sinergia, per poter creare. 
Come le ali dell' ascia bipenne.
Bipenne. Due penne. Chiaro richiamo alle prime Dee Uccello
Chiaro richiamo alla potenza delle due ali, maschile e femminile, che agiscono in sinergia, le polarità opposte che sono necessarie per spic are il volo, per creare potenza elettrica, come nel caso dei Cherubini sul coperchio dell' Arca dell' Alleanza. 

Spirale labirintica dei doppi occhi, come corna del toro  arrotolate a spirale. 
Come il serpente arrotolato su se stesso
La Sophia, la Conoscenza, che non si può comprendere il finché non si è dentro l'occhio della spirale. 
Dentro il terzo occhio, al centro del Labirinto, della Labrys, dell'Ascia Bipenne
Labirinto che è conoscenza iniziatica ai massimi livelli.
Diffuso in Sardegna, nella conformazione di molti villaggi nuragici, centro pulsante e rigenerativo di pratiche come l' incubazione
Labirinto in Sardegna, a cui dedicherò a breve un post specifico. 
Perché un labirinto è come un'impronta digitale. È identità. Riporta a noi stessi. 
L' ascia bipenne è invincibile, è il Labrys, è labirinto, la conoscenza iniziatica a massimi livelli, perché unisce il sapere delle due energie, il maschile e femminile, degli opposti cosmici, bene e male, giorno e notte, sole e luna. 

La Tanit, il principio femminile che rappresenta le due polarità in unione. 
Anche se sono rappresentate con  il triangolo che ha il vertice  verso l'alto, che rappresenta il principio maschile, quello del Fuoco, quello elettrico. 
Le braccia aperte della Tanit, rappresentano i due aspetti del maschile e del femminile, quelli che danno la direzione cardinale primaria, l'est e l'ovest. 
Questo triangolo maschile in attesa di incontrare l' elemento circolare della testa, l'elemento che accoglie contemporaneamente sia il Sole che la  Luna. 
Perché il Dio Sole è il dio Toro, rappresentato con le corna taurine stilizzate, che rappresenta lo stesso utero femminile. 
L' elemento Fuoco /maschile /triangolare con il vertice verso l'alto che deve  incontrare la Monade, la deve attivare, energeticamente con il suo vertice fallico,
Il  "cerchio /sole/Toro/Utero/Sole/Luna",  tutte le due polarità insieme,
Deve incontrare il Padre e la Madre insieme, per essere davvero parabola del suo stesso viaggio iniziatico. 
Per essere davvero Manifestazione completa di queste polarità opposte, che in essa diventano Sacra Energia Creatrice.
La Tanit, la Dea Madre, che è Madre e Padre insieme, come i due Labrys che ostenta
L' ingenerato. Il perfetto equilibrio. 
Cerchio e triangolo uniti che diventano insieme monade sigizia di maschile e femminile, che quando si uniscono  conquistano i cieli
Il disco solare è maschile e femminile insieme, rappresenta il terzo occhio, l' Ankh, l' intelletto, la sacra Chiave della Vita, la consapevolezza di aver raggiunto la Sophia, la conoscenza. 
Percorso sacro necessario per poter intraprendere l'Arco del percorso iniziatico attraverso l'arca,  che conduce attraverso l'unione degli opposti, come  lascia bipenne, al labrys iniziatico dentro noi stessi. 
Per trovarci in consapevolezza anche dopo la morte, traghettati  da quella Arca simbolica   dal fondo capovolto rappresentata nel soffitto, (che non rappresenta il soffitto di una capanna, come semplicemente si vorrebbe interpretare, senza nessuna valenza simbolica) , quando abbiamo percorso  l'arco della nostra esistenza, dalla nascita alla morte, da est verso ovest e quando ritorniamo attraverso il labirinto, il. Labrys degli Opposti, nel seno della Dea Madre che ci ha generato. 

Un percorso iniziatico che nutre l'anima come due sensi. 
Il secondo archetipo sacro, quello della manifestazione, del primo archetipo il creatore( l' Aleph) quello che prende forma, è l'archetipo Bet, la madre creatrice, dopo l' Aleph, il padre creatore. 
La Beth è l'archetipo che rappresenta il contenitore, come l' Arca dell'Alleanza, è la casa di Dio, il tempio della conoscenza, la casa della Madre. 
Sono le mani unite a coppa, pronte a ricevere
È il principio femminile di tutte le cose, la manifestazione della divinità creatrice
E la conoscenza, la Sophia, il femminino Sacro, la donna che in potenza contiene l' Horus, l' Oro, il figlio nato da questa sinergia maschile e femminile. 
È il pensiero creativo, l'emanazione del padre, della Parola, del Logos, è la Parola che guida è che cura
Il parlare, il dire in sardo si dice " su Nai"
"Nai" è la stessa parola che si usa per dire nave
S'arca sacra, traghetto in altre dimensioni spirituali, che sono guaritrici, che sono portatrici di una consapevolezza nuova. 
Sanare/ suonare. 
Il suono crea, guarisce, il logos, la parola, "su nai" porta guarigione. 
La parola, il suono  crea. 
È fisica quantistica. 

"Is  brebus" sardi sono parole Sacre che creano, recitate all' interno di antichi rituali. 
Non indica la semplice " parola" ( "su fueddu"), ma brebu ha un significato decisamente più forte e significa “Verbo“, cioè parola attiva, parola che genera cose, che produce effetti.
Quando te le insegnano, ti dicono " su brebu è po sanai tottusu, ma no esti po tottusu", che significa "queste invocazioni /preghiere, sono per guarire tutti-( notare" sanai- sa nai, "guarire/la nave", "s'arca/sacra), ma non sono  per tutti". 
Nel senso che sono conoscenze iniziatiche e non accessibili a tutti, solo a pochi prescelti, a chi le accoglie con consapevolezza. 

Sono tutte parole che si somigliano, sia in italiano che in sardo. 
E allora la Beth, il secondo archetipo, la B, con quei due  rigonfiamenti, che sembra il profilo di una donna che aspetta un figlio, con seno e pancia gonfia, simbolizza il Sacro contenitore, il femminino sacro che rende manifesta la coscienza Divina. 
È la Beth, la Madre Divina, la Donna, la Sacra Arca, il Sacro Graal. 
È lei, nelle corna taurine stilizzate. 
L' utero, che si ritrova anche nella forma dell' Ascia Bipenne, come un contenitore concavo
È lei nelle spirali del doppio vedere, come serpenti spiralizzati. 
È il serpente, la Sophia della Conoscenza. 

Anche nelle rune, la lettera B,  è rappresentata dalla Runa Bjarka (... bi- arca, doppio contenitore). . , che rappresenta il potere femminile di governare la vita, iniziatico, materno, la madre Cosmica, la Madre Arca generatrice. 
E attraverso  la sacra Arca, con il fondale dell'arca rappresentato nella Domus quello rovesciato, si ritorna ad Essa. 
Si nasce con essa e si ritorna ad essa, seguendo l'Arco dell'esistenza, da est ad ovest, dal sorgere al tramontare. 
Come in una culla nel suo grembo, che è rappresentato dalle due parti dell'ascia bipenne, unite a formare una coppa, un contenitore, dopo che si è attraversato l'arco della parabola della vita e il cerchio si chiude. 

Dove c'è il corredo per gli sposi insieme. 
Dove c'è il corredo anche per l'ultimo viaggio iniziatico, dopo quello della  morte. 
I simboli sull'archedda, rappresentano questa sinergia delle due polarità opposte, nelle sue decorazioni meravigliose. 
Su solli, il sole, divinità del Toro, ma anche l'utero femminile. 
I motivi ad angolo che indicano l' acqua con le sue onde, quindi il femminino
I triangolini con le basi quasi unite formate da 15 pallini scavati
15 pallini ciascuna, quindi sei. 
Sei, il numero degli amanti, e sei più sei, indica amore eterno, oltre la vita, tra maschile e femminile. 
Maschile e femminile delle due pavoncelle a guardia de S'Archedda, come i due Sacri Cherubini
E ancora una volta è stupefacente,  constatare come qualsiasi cosa nell'arte, nella cultura Sarda, nelle strutture megalitiche, parli di equilibrio di energie opposte, senza la cui sinergia, non si può creare niente,, come la scacchiera  della Domus, rappresentata in perfetto equilibrio, che crea una nuova dimensione spazio--temporale per il defunto. 

I Sardi hanno sempre colto la magnificenza e la perfezione dell'universo nella sua manifestazione, e hanno cercato di riprodurla,  da grandissimi osservatori quali erano. 
E ancora una volta non c'è fine al mio stupore. 

Tiziana Fenu

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S'Arca Sacra

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