"impari"
Il Sardo è una lingua omeostatica.
Tende a cercare l'equilibrio tra le parti, come lo cerca sempre tra maschile e femminile, tra Sole e Luna, tra pieno e vuoto, tra luce ed ombra.
"Impari" in italiano, vuol dire differente, diverso
"Impari", in lingua Sarda, vuol dire insieme, sullo stesso piano.
Dove la reciprocità si accosta anche a quel concetto dell'imparare che presuppone reciprocità tra ricevente e donatore, scalzando quel vecchio e gerarchico concetto "dell'insegnante".
"Innoi, seusu tottusu imparausu"
"Qui siamo tutti imparati".
Qui il "sapere" circola, attraverso le mani, i gesti, i silenzi, il fare.
Tutti allo stesso livello.
Tutti nello stesso fluire di silenzio e di conoscenze e arti antichissime, in totale e armonioso fluire con i ritmi dell'Universo, della Natura.
Tutti sanno, e nessuno lo dice.
Tutti sanno e nessuno insegna.
Non si necessita di ergersi a docenti, a maestri.
Nessuno resta un passo indietro.
C'è Armonia, c'è complementarietà.
C'è sinergia tra Opposti e complementari, che creano.
Si impara, "impari".
Si impara, insieme
E insieme, i Sardi, hanno creato quelle meraviglie uniche e numerose che tutto il mondo ci invidia.
Civiltà matriarcale, perché alchemicamente è custode di questa sinergia, ma soprattutto Civiltà sinergica, collettiva.
Tiziana Fenu
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