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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

venerdì, settembre 15, 2023

💛Pubusattile /"tre fal*li" tempio di Malta

 Prima immagine 

Interno della Domu de Jana di Pubusattile in provincia di Sassari ( dal catalogo Generale dei Beni Culturali) 

Particolare di una parete, nella cella maggiore. 

Datazione, circa 5000 aC, se non oltre. 

Seconda immagine:

i tre fall*i presenti nel tempio di Tarxien, a Malta, molto vicina alla Sardegna, per il suo megalitismo e per l'ipogeismo, che riprende la conformazione della Dea Madre, e per altri aspetti decorativi e stilistici che approfondiro' in un altro momento. 

I templi di Tarxien, fanno parte di un antico sito archeologico, risalente al 3600 aC circa. 

A Taxien furono costruiti quattro templi, nel 2000 aC circa, nei quali sono presenti molti bassorilievi specialmente sui muri e sugli altari.

Della straordinaria importanza di questa Domu de Jana, chiamata della Scacchiera, ho già approfondito più volte a riguardo.

(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/la-scacchiera-de-sa-pala-larga-bonorva.html?m=0) anche con riferimento all'antica dottrina delle vibrazioni( -https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/il-kamasutra-e-la-scacchiera-di.html?m=0) 

Mi ha colpito moltissimo la similitudine tra i tre elementi verticali, dipinti nella nostra Domu de Jana di Pubusattile a Villanova Monteleone, circoscritti da una sorta di riparo, come se fossero dentro un tempio, sormontati da quelle doppie "corna estese", che ne fanno una sorta di altare, e la rappresentazione nel tempio maltese, con altrettanti tre elementi. 

Un altare sacro, come quelli dei templi maltesi. 

Come ho già sottolineato, le corna estese, rimandano alla simbologia Sacra dei Torii ( strano che abbiano lo stesso nome dei nostri "tori" alchemici, presenti ovunque, nella nostra Civiltà) giapponesi, che delimitano, metaforicamente, uno spazio sacro, un portale che custodisce l'accesso ad una dimensione Sacra.

Ne parlai in un mio post:

"Nelle Domus de Janas sono spesso rappresentate quelle che sembrerebbero rappresentare corna taurine allungate, ma che invece  rappresentano una conformazione a trespolo molto simile ai Torii giapponesi,  che rappresentano proprio un portare di accesso, una porta che porta ad una Jinja, cioè ad un santuario, o molto più semplicemente ad un'area sacra. 

Praticamente sono dei Sacri Portali che sono semplicemente delle porte  che sono simbolicamente dei passaggi dal mondo terreno verso il mondo ultraterreno. 

L'etimologia  della parola "Torii", pare che derivi dalla parola "Torana", che letteralmente significa "palo per gli uccelli", ed era utilizzata per identificare le strutture ornamentali di ingresso ai templi nella religione buddista, induista e giainista. 

Quindi che anche in Sardegna , nelle Domus de janas abbiamo esattamente le stesse porte, con la stessa forma, chiamate "false porte', che erano dei portali di purificazione, quindi un punto di passaggio tra puro e impuro, tra mondo dei vivi e mondo dei morti. 

E la presenza di questi Torii anche nella religione giainista mi rimanda anche ad un altro concetto. 

Giano era  la Divinita' romana degli inizi materiali e immateriali, raffigurato con due volti, e che quindi  può guardare sia il futuro che il passato, quindi un ponte tra futuro e passato, esattamente come le "jannas/ janas", le  Sacre porte sarde, e non solo, astronomicamente, alle porte solstiziali a cui sono orientate le Domus de Janas

E allora non sarà che forse i torii( le cui protomi taurine si trovano nelle Domus del Janas) oltre che rappresentare l'elemento fertilizzante che si legava a Madre Terra, forse erano  proprio una rappresentazione di una Divinità femminile con le ali ?

D'altronde anche il nome "babbaiola"  e' inteso come "b-abba"/acqua che vola". 

L'elemento femminile che può passare  da una dimensione all'altra. 

O anche la parola barbagianni. 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/simbologia-gonna-plissettata-sarda.html?m=0) 

"Barbagianni, e non civetta, come genericamente si attribuisce, alla simbologia del femminino "Dea Uccello", in Sardegna. Innanzitutto, basta esaminare il nome, che già parla da solo, come ho scritto tante volte. 

Barbagianni > b-abba(acqua) > jani/o/a ( con riferimento alla jana/ jano/ Giano bifronte, capace di vedere passato e futuro). 

Quindi "Jana" ( janna, come porta multidimensionale, anche per l' aldilà, colei che vede passato e futuro. Psicopompo anche nell'aldilà, come lo è simbolicamente, per eccellenza il barbagianni, con il suo manto candido, puro, che può accompagnare le anime nell'aldilà) 

Una "B-Abba-Jana" tutta Sarda, simbolo della prima rappresentazione delle divinità femminili legate all' acqua, insieme alla Dea Serpente. Icone archetipali, che sono rimaste nella tradizione, fino ai giorni nostri. 

Una traghettatrice tra le due dimensioni, la cui rappresentazione è proprio  in quel Torii o "porte finte" che si trovano in ogni Domus de Janas, che non sono semicircolari come le protomi taurine,  ma sono stilizzate esattamente le Torii giapponesi.

Il Barbagianni in sardo si dice "stria". 

[...] Da considerare anche, come ho scritto altre volte, come individuato dalla studiosa Maria Grazia Lopardi, che il nucleo consonantico "STR" è una costante dell' elemento femminino, riscontrabile in molte divinità femminili, come Ishtar, Astarte e altre. 

"STR", che ritroviamo anche in "Stria", e in Tirso, anche se lei non li nomina, poiché nello specifico non si è occupata di cultura sarda". 

Tirso, che, tra parentesi, non solo è il nostro fiume più importante, ma è anche il nome del bastone del potere papale con sopra una pigna, che metaforicamente, rappresenta la ghiandola pineale.. 

Il tirso come metafora della kundalini, con le sue nadi energetiche, che attivano la pineale. La Kundalini, che ha un'energia femminile, capace di contenere e custodire entrambe le energie degli Opposti, Acqua e Fuoco, ma che sostanzialmente ha un'energia femminile, perché è Shekinah, energia elettrica mascolina che prende Forma nel Femminino. 

E non sarà forse, che il bastone nodoso del capo tribù di Uta indichi un primordiale tirso, un bastone di potere, con 20 "nodi"?

Guardacaso, il numero 20, in Ghematria, è legato all'Archetipo Kaf, con funzione di "coronamento". Indica un alto valore spirituale, un Sacro guerriero spirituale, proprio come potrebbe essere il nostro capotribu' di Uta, la cui simbologia del bastone di potere, rimanda al Femminino 

(https://maldalchimia.blogspot.com/2023/11/bronzetto-uta.html?m=0) 



La similitudine tra i tre fall*i presenti nel tempio maltese di Tarxien, e questa rappresentazione, estremamente simile, di questi tre elementi verticali, nella nostra Domu de Jana, in uno spazio delimitato come un tempio, come un quadrato, che simbolicamente rimanda alla simbologia di Madre Terra, sovrastato da due corna taurine, barche solari, due torii, non si saprebbe davvero come definirli esattamente, rimandano comunque ad un unico concetto. 

Quello di fec*ondazione. 

Di fertilità. 

Di ingravidamento di Madre Terra, del Femminino. 

Del concetto di "nascita/morte /rinascita", proprio in virtù di questa forte componente fecondante. 

Sinergia fecondante, complementare, necessaria alla rinascita dopo la morte, espressa in modo eccelso e inequivocabile dalla stessa struttura a scacchiera, altamente simbolica., per la cui interpretazione, vi ho lasciato i due link a riguardo. 

Le "doppie corna", le abbiamo già trovate. 

A Ossi, nella Domu, che ho chiamato della "natività"( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/09/domu-di-ossi.html?m=0), dove sono presenti, sia le "corna /barche solari", sovrapposte, sia l'ingresso quadrato, sormontato da un bassorilievo come le nostre centrali stele centinate delle Tombe dei Giganti, in cui la sovrapposizione simbolica "taurina /uteri*na*", è macroscopica, con le tre coppelle di fecondazione, sulla sommita'. 

Le abbiamo anche a Montessu, dove sono presenti due di queste "corna", sovrapposte tra loro. 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/imbarcazioni-egizie-montessu.html?m=0) 

Mi rimandano al concetto della Barca Solare egizia, e quindi, ancora al concetto di Femminino. 

Perché è il Femminino, che, come un grembo, come un'imbarcazione, porta il sole durante il suo percorso diurno. 

"Sa nai", la nave, in sardo. 

L'imbarcazione. 

Sanai. 

Leggetelo al contrario. 

Ianas

Janas. 

Come le Domus de Janas, al cui interno, spesso è riprodotta la carena di una imbarcazione, come nella Domu de Jana S'Incantu ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/01/le-domus-de-janas-non-sono-capanne.html?m=0) 

"Sa carena", che è anche "sterno" in sardo, che custodisce i polmoni, il respiro

"Tutte le Domus, tutte, sono orientate ai solstizi.

Nelle Domus de Janas, c'è la dimensione de su "sanaj" (del guarire"), che è una parola speculare a "Janas", visto che nelle lingue antiche si scriveva da destra a sinistra, e la dimensione de "Sa nai"( la nave, in sardo), come simbologia alchemica del grembo che traghetta nell'altra dimensione.

Ma anche per quella koine' concettuale e simbolica del gemellare e speculare, di cui ho già approfondito nei miei precedenti post, di cui è pregna la spiritualità della nostra Antica Civiltà Sarda. 

Ma vi è anche la simbologia del potere terapeutico del suono.

De "su nai", del "dire".

Il potere terapeutico della frequenza, del suono, che si crea proprio nella cassa toracica, quella che in sardo chiamiamo "Sa carena", lo scheletro per esteso, ma riferito in particolare alla cassa toracica.

E la carena, è proprio il fondo della barca.

Quindi, nessuna capanna.

Rappresenta lo sterno, il fondo della barca rovesciata.

Lo sterno dove, come Giona nel ventre della balena, può manifestarsi nella sua trasmutazione alchemica, dopo tre giorni( e il numero 3 è sempre presente nelle Domus) e andare incontro alla sua missione.

Lo sterno, che accoglie i polmoni, sede dell'afflato divino che dona la vita.

Lo sterno che accoglie il cuore.

Lo sterno, cassa toracica che espande il suono, la frequenza terapeutica, che può guarire". 

Afflato divino, che, ancora una volta, è custodito dal Femminino, che da' forma all'energia mascolina, come le pavoncelle sarde, rappresentate, speculari, nei nostri manufatti, difronte ad un Albero della Vita, dal cui beccuccio escono dei riccioli. 

Sono la rappresentazione metaforica delle due Nadi della Kundalini. 


La rappresentazione di questi tre elementi verticali, nella nostra Domus, rimanda inequivocabilmente, alla più tardiva, almeno di 3000 anni, rappresentazione dei tre fall*i nel tempio maltese di Tarxien. 

È la stessa simbologia di sinergia creativa, e al contempo, come è sempre presente, nella nostra Antica Civiltà Sarda, rimandano al concetto di "nascita/morte /rinascita". 

Un concetto che esprime immortalità. 

Un ciclo continuo che si ripete. 

Trovare elementi così archetipali, nelle nostre Domus de Janas, è un patrimonio inestimabile, abbandonato a sé stesso.

Troviamo simboli che fanno capo a questi antichissimi Archetipi, in ogni parte del mondo, e da noi, si parla di date davvero remote nel tempo, di cui abbiamo già Matrice semantica, concettuale, simbolica, che poi si esplica nelle altre civiltà. 

Da noi, troviamo la Matrice archetipale, asciutta, concettuale, a cui bastano pochi tratti esplicativi, che celano una storia, una narrazione, tutta una letteratura fatta di simbologie importantissime, che rivelano il senso stesso della spiritualità dell'umanità, a qualsiasi livello, in qualsiasi periodo storico. 

È un linguaggio al di là delle linee spazio-temporali, che ingloba in sé, il senso di ogni civiltà. 

Civiltà matriarcale, certo, ma sempre in sinergia con il Sacro Mascolino. 

È la caratteristica principale della nostra Civiltà, manifestata in ogni dove, in ogni minimo aspetto. 

Anche, e soprattutto in questa rappresentazione nella Domus di Pubusattile, con i tre elementi verticali, fall*ici, all'interno del quadrato. 

Maschile e Femminile che si uniscono, e creano un tempio, una dimensione Sacra, esattamente come si manifesta nell'altra rappresentazione della "scacchiera", sempre nella stessa Domus, come ho approfondito nei link sopracitati, dove in un quadrato "8 x 8" quadratini, se ne alternano 64. 

32 bianchi, Mascolini, e 32 rossi, Femminini.

Sarà la Matrice, millenni dopo, delle 64 arti dell'Amore, delle 64 posizioni, dei 64 Siddhi/talenti( ma quanti Siddi abbiamo in Sardegna? Tantissimi) del Kamasutra, la dottrina delle vibrazioni, esattamente come è esemplificato in quelle rappresentazioni  energetiche, ondulate, in un modulo di sei( numero 6, unione degli Opposti) al lato della Scacchiera. 

Abbiamo avuto sempre tutto sotto gli occhi. 

L'Origine, è sempre stata qui. 


Tiziana Fenu 

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Pubusattile/"tre falli" tempio di Malta






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