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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

domenica, maggio 29, 2022

💚Statuina Iran

 

Figura femminile in ceramica, risalente al 1500–1100 aC, appartenente allo stato di Elam, nell'Iran sudoccidentale.
Questa figura femminile è raffigurata con un copricapo a motivi geometrici, triangolari e lineari al centro, con delle bande ravvicinate, verticali( sembrerebbero sei).
Lungo il décolleté, presenta una decorazione, un ornamento ad angolo, decorato con due bande per parte, che sembrano riprodurre il motivo della spiga, simbolo di fertilità. Questo ornamento termina con un ciondolo, non ben definito.
Il motivo a "V" sul décolleté, è tipico delle rappresentazioni delle personalità importanti, rilevato in svariate Civiltà, fin dai tempi antichi.
Sul décolleté è presente un'altra decorazione, con un elemento circolare centrale formato da 8 piccole semisfere disposte a cerchio.
Otto è il numero del Femminino (insieme al Cinque), come la stella di Ishtar, ad otto punte.
Sui polsi porta una serie di tre braccialetti per polso, che simbolicamente rappresentano la caratteristica lunare e femminea della "nascita/morte/rinascita"
3 braccialetti per parte, moltiplicato due, fa 6, unione degli opposti.
Una Venere, una Dea Madre, quindi, in equilibrio con le due polarità, maschile e femminile. Un essere divinizzato.
Si tiene i seni tra le mani, in un gesto di nutrimento, accudimento e abbondanza.
A livello del plesso solare, il terzo chakra, Manipura, che è in relazione con l'elemento Fuoco, maschile, capace, quindi, di trasformare la materia in energia, abbiamo una rappresentazione molto simbolica.
Una mezzaluna, che simboleggia il ventre, quasi un Omega rovesciata, con le estremità rivolte verso l'interno, come un grembo che protegge, che al centro presenta una colonna collegata ad un angolo con il vertice verso l'alto, che, sulla sua parte sinistra, del Femminino, presenta delle scanalature.
Forse delle tacche che segnavano il ciclo lunare e femminile, perché sembra proprio che l'elemento maschile, il Fuoco, con questo vertice verso l'alto, stia ingravidando, con una "colonna di energia", il ventre femminile, il cui pube, è rappresentato da un triangolo con il vertice verso il basso, che, a partire da 19 piccoli elementi a ricciolo, decorativi, che simboleggiano il Sole(poiché il numero 19 è da sempre collegato al sole), e che vanno a decrescere su 8 livelli(ancora il numero 8, simbolo del Femminino).
E poi abbiamo queste curiose ginocchia, che sembrano riprodurre gli occhi nella doppia palpebra.
In effetti, la parola ginocchio, ha in sé la radice "gin" - come ginecologia- legata al Femminino, alla donna, e "-occhio", che può essere collegato all'occhio fisico, ma anche  in senso metaforico.
Anche in sardo, il ginocchio si dice" ginogu", un "gin-ogu" il cui "ogu", sembra la desinenza della parola sarda "fogu", che significa "fuoco".
Le ginocchia, per la medicina orientale cinese, sono le "colonne del rene", ci permettono di stare in piedi, e ricevono sollecitazioni dal basso.
I reni, che sono considerati la nostra forza vitale, il nostro Fuoco interiore.
Ma, esteriorizzando, è con gli occhi, che riusciamo a mettere a fuoco, a localizzare, a focalizzare. 
Con gli occhi localizziamo, mettiamo a fuoco, con la forza vitale, con il Fuoco dei reni(che brucia anche ciò che è inutile all'organismo, visto che fungono da filtri) abbiamo la forza di reggerci sulle ginocchia, e le ginocchia, a loro volta, sorreggono la forza vitale dei reni.
Questa forza vitale, nella donna è incanalata, sia nel Terzo occhio, per intuito e sensitivita', ma anche, "nell'occhio vaginale"
Penso alle Sheela-na-Gig, delle quali ho parlato più volte( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/04/sheela-na-gig-sacred-symbologies.html?m=0), che, nell'atto del parto, esibiscono la vagina, aperta come un occhio sul mondo, perché si "viene alla luce", si nasce, si aprono gli occhi. 
E la forma di queste partorienti, con le ginocchia piegate, ricorda la M del tredicesimo Sacro Archetipo Ebraico Mem, con funzione "liquidità", che simboleggia l'acqua, il liquido amniotico della nascita.
Lettera M, che nel suo speculare, è una W, il ventunesimo Archetipo Ebraico, la Shin, che simboleggia il Fuoco.
Acqua e fuoco insieme.
La Vagina, come una Vesica Piscis, dove gli Opposti si incontrano.
Una Vesica Piscis come l'occhio, che mette a fuoco, se ha una visione completa, laterale, della destra e sinistra, del sopra e sotto, del dentro e fuori, per il Terzo Occhio.
Una Vesica Piscis come le "ginocchia/gin-occhia", che reggono i reni, che, rappresentano, al contempo, sia un'energia femminile, Yin, acqua, che maschile, Yang, come l'occhio della Vesica Piscis.
Quando un bambino nasce, qui in Sardegna, si dice che "esti bessiu", che è "uscito".
Questa espressione, "bessiu", lo accomuna al Dio egizio Bes, di cui avevo già fatto cenno(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/parlare-della-dea-tanit-in-sardegna-e.html?m=0), protettore della gravidanza e dei neonati, e che approfondiro' ulteriormente.
E l'espressione di "togliere fuori", anche riferita al parto, si dice "bogare", in sardo. 
"Bogau". "Tolto fuori".
La desinenza  "-ogau", è molto simile a "ogu"(occhio, in sardo), perché "viene alla luce, apre gli occhi". 
Quindi, come vedete, c'è tutta una serie di rimandi, di simbologie, e di corrispondenze fonetiche, specie nella nostra lingua sarda, che spiegano questa corrispondenza morfologica, in questa statuina, tra ginocchio e occhio.
Una spiegazione c'è, come abbiamo visto, e la nostra Antica lingua sarda, antichissima, ce ne dà un'eccellente versione logica, pulita, lineare.
Una statuina, questa, splendida, altamente simbolica, che mi ha dato modo di addentrarmi anche  in dimensioni a me care, come quella della nostra Antica Civiltà Sarda.

Tiziana Fenu
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Statuina Iran



 

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