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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

venerdì, marzo 25, 2022

💛I pettorali di Tartesso"

 Da un post di una pagina(https://www.facebook.com/1274405409430039/posts/2166426006894637/), in cui si dice che a Camos, in Spagna, trovarono, negli anni '50, delle anfore con il tesoro, chiamato "El Carambolo", del re Terios, proveniente dalla città Tartessiana, risalente al VI sec. aC, comprendente 21 pezzi, tra cui due pettorali a pelle di bue.

Questi pettorali, o panelle di rame, sono similissimi a quelli ritrovati nel nuraghe Antigori di Sarroch. Si ipotizza potessero arrivare da Cipro. 

Ma io credo, avallando l'ipotesi di molti studiosi a riguardo, che Tartesso non si trovasse nell'attuale Spagna, ma proprio in Sardegna, e che questi ritrovamenti siano la prova degli scambi commerciali e dell'esportazione(e non, dell'importazione) di questo manufatti Sardi, verso le regioni del bacino Mediterraneo e oltre.

Sappiamo che la stele di Nora, ritrovata vicino a Pula, risalente al XIX sec. aC, definita con caratteri "fenici", presenta una sottolineatura in rosso della parola b-TRShSh, che si traduce come T(a)rsh(i)sh, la Tartesso di cui parlano i Greci, perché significa proprio "in Tartesso, identificando Nora con Tartesso. 

Wagner invece, identifica Tharros con l'Antica Tartesso. 

Anche nel coccio di Orani, si legge la stessa scritta b-TRShSh, e prof. Sanna, reinterpretando l'iscrizione della stele di Nora, grazie a questo Coccio, riesce a decifrare il nome antico della città di Tharros, che era Tarsos. 

In Spagna non esistono toponimi, specialmente nella zona dove ipoteticamente sarebbe dovuta essere Tartesso, che siano foneticamente simili a Tartesso. 

Qui abbiamo Tharros, il Tirso, ed altri toponimi che contengono la TRS di Tartesso. 

La Sardegna con il suo Gennargentu/Genn'argentu/ena("vena")argento, rimanda ad una ricca zona di metalli, ricca di vene d'argento. Anche la Bibbia parla di una  Tharshish, una civiltà particolarmente evoluta, nel II millennio aC, e non può essere che la Sardegna.  

Nel passo della Genesi 10,1-5, parla chiaramente di due luoghi  differenziati, riferiti alla discendenza di Noè, e non identifica quindi Tartesso con Cipro: "questa è la discendenza dei figli di Noè: Sem, Cam e Iafet, ai quali nacquero figli dopo il diluvio. I Figli di Iafet : Gomer, Magog, Madai, Iavan, Tubal, Mesech e Tiras. I figli di Gomer : Askenaz, Rifat e Togarma. I Figli di Iavan : Elisa, Tarsis, quelli di Cipro e quelli di Rodi. Da costoro derivarono le nazioni disperse per le isole nei loro territori, ciascuno secondo la propria lingua e secondo le loro famiglie, nelle loro nazioni".

Se ne parla nel libro dei Re, riguardo re Salomone che aveva la sua flotta di mare chiamata di Tarsis, con grandi carichi d'oro e d'argento e di Babbuini(spesso ci sono i babbuini, nelle nostre navicelle nuragiche, ma questo, perché rappresentavano il dio Thot, il "civilizzatore" dell'umanità, di cui abbiamo una splendida rappresentazione nel coccio di Orani(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/10/la-divinita-androgina-di-sardara.html), una divinità androgina, come l'energia del sigillo del re Salomone, che è una stella a sei punte, come la nostra stella della Sartiglia, come il Fiore della vita a sei punte della Maschera dei Boes, come l'esagono simbolo degli Architetti Divini, i Giganti di Mont'e Prama, i nostri semidei civilizzatori. 

Stella che indica l'equilibrio degli opposti. 

La compagna, la Regina di Saba, grande iniziata anch'essa, della quale ho parlato svariate volte, inaugura la discendenza dei Falasha, gli ebrei etiopi, forse i veri protagonisti della bandiera dei quattro morì. 

Falasha il cui nome, ancora eccheggia nelle antiche abitazioni in giunco dei pescatori di Cabras, i falascia. 

Ci sono svariati passi biblici, almeno una dozzina buoni, sui quali non mi voglio attardare, che nominano Tarsis, e la descrivono  verosimilmente come localizzata in Sardegna. 

Quindi, ritornando ai "pettorali spagnoli", correlati alle panelle ritrovate a Sarroch, ritengo che potessero essere una produzione locale, piuttosto che un'importazione, e che Tartesso, verosimilmente, potesse essere davvero qui in Sardegna.

E vogliamo parlare della lavorazione a "pibiones" delle degli ornamenti sulle braccia e nel giro vita? Tipicamente sarde(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/i-motivi-pibiones-nella-cultura-sarda.html?m=0)


Anche le sei "bolas", le sei sfere sul davanti, ricordano quelle, anche se in numero doppio, del bronzetto, con le "bolas" in spalla. E sappiamo bene, l'importanza del numero sei nella nostra Antica Civiltà Sarda

https://m.facebook.com/groups/1659777054289465/permalink/2944739685793189/


Tiziana Fenu

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I pettorali di Tartesso






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