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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

sabato, marzo 05, 2022

💛Fuoco di Sant'Elmo


Il Fuoco di Sant'Elmo è una scarica elettroluminescente provocata dalla ionizzazione dell'aria, durante un temporale, all'interno di un forte campo elettrico. 

Prende il nome da Sant'Elmo patrono dei naviganti, e il fenomeno appare spesso sull'albero maestro delle navi. 


Si  verifica, tra le altre cose, anche sulle corna di animali come il toro, per avvicinamento o confricazione. Questo, in riferimento astrologico alla costellazione dei Gemelli. 

Sul concetto di Gemellare cosmogonico, dove la costellazione dei Gemelli, indica l'androgino, la divinità completata(avete presente le nostre due pavoncelle bifronti davanti all'albero della vita?), l'integrazione, che da accesso a livelli superiori di consapevolezza e conoscenza, ho già parlato. 

La concezione cosmogonica del "doppio", delle coppie primordiali Gemelle cosmogoniche che creano la prima civiltà, il primo fuoco degli umani, venne acceso nell'età aurea dei Gemelli, forse un milione e mezzo di anni fa, quando si scoprì che con due bastoncini "gemelli", per confricazione, cioè per notevole sfregamento, si poteva creare la scintilla di vita, di sopravvivenza, del fuoco.

Questo concetto del "gemellare", dal quale scaturisce il fuoco vitale, poi è rimasto nel corso dei secoli, e appare anche nel simbolo della civiltà, per eccellenza, l'Arca dell'Alleanza. 

Ne avevo parlato in un mio post(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/s-arca-sacra.html?m=0). 

Sull'Arca dell'Alleanza, vi erano due Cherubini d'oro a protezione del coperchio, tutto in oro,  le cui ali quasi si sfiorano. 

L'Arca era la manifestazione vivente del potere divino. 

Il potere che scaturiva dall'Arca in oro, deriva da quell'arco di luce che si creava dall'estremità di un ala all'altra, dei due Cherubini che stavano accoccolati sul coperchio  dal vano contenitore.

Una specie di luce ed energia, un arcobaleno, un arco elettrico, che distoglieva qualsiasi inconsapevole ad accostarsi all'Arca, senza prima aver fatto un percorso iniziatico, senza essere meritevole  di conoscerne il contenuto prezioso. 

Si narra che chiunque tentasse di forzarlo morisse bruciato e folgorato. 

Molto consono con l'aspetto elettrico e folgorante di Amon, dio dell'elettricità. 

Le lampade ad arco furono poi davvero realizzate  nel 1822, e sfruttavano il principio della polarità opposte, replicando l'effetto che si otteneva tra le punte delle ali contrapposte dei due Cherubini, mentre la luce si manteneva al centro del sistema. 

Come un condensatore elettrico che immagazzina l'energia dall'atmosfera e poi lo sviluppa internamente attraverso la luce. 

Così come dicevo per gli scudi rotondi ravvicinati dei Bronzetti Nuragici(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-queste-tre-immagini-la-prima.html?m=1)

Il guerriero nuragico a quattro occhi,  come Fanes, il primo nato, la divinità primigenia della cosmogonia orfica. 

Fanes che in greco significa "il brillante", il Dio luminoso,e questo ricorda molto Amon la divinità egizia, che veniva chiamato la "luce splendente". 

L' Eros primordiale, ingoiato, inglobato da Zeus, per manifestarsi in tutta la sua potenza, tramite il fulmini e le saette

Elettricità. 

Filo conduttore tra Amon, su Maschinganna, Maimone, e anche, credo proprio il guerriero sardo dai 4 occhi che spaventava i nemici. 

E il caos della materia prima del tutto in Potenza. 

Lo spirito vitale increato e ingenerato. 

Fanes il donatore di vita , Eros primordiale, le forze contrapposte che si manifestano eternamente. Estasi e terrore, vita e morte, creazione e distruzione, dolore e silenzio

Fanes è ciò che si crea dall'uovo primordiale. 

E questo spazio di creazione che unisce gli opposti- contrapposti, i  Sardi l'hanno trovato nella pietra e della Pietra ne  hanno fatto un Uovo Cosmico Narrante. 

I Sardi nascono dalla Pietra e nella Pietra.

Così come diceva Pinuccio Sciola di sé stesso

Fanes mise in moto l'universo. 

L'ermafrodito dalle Ali d'oro. 

E ali d'oro, verranno poi rappresentate, come due angeli Custodi, nella riproduzione dell'Arca di Noè, che ha la stessa dinamica elettrica della bobina di Tesla, come ho scritto in un altro post.(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/s-arca-sacra.html) 

Come le due pavoncelle l'una difronte all'altra che insufflano l'afflato divino, il "respiro della vita". 

Stessi Sardi ideatori? 

Maschile e femminile insieme.

Questa sinergia sempre presente in ogni manifestazione dell' Animo Sardo in ogni campo. 

Dove tutto è Sigizia

Monade Primordiale.

Armonia. 

Fanes era il doppio, perché guardava davanti e dietro, e ha quattr'occhi perché credeva che nulla dovesse essergli occulto. 

Era  incarnato anche nel Giano bifronte

L'oro del rivestimento dell'Arca e dei due Cherubini, fungeva da conduttore elettrico, e il legno di acacia fungeva internamente da isolante.

I due Cherubini erano come due elettrodi. 

Questa grandissima capacità di manipolazione della luce e di questo arco di energia, era un qualcosa di magico e alchemico, che  veniva veicolato e tramandato segretamente fin  dai tempi antichissimi, fin da quando impararono ad usare, dai tempi del Re Salomone, il Sacro Fuoco ad alto potenziale elettrico, per trasformare l'oro in polvere bianca mistica, chiamata la "polvere di stelle", l'Ormes,  l'Albero della vita, lavorata poi in "pani conici" (che richiamano la forma dei Nuraghi, a dire il vero), formata dall'alchimia e abile trasformazione di 8 materiali diversi, fino ad arrivare all'Oro monoatomico, costituito da un solo atomo, e raggiungibile solo attraverso un arco di luce ad alto voltaggio. 

Una "pietra di fuoco", d'oro bianco, lavorata da abili competenti in metallurgia, chiamata Shem-an-na. Una sorta di pietra filosofale, capace di ripristinare il DNA, di piegare lo spazio-tempo, di favorire la levitazione. 

L'ormus, l'MFKTZ degli Antichi Egizi. 

Si controllava così il potere dell'Arco di luce, fin dai tempi antichissimi, e sono convinta  che i Sardi fossero in grado di gestirlo, e lo esternassero in particolare attraverso i due scudi rotondi vicini, per creare emanazioni elettriche.

Lo stesso prof Dedola dice che si officiavano riti sulla sommità dei nuraghi per celebrare il Fuoco Sacro.

I nostri Antichi Padri erano degli sciamani, dei "fulguratores". Nella pinacoteca di Cagliari c'è un ciondolo chiamato "la pietra del tuono". Sapevano attivare i fulmini, che sono plasma

"I paleografi interpretano la scrittura Oracle di Shen 申 come un pittogramma di un "fulmine". Questo è stato graficamente differenziato tra dian 電 "fulmine; elettricità" con la "nuvola radicale" e shen 神 con il "culto radicale", suggerendo semanticamente sia il "fulmine" che gli "spiriti" che discendono dal cielo."

(https://www.facebook.com/103659844591320/posts/184859429804694/) 

Erano Curanderi, Cabiri, Yogini, erano iniziati ai Misteri del Fuoco, del Fulmine, dell'energia vitale e cosmica

Shen(fulmine)

Dian(elettricità intesa come "nuvola Creatrice del Fulmine)

Insieme, le due parole, formano la parola. 

Shen-dian

Troppo simile alla Sherdian, per passare inosservata. 

Gli Antichi Sardi come custodi del Sacro Fuoco Elettrico

.. è molto probabile che questi nostri "dominatori" del Fulmine, i fulguratores, entrassero in stati sciamanici di ipnosi avvalendosi anche del movimento rotatorio ad ansa, di questo amuleto(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/italia-citta-cagliari-luogo-di.html?m=0) 

La stessa forma dell'Arca dell'Alleanza, è stata poi riprodotta nelle nostre "archedde", nelle nostre cassapanche intarsiate che solitamente rappresentavano la dote, insieme al corredo, della sposa, e che portano intarsiate nel legno, tutta la simbologia dell'Unione degli Opposti, comprese le pavoncelle bifronti.

Perché anche nella simbologia dell'Unione matrimoniale, esemplificata dalla cassapanca sarda, così simile all'Arca dell'Alleanza, tanto da essere chiamata "archedda", troviamo la Chiave per la Creazione, la sinergia degli Opposti, sempre presente. Così come è presente nel Menhir di Laconi, postato nelle immagini del post di Mediterranean Ley Lines. 

Ciò che è sotto il capovolto sardo, nel menhir di Laconi è la "dinamo elettrica" di queste due polarità, con la H al centro.. Come la si vede fin dai tempi di Gobleki Tepe.. Come un Sacro Vajra. Tutte le divinità di ogni civiltà sono state rappresentate con braccia aperte e due animali speculari, ad H.. Solo con l'equilibrio di energie si può creare.

D'altronde, l'ultimo re sumero che si salvò dal diluvio universale, fu Ziusudra o Zin Suddu(come è simile ai nostri cognomi Sardi), che diventerà Noè nella tradizione ebraico-cristiana

L'Arca di Noah, l'eroe del diluvio dell'epopea di Gilgamesh. 

I poemi ripresi dagli Ebrei, o meglio, dai Giudei(giudei inteso come «appartenente alla tribù di Giuda», con cui sono stati indicati gli Ebrei rimasti in Palestina dopo la distruzione del regno d'Israele nel 722 a.C., quando l'intero popolo ebraico fu ridotto alla sola tribù di Giuda).

Le nostre navicelle sarde rappresentano tutte delle piccole arche di Noè, con animali al loro interno, più che umani. 

La navicella nuragica della Tomba del Duce, di Vetulonia, risalente al VII sec.a.C., è chiamata l'Arca di Noè, non a caso. 

Ci sono bronzetti Shardana anche nel museo archeologico di Gerusalemme. 

E non è forse vero che i nostri Giganti di Mont'e Prama, sono dei Giudici,  inanzittutto?

La Sardegna venne divisa in Giudicati, infatti, le quattro entità istituzionali nelle quali la Sardegna risulta divisa dopo la metà del Mille, erano organismi configurati dal punto di vista giuridico come veri e propri stati. Al vertice della struttura stava il giudice ("iudike, iuighe"), titolo ordinariamente ereditario "di diritto"

I simboli degli Archetipi Ebraici presenti nel simbolo della tribù dei Dan sono una Dalet e una Nun, e insieme formano la parola Dan, che significa "giudicare" (https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=0) 

E la forma della Tau, è composta dalla Dalet e dalla Nun insieme. 

Perché i nostri Giganti di Mont'e Prama sono degli Iniziati, dei Giudici, dei Sacri Guardiani della Soglia tra dimensioni, come Thot, di cui abbiamo una bellissima rappresentazione nel coccio di Sardara(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/10/la-divinita-androgina-di-sardara.html) 

Hanno la T anche nell'arcata sopraciliare, così come è presente nella Dea Madre di Cuccuru s'Arriu. 

La T, con tre vertici, come un triangolo, come il trilobato, il Fiore della vita che si porta a bordo dell'arca, e che rappresenta il modulo espressivo più simbolico della nostra Antica Civiltà Sarda. 


Tiziana Fenu

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