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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

giovedì, ottobre 21, 2021

, 💛S'Arrana/shardana

 "S'arrana/Shardana" 


Osservavo questa stupenda foto di Fabrizio Pinna, del pozzo Sacro di Serra Niedda di Sorso, in provincia di Sassari, qui in Sardegna. 

Per me non può essere che sacro, in perfetta linea con ciò che avevo scritto già più di un anno fa.

La particolare conformazione ondilata dell'ingresso di questo pozzo rappresenta ciò che per gli Antichi Sardi era concettualmente parte della loro visione cosmogonica, la creazione delle acque primordiali.

Questa conformazione riproduce la primordiale forma di vita de "s'arrana", della Rana.

Il girino.

Girino che è molto simile allo spermatozoo umano. 

S'arrana

Sarrana

Shardana

La somiglianza tra queste parole è notevole. Ma non è solo una somiglianza linguistica, ma ciò che concettualmente esprime la Rana e ciò che rappresenta l'inizio della civiltà  secondo una concezione cosmogonica condivisa dagli Antichi Sardi e non solo.

La rana e i suoi girini

Scrivevo nel post di giugno di un anno fa(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/due-cose-hanno-sempre-incuriosito_12.html?m=0) 

"DNA che può essere anche acronimo di Dana, la grande Dea Madre comune a tutti i popoli, onnipresente. L'ermafrodito primigenio. Con attributi prominenti, ventre gonfio, e fianchi larghi. 

Come l'ermafrodito primigenio della cosmogonia Ogdate dove Nun(il maschile con la testa di Rana) e Nunet( il femminile con la testa di Serpente), come ho già scritto in uno dei miei precedenti post, gli Dei delle acque primordiali e del Caos Creativo, diedero vita al Nommo. 

L' essere quadruplo, che si replicò in 8 esseri umani Dogon, sommo maestro della Parola.

Perché la parola crea. È vibrazione creatrice

E nella civilta nuragica e prenuragica, due cose sono state predominanti : il culto delle acque, e il culto della divinità del Toro, che simbolicamente è collegato al chakra della gola, della laringe, quindi alle Vibrazioni della parola, della comunicazione. 

Vibrazioni che creano forme.

Che assemblando in perfezione. In Geometria Sacra.

[...] DNA( Dana) e RNA(Rana) che danno origine alla vita. 

Il DNA detta il codice genetico e l'RNA lo trascrive durante la mitosi e la meiosi. 

Entrambi hanno in sé la particella "AN", che è la sillaba che si ritrova più spesso in tutti i nomi delle divinità femminili, anche  nella parola jANas

"An" significa l' atto di respirare, da cui la parola latina "Animus", che significa "spirito, anima"

Il Soffio Divino.

[...] Nel sumero indoeuropeo questa particella "AN", è legata all'acqua, elemento creativo per eccellenza, depositario della memoria  ancestrale e genetica

"Dan" significa conoscenza  generatrice

È la Sacra Madre  da Thuatha De Danann, il popolo della dea Dana, la divinità irlandese legata alle Arti e agli incantesimi

E anche qui vi è una forte affinità tra la parola Dana e Jana, perché sappiamo quanto la Sardegna sia legata anche al mondo celtico. 

Dana Dea dell'acqua che fertilizza e porta guarigione. 

Sappiamo bene che il culto dell'acqua è il fulcro della civiltà Sarda a cui si lega inestricabilmente il fuoco, che dà forma a ciò che non ha forma. 

Dana  e Rana, le due divinità principali della cosmogonia primordiale. 

Acqua e fuoco inseparabili. 

La rana che passa dall'elemento  acquifero con la forma di girino, a quello terreno, sotto forma di rana. 

Perché rappresenta un portale, da una dimensione all'altra  È la conoscenza,  la Sofia che consente il passaggio tra le dimensioni di consapevolezza

Acqua e fuoco insieme che creano.

Maschile e femminile

[...] I Nuraghi rappresentano la potenza maschile del Fallo, unito all'accoglienza del ventre materno della madre terra. 

Un  rituale fertilistico di edificazione  che veniva celebrato nel  solstizio d'estate per garantire il raccolto. 

Trigu(grano) /nuragu( questa forma si usa soprattutto nel sassarese)

La particella "GU" in sanscrito significa oscurità,  ma significava anche "suonare, emettere un suono un grido onomatopeico", che è un'imitazione del muggito del toro

[...] Nuraghe /Nuragu

Quindi "Gu" come vibrazione gutturale, un misto di muggito e suono, canto

Come le api, di cui ho parlato molte volte nei miei post, che organizzano l' alveare in forme geometriche vibrazionali armoniose, così anche le rane, emettono una vibrazione alta, più alta del Sacro Om. 

Il Nun maschile ermafrodita creatore, divinità delle Acque, che si fonde con il fuoco  Nur, per dare origine alla conoscenza che si esplica in una forma geometricamente perfetta come il tronco di Nuraghi. 

A spirale. 

Come la perfezione della Spirale Aurea,  che si trova ovunque in Natura, scandita dalla successione di Fibonacci. 

[...]Uniamo questi due archetipi

La Rana Nun e la divinità della fertilità Toro/Sole, e pensiamo alla desinenza del "nuragu",

Quel "gu" che insieme è muggito, suono e oscurità

"Gu" come vibrazione ancestrale di creazione

Come la vibrazione dell' Ape Regina che spinge le Api operaie a costruite l' alveare seguendo una precisissima geometria Sacra. 

La conoscenza, la Sophia, la Dana,(DNA) che si espande in forme geometriche perfette( pensiamo al DNA spiralizzato) attraverso la vibrazione del Nun (Rana/RNA) intorno al fuoco centrale del Nur-a-gu.

Attraverso un " muggito/suono" , che ha una potenza vibratoria altissima

Hanno studiato a lungo il gracidare vibratorio della Rana Toro, detta anche Rana Bue(toro, guardacaso)

In essa ha un ruolo importantissimo la membrana timpanica. 

Sintetizzando elettronicamente i loro gracidii,  vibrazionalmente altissimi, che adottano per richiamare la femmina, hanno scoperto che adottano la strategia della separazione degli  spazi acustici per distinguersi da altri esemplari maschi o insetti. 

Frequenza  e metodo, che viene sfruttata anche dalle emittenti radiofoniche delle grandi città per emergere sulle altre

Simultaneamente quindi, nelle piscine fluviali, diversi anfibi che fruiscono dello stesso  spazio acustico, usano acusticamente "canali privati",  per essere facilmente distinguibili dalle femmine. 

Le frequenze dei loro gracidii sono molto alte, sui 1160 Hertz, armonizzate su delle note chiamate "Qui" , che richiamano le femmine.

I maschi si proteggono dal loro stesso frastuono in modo da comprimere i polmoni , attraverso  narici e bocca semichiusa, così l'aria è portata a passare sulle corde vocali

Ed è esattissimamente la stessa modalità del sistema chiuso a concamerazioni, che viene utilizzato durante il canto a Tenores sardi

La pelle al di sopra dei polmoni nelle rane , vibra in risposta al suono, in  una sensibilità uguale a quella del timpano. 

Le variazioni  di pressione tra membrana della cavità boccale, tipica dei canti a Tenores con vibrante sostenuto,  con vibrazioni della membrana timpanica.

E infatti i Tenores percepiscono meglio il loro stesso canto accostando una mano all'orecchio, sentendo così meglio la risonanza, e quindi creando un canale aereo continuo tra il polmone e la membrana timpanica

Gli orecchi sono ricevitori di pressione, dove la membrana timpanica viene stimolata dai suoni provenienti dall'esterno, e quindi la parte  interna resta a pressione costante, e questo protegge dalla iperstimolazione acustica

Nel senso che  i suoni arrivano alla membrana timpanica dopo essere stati diffusi nel sacco vocale

E questo è proprio tipico dei canti a Tenores sardi perché questo consente alla membrana timpanica di non subire particolari variazioni e danni, nonostante la potenza del canto

Ho scritto in un precedente post, che l'orecchio al suo interno presenta degli otoliti, che sono dei cristalli di carbonato di calcio come quelli della ghiandola pineale, e quindi sensibili alle variazioni dei campi magnetici. 

Il gracidare delle rane, segue una via ascensionale verso l'alto, facilmente tracciabile con il geofono, ed è la stessa onda vibrazionale dell'espansione in verticale, dei  canti a Tenores. 

La frequenza armonica dei canti a Tenores sono impostate sulle alte frequenze sacro OM

Inoltre, mi  fanno pensare che queste  forme geometriche così perfette e spiralizzate come quelle dei nuraghe tendenti verso l'alto, verso il divino, siano state coadiuvate da queste frequenze vibratorie innate, geneticamente. 

Quelle che sono passate dal DNA /Dana Dea ermafrodita dal ventre rigonfio come quello di una rana, fino all'RNA rana cioè all'evoluzione terrena  di quella Dana Dea delle acque che si è  evoluta fino a diventare un animale terrestre. 

Costruendo il Nuragu, gli Shardana, univano in sinergia il Nun  e il Nur, attraverso il Gu, il muggito gutturale tipico anche della rane toro, quelle rane la cui divinita è rimasta impressa a livello genetico, da ermafrodita, che sa usare in sinergia gli  elementi opposti (maschile e femminile), Acqua e fuoco (la rana è un anfibio come la salamandra, animale simbolicamente resistente al fuoco) per  elevare verso l'alto le strutture dei Nuraghi, così geometricamente perfette nella loro costituzione a spiga di grano.

Nuraghi a forma di tronco di cono come le onde vibratorie concentriche dell'acqua stimolate dal suono, che si propagano in un modo  canalizzato verso l'interno, verso l'alto. 

Una struttura architettonica dove  la "forma informa" .

Dove gli Shardana, Il Popolo del mare, informano e comunicano la propria Sofia/Dana/ DNA, attraverso il veicolo che trascrive l'impronta genetica RNA /rana attraverso la vibrazione del suono gutturale impostato sulle frequenze dell'Om, attraverso la vibrazione che si esemplifica in architettura con un'impronta di geometria sacra divinizzata. 

La struttura muraria dei Nuraghi si  snoda attraverso filari ordinati di pietre disposte con un criterio molto evoluto, che ne sottolinea la forza e la sacralità. 

Una struttura complessa e articolata, dove si integrano architettura e funzionalità,  che garantiscono sia bellezza estetica, che solidità,  con uno sviluppo ad anelli concentrici verso l'alto. 

Non erano semplicemente delle torri di controllo strategiche, non solo, perlomeno

Io credo fermamente che il modo di comunicazione tra nuraghe passasse proprio attraverso questi canali "privilegiati" di frequenza , identificabili per latitudine

Ogni " postazione con la propria peculiare frequenza".

Una sorta di geolocalizzazone vocale, gutturale, vibratoria , molto precisa, per essere identificati subito in mezzo a tanti nuraghi.

Proprio come fanno i maschi delle Rane Toro per distinguersi dagli altri maschi. 

E infatti questo canto a tenores è prerogativa solo dei maschi

La cultura Sarda fa parte di un universo più vasto ed omogeneo di quel che appare solo a livello archeologico. 

L' armonico OM dei buddisti, lo ritroviamo nel canto dei "bassi" dei quartetti sardi a tenore, fin dai tempi remoti

Musica e danza unite, con i primi strumenti a fiato, fatti con la canna, infatti il primo  strumento a fiato (ma non solo sardo naturalmente) era una canna forata chiamata "s'arranixedda"( la rana piccolina) Che poi si è evoluta nelle più complesse launeddas. 

[...] Il Canto a tenore esisteva in epoca protosarda, e le sillabe sonore sono portatrici di sogni, concetti, idee, tutti rivolti al divino, e sacralizzare il nuraghe in cui sicuramente nacquero questi canti Sacri

È un suono graffiato delle corde vocali, unito alla nasalizzazione, come il muggito del Toro impostato sulle frequenze dell'OM sacro e vibrante, che si diffonde in  onde concentriche verso l'alto

Una vibrazione che crea una forma geometrica sacra. 

Che serve a richiamare la  forza creatrice  e fecondante della terra,  così come le  rane Toro richiamano le loro femmine con una certa frequenza modulatoria,  in modo loro che il loro richiamo non si confonda tra tra gli altri. 

Forza creatrice della terra che garantiva abbondanza nel raccolto Infatti nuraghi venivano edificati probabilmente nel  periodo estivo,  esemplificando nella  costruzione geometrica Divina e perfetta, la sacra spiga del grano. 

Immagino che si richiamavano , comunicavano, si geolocalizzavano , da un nuraghe all'altro, con questo metodo di frequenze specifiche, una per ogni altitudine, o forse, addirittura, una per ogni nuraghe, mentre officiavano intorno al fuoco, e l' energia si amplificava mentre invocavano il Dio Toro, il Dio Sole, la Madre Terra.

Non erano gli uomini che lavoravano la terra. Doveva essere sicuramente la classe sacerdotale, quella che conosceva gli astri, le lunazioni. 

Quella che aveva la maestria del governare l' Acqua e il Fuoco". 

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E d'altronde la Rana, essendo importantissima per gli Antichi Sardi, è stata immortalata proprio in un bronzetto. 

Ne avevo parlato a maggio(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/05/il-bronzetto-sardo-sarranashardana.html?m=0) 

[...] gli Ogdoad, gli esseri metà umani e metà rana, come gli Dei creatori del pianeta, della vita e dell'universo, che sono gli stessi della Cosmogonia contemplata presso la tribù dei Dogon, del Mali, coloro che dicono di discendere da Sirio, e che hanno conoscenze avanzate in ogni campo.

Questi creatori del cosmo erano altamente venerati, e si credeva che esistesse un "non-tempo", nei tempi e luoghi dei primordi, chiamati "Zeb Tepi", che precedettero la stessa esistenza dello spazio-tempo, quando si era immersi nelle acque caotiche dell'Oceano di Nun, apparentemente esistente in una dimensione governata da questi Dei, gli Ogdoad.

Otto Dei creatori, degli umanoidi Archetipali, anfibi e rettiliani, chiamati anche "anima di Thot".

Essi crearono la terra, al di sopra dell'Oscuro Oceano di Nun, con il potere della parola, sotto forma di cumulo di terra, di isola sacra, poi evolutasi in Pangea, mentre l'oscuro oceano Nun la stabilizzava con eruzioni vulcaniche.

L'Oceano archetipale della creazione, con le prime forme di vita(attestate anche dalla scienza, tra l'altro, che dice che le prime forme di vita si sono create in acqua come anfibi, per poi abitare sulla terra ferma), che erano rappresentate da 4 uomini raneiformi, e 4 donne serpentiformi.

Otto come il numero dell'infinito, che unisce cielo e terra, umano e divino.

Questi otto Ogdoad erano conosciuti anche presso i Sumeri, ed erano al centro di invocazioni mistiche per iniziati.

Quattro coppie, Dio Rana e Dea Serpente.

Amon e Amaunet, il Dio e la Dea dei regni invisibili.

Nun e Nunet, Dio e Dea delle acque primordiali. 

Kek e Keket, il Dio e la Dea delle tenebre. 

He ed Heket, il Dio e la Dea del cosmo infinito. 

Se leggete in verticale, le iniziali dei nomi  degli Dei maschi, formano insieme, la Parola Ankh, poiché sono considerati l'origine di ogni cosa, e l'inizio dell'età dell'Oro umana.

Presso i Dogon si manifestarono con il nome di "Nommos", esseri per metà pesce e metà umani.

Sono esseri androgini, gli Ogdoad, che incarnano le polarità opposte, le polarità maschile e femminile, il bene e il male, l'acqua e il fuoco.

Punto l'attenzione sulla coppia Nun e Nunet, perché già ne parlai, i creatori delle acque primordiali.

In Sardegna il culto dell'acqua è stato sempre molto sentito.

Nun infatti indica anche il quattordicesimo archetipo ebraico, che indica trasformazione, il pesce mistico trasformativo, ottenuto dalla intersecazione delle due circonferenze, delle due polarità opposte, maschile e femminile, e di tutti gli opposti in generale, della Vesica Piscis.

Se ricordate, è anche una delle due lettere ebraiche presenti nell' antico simbolo della tribù dei Dan, insieme alla Dalet, che indica la porta, la solidità del sostegno, il quarto Archetipo. 

La Nun consente la trasformazione, la vagina cosmica nella quale si manifesta la Mem, l'acqua del tredicesimo archetipo, e si manifesta in modo completo, perché la Nun è pesce e Mandorla Mistica al contempo.

Gli opposti, come acqua e fuoco.

Infatti la radice Nu-, é la stessa sia per Nun(acqua), sia per Nur(fuoco), e la parola nuraghe, quindi, contiene entrambi gli elementi.

Fuoco e acqua.

[...] Tra le divinità egizie, era la dea Heket, dea della fertilità e della rigenerazione, ad avere le sembianze di una rana.

Era considerata la sposa di Khnum, il vasaio cosmico, guardiano delle sorgenti, di cui ho già parlato nel post sulla geometria sacra del Guerriero di Abini-Teti, ed era considerata la paredra, l'aspetto femminile del dio Thot, Dio lunare della Sapienza.

[...] Questa statuina è straordinaria.

È la chiave di lettura per capire le sacre vibrazioni architettoniche dei nuraghi.

È simbolica.

[...] E, nonostante la data incerta (XIII sec, o forse anche prima), questo indica la forte valenza a 360°, che questa simbologia della rana, acquisisce in Sardegna.

Come dire, che qui, non è solo una rappresentazione di una divinità cosmogonica primordiale, o di una divinità egizia, ma che la stessa esegesi linguistica delle parole "rana/Shardana/dana/dna/rna/nuragu/gu", insieme, formano una tessitura che restituisce un lembo della nostra storia, senza sfilacciature, con rimandi ben precisi, e corrispondenze che si sono sviluppate in modo articolato e semantico, ben prima, e in modo molto più esauriente, rispetto ad una semplice rappresentazione egizia della Dea rana Heket, o degli Ogdoade della Cosmogonia egizia.

"S'arrana" è nostra.

È Shardana.

Ancora prima che gli Egizi la facessero loro.

È il richiamo primordiale e vibrazionale con il quale ci siamo espressi secoli o millenni fa, per collegarci al divino, nel grembo dei nuraghi, tra luce e oscurità, tra fuoco e acqua, tra umano e divino. "

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Ma una rana, è stata rappresentata, in una posizione da partoriente, in quella che io considero la prima rappresentazione di un" presepe". 

Ne parlai a dicembre dell'anno scorso

(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/perche-il-nostro-presepe-in-sardegna-lo.html?m=0) 

"Domus de Janas Mesu'e Montes ( Ossi-Sassari)

Datazione 3500/4.000 a. C. circa

La Sala della Sacra Natività

Tre elementi disposti in modo triangolare ( triade creativa), dentro due circonferenze ( maschile e femminile uniti, che creano) 

Una falsa porta alle spalle, sovrastata da due elementi a protome allungata.

Due elementi come il maschile e il femminile uniti, che contemplano la Creazione triadica protetta dalla doppia cintura di protezione del Padre e Madre Creatori

[...] Su un' altra parete, un' immagine emblematica estremamente stilizzata ma facilmente riconoscibile

Un ibrido tra una M allungata, che rimanda ad una protome taurina, ma anche alla "M" della posizione delle gambe "a rana", tipiche del parto in posizione accovacciata, che richiama le "donne rana partorienti", già comparse in Anatolia nel 7000 a. C., che poi si evolveranno nelle rappresentazioni delle Sheela na Gig, presenti soprattutto nelle chiese romaniche e irlandesi del 1000/1200 a. C.

La loro ostentazione della vulva, era un avvertimento contro il peccato e la lussuria

In questa particolare rappresentazione, la M dilatata si interseca con un rombo, che rappresenta la vulva femminile. 

[...] E la figura stilizzata partoriente, a "gambe da rana" e rombo/vulva in bella mostra, parla, appunto di un parto, di parti, che si sono consumati dentro quella Domus de Janas"

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Quindi, la conformazione a girino di questo pozzo Sacro, non fa altro che dare conferma dell'importanza della rana, de "s'arrana/shardana" nella concezione cosmogonica degli antichi Sardi, ma anche nelle culture delle altre civilta, come veicolo di vita, simbolo di fertilità. 

Ma in Sardegna acquisisce una valenza simbolica ancora più specifica e importante, poiché si lega, non solo alla creazione in senso fisico, ma alla creazione legata alla vibrazione del suono, come dimostrano i canti a tenores

Quindi, non solo un girino, ma tutto un impianto di concezione cosmogonica  legata anche al creare vibrazionalmente, di cui gli antichi Shardana erano maestri


Ps:  le mie sono interpretazioni simboliche. Certo che è strano che poi l'interpretazione scientifica si accordi così bene anche a quella simbolica. Perché la scienza, non è mai solo scienza, l'archeologia non è mai solo archeologia e il simbolismo, il mito, l'esoterismo, la teosofia, sono sempre perfettamente innescati nella realtà.

DNA significa acido desossiribonucleico, ma anche, interpretato simbolicamente ed esoterica mente Dana, Madre delle Madri. Si integrano a vicenda.

Il Dna genetico è la Madre delle Madri.

Ed RNA, che ha la funzione di trascrittasi dei codici genetici del Dna, ha la stessa funzione, simbolicamente, dei primi Archetipi uomo-Rana, che "trascrivono, anch'essi, il codice genetico umano sulla terra.

Non è meravigliosa questa similarità e integrazione? 


Tiziana Fenu 

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S'arrana/Shardana












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