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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

martedì, maggio 24, 2022

💛Il cippo del nuraghe Losa

 Dal post in un gruppo(https://www.facebook.com/groups/808890316595237/permalink/1194494694701462/), un cippo che si trova vicino al Nuraghe Losa, di cui si chiede il simbolismo.

Sapete bene che ogni interpretazione è personale, compresa la mia, che non ha nessuna pretesa di verità assoluta, ma che semplicemente, prova a decodificare.

Il luogo è vicino a uno dei nuraghi, insieme al Santu Antine di Torralba, che corrispondono, nella planimetria, ad un perfetto triangolo equilatero, con gli angoli interni a 60°

I trilobati perfetti, simbolo di una Sacra Geometria 

Riporto il brano di un mio post(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/i-custodi-della-memoria-del-trilobato.html?m=0) 

"Il fiore a tre punte, il trilobato, era presente anche già in epoca precolombiana, legato al concetto di albero della vita. 

Il simbolo a tre punte, come simbolo quindi, di autorità regale, di resurrezione intesa come  "nascita /morte e rinascita" , matrice della creazione. 

Nelle rappresentazioni dei sovrani, spesso sono rappresentati anche  con uno scettro bicefalo, una sorta di Y stilizzata. 

Quella stessa Y, che come dice prof. Sanna, nei suoi approfonditi studi  sull'antica scrittura Sarda, è l'acronimo della  divinità creatrice dei Sardi, "y" o "yh", a indicare l'androginia della divinità, che è maschile e femminile insieme, il cui simbolo era la pietra, il bronzo e il numero 12, come le 12 tribù dell'antica Israele 

Tra l'altro proprio ieri, ho letto che gli artefici della tecnica a granulato, i primi artefici, furono proprio gli ebrei. 

E come ho già scritto nel mio precedente post sulla lavorazione a pibiones, esclusa la paternità del granulato da parte degli Etruschi, e considerando il fatto, che sia una particolarità tecnica dei nostri manufatti, calza benissimo anche il discorso che gli ebrei altro non fossero, che gli Antichi Sardi, tesi che sostengo, e  che sta prendendo sempre più piede(parlavo di Israele già un anno e mezzo fa, prima ancora del sigillo del monte Ebal, e di tutto ciò che si smuovendo intorno a queste corrispondenze, Israele, Antica Civiltà Sarda). 


Noto anche la forma di questo cippo.

La forma bombata sulla parte superiore, sembra  la stele centinata, quella centrale delle Tombe dei Giganti.

Una riproduzione più piccola, ma molto simbolica.

Ci sono due quadrati alla base, e una croce. Noto anche alcuni petroglifi sulla sezione superiore sinistra, soprattutto, ma non si riesce a identificarli.

Un quadrato più un quadrato affiancato, quelli in basso, formano una sigizia, un "accoppiamento di termini contrapposti".

Mi vengono in mente i 64 quadretti della scacchiera della Domus de Jana di Pubusattile, a Villanova Monteleone, la cui sigizia base è il quadratino bianco(l'energia maschile) e il quadrato rosso (l'energia femminile).

Anche qui abbiamo la stessa sigizia.

Due quadratini affiancati, che corrispondono anche al grafismo della croce, con la barra orizzontale(il Femminino), che Interseca il Mascolino.

Poi, mi sono ricordata che un pittogramma giapponese, un Kanji, molto simile, significa Dieci, e che nell'antica scrittura egizia, il numero dieci si rappresentava proprio con un arco uguale a quello della stele centinata.

Arco, sottolineato anche all'interno di questo cippo, quasi a seguirne la sagoma.

Ne avevo parlato un anno fa, in un mio post sul cubito reale, che guardacaso, è collegato al triangolo equilatero, e quindi al Nuraghe Losa.

Il cubito reale, si ottiene in relazione alle lunghezze, e che universalmente  è calcolato in 52,36 cm

Si otteneva tracciando un esagono regolare all'interno di un cerchio di diametro di un metro. La lunghezza del suo lato ne determinava il cubito reale, che a sua volta, era diviso in 7 palmi.

Avevo già indicato l'importanza del simbolo esagonale nel mento del Gigante di Mont'e Prama. 

Lo avevo fatto, sottolineando l'angolo a 60°di ognuno dei 6 triangoli all'interno dell'esagono.

Angolo a 60° che indica l'inclinazione dei raggi solari nel periodo equinoziale.

Oggi ne sottolineo la valenza come parametro Sacro di lunghezza, adottato anche dagli antichi Sardi, al punto da usarlo come simbolo distintivo nel mento del Gigante di Mont'e Prama. 

Un esagono perfettamente inscrivibile in un cerchio, come dentro un nuraghe, il primogenito, la collina creatrice, il Verbo del Divino, manifestato sulla terra. 


Il cubito è la sesta parte di questa circonferenza, che individua un perfetto triangolo equilatero,  simbolo di equilibrio e di armonia. 

Il cubito rappresenta la sesta parte di una circonferenza che ha per diametro un metro. 


Questo metro, a sua volta è suddiviso in 7 parti, cioè in 7 palmi, che imposta una suddivisione del tempo e dello spazio, settenaria. 

Ogni palmo è suddiviso in 4 pollici. 

Un cubito corrisponde a 28 pollici

Il numero 28 rappresenta un ciclo lunare, un compimento. 

10 mesi di 28 giorni ciascuno per una gestazione, che corrispondono a 280 giorni. 

[...] Infatti, la completezza del 28, in riduzione teosofica, è 2+8, quindi 10, e ritorniamo al geroglifico che rappresenta il 10, un arco alto, come la stele dell'esedra delle tombe dei Giganti, dedicata a Horus, al sole. 

Sole allo zenit, e sole che passa attraverso la porticina quadrata, femminea di Madre Terra, come quella delle Domus de Janas, come quella della stele centinata delle Tombe dei Giganti. .

L'Horus che consente la rinascita, la resurrezione dopo la morte. 

Il compimento del viaggio, della gestazione, nel grembo lunare, sotterraneo, oscuro, di Madre Terra".


E il numero 10, rappresenta il Sacro Archetipo Ebraico Yod, con funzione "concentrazione". Il fulcro divino creatore. La forza divina creatrice, formata dalla polarità maschile e femminile insieme 

Quella Y così tanto presente nella nostra Antica Civiltà Sarda. 

Presente proprio come YHW, come forza creatrice divina, dove è presente la polarità maschile (la Y), con valore 10, decimo Sacro Archetipo Ebraico, la polarità femminile, la H(rappresentata anche dalla Tanit), con funzione "vita", quinto Archetipo, e dalla Vav, sesto Archetipo, con funzione "congiunzione", la congiunzione degli opposti. 

10+5+6, fa 21, che ridotto teosoficamente, fa 3, la triade divina creatrice. 

Perché per la rinascita dopo la morte, nelle Tombe dei Giganti, che questa stele rappresenta nella sua esedra, che è un "10", uno Yod creatore, si necessita di entrambe le polarità. 

Di una polarità maschile elettrica, che viene catalizzata nella stele, "concentrata", e fertilizza la terra. 

Siamo in una zona Sacra, con un nuraghe trilobato, perfettissimo, poco distante. 

Un luogo sacro di nascita e rinascita, alchemico, dove la forza divina primigenia si manifesta, anche attraverso questo cippo, che ne contrassegna la Sacralità e la forza rigenerante e creatrice. 


Tiziana Fenu 

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Il cippo del Nuraghe Losa









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