Prendo spunto da un post odierno di prof Sanna ( https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid02ag2R7T6h9y34jjR584aaXqAa2HSNwPpUCBqN6VW72g8MmteHqyfoZeXU7sqJYoKAl&id=1039280542) per esprimere le mie personali considerazioni a riguardo del concio squadrato rinvenuto nella spiaggia di S'Archittu o di Santa Caterina di Pitinuri, Cuglieri, in provincia di Oristano
Cito testualmente un'estrapolazione di questo post a riguardo.
"La lettura, per chi conosce l'alfabeto lineare e il solito modus scribendi in mix del nuragico è molto facile. Cerchio + toro = Toro della luce. Aggiungendo il 'pronome' He (pronome che sostituisce il nome proprio YH o YHW o YHH o YHWH) che in semitico significa LUI/LEI si ha 'LUI è Il toro della luce'"
E ancora " '. Da non molto chi ci segue ha potuto comprendere che la formula si trova, ad esempio, nella bipenne di Arbus (custodita nel Museo di Sardara)"
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Le mie considerazioni partono da una contastazione molto logica.
Una contraddizione in termini.
Visto che si continua a dire che YH/YHW indica sia "lui" che "lei", io non capisco perché se ne continui ostinatamente a parlare al maschile.
Fallo solare
Toro solare
Toro luminoso
Abbiamo la stessa conformazione nella dea Madre Turriga ritrovata a Senorbì.
E tra l'altro, in questo petroglifo, è presente anche un foro.
Un foro vagin*ale?
Di questa Dea Madre, parlai in un mio scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/dee-silenziose-link-di-approfondimento.html?m=0) sulle Dee Madri ritrovate in Sardegna, di cui riporto un brano
Ma se questa Dea neolitica, così perfettamente volumetrica come un uovo, che custodisce l'Anima del defunto, fino alla rinascita nella nuova dimensione, è il frutto di un maschile e femminile che si incontrano a creare quell'Uovo rigenerante, quale è il simbolismo di quella bellissima Dea Madre, rappresentativa del periodo successivo, in Sardegna, quello della Dea Madre di Turriga, in marmo bianco, alta 44 cm, ritrovata vicino a Senorbi( Ca), appartenente al IV millennio a. C.( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/06/dea-madre-siciliana-e-dea-madre-sarda.html?m=0)?
Stilisticamente, è totalmente diversa dalla Dea Madre/Scarabeo.
È un capolavoro di raffinatezza. Potrebbe essere un' opera moderna. Una creazione scultorea di arte moderna, o di alta oreficeria simbolica
Si, perché il simbolismo, pur se molto personale, lo vedo assolutamente.
Due Dee completamente diverse
Entrambe Dee Madri , simbolo di vita e rigenerazione, ma in questa ci sono indicazioni in più, nonostante la forma stilizzata e minimalista.
Cerco sempre l'elemento sinergico maschile, in ogni rappresentazione della civiltà Sarda, perché gli antichi Sardi, li hanno sempre fatti andare di pari passo, in sinergia continua.
Nei Nuraghi, nell'elemento fallico della struttura accolto dall'Energia di Madre Terra.
Nelle Domus De Janas, dove le protomi taurine sono ovunque
Delle Tombe dei Giganti, dove il Sole/Toro energizza l'Utero/Taurino della stessa struttura.
Nei Pozzi Sacri, dove il Sole entra a fecondare l'Acqua.
Nell'acqua ardente della grappa sarda, su " fil' e ferru".
Ed ecco che davanti a questa Venere bianca, stupenda, si vedono i simbolismi del maschile e del femminile, sempre insieme, a creare energia positiva.
La forma consente di tracciare due " V", come ho tracciato sull'immagine, una a contenimento dell'altra.
Quella più esterna segue esattamente la forma dell'ascia bipenne, la grappa, che la struttura cruciforme rivela.
Una forma, quella dell' ascia bipenne, che richiama il mascolino, che ha sempre avuto un valore iniziatico, fin dalle antichissime civiltà.
Uno degli attributi di Zeus
Il Minosse del Labirinto. E infatti a Cnosso, era il simbolo ufficiale della città.
E dove può stare un maschile, un Minosse, uno Zeus, se non al centro di un labirinto? Dentro lo stesso centro del femminino, che feconda ed espande. E infatti l'ascia bipenne, di cui ho trattato in un mio precedente post, era chiamata " labrys",, con la stessa radice di labirinto
Solo il maschile consente l'espansione e la riproduzione.
E infatti, sulla forma della Dea Madre di Turriga, si possono tracciare benissimo, seguendo esattamente i profili che indicano questa forma, due V, con il vertice verso il basso, simbolo del femminino, ma " incastrate", come due matrioske, l'una dentro l' altra, ad indicare un ciclo che si ripete, due lunazioni, quindi l'inizio dell'espansione, della riproduttivita', grazie alla presenza dell'elemento iniziatico ed energizzante maschile".
Se ne evince, chiaramente,, che non concordo sull'interpretazione che è stata fatta del petroglifo in questione, definendolo come una rappresentazione, cito testualmente, del "cerchio+ toro", quindi, esclusivamente al maschile.
Con tutta l'abilità manuale, precisissima, nel fare i cerchi, in ogni dove, nella nostra Antica Civiltà, avrebbero avuto problemi nel fare un cerchio, perfettamente circolare, di pochi centimetri?
La verità è che non si tratta di un cerchio, ma la rappresentazione di un simbolo, vuoi la bipenne, o vuoi una Dea Madre, come quella di Turriga, stilizzata come una bipenne, che rappresenta benissimo la sinergia delle due polarità creatrici.
Madre e Padre insieme, come è in tutto il canovaccio simbolico, epigrafico( riporto testualmente "YH o YHW o YHH o YHWH) che in semitico significa LUI/Lei"), concettuale, architettonico e ierofanico della nostra Antica Civiltà.
Perché si deve, allora, parlare sempre ed esclusivamente del Toro solare, del Mascolino?
Ho parlato di ierofanie, perché una stupenda ierofania a forma di ascia bipenne, si forma nel Nuraghe Ruju all’alba del solstizio d’inverno, verso cui è orientato l'ingresso.
Non poteva che manifestarsi durante un solstizio, visto che, ancestralmente, la bipenne, il Sacro Femminino che è custode delle due polarità, la cui H esemplificativa, anche nell'antica scrittura sarda, come una Tanit, in equilibrio tra le due polarità, indica il giusto accordo per accedere a quella dimensione di perfezione divina.
È sempre stato così.
Le divinità sono sempre state rappresentate così, con una conformazione ad H, a Tanit, ad ascia bipenne, a T.. Come la Tau, che esplica il Sigillo divino degli iniziati, di cui anche i nostri Giganti di Mont'e Prama e le nostre Dee Madri di Cuccuru S'arriu, portano il crisma, nel setto nasale e sopraciliare a T.
Ho approfondito a riguardo in un mio scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/riflettevo-ancora-sul-nome-della.html?m=0)
Ascia bipenne.
Ascia
Cascia.
Sa Cascia.
La tipica cassapanca sarda, riproduzione della più antica Arca dell'Alleanza, custodita, anche questa, dalle due polarità angeliche, che creavano un corto circuito energetico con le ali.
Ascia bipenne, ritrovata anche nel Santuario di Santa Vittoria di Serri.
Un'ascia bipenne estremamente simbolica( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/02/ascia-bipenne.html?m=0), che indica i due principi creativi, e, traslati, a livello astrale, indica le inclinazioni massime e minime dei solstizi, con la sua conformazione ad X, con il fattore equinoziale, al centro, perché c'è sempre un riferimento alla dimensione astrale.
E, custode dei solstizi, è proprio il Femminino, da sempre, come ho approfondito nel mio scritto sulla dea Ecate ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/dea-ecate-solstiziale.html?m=0).
Come il pozzo Sacro di Santa Cristina, un sublime esempio di perfezione, edificato con perfetta armonizzazione tra solstizi ed equinozi, in modo, che da Tanit architettonica quale è, enfatizzasse l'aspetto creativo, generativo, divinizzante e trasmutante di questi passaggi astrali.
Le stesse grappe di ancoraggio tra i massi, ritrovate nel Santuario di Santa Vittoria di Serri, hanno un alto valore simbolico, decorativo e strutturale, che riportano al Femminino, custode delle due polarità opposte.
Ci sono antiche rappresentazioni della Dea Madre Tanit, con due Labrys, due asce bipenni, tenute ognuna in una mano.
La Suprema divinità creatrice è ANDROGINA, lo indicano le stesse lettere /Archetipi, usati per formare il trigramma e il tetragramma, come ho già spiegato.
YHW
Yod, decimo Sacro Archetipo Ebraico, con funzione "concentrazione", principio creatore maschile, che il tutto contiene, quindi androgino.
Una He', quinto Sacro Archetipo, con funzione "vita", principio creativo femminile, così importante, da essere ripetuto due volte, nel tetragramma divino YHWH
E una Vav, sesto Archetipo, il "gancio", che funge, appunto, da aggancio tra i due, e che esemplifica la sinergia degli Opposti.
Quindi, è chiaro, che il riferimento è ad entrambe le energie, maschile e femminile insieme.
Il patriarcato in Sardegna, nella nostra Antica Civiltà, non ha mai trovato terreno fertile.
La Carta de Logu di Eleonora d'Arborea è rimasta in vigore 5 secoli.
Mi auspico si faccia un passo indietro, e si cominci a chiamare le cose con il loro nome.
Civiltà matriarcale, con il culto delle acque( voglio sottolineare che antichi riti dell'acqua si facevano con delle labrys simboliche in processione, guidate da donne), ma guidata, espressa, magnificata, sublimata, in ogni sua minima espressione, dalla sinergia degli Opposti, tangibile ovunque, come simbolo di creazione immanente e continua, immortale.
Tiziana Fenu
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