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martedì, settembre 12, 2023

💛Bronzetto con pettorale venduto all'asta

 C'è un'immagine che gira da un po' di giorni, sul social, un bronzetto sardo in vendita all'asta Sotheby's Art, londinese. 

Un bronzetto particolare, su cui c'è molto da dire, che riprende il nostro Gigante arciere di Mont'e Prama, quello stesso, che ha le trecce, altamente simboliche, il pettolare, e l'arco, oltre che avere i dieci solchi sulla protezione dell'avambraccio, altamente simbolici. 


Partiamo dai punti in comune. 

Il pettorale quadrato. 

Ne parlai a gennaio( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/01/lefod-sacerdotale-dei-giganti-di-monte.html?m=0) riprendendo e approfondendo un post di un anno prima ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/il-progenitore-del-quadrato-di-sator-il.html?m=0). 

Scrivevo:

"Non si tratta di un semplice pettorale Ephod, dei nostri Sacri Giudici ( visto che le due lettere ebraiche, sul simbolo della tribù dei Dan, la Nun e la Dalet, significano, insieme, "Giudice", quindi "Emissario divino"),  Archetipi, fondatori di quelli che poi saranno anche i  Giudicati Sardi, ma, in quanto Architetti Divini, anche della simbologia, dello scudo per eccellenza, di quello che sarà il quadrato magico del Sator.

I quattro Giudicati di Calaris, Arborea, Torres e Gallura divennero veri e propri Stati medievali ( nati circa nel IX secolo) costituiti da quattro fondamentali elementi: nazione, territorio, vincolo  giuridico, sovranità.

Quattro, come il quarto Archetipo Dalet presente nel simbolo della tribù dei Dan, la Dalet, con funzione "riparo". 

Infatti questi Giudicati erano al riparo da ingerenze esterne. 

Quattro, come gli elementi di Madre Terra, come i quattro punti cardinali. 

Un Archetipo Femminino, e infatti furono Giudicati in cui vigeva proprio una Costituzione, "La Carta de Logu" promulgata da un altissimo rappresentante del Sacro Femminino, Eleonora d'Arborea (https://maldalchimia.blogspot.com/2020/05/oggi-voglio-parlarvi-di-una-donna-sarda.html?m=0). Uno Statuto, durato ben 5 secoli, che ha avuto come epicentro, proprio un luogo, Arborea, che sta a mezz'ora da Cabras, la Cabras dei nostri Giganti di Mont'e Prama. 

I nostri Giudici, rappresentanti del Divino. 

I nostri portatori e custodi della Sacra Geometria. 

I nostri Architetti Divini. 

Ho già sottolineato più volte, come, le proporzioni dei nostri Giganti, siano tali da far coincidere la cintura con il centro della Vesica Piscis, in cui sono perfettamente inscrivibili, e non dimentichiamo che gli inumati di Mont'e Prama erano rivolti ad Orione. 

La cintura di Orione, come ho scritto altre volte,, se sovrapponiamo la costellazione di Orione alla piantina della Sardegna, cade proprio su Cabras Oristano, con rimandi verificati anche per le Iadi /Asinara( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/le-iadi-e-santa-cristina.html?m=0), e con il braccio teso di Orione, che passa proprio per Benetutti, dove è custodito il Labirinto di Benettutti, la vera Matrice a 7 percorsi, la via della rinascita, durante l'equinozio di Primavera, quando i 7 pianeti sono allineati. 

Quindi, abbiamo detto, il nostro bronzetto, ha in comune, con il nostro Gigante di Mont'e Prama, un pettorale, riconducibile, secondo molti, al pettorale indossato da Aronne, fratello di Mosè, che diede vita al sacerdozio di Aronne e dei Leviti, una stirpe dinastica di sommi Iniziati. 

Dio concesse il potere di interpretare i significati esoterici della Legge Divina solo a Mosè, e suo fratello Aronne, che lui potrà trasmettere solo verbalmente poiché solo la sua parte essoterica, "la parola" è stata scritta sulla pietra.

Il pettorale che Aronne portava sul petto, si chiamava "hoshen", o Ephod, con 12 pietre preziose, indicative della trasmutazione, rappresentative, ognuna, della tribù di Israele, chiamata "tavoletta dei Destini". 

Anche prof. Dedola la descrive come un oggetto di potere, oracolare, rappresentativo del Re, e della figura sacerdotale insieme. 

D'altronde, sappiamo bene come gli antichi Shardana  siano geneticamente intrecciati agli antichi Ebrei, ne ho parlato riguardo la simbologia del Sigillo della Tribù dei Dan, che presenta, comunque, come sfondo, l'arcobaleno, a 7 colori, simbolo della Sacra Alleanza, e della possibilita' di rinascita, come attraverso il Labirinto, la cui metafora riporta ancora ad Arianna/Aronne. 

Arianna

Ar-ianna

Ar/Ra( Sole) 

Ar- janna

La Porta del Sole. 

Arianna come una Jana, che può consentire la rinascita e la trasmutazione, attraverso un percorso inverso di rinascita nel metaforico labirinto u*erino, del Minotauro, e portarlo a compimento della sua trasmutazione e divinizzazione. 

Da Mino-tauro, a Tauro

T-Aurus 

Arrivare alla trasmutazione in oro. 

Anche questo bronzetto, porta il segno inconfondibile, come i nostri Giganti di Mont'e, dell'arcata sopraciliare e del setto nasale a T, come il ventiduesimo Sacro Archetipo Ebraico, la Tau, che indica un Sacro Sigillo ricevuto. 

È il Sigillo degli Iniziati, quello che viene donato ai Sacri Giudici, a chi è arrivato ad un tale livello di evoluzione, da essere che è stato divinizzato, da poter assolvere il compito di Giudice Divino in terra. 

La lettera Tau, voglio ricordare, è formata dalla lettera Nun ( la quattordicesima, con funzione "trasformazione" ), affiancata dalla Dalet la quarta lettera ( con funzione "riparo") 

Ma le conosciamo molto bene. 

Le abbiamo viste insieme, nell'antico simbolo della tribù dei Dan, i ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=0). 

Giudici, sciamani, trasmutatori, guaritori. 

Perché, di trasmutazione, parla, tutta la nostra Antica Civiltà Sarda. 

Trasmutazione attraverso l'acqua, attraverso le ierofanie, attraverso lo speculare, il capovolto, attraverso il corpo di luce. 

È sempre la stessa sinergia degli Opposti che creano. 

Guardandolo, così d'istinto, il pettorale quadrato, come avevo già scritto, mi riporta in modo prepotente ad un'altro quadrato molto importante, del quale questo, potrebbe essere il primo prototipo (altro che Aronne), della tribù dei Levi, gli antichi iniziati (mentre scrivo, noto che Aron-ne, é Nora al contrario..), il quadrato di Sator. 

Questo accostamento deriva dal fatto che il luogo di ritrovamento di questo quadrato, è su un Gigante semidivino, in un luogo che parla di Sacralità: il Sinis.

SINIS. 

Una parola particolare, palindroma, esattamente come la  "TENET" centrale del quadrato di Sator.

Il quadrato di Sator era un parametro della Geometria Sacra. Venne usato, non solo per protezione dei luoghi, ma ha costituito la base prospettica di tutte le Geometrie Archittetoniche ( a riguardo, cercate materiale sulla ricercatrice Maria Grazia Lopardi) 

E anche in questa parola, SiNis, come nella Tenet, abbiamo una "N" centrale.

Due parole, con lo stesso numero di lettere, cinque, palindrome, e che hanno entrambe una "N" centrale.

Sulla centralità della "N", nella civiltà Sarda, in un ipotetico confronto con un quadrato di Sator tutto locale, e non collegabile all'epoca romana, data della sua presunta nascita, ma in un'epoca di molto antecedente, contestualizzabile proprio in Sardegna, avevo già scritto, nel post riguardo la "scacchiera" di Pubusattile, ed è stranissimo, ritrovare anche in questa parola Sinis, palindroma, la N centrale. 

"N", che è importantissima, nell'antica Civiltà Sarda. 

Leggiamo insieme, cosa avevo già scritto a proposito della centralità della "N" nel mio  post.  

"Il quadrato( mi riferivo alla "scacchiera" di Pubusattile - https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=0) 

) come un recinto sacro, la base del tempio, fondamento della congiunzione dei quattro elementi dei punti cardinali. 

In epoca molto più tarda, il quadrato perfetto per eccellenza fu rappresentato dal quadrato di Sator, un' iscrizione Latina databile attorno al  185 d. C.

Cinque parole con 5 lettere ciascuna, un testo palindromo dove le 5 parole si ripetono se lette da destra a sinistra e viceversa o dal basso verso l' alto e viceversa, con al centro la parola TENET che forma una croce palindromica ( somiglia anche alla parola Tanit). 

"Sator /arepo /tenet/ opera/ rotas" . 

Dove è possibile all'interno del quadrato, leggere e scrivere la stessa parola in quattro direzioni diverse. 

E questo è possibile perché esiste una simmetria centrale rispetto alla lettera N, lettera che rappresenta il Nous( l'intelletto divino) e il  Numen ( la volontà divina). 

Ma anche in termini cosmogonici, corrisponde al  primordiale significato di "pesce", simbolo della Grande Madre( come il Nun e il Nunet, la prima coppia androgina semidivina, creatori delle Acque Primordiali e  del Caos). 

Nu-

Radice di Nuraghe

Nun - acque trasformatrici

Nur- fuoco alchemico. 

Acqua e Fuoco, sinergia degli Opposti, srmpre presente nella nostra Antica Civiltà Sarda. 

"Sator" significa Seminatore, creatore, o come Saturno, il Dio delle messi, il Dio del Tempo, della ciclicità continua, e quindi, dell'eternità, dell'immortalita. 

Come, immortali, sono anche i portatori di questo pettorale, che sia un archetipale quadrato di "Sator/Sinis", o un Ephod, non ne modifica la simbologia. 

È riservato agli Eletti, alle figure sacerdotali divinizzate. 

A chi detiene, simbolicamente, l'Arco dell'Alleanza, simbolo dell'Antica Promessa tra l'umano e il Divino. 

Il Gigante arciere, ne porta i segni nella protezione nell'avambraccio, sembre sul braccio sinistro, dove tiene l'arco.

Anche io nostro bronzetto tiene l'Arco con la mano sinistra. 

Perché il lato sinistro, è quello quello Femminino. 

È il lato che riceve energia, mentre il lato destro, emana energia. 

Sul lato sinistro, il nostro Gigante, ha ricevuto, e ne porta i segni, l'iniziazione divina, da custodire, solo come un Femminino sa fare. 

Sulla protezione nell'avambraccio, dieci solchi, come ho approfondito in un mio scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/04/costume-ittiri-e-gigante.html?m=1) 

"Stessa decorazione con 10 scanalature, nel costume di Ittiri, impreziosite da dieci elementi decorativi, i 10 doppi bottoni sardi, con chiaro riferimento beneaugurante alla fertilità e riproduttivita'. 

Un chiaro simbolo, veicolo di un messaggio più importante, che contraddistingue una Stirpe, un'appartenenza regale. 

Il 10 delle 10 scanalature, rappresentano  il Decimo Archetipo Ebraico Iod. 

Quella Y che abbiamo visto più e più volte, come simbolo Regale di Divinità Solare, e di "impianto triadico" a tre punti triangolari, che rappresenta la Sacra Creazione.

Come i nuraghi trilobati più importanti, il Santu Antine, e il Nuraghe Losa, dei Nuraghi Sacri, dei luoghi di Culto, a pianta triangolare. 

Lo Iod è il perno sul quale si snoda la creazione, perché è sinergia di maschile e femminile insieme.

Il 10. 

Il bastone e il cerchio, maschile e femminile che si uniscono per creare.

Perché lo Iod è il Principio Creativo Primo. 

È la prima lettera del tetragramma divino

YHWH, l'essere assoluto.

Quello stesso YHW, come divinità creatrice della nostra Antica Civiltà Sarda, di cui si trovano tracce in reperti e nei Giganti di Mont'e Prama. 

[...] Perché proprio Ittiri, e non un altro costume, di un'altro paese? 

Perché Ittiri, ha la stessa radice "itti-", di "ittico" che riguarda i pesci. 

Quell' ikhthys del pesce mistico che si forma nella Vesica Piscis, e che viene chiamato anche Mandorla Mistica, e che rappresenta l'unione del Maschile e del Femminile, lo stesso numero 10.

E quando il maschile e il femminile di incontrano, creano". 

Dieci, come i "dieci comandamenti". 

Le tavole della legge, che Dio lasciò che custodisce un essere divinizzato, un'alta figura sacerdotale come Mosè. 


E di alta figura sacerdotale, parla il nostro bronzetto. 

Osservate la mano destra del bronzetto. 

È un cenno di "saluto", come abitualmente si sarebbe portati a dire. 

E invece, lo abbiamo visto altre volte, è un gesto estremamente potente di irradiazione terapeutica di energia, sciamanico, che è rimasto nel corso dei secoli e dei millenni, nella nostra tradizione, come l'abituale gesto di salutare, proprio con il palmo della mano esposto, in verticale, dicendo "saludi", "salute", perché si irradia guarigione, salute. 

Le quattro dita unite, e il pollice separato

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14, Archetipo Nun, con funzione "trasformazione". 

La  centralità del segno della Nun , la troviamo nella scrittura nuragica, già le periodo del sec. XVI a. C., secondo il prof. Sanna, ed è un'acrofonia di " Nahas"( serpente), che troviamo  nella scrittura nuragica documentata con oltre 300 documenti. 

E che, affiancata alla  lettera resh (la R in latino) diventerebbe Nur e significherebbe "luce" . 

Il Serpente di bronzo era il simbolo presente, sia nel simbolo della Tribù dei Dan, quello stesso serpente che guarì gli Israeliti nel deserto, o forse, è meglio dire, la tribù dei Dan che accompagno Mosè attraverso il deserto, il quale quale, dietro prescrizione divina, innalza su un’antenna un serpente, simbolo di guarigione, di trasmutazione e salvezza. 

Ed è straordinario pensare che proprio questa lettera presentata da un simbolo grafico serpentiforme, che poi diventerà la N in epoca Latina, la  N centrale del quadrato perfetto  di Sator, sia stata in epoca nuragica o probabilmente prenuragica, il primo segno  di scrittura e alfabeto  che poi rimasto sino all'epoca Latina. 

Per chi dice che sardi  non usassero la scrittura  e non avessero un alfabeto, io credo invece che molto ci sia da  rivalutare". 


La stessa Nun che abbiamo trovato nel simbolo della tribù di Dan, affiancata dalla Dalet. 

La Dalet significava porta, ingresso, portale, e la Nun, quattordicesimo archetipo ebraico, un portale ancora più forte energeticamente, poiché indica trasformazione, simbolo che risale al geroglifico semitico che indicava il serpente, e poi successivamente il "pesce" mistico, inteso come fucina alchemica creatrice creata dall' intersezione delle due circolarità nella Vesica Piscis. Il Sacro Rombo. 

È chiaro che il nuraghe di per sé rappresenta quella divinità originaria e androgina che contiene in sé sia l'elemento fuoco che l'elemento acqua. 

Ma la cosa straordinaria è che "Nun", rappresentava anche  il  salutare primordiale, chiamato " NYNY", il cui segno era un uomo che trasmette energia, come un fulmine a zig zag, come  il saluto dei nostri Bronzetti sardi, che hanno quasi tutto il palmo della mano rivolto in avanti(  https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/simbologia-del-palmo-della-mano-in.html) 

Il  potere di  trasmettere energia, che si trasmette come un fulmine a zig zag. "

La "Nun"  del simbolo della tribù di Dan, rappresenta la forza solare, maschile, insieme all' energia della  vulva femminile, quella che si forma nella Vescica Piscis, dall'incontro delle due polarità opposte maschile e femminile. 

Esattamente come la stella con i suoi due triangoli intersecati, che rappresenta insieme sia la forza lunare che solare. 

La fonte di ogni cosa. 

[...] Il pesce, il nucleo unitario, precostituito, preesistente, alla separazione degli opposti. 

Tutto rimanda ad una divinità ed energia originaria, di cui gli antichi sardi erano custodi e depositari

Con il palmo della mano in vista, si indica questo legame il loro destino di "Dei tra gli uomini", che emergono dal caos delle acque della creazione, in uno spazio energetico, privo di polarità contrapposte, di cui essi sono testimoni e artefici, in quanto uomini di potere, sciamani, pranoterapeuti, chiropratici, che trasmettono energia attraverso il palmo delle mani. 

[...] L' acqua il femminile accoglie il maschile, il pesce divino, e insieme sono il punto di partenza da cui ha origine il tutto, che permette, consente, la vita stessa. 

Infatti la "Nun" è lo spazio sacro di ognuno, dove la  divinità e l'umano si incontrano("nun", significa anche suora in inglese,un essere sacralizzato, e "balena" in inglese, il ventre Alchemico di trasformazione, dove si muore e si rinasce a se stessi.


E questa tavoletta quadrata misteriosa,  addosso ad un Leviatano come uno dei nostri Giganti, non è una semplice tavoletta, ma un veicolo di un messaggio in codice non ostentato, che non può essere pronunciato, visto che alcuni Giganti, quelli che hanno la testa, sono senza bocca, e chi ce l' ha, è rappresentata come una piccola croce. 

Leviatano, si, come avevo già scritto perché i Giganti, non sono semplici guerrieri, ma sono uomini divinizzati, che, abbiamo visto, indossano una maschera. Una maschera divinizzante, della quale ho già parlato. 

Leviatano. 

"Un Levi-Tannyn. Un sacerdote, come lo fu Mosè, Aronne, Noè, Osiride, Cristo, Budda, e altri. Uomini che hanno trasformato la loro dimensione "umana/animale", e l'hanno divinizzata, nel "ventre simbolico della Balena" di Giona, che ne rinasce come un uomo nuovo, purificato".

Così scrivevo nel post sulla Sacerdotessa di Esterzili ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/simbologia-della-corona-nella.html?m=0) 

Adesso, mentre scrivo, mi viene in mente, che Sinai, come il monte Sinai dove la parola di Dio si espresse in parola scritta sulla roccia a Mosè, ce l' abbiamo anche noi, in provincia di Cagliari, ed un attimo, far traslitterare "Sinai", in "Si-Nai", e di conseguenza in "Su Nai", "il Dire", in sardo. 

E quel "Nai", quel "dire", inizia proprio con la "N", quella sacra lettera N, la quattordicesima, che non si può  pronunciare, occultata, perché è il sacro Verbo, Logos divino. 

"Sinai", che, guardacaso, somiglia tanto a "Sinis", entrambe con la N centrale, entrambe di 5 lettere ed entrambe che iniziano pe S. 

La S, che è la S della Sophia, della conoscenza, rappresentata da quel Nepesh o Nehustan, che è il serpente della conoscenza, rappresentato graficamente, negli antichi alfabeti, compreso il nostro, dalla "N", centralissima, in questo quadrato di Sator/ Sinis. 

Ecco perché uno dei Giganti, almeno su quello visibile, c'è una crocetta al posto della bocca. 

Perché indica, non un simbolo cristiano, ma un simbolo primordiale di unione degli opposti per arrivare alla rinascita, alla conoscenza completa, al Verbo, al Logos che si esplica nella materia. 

Perché loro sono la tredicesima tribù di Israele, quella ribelle, i dominatori della conoscenza, del serpente del Nepesh o Nachas.

È il serpente stesso della Kundalini, e sappiamo benissimo quanto gli antichi Sardi sapessero gestire bene queste due forze, queste due due energie, maschile e femminile, sole e luna, fuoco e acqua. 

Questa sinergia perfettamente equilibrata la si ritrova in ogni loro rappresentazione, Archittetonica e artistica. 

Luogo della resurrezione e rinascita anche quello, come lo è il Sinis. 

Io sono convintissima che nel pettorale quadrato vi fosse l'enigma e la chiave di apertura ai Misteri Iniziatici, come il quadrato di Sator, e che la parola Sinis, abbia preceduto di secoli, di almeno tre, quattro millenni, la parola Sator. 

Sinis, la cui prima parte, "sin", è assimilabile al ventunesimo archetipo ebraico "Shin", che ha una funzione traslante, trasformativa, alchemica, poiché simboleggia il fuoco, il fuoco della trasformazione, la metamorforlsi, la ricomposizione dopo lo smembramento della divinità, fino alla sua ricostruzione nell'integrita'. 

La simbologia della Shin è assimilabile al mito della Fenice, uccello d'acqua, trampoliere come il fenicottero, l'uccello di fuoco, per via del suo piumaggio bianco e rosso. 

Uccello che muore e rinasce attraverso il fuoco e l'acqua. 

Attraverso il Nur e la Nun. 

Attraverso la N del suo Nepesh, del suo serpente interiore, della sua Kundalini, formata dal Nur/Nepesh del fuoco e dal Nun Nepesh dell'acqua. 

Poiché è una creatura che rinasce da sé stessa, nelle sue stesse acque amniotiche, in una rigenerazione partenogenica. 

Perché la morte non esiste, quando un essere non è più duale, ed è integrato con sé stesso.

Ecco cosa indica quella N centrale, del nostro sardo quadrato di Sator.

Parola che, anagrammata, diventa Sarto, troppo simile a Sardo. 

Il fuoco purificatore è al centro del cerchio, dove convogliano le quattro forze della natura. 

È il focus, il doppio occhio dei Giganti. 


Anche questo bronzetto presenta degli occhi tondi, anche se è difficile capire se siano a doppia pupilla. 


Ma c'è anche la particolarità della bocca. 

Avere notato come sia formata da 6 granulati e uno centrale? 

È proprio un raggruppamento alla base del naso, dove dovrebbe esserci la bocca. 

Se non dovesse essere casuale, ma ne dubito fortemente, perché tutta la nostra civiltà trasuda simbolismo, si tratta della conformazione dell'esagono( quello presente anche nel mento di uno dei Giganti, come abbiamo già visto) e della simbologia del fiore della vita. 

Ancora, unione degli opposti, sinergia creatrice, Geometria Sacra. 

Si, perché, a 60° era la declinazione  dei raggi del sole che nell'equinozio primaverile, in perfetto equilibrio tra energie opposte lunari e solari, quando di creava il portale dei 7 pianeti, battevano sull'obelisco di Atum Re, dove sulla Sommità vi era il Benben, la prima goccia fertile della divinità, quella che poi crea sua figlia Bennu/Benu, nata per partenogenesi, perché è la stessa Fenice, l'uccello di fuoco, prodotta dalla eiaculazione della divinità. 


Ma guardate la conformazione della testa di questo bronzetto. 

Sembra un doppio triangolo, un rombo, e il rombo, è il simbolo della Vesica Piscis, la base del Fiore della vita, della Geometria Sacra, della stessa conformazione vul*are, simbolo della creazione. 

La sommità a punta, come un Benben della creazione. 

Non solo. 

Abbiamo già visto questa conformazione. 

La testa romboidale, altamente simbolica. 

Ne ho parlato a riguardo della comparazione tra il nostro bronzetto Barbetta, e una rappresentazione di un faraone predinastico(  pare che il primo faraone, della prima dinastia del 2995 aC, , Den, fosse sardo), un cui sottolineavo la forma romboidale della testa, del faraone, e la conformazione a punta, del mento, del nostro Barbetta ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/09/approfondimento-faraonebarbetts.html?m=0) 

I faraoni erano considerati esseri divinizzati, proprio come il nostro bronzetto. 


Per quanto riguarda la placca, incisa, intorno alla testa, non saprei dire. Potrebbe trattarsi di un nimbo solare protostorico. 

Mi ricorda il disco solare, inciso, del Sommo Sacerdote, di cui ho già approfondito ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/07/sommo-sacerdote-approfondimenti.html?m=0), anch'esso un rappresentate del Divino. Un Giudice. 

Solo che nel suo caso, era sopra la testa, invece questo, che sembrerebbe anche molto più antico, è posizionato sulla fronte, sul terzo occhio, come l'ureo egizio. 

Il che, sarebbe ancora più simbolico, perché l'ureo egizio, rappresenta il Femminino che custodisce il Mascolino, a protezione, e il terzo occhio, è posizionato sul sesto chakra Anja, il chakra della sinergia e dell'armonizzazione degli Opposti, che equilibra le due polarità e consente l'accesso a dimensioni superiori. 

E questo, mi sembra estremamente pertinente e consono con questa importante figura sacerdotale, divinizzata, estremamente simbolica. 

Un capolavoro della nostra infinita produzione artistica e simbolo di tutta la nostra profonda spiritualità e simbologia. 


Tiziana Fenu 

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Bronzetto con pettorale



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