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martedì, gennaio 05, 2021

💛 La Be-Fana-Jana-Fanes , Sa Filonzana, e la loro simbologia in Sardegna

 La Be-Fana-Jana-Fanes , Sa Filonzana, e la loro simbologia in Sardegna 


Domani si celebra la festa della Befana, dell'Epifania, per meglio dire, che rappresenta la "manifestazione" ufficiale al mondo, del Bambino Gesù, omaggiato dalla presenza dei tre Re Magi, con i loro doni, con nomi che cambiano a seconda della zona

I Re Magi erano degli Iniziati, dei Sacri Sacerdoti, all’inizio furono raffigurati con il berretto frigio ( guardacaso, proprio uguale alla nostra berritta Sarda) , tipico degli iniziati di Mitra

Tracce di un Dio traco-frigio Sabazio sono state ritrovate anche in Sardegna, nella piazza della chiesa parrocchiale di Padria(SS) , una mano votiva del Dio Sabazio ( ma di cui non ho trovato immagini) che stringe un nume, una divinità della mitologia pagana, ornato di berretto frigio, in seguito sostituito con la corona. 

Essi portarono dall’antica Persia oro, incenso e mirra per donarli al Re Bambino


Melchiorre (il cui nome significa " il mio Re è Luce"), portò l'Oro (il Sole, la rivelazione, la manifestazione divina, nel Re) 

Baldassarre ( il custode della vita, della conoscenza divina), portò l' incenso( emblema sacerdotale della dimensione spirituale) 

Gaspare ( l' Aurora che si intensifica  con il sorgere del sole), portò la mirra, il miron( la parte che deve essere Sacrificata, l'entità dalla dolcezza della mirra. Il Re che si sacri-fica. Che si rende Sacro in nome di questa investitura regale) 

I tre Re Magi rappresentano l' aspetto divino trinitario della divinità, incarnata in quel momento storico, dal Bambino Gesù 


Epifania deriva dal greco "epiphàneim", e significa "apparire dall'alto", manifestazione della divinità, e in questo senso, ha un'origine prescristiana, in quanto l'Epifania di per sé, era anche manifestazione delle divinità nel tempio

Con il prevalere del Cristianesimo, resto' soltanto l'Epifania che celebra la manifestazione del Bambino Gesù

Generalmente si dice che la Befana, che nella notte tra il 5 e il 6 gennaio porta i doni, o il carbone, ai bambini, sia una parola che deriva da Epifania, come "corruzione lessicale"

È certo una conclusione molto semplicistica, soprattutto se contestualizzata in una terra simbolica come la Sardegna, dove niente è lasciato al caso


Partendo dalle date

Ufficialmente la Befana si festeggia 12 giorni dopo il Natale.

Sappiamo bene quanto sia simbolico e importante il numero dodici(inteso anche come tre e i suoi multipli) , in Sardegna, tanto da essere chiamato "su Santu Doxi", il Santo Dodici

Dodici, che, nella sua riduzione teosofica, (1+2), diventa tre, e anche qui, sappiamo bene che importanza sacra abbia il tre, come triade divina creativa, e come ciclo di "nascita, morte e rinascita", che scandisce ogni "manifestazione/epifania", appunto, della spiritualità degli Antichi Sardi

Qui in Sardegna, il 6 Gennaio, coincide con l'inizio del Carnevale, a cui da inizio "sa prima essia", il 16 gennaio, per i Fuochi di Sant'Antonio, delle Maschere più famose, i Mamuthones di Mamoiada, e i Boes e Merdules di Ottana

Il carnevale sardo è chiamato "carrasegare", "carne da secare", da tagliare, come abitualmente si traduce, (anche se prof Dedola, lo traduce come "andare contro il potere degli umani") in riferimento ai sacrifici di animali che anticamente si facevano in onore di Dionisio, o Maimone, la divinità delle piogge sarda

Erano considerati festeggiamenti sacri, legati agli Antichi Misteri

Ma non è sul Carnevale, che voglio soffermarmi, ci sarà occasione tra non molto


Mi voglio soffermare sulla parola Befana

Una Befana vera e propria, l'abbiamo anche nel nostro Carnevale, Sa Filonzana, che, sempre il nostro Prof. Dedola, definisce "Filon-Zana" /Filon-Jana", la Jana del filo, la Parca che taglia il filo dell'esistenza, del vecchio anno

Le Parche erano chiamate anche Fatae, come coloro che gestiscono il fato degli uomini

Ma in senso positivo, in Sardegna, poiché la vera base etimologica di Fata è nell'accadico "padu(m), (spirito) indulgente

È nel Medioevo che la simbologia della Fata, acquisisce connotazioni negative


Ma se considero la parola Befana, mi salta subito agli occhi un Be-fana, la cui desinenza" Fana", somiglia molto a Jana/Janna, il portale tra dimensioni, legata a Giano/Janus, il Dio Custode dei portali, Dio di ogni Principio, di passato e futuro, il cui mese sacro era proprio Gennaio

Quindi Giano/Janus/Jana/ /Yoni/Janna e Januarius(gennaio) e Junius (giugno, sacro a Giunone, la Dea del parto e del matrimonio), come portali dei due solstizi, estivo e invernale, sono strettamente collegati, come passaggi alchemici, sottolineato da quel "be" iniziale, della parola Be-fana, che indica un qualcosa che si sta manifestando in atto

Infatti il passaggio attraverso la nascita, attraverso la Yoni/Janna, porta alla luce

Esattamente come succede nel solstizio

Dove il sole sol-stizia, si ferma per un po


Infatti, gli ingressi delle Domus de Janas, richiamano una "vulva-vagina" (che in sumerico si scrive "ba. gin" ) e catturano proprio la luce alta del sole, quando "sol-stizia" davanti ad esse, quasi penetrandole simbolicamente, con l'energia maschile e fallica, yang, del sole, che penetra la pietra scavata delle Domus, che hanno un'energia Yin, femminile, e che consente il passaggio nell'altra dimensione. 

Il Sole vivifica questo passaggio, crea una nuova rinascita,

La vagina porta alla luce, e le Domus riportano, in un secondo passaggio, alla luce originaria

Una fenditura, un pertugio, di Sacra Madre Terra, che accoglie in sé la potenza rigenerativa, elettrica del Sole/ Toro, tante volte rappresentato all' interno delle Domus de Janas

"Attraversare" 

In sumero, "attraversare", è  "at-men", molto simile all' Atman sanscrito, che significa "respiro, soffio divino" 

Il soffio divino del Sole, attraversa il pertugio vulvare delle Domus, e riporta in vita, ad una seconda vita


Be-fana

"Fana" mi riporta inesorabilmente al Fanes, la luce primordiale, una divinità che gli antichi greci identificavano con il "primo nato", una divinità primigenia, androgina, donatrice di vita e di luce, che emerse dall'uovo cosmico, che rappresenta lo spazio assoluto astratto

È il creatore manifestante che porta tutte le cose alla luce

Qualcosa che è già dentro di noi

È la luce, il Fuoco, l'energia solare, l' Eros, l'energia vitale, il progenitore di tutte le cose, il portatore di Bellezza nel mondo, così come lo è stato il Bambino Gesù venendo alla luce

Eros ed Eroe hanno la stessa radice, che è di origine ebraica

Gli Eroi emergono dall'Eros, da questa energia solare/vitale

Vengono alla luce, e per venire alla luce devono essere "be-fana"

Essere in atto, Fanes, il brillante, il Dio luminoso androgino, che inglobato da Zeus, gli consentì di manifestarsi in tutta la sua potenza, tramite i fulmini e le saette


Non è a caso, che la Be-fana venga festeggiata il 6 Gennaio

Il 6 indica la coppia divina.

L'unione degli Opposti. Il fiore della vita a 6 punte. 

Quello che i Sardi hanno intagliato proprio sulla fronte dei Boes, che il 6, inaugurano il Carnevale Sardo. 

Perché l'universo si mette in moto, si manifesta come un'epifania, solo attraverso la sinergia degli opposti

Sinergia degli opposti, sempre presente, nell'antica civiltà sarda

Fanes era il doppio

Guardava avanti e indietro

E aveva 4 occhi, proprio come il nostro bronzetto di Teti, o come le doppie pupille dei nostri Giganti di Mont'e Prama

E Teti, culla, davvero di tanti ritrovamenti importanti, richiama come parola, al sacro Archetipo Ebraico Teth, il nono, il grembo, la Kundalini. L 'unione degli opposti in creazione attiva

Fanes guardava avanti e indietro

Passato e futuro, con i doppi occhi, perché niente gli doveva sfuggire

Fanes ha un'aspetto infuocato. È il simbolo della conoscenza, della Sophia

Sophia che si può acquisire solo se si diventa in atto, in Be-fane, una Befana

Allora si, che ci può essere epifania, manifestazione, un venire alla luce


Scrivevo, in mio precedente post, a giugno, "I guerrieri che dominavano l'energia",  e citavo un passo di Giuseppe Lampis, in cui dice esattamente

"Nel fondo protomediterraneo e presso i Semiti si sente l’esigenza di «unire senza residuo i periodi e solari e lunari in un periodo più grande, il cosiddetto grande anno ». Ora, in Beozia, patria di origine del mito, nel grande anno di 60 anni solari sono contenuti 63 anni lunari, ma restano fuori 9 giorni lunari".


Scrivevo nel mio post

La Sardegna è sempre stata considerata una terra misteriosa e sconosciuta

Sconosciuta perché era considerata dagli antichi greci,  "la terra del sonno atemporale", secondo la quale, i 9 figli di Eracle in Sardegna  vi si addormentarono, sospendendo lo scorrimento del tempo , attraverso la morte

Lo pensava anche Aristotele

Immaginarono che per i sardi dovesse  essere un rito  per vincere la morte dormendo

Tipico degli sciamani e forse in questo ancestrale desiderio , vi era  il desiderio di unire i  periodi solari e lunari, in un  periodo più grande,  chiamato "grande anno"  dove i 9 giorni lunari, i Figli della Luna, cadono fuori dal tempo, e vengono catturati  dall' esperienza della sospensione,  del solstizio del sole, che si ferma,  che soggiorna

Solstizio , o "sonno senza sogni"

Aristotele descrive la Sardegna come una porta di fuga dal tempo, come un confine estremo di questi 9 giorni fuori dal tempo

Questo mi fa venire in mente la simbologia del numero 9, della  ierofania  sul nono anello della Tholos ( ricreata dal ricercatore Sandro Angei) , e sul nono gradino del pozzo di Santa Cristina proprio il giorno del solstizio, di cui ho parlato nel mio post

Un  9 simbolico

I 9 giorni  nei quali non si è dentro la sincronicità del cielo che si ripete

9 giorni in cui si sta fuori dal tempo

È un portale dove il ciclo si interrompe

Tutto in Sardegna è un portale simbolico

La stessa Jana è una porta portale, ed è lo stesso tipo di leggenda che si trova presso i Dogon, i figli di Sirio, ai quali i sardi sono legati

[...] Quindi la Sardegna veniva considerata la terra del sonno,

La terra di Crono, del tempo addormentato che si ferma per 9 giorni

Gli immortali i dormienti, che sono i veglianti delle soglie

Eroi,  Dei immortali, che praticavano questa veglia attraverso pratiche come l'incubazione

[...] I sardi usavano  l'incubazione anche  per scopi terapeutici ,quando giacevano nelle tombe per 5 giorni

Infatti è leggendario , il sonno dei Sardi

Un sonno così profondo, da essere senza tempo, ancestrale.  Solitamente i sardi dormivano anche presso le tombe, dove facevano lunghi sonni, quasi ipnotici. Stavano nello spazio più interno dei nuraghi( molti, con le strutture che li circondano, sembrano labirinti), quello più sacro e isolato

Un santuario dove si ha un rapporto diretto  con il divino, in isolamento, in rinascita, dentro quelle spirali che ricordano il femminino che avvolge come una Sacra Vulva, che è un  ritorno al grembo materno, dove si è senza tempo"


In pratica, praticano in questi 9 giorni, un solstizio sciamanico, nel quale facevano cadere 9 giorni di sonno senza sogni, 9 giorni lunari, senza tempo, dove il periodo lunare e solare si sovrapponevano

Erano i figli della Luna, che vincevano la morte dormendo, in un grande sonno, dove si solstizia, si soggiorna, nella consapevolezza, nella Sophia del Fanes, del Dio primordiale androgino

E in un certo senso, questo "Be-fanes" , funge da Filonzana, da Filo-Jana, da colei che taglia il filo del destino, in una morte apparente, che poi consentirà la piena Manifestazione dell'eroe, colui che salverà il mondo, nel giorno dell' epifania, della Manifestazione

Gli Antichi chiamavano la Sardegna, la terra del sonno atemporale, secondo la quale, i 9 figli di Eracle, vi si addormentarono, sospendendo lo scorrimento del tempo, attraverso la morte temporanea

Secondo la mia prospettiva, la Be-fana, non è altro che la rappresentazione di questo riappropriamento della propria luce interiore, del proprio Fanes

Una Be-fana-Jana-Giano-Fano

La Manifestazione, l'Epifania, il venire alla luce, di questa nuova rinascita


E se guardiamo bene, se consideriamo i 9 giorni di incubatio, in uso come pratica sciamanica di risveglio e di manifestazione  del proprio Fuoco interiore Monadico, della propria potenza come uomini solari e creatori, sono nello stesso numero, il "9", del nono gradino illuminato dalla ierofania(= Miracolosa presenza o rivelazione di un elemento sacro o divino) nela tholos del Pozzo Sacro di Santa Cristina

Proprio il nono gradino . 

Il 9, dei nove giorni necessari alla manifestazione del proprio Fanes/Be-Fanes interiore, necessari alla manifestazione della  Epifania

(= manifestazione della divinità in forma visibile), della Befana/ Be-fana/Fanes, nella propria Be-tlemme

La Befana è  la manifestazione del nostro Fanes interiore. 

Così come facevano gli antichi Sardi che praticavano l'incubatio, dove si cade in una morte apparente, per mano della stessa Be-fana, in versione femminile, che taglia per un tempo limitato, il filo del destino, in una morte apparente


Sono rimasta molto colpita dall' etimologia della parola Betlemme, che ospitò la nascita del Cristo Solare

In arabo significa "casa della carne" 

In ebraico, significa "casa del Pane" 

Nella ancora più antica versione calda, significa "belen", "torre di fuoco". 

Così come "betilo", significa "beth-el" casa di Dio

Anche Elisabetta( El- Isa - beth, la casa di El), la sterile moglie del sacerdote Zaccaria, divenne madre di Giovanni Battista, per intervento divino


Betlemme " la casa della carne" 

Carrasegare( il nome del nostro carnevale sardo), significa " secare, tagliare la carne" 

Un sacrificio alla divinità 

Credo, che ciò che viene offerto dalla nostra Be-fana / Filon-zana, sia proprio l' opportunità di creare/ricreare, attraverso la sua doppia valenza di dispensatrice di vita e di morte ( carbone o doni, illuminazione o oscurità, Epifania, intesa come manifestazione, vita o Morte), una nuova Betlemme di Manifestazione, dell' uomo solare divinizzato, illuminato, dal Sacro Fuoco, dalla Sophia di Fanes


La Filonzana, che appare sempre in compagnia dei Boes, dei Merdules e de sos Issohadores, è lì a ricordare che lei può, come la Parca del destino( in Grecia venivano chiamate le tre Moire, assimilate anche alle Norne norrene, come la Parca Lachesi, che significa “destino”) decidere in ogni momento, la sospensione del destino di ognuno, anche temporaneamente, avvolgendolo sul fuso e stabilendo quanto del filo spettasse a ogni uomo. 


Una Parca Lachesi, che abbiamo già incontrato, come ho scritto nel mio post sull' Argia mexina di luglio, dove scrivevo


"(...) questa parola "Argia",  è stata rafforzata dall' osservare il "concio a rete" della chiesetta campestre di Sant'Antonio di Padova a Tresnuraghes,  che è stata fondata nel periodo bizantino

[...] stiamo parlando di un concio di 1000/ 1500 anni prima di Cristo, e non abbiamo sicuramente una Tanit  appesa ad un filo della sua ragnatela

Abbiamo una  Tanit molto sicura di sé, con le braccia sollevate in segno di Potenza

Che è androgina, una Sigizia di Pater e Mater insieme

Lo dimostrano quel rettangoli, la maglia che lei ha tessuto , più evidenti degli stessi quadrati, che risultano  appena accennati, rispetto ai quadrati

Lo dimostra quel "nuraghe" in testa, quella struttura conica, simbolo fallico del potere maschile o forse è un fuso, un rocchetto da tessitrice? A me piace pensare che sia rappresentativo di un conico elemento fallico riconducibile al nuraghe, l' elemento maschile della creazione"


[...] la parola Arca, la parola "argha" , termine sanscrito che significa "vagina/ yoni" , da cui poi deriverebbe la parola Arca, concezione cosmica di una "vagina /Arca /creatrice cosmica", traghettatrice da una dimensione all'altra ( ne ho parlato nel mio penultimo post, a proposito del labirinto)

L' argha è la Madre Matrice che tesse la terra del Creato, è essa stessa Il Filo d'Oro

Il Filo d'Oro simbolico del labirinto che può riportare l'eroe la prima consapevolezza di se stesso

Ma la parola "Argha" è troppo simile alla parola "Argia"(ragno in sardo) per passare inosservata"

Ragno che si trova solo in Sardegna

[...] 

Innanzitutto anche l'anagramma di ragno in italiano, è "rango"

"Rango",  perché il ragno è l'animale cosmogonico per eccellenza.

Tesse il destino dell'uomo. Tesse e distrugge i fili della sua vita, come la Jana/Yoni,  che è "bogadora"( levatrice),  e "accabadora"( può togliere commiserevolmente la vita, se vuole)

Una Dea Ragno può essere affrontata solo da chi è del suo stesso rango

Perché lei è di un rango superiore.

È la Demiurga , la Dea Creatrice, "s'argia", "s'aranzolu", nome molto simile ad Arianna del Filo d'Oro, del labirinto

E come Neith , la Dea Ragno  egizia, filatrice  del destino, la dea guerriera dalle frecce"


Sa Filon-zana è come " s' Argia /argha/arca/ragno/rango/regno, che rappresenta l' Epifania, la Manifestazione dell' Eroe solarizzato, del Re, regnante del suo Regno, poiché ella tesse, è argia(ragno) e argha( vagina) e Arca, e può trasportare da una dimensione all' altra


Sa Filonzana credo che sia la figura più alchemica e trasformatrice del nostro Carnevale/carrasegare

L' unica che può, sospendendo per un attimo, per quei 12 giorni, che separano la venuta alla luce del Bambino Solare, nella "casa della carne", (Be-tlemme), in un sonno che solstizia, che si ferma, per 9 giorni ( il tempo di vivificare il ricordo dell' eroe che viene solarizzato e divinizzato), consentire la manifestazione, l' epifania, dopo che la triade regale dei tre Re magi, con i Doni, ne riconosce la piena regalità 


Sa Filon-zana/Jana, così come dà la vita, così la toglie

Così come fa Fanes, che è un portale, che può vedere passato e futuro, come fa la Filonzana

E quindi la Be-fana/fanes, è l' elemento chiave, senza la quale non ci può essere trasformazione alchemica, il passaggio verso la consapevolezza

È l' anello di unione tra Boes( l' animalesco) e sos Issohadores ( l' uomo divinizzato, come ho spiegato nel mio precedente post sulla maschera de su Issohadore, di un mese fa), senza la quale, senza quella interruzione simbolica , del sonno/incubatio, dove la vita si ferma per ricordare la propria divinità, il proprio "Fanes interiore", non è possibile la propria manifestazione, la propria epifania


Epifania, che contempla, come ogni "6 simbolico", come il giorno in cui si festeggia, la coppia sacra degli opposti, maschile e femminile, Sole e Luna, vita e morte

Non vi può essere  epifania, manifestazione, senza essere disposti ad una morte interiore, che consente una rinascita


La Parca Lachesi del destino

Il nostro destino dovrebbe essere la manifestazione della nostra Essenza

Lachesi

Laccu

La stessa desinenza "Lac-" 

Sapete bene cosa è "su laccu", è una conca, un palmento, una macina, un pigiatore per uva, che in origine fungeva da raccoglitore


Laccu, estrazione, manifestazione dell' Essenza, dell' estratto

Lachesi, la filatrice del. Destino 

E il Destino, rappresenta sempre la nostra Essenza. È la nostra manifestazione

E la Be-fana, è la manifestazione, l' epifania, del nostro Fanes interiore

Dodici giorni dopo la nostra nascita. 

Non vi è davvero nascita, senza consapevolezza della manifestazione, riconosciuta e omaggiata dai Doni che ci vengono portati dai tre sacerdoti saggi

La Be-fana /Jana, è questa consapevolezza

E mi piace pensare che sia una tradizione nata almeno 3.000 anni fa, con il nostro Carnevale/Carrasegare, che è altamente simbolico, sotto ogni punto di vista

Carrasegare

Dove si "taglia la carne" e il destino

In sacrificio, si

Ma in sacrificio, per rendersi sacri, per una rinascita nella luce della consapevolezza, della Sophia, del Fanes

Gli Antichi Sardi erano Maestri nel gestire l' equilibrio di queste energie opposte, e niente lasciavano al caso

Perché erano Maestri Alchemici delle Rinascite, e noi con loro, quando ricordiamo chi siamo


Tiziana Fenu 


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La Be-Fana-Jana-Fanes , Sa Filonzana, e la loro simbologia in Sardegna


Sa Filonzana

Sa Filonzana con i Boes

Adorazione del Bambino Gesù 

Antico costume sardo con berritta( berretto frigio) 

Berretto frigio

Esempio di mano votiva nel museo archeologico di Napoli

La divinità Greca Fanes

Il bronzetto di Teti

La divinità Giano bifronte





Palmento rupestre ad Ardauli, provincia di Oristano

Antico laccu sardo

Antico laccu sardo

Antico laccu sardo

Antico laccu sardo




Il concio della rete di Tresnuraghes

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