Informazioni personali

La mia foto
Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

domenica, maggio 08, 2022

💚Kourotrofos Madre minoica

 #FestadellaMamma


Nella prima immagine, statuina in argilla chiamata Kourotrofos, Arte minoica, proveniente dalla tomba  41 di Micene XIV sec. aC, 

Kourotrofos significa letteralmente significa "bambino educatore", ed è il nome che fu dato nell'antica  poi nell'antica Grecia a divinità e dee, le cui proprietà includevano la loro capacità di proteggere i giovani

Deriva da "kouros", fanciullo, e "trophein", nutrire.

Queste rappresentazioni iconografiche diventano molto diffuse in ambito Mediterraneo, tra le quali spicca la statua che era posta a segnacolo della Tomba I nel cimitero settentrionale di

Megara Hyblaea, colonia greca in Sicilia, risalente alla metà del VI sec aC circa, nella quale una madre, allatta due gemelli(seconda immagine), ma generalmente di tratta di un unico bambino(terza immagine), come rappresentato nel terzo Kourotrophos calcareo, con figura femminile seduta, appartenente alla cultura cipriota e risalente alla seconda metà del V secolo aC. 

Probabilmente una simbologia dei gemelli Castore e Polluce, poi identificati con i più recenti Romolo e Remo, i fondatori della città di Roma. 

Castore e Polluce, chiamati Dioscuri, figli di Leda e di Zeus, che si trasformò in cigno, per accoppiarsi con Leda, per evitare la furiosa gelosia della moglie Era. 

I due gemelli, sono una rappresentazione cosmogonica di quella età astronomica e astrologica della cistellazione dei Gemelli, che va dal

Ogni era prende il nome dalla costellazione che ospita l'equinozio di primavera, e l'era dei Gemelli, va dal 6000 al 4000 aC (prima dell'era del Toro), dominata energeticamente da un dialettico e comunicativo Mercurio, dove l'atto creativo, la dialettica, lo scambio, avviene per "confricazione", per contatto, tra le due polarità opposte, che danno vita al fuoco, in senso sublimato e non distruttivo, verso l'alto, verso l'aria, il Divino(rappresentato da uno dei Gemelli, perché sono due polarità complementari), alla civilizzazione dell'umanità, con la pratica dell'agricoltura e delle prime forme urbane. 

La statuina Kourotrofos micenea, la prima, risalente al XIV sec aC, è particolare, perché ricorda la fisionomia di una dea Uccello, per la presenza di un setto nasale che, insieme all'arcata sopraciliare, forma una sorta di becco non molto pronunciato, ma ben identificabile, per le braccia che sembrano due ali aderenti al corpo(questa postura mi ricorda la tipica rappresentazione cristiana degli angeli, con le loro ali chiuse, aderenti al corpo). 

Le gambe, sono inesistenti, e costituiscono un "blocco unico", che rievoca la forma della coda di un uccello, così come gli occhi rotondi a "doppia pupilla", simbolica rappresentazione degli uccelli notturni, come la civetta, il barbagianni, che riescono a vedere anche nell'oscurità. 

Prerogativa, questa, di quel Sacro Femminino che riesce, con la sua parte istintiva, lunare, con la sua energia legata ai misteri della nascita e della morte, legati al l'oscurità e alla dimensione dei morti, a vedere oltre, con le pupille che sono doppie, ad indicare la sinergia delle due polarità contrapposte e complementari, maschile e femminile, che consentono l'atto creativo del "vedere oltre il tangibile" 

Complementarietà, esemplificata anche da quella croce (simbolo antichissimo, adottato dal Cristianesimo) che porta sul petto, ad indicare le due polarità che si Intersecano e creano. 

Lungo il décolleté, in una fascia orizzontale, presenta, perlomeno, con si sembra, 15 piccole stanghette verticali, come "una frangia". 

Se il numero è giusto, è molto simbolico, perché il 15 rappresenta quel giorno centrale di un ciclo lunare di 29 giorni, che corrisponde, nel ciclo mestruale femminile, al quindicesimo giorno centrale, il più fertile, quello dell'ovulazione. 

Una Dea Madre amorevole e fertile, in piena sinergia ed equilibrio creativo, che unisce cielo e terra, essendo rappresentata come una Dea Uccello. 

Striata come "sa stria" sarda, il nostro barbagianni, sempre presente, nelle iconografia, fin dalle prime dee, mesopotamiche e sumere. 

"Stria" come Ishtar, della quale ha le stesse consonanti, "STR", che, guardacaso, sono le stesse del file sardo, il Tirso. 

Iconografia del barbagianni-civetta, che resterà fino alle dee greco-romane, come simbolismo di sapienza, come nel caso della Dea Atena, sempre accompagnata da questi uccelli notturni. 

Io preferisco pensare che si tratti di un barbagianni, piuttosto che di una civetta. 

Perché "barbagianni", può essere scandito in "b-abba-gianni" 

E, ancora, in "b-abba(acqua) - janni/janna/jana

E abba"(acqua in sardo), diventa anche "aba"(ala, in sardo), quindi, una simbologia che unisce cielo e terra(il volo dell'ala, e l'acqua della terra), le due polarità, maschile e femminile, che in quel gioco del "doppio", della doppia consonante "b", così tanto presente nella nostra Antica Civiltà Sarda, come doppio e speculare, simbolo della sinergia e manifestazione divina creativa, diventa funzionale al concetto cosmogonico di creazione, dove cielo e terra si uniscono per creare un terzo elemento, esemplificato da quella creatura che tiene in braccio. 

Da notare, come le striature presenti sul corpo, possano essere le striature del piumaggio, ma anche il simbolo dell'acqua, con le sue increspature delle onde. 

Una rappresentazione straordinaria, che simboleggia in tutta dolcezza e dedizione, una Madre amorevole verso la propria creatura. 

La vera celebrazione del concetto di maternità e di Madre, non circoscritta solo al concetto di Madre biologica, ma anche, come abbiamo visto, al concetto di "madre che accudisce e nutre", assimilato poi dal concetto di  "Mater Matuta", la "Madre del Mattino", dell'aurora e della nascita(come Venere, stella del mattino e della sera), che è una Dea italica preromana e non proveniente dalla Grecia, che  risale al matriarcato e se ne hanno tracce visibili fin dal 1500 a.c., anche se della Grande Madre si hanno tracce in ogni parte del mondo, fino a 30.000 anni fa.

Ma questo, è da approfondire in un altro elaborato, visto che l'argomento è molto vasto. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com

Kourotrofos Madre Minoica







Nessun commento:

Posta un commento