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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

lunedì, giugno 17, 2024

💛Nuraghe S'Uraki/ antica città di Neapolis

 


Ho già approfondito a riguardo dell'importanza architettonica del nuraghe S'Uraki( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/03/nuraghe-surakidecagono-radiostesia.html?m=0), a San Vero Milis, in provincia di Oristano, della sua simbologia Atlantidea e della sua conformazione a Magnetron, ad accumulatore di energia, che, in questo caso, confronto, in corrispondenza, con la struttura della città di Neapolis, l'antica città fondata dai greci nel 475 aC, su cui venne fondata Napoli. 

Ma abbiamo una Neapolis anche qui in Sardegna, antica città le cui rovine si trovano a Guspini (SU)

Per quanto riguarda il nostro nuraghe Uraki, trattasi di un tempio sacro, come i nostri trilobati più importanti, il Santu Antine e il Losa, di cui ho già approfondito, che hanno parametri e Strutture che fanno parte della Geometria Sacra

Qui abbiamo 10 torri, disposte su una conformazione circolare.

Il numero 10 è in correlazione al Sacro Archetipo Ebraico Yod, prima lettera del tetragramma divino YHWH, qui, diffuso come Yh/YHWH.

10 come i dieci bottoni de "sa buttoniera" dei costumi di Ittiri, che ancora oggi tiene viva la simbologia di quei 10 solchi altamente simbolici, tracciati sulla protezione dell'avambraccio del Gigante Arciere di Mont'e Prama ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/04/costume-ittiri-e-gigante.html?m=0)

Il numero 10 come lo schema dei sigilli di Tzricotu, che ricalcano l'Albero della Vita, con le sue 10 Sephiroth ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/12/sephiroth-tzricotu.html?m=0)

Una struttura che ricalca la geometria del decagono, con i suoi 10 lati, la figura geometrica che maggiormente si avvicina alla circonferenza, e quindi a quell'idea di perfezione divina, cosmica, celeste.

Decagono, che nei suo angoli interni, presenta angoli a 72 °, e al vertice centrale, un angolo a 36°, che, come ho scritto tante volte, sono peculiari, sia dell'ingresso dei nuraghi, sia, in particolare, ma con riscontro anche in altre strutture, nel nostro pozzo Sacro di Santa Cristina.

Misure auree, quindi, legate alla Geometria Sacra.

72 > 9

72 > 9

36 > 9

3 x 9 = 27 > ancora un 9

Il 9 è la Teth, nono Archetipo, il grembo della creazione, il Femminino.

È molto interessante sottolineare come il decagono sia  un circuito radionico che serve per modificare la frequenza di qualcosa in quella di qualcos'altro.

È uno degli strumenti più preziosi per il rabdomante e il radioestesista.

Sappiamo bene quanto il culto dell'acqua sia importante, nella nostra Antica Civiltà.

Un'acqua considerata Sacra, guaritrice, terapeutica, strumento alchemico di trasmutazione, veicolo di ierofanie che amplificano la presenza del Divino nella materia.

Lo stesso strumento dei rabdomanti, ha una forma di Y.

Una Y che una radice astrale, e che quindi, energeticamente, collega cielo e terra, in quanto è via astrale di rinascita, come ho scritto in passato

"La struttura ad Y nelle rune celtiche ( .. e mai dimenticare che parlare di celti, é parlare anche di Antichi Sardi) rappresenta la Runa Algiz, che viene chiamata "orma del Cigno". 

Infatti in antico germanico, "alkaz", significa "cigno". 

[...] E proprio il Cigno, abbiamo visto, come sia strettamente legato, come disposizione "triangolare/ad Y" stellare, e come fonetica, al "Cygnus" "cunnus" (in latino, "cunnu" in sardo), che riproduce il Sacro Graal uterino, nutrimento immunitario, poiché indica la Croce del Nord, la stella Polare, che porta alla salvezza, alla protezione e alla sicurezza.

Quindi, il Cigno, è rappresentato da una Runa Algiz che è a forma di Y triadica.

Cigno che era animale Sacro alle Walkyrie, le Donne Sacerdotesse, come le Janas. 

Cigni, che sono in stretta correlazione con i Tuatha De Danaan, (e ritorniamo agli Shar-Dan, agli Antichi Sardi), simbolo di saggezza, purezza, Fedeltà.  

Legato ai tre elementi dell'acqua( dove nuota), dell'aria (dove vola) e alla terra( dove si posa) 

Ma, il cigno, rappresenta soprattutto il Fuoco del Sole, da cui trae il suo potere per padroneggiare gli altri tre elementi, che entrano in comunicazione tramite esso. 

-Il Cigno "Fuoco/Nur"

Il Nur di Nuraghe, che è Cigno/Cono/Cunnus/utero/Fuoco

Perché, è il Fuoco/Athanor femminile, che consente la creazione, come un calderone .

Il Cigno simbolo del Santo Graal, del Sacro Femminino, e della sua cavalleria mistica di protezione della Rosa Mistica, incarnata poi, nell'Avatar della Maria Maddalena, come altre prima di lei, Iside, e tutte le Dee Madri a partire dal Paleolitico , I Templari, con la T del Tau, che è un adattamento della Y iniziale, come simbolo degli Iniziati, e della coppa della Conoscenza, del Sacro Graal, di cui il Femminino, il Cygnus/Cunnus, è depositario "


E, a proposito di" Nur", vediamo come lo stesso nome Uraki, abbia il sé la particella "Ur", che significa Fuoco Sacro.

Un Fuoco alchemico, capace di trasmutare, di guarire.

Ma anche, via di rinascita, la Y, la Yod creatrice, decimo Archetipo,  da cui parte tutto, tutta la creazione ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-y-taurina-di-ascensione-lungo-la-via.html?m=0)

"Sirio/cintura di Orione/pentagono-pentacolo della stella Aldebaran e Pleiadi", con uno snodo a Y che si dirama esattamente tra la traiettoria sulle Pleiadi, e il corno superiore del Toro (passando per la sua stella beta Tauri, chiamata anche Elnath) tracciando un Y che risulta avente il corno sinistro più corto. 

Ecco rivelato il mistero sulla Y, sempre così presente, nella nostra Antica civiltà sarda, come scrittura e simbologia, rappresentata sempre con la stanghetta sinistra più corta. Così come è rappresentata anche la protome taurina, il torello, sempre con il corno sinistro un po più corto. 

Perché riproduce fedelmente, la via astrale, la Y dell' Ascensione divina, attraverso il portale Aldebaran del terzo occhio".

Quindi, questa conformazione di questo straordinario nuraghe, che con le sue 10 torri, richiama, sia un Archetipo importantissimo, la Y taurina /uterina, Matrice cosmica di tutta la creazione, evidentissima soprattutto nelle nostre Tombe dei Giganti, ma presente anche come antica scrittura sarda, come decorazione nei manufatti, e in molti altri contesti,  sia un decagono, che, a livello radionico è ricco di magnetismo, di risonanza energetica, di frequenza.

Il decagono, carica, amplifica in potenza energetica, ciò che è all'interno.

È veicolo di armonizzazione energetica.


Nuraghi generatori di energia, come la stessa valenza alchemica dell'Archetipo Yod. Nuraghe magnetron,  generatore di energia.

Nuraghi riflesso dell'energia cimatica


Tutto è Energia, suono, vibrazione.

Conformazioni naturali che propagano le vibrazioni. Argomento che ho già affrontato.

( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/10/nuraghi-e-cimatica.html?m=0)

Perché sono  lo stesso riflesso dell'energia dell'universo ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/05/i-nuraghi-riflesso-dellarmonia-musicale.html?m=0)

"La musica delle sfere, che in sezione, risultano come cerchi concentrici, come risultano i nuraghi, dei coni come delle sfere concentriche che si restringono verso l'alto.

Sulla cui Sommità si celebra il fuoco, il Sole, indispensabile per la realizzazione dell'armonia, perché è la nota centrale che armonizza il cosmo, da una nota all'altra, poiché si credeva che il cosmo fosse una scala musicale dove i suoni più acuti sono assegnati a Saturno e al cielo delle stelle fisse. 

[...] Vi siete mai chiesti perché su Componidori della Sartiglia ha questo nome? 

Perché è un demiurgo  "compositore", che armonizza gli animi degli umani perché ha composto, armonicamente e secondo precisi parametri aritmetici e musicali, il cosmo, come un musicista. 

Sfere planetarie che compongono il paradiso dantesco, e che Dante chiama "cielo di pietra", nonostante la loro composizione eterea, perché è proprio la materia, dotata di moto circolare ed eterno, a giustificare l'esistenza di una musica celeste, determinata, appunto, dal moto perpetuo dei pianeti. 

I nuraghe sono un riflesso di queste sette sfere concentriche celesti, che si riflettono nell'elemento acqua, parte costitutiva dello stesso nuraghe, nur, fuoco e Nun, acqua, simbolo anche della discendenza Atlantidea, di cui la stessa Atlantide svetta su 6 circonferenze concentriche di acqua e di terra, per riflettere la perfezione divina dei 7 pianeti allineati nell'equinozio di primavera, simbolo di rinascita e di creazione. 

Acqua e Fuoco celebrati e officiati nei nuraghi, come Gemelli divini imprescindibili. 

Tra l'altro, la stessa acqua è veicolo primario delle vibrazioni, ed esprimono anche sulla terra, quel movimento armonico vibrazionale delle sfere celesti. 

Sappiamo bene che l'acqua vibra, reagisce alle vibrazioni. 

In una struttura altamente energetica, come un nuraghe, altamente androgina, è chiaro che fossero presenti entrambi gli elementi, acqua e fuoco, come é in tutta la koine' concettuale e simbolica dei nostri Antichi Padri e Madri, in una civiltà, dove il culto dell'acqua, domina, insieme al culto del Fuoco. 

È la sinergia degli Opposti, che segna, con i suoi cicli, la ruota del tempo, del divenire. 

Anche i nuraghe segnano il tempo, sono anche calendari, con i loro cerchi e meridiani sulle linee equinoziali e solstiziali. 

Una forma perfetta, quella circolare, che esiste, ontologicamente, prima della stessa creazione  del cosmo. 

Sono armonia musicale. Sono il riflesso della stessa struttura primordiale a collina, che è riflesso dell'armonia delle sfere celesti viste in sezione. 

Il Nuraghe rappresenta il cosmo intorno al quale, e per mezzo del quale si sviluppa l'armonia musicale delle sfere, per enfatizzare quell'orecchio divino strettamente unito alla consapevolezza". 



Questa conformazione del nuraghe S'Uraki, guardacaso, è la stessa  conformazione, con 10 "raggi", dell'antica Neapolis greca, sorta nel 475 aC, sull'attuale centro storico di Napoli. 

Una città riconosciuta come la città di Helios/Apollo (il dio del sole dei greci) e di Partenope, l'antenata reale divinizzata e/o la sirena che diede il nome alla città, sempre con 10 appendici. 

Sono templi solari, sono accumulatori di energia, secondo la mia prospettiva. 

Teniamo conto del fatto che la griglia stradale di Neapolis fu progettata come un microcosmo ispirato dalla cosmologia di Pitagora basato sull'armonia della sezione aurea che metteva il sole divino al centro di un universo armonico di dieci sfere concentriche. 

Come ho già sottolineato, i nuraghi sono un riflesso delle sfere celesti, e rispondono alle leggi della cimatica, la legge universale della vibrazione. 

Inoltre, particolare molto importante, la città  di Neapolis, è centrata nell'antico tempio dei Dioscuri (oggi basilica di San Paolo Maggiore in piazza San Gaetano). 

Sappiamo bene quando i Dioscuri siano importanti nella nostra Antica Civiltà Sarda. 

Ne ho parlato soprattutto in un mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0), a riguardo dell'ingresso triangolare dei nuraghi, che hanno proporzioni auree. 

"E quel triangolo sagomato dell'ingresso dei nuraghi è proprio la sezione del cono. 

Cono

Cunnu/cuno (apparato riproduttivo femminile)

Ma la  sezione del cono triangolare, anche come la costellazione del Cigno, per la quale si fa riferimento nella stele di Thutmose III datata più o meno 1500 a. C, nelle quale si legge delle 9 stelle della costellazione del Cigno, in riferimento  alla confederazione sarda dei "nove archi", i Pelasgici, gli Antichi Sardi

“Ho legato in fasci i Nove Archi, le Isole che sono in mezzo al mare, i popoli stranieri ribelli. Come in cielo governano 9 dei , così in terra dominano i Nove Popoli. Il mio bastone ha colpito i Nove Archi”.

Naturalmente, parlando del bastone, un bastone di potere, si riferisce a quel bastone chiamato guardacaso, come il nostro fiume sardo, il Tirso. Il bastone che aveva sulla Sommità, la rappresentazione della ghiandola pineale, la pigna, e che è spesso rappresentato come una ipsilon, spesso con due animali totemici bifrontali, poiché rappresenta la nostra Kundalini, la nostra energia vitale collegata al divino, con le sue due nadi, maschile e  femminile, unite in sinergia

La Y estremamente presente nella civiltà sarda

Un simbolo Regale di appartenenza alla divinità, che si trova ovunque, nel vasellame, nella scrittura

Una Yod, certo, Decimo archetipo Sacro e decina lettera sacra ebraica

Come la Y prima lettera Sacra del Divino Yhwh

Ma anche Y come stilizzazione della protome taurina e insieme uterina

Poiché insieme sono i vertici del triangolo sacro creativo.

La Y come il trilobato, il fiore a tre punte

Quello che fu raccomandato di essere portato sull' Arca, per garantire la vita sulla terra e la sua prosecuzione nel tempo

Cigno, che in latino si scrive "Cygnus", ma si legge "cunnus"

Un "cunnus" triangolare, come si vede dalla disposizione della costellazione

Un triangolo anche qui, come la sezione del cono

Come la sezione dei nuraghi

Ma se i nuraghi sono "cono" , quindi sono anche "cunno"

Cono/cunno

Il grembo della vita

Il Sacro Graal

Da sempre rappresentato come un triangolo vulvare che contiene la vita

Lo si trova anche nelle simbologie delle rappresentazioni artistiche nei quadri con iconografia religiosa, specialmente nei quadri di Leonardo da Vinci, grande genio del simbolismo celato

Riporto un passo dello straordinario libro "Polaris Mundi. Il Leonardo svelato", dove si sottolinea, analizzando il dipinto di Leonardo da Vinci, il "Salvador Mundi", l'assonanza tra Cygnus e signum

"Esiste un asterismo particolarmente visibile, soprattutto nel cielo estivo, da cui prende il nome uno dei bracci spiraliformi della nostra galassia. Si tratta della costellazione del Cygnus, il Cigno, situata nel mezzo della Via Lattea e la cui forma ricorda una croce. Immenso e regale sembra volare nella notte, con le ali aperte. La sua particolare conformazione coincide sorprendentemente, al punto da risultare sovrapponibile, con la sagoma della croce di sant’Andrea del dipinto. Di queste geometrie parleremo però a breve. Meglio proseguire ricordando che il maestoso cigno, simbolo di sublime eleganza, è da sempre rivestito di un’aura di sacralità. Lo stesso Leonardo lo rappresentò spesso nelle sue opere, di cui forse la più famosa è la Leda. Il mito narra che Zeus, per sedurla, si tramutò nel candido volatile e dalla loro unione, come già detto, nacquero i Dioscuri. I quali, non a caso, risultano collocati nel dipinto proprio sulla croce-volante. E poi che, secondo Tolomeo, le stelle della costellazione avrebbero la stessa influenza di Venere e Mercurio, ovvero la bellezza e il dinamismo, sintetizzandone al massimo le caratteristiche. Termini che calzano a pennello col Cygnus. Giungiamo così al simbolismo macrocosmico. L’asterismo del Cigno è talmente simile all’insegna cristiana da essere denominato anche “Croce del Nord"

[...] Più imponente di quella del Sud, non visibile nel nostro emisfero, nel periodo di Natale splende nel firmamento, al punto tale da essere considerata uno dei segni della nascita del Cristo

[...] I Dioscuri erano i Gemelli Castore e Polluce, protettori dei naviganti"


Naviganti come gli Shardana, come i popoli del Mare. 

Quindi, niente di strano, che abbiano voluto riportare anche nel megalitismo dei Nuraghi, la stessa conformazione a triangolo, della costellazione del Cigno, punto di riferimento polare, e anche simbolico. 

Cigno come "cunnus" in latino, , come spiegato bene anche da prof. Porcheddu

Ma cigno anche come "signo-cygnus" 

Un segno distintivo, triangolare,

Una coppa pubica dove si intersezionano due linee, il maschile e il femminile

Dove avviene, in questo grembo, che è il Santo Graal, il nuraghe rovesciato, il simbolo fallico della potenza mascolina elettrica divina, che incontra il grembo della madre terra, e insieme diventano fucina, grembo creatore, il miracolo della crazione.

Ecco perché gli ingressi sono tutti triangolari 

Riportano la stessa sezione del cono, o cono tronco dei Nuraghi 

E il cono dei Nuraghi significa solo una cosa

Grembo, Fuoco creatore

Il Nur"


Proporzioni auree, legate ad una dimensione più ampia, quella della precessione degli equinozi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/le-tre-dee-madri-cosmiche-sarde-della.html?m=0) 


La città di Neapolis si sviluppa intorno ad un quadrato che misura 2x2 stadi greci (1 stadio è circa 190 m) limitato dai decumani superiore e inferiore e dai cardini di via Atri e via Duomo. Il quadrato centrale è ruotato rispetto agli assi cardinali di circa un sedicesimo di cerchio e la stella a sedici raggi rappresentava tra i Greci il sole e il dio Apollo. Questo fu anche il disegno della "città ideale" di Vitruvio.


Ho parlato di questo aspetto, della suddivisione in 16 sezioni, riguardo la cupola di San Pietro( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/06/la-cupola-di-san-pietro-e-il-sacro-16.html?m=0) 

 spiegando come questo numero abbia un alto valore simbolico, se corrisposto in architettura, perché indica la corrispondenza tra microcosmo e Macrocosmo, e l'oculo centrale, l'occhio Divino, perché l'Archetipo Ayin, con funzione "corrispondenza", indica proprio l'occhio.

Occhio Divino, che si manifesta con il fascio di luce solare, e che consente la divinizzazione, la trasfigurazione in "corpo di luce", come quella che si è sempre manifestata nei nostri nuraghi, è nei nostri pozzi Sacri, divinizzati tramite le ierofanie, attraverso le feritoie che lasciano passare i fasci solari, e attraverso l'oculo superiore, che consente questa trasfigurazione, in periodi particolari dell'anno, come i solstizi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/trasfigurazione-solstizio-estivo-2023.html?m=0). 

Pratica millenaria, che ci è stata copiata anche dagli antichi romani ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/pozzo-s-cristina-pantheon.html?m=0) 


E comunque, il  quadrato centrale della città di Neapolis, è diviso in dieci settori dai cardini e definisce un cerchio con raggio uguale a √5 stadi che limita lo spazio della città interna alle mura. Questo cerchio definisce anche un altro cerchio concentrico con raggio uguale a 1+√5 stadi, cioè due volte la sezione aurea, che inscrive un decagono o una stella a dieci punte che, a sua volta, definisce simultaneamente sia lo spazio esterno della città che lo stesso quadrato centrale e la distanza tra i decumani.

 

Come vedete, il decagono è la struttura Matrice sia del nostro nuraghe Uraki, che della città di Neapolis. 

Inoltre, anche l'ingresso della città di Neapolis è orientato verso sud est, esattamente come i nostri nuraghi, compreso il nuraghe S'Uraki, all'alba del solstizio invernale quando il sole sorgeva sopra i monti Lattari a 36° sud-est e durante il solstizio estivo alla stessa ora appariva 36° sopra il punto d'est. 

L'angolo di 36° è l'angolo aureo che definisce il pentagramma e il decagramma pitagorico, ed è la frazione d'arco dei dieci settori del grande decagono che caratterizza la geometria della città.


Non solo. 

L'ingresso dei nuraghi è un 72°/72°/36°, in perfetta concomitanza con questi parametri e con la Geometria Aurea. 

Le proporzioni geometriche tra le strade e il cerchio murario di Neapolis sono quindi determinate dalla sezione aurea che è legata al numero dieci, al decagono e al pentagono, tutti simboli sacri pitagorici.


In aggiunta, le albe e le sere dei giorni degli equinozi primaverili ed autunnali coinvolgevano tra di loro il sole, il complesso vulcanico del Somma-Vesuvio, la collina di Sant'Elmo, le costellazioni della Vergine, dell'Aquila e del Toro. Le prime due costellazioni richiamavano il culto di Partenope come dea e sirena, mentre la terza richiamava il culto del Sebeto, il fiume divinizzato di Neapolis.


Partenope, la sirena, che erano chiamate anche  le "Vergini simili ai Cigni", quindi collegate ai Dioscuri ( argomento che approfondiro') 


Questo è molto interessante, se consideriamo che il fenomeno dei Fuochi di Sant'Elmo sono collegati alla simbologia del Toro, come sappiamo, estremante presente qui in Sardegna, con la doppia lettura di simbologia taurina/uterina 

Dei Fuochi di Sant'Elmo ho approfondito in un mio scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/fuoco-di-santelmo.html?m=0), fenomeno di cui abbiamo ancora tracce visibili nella tradizione di addobbare le corna dei buoi, delle "traccas", dei carri delle nostre sagre e manifestazioni religiose. 


"Queste indicazioni, in relazione alla città di  Neapolis, provengono direttamente dalle monete antiche di Neapolis mostranti Partenope, un toro ed una dea alata in posizioni che richiamano il sorgere del sole sopra il Vesuvio durante gli equinozi di autunno quando il sole era nel segno della Vergine che in greco è detto Parthenos da cui deriva il nome Partenope.

Lo studio giustifica le tradizioni più importanti di Napoli che la descrivono come la città del Sole e di Partenope".( Riferimento: Nicola Scafetta e Adriano Mazzarella: The city of the sun and Parthenope: classical astronomy and the planning of Neapolis, Magna Graecia) 


Come vedete, tante similitudini, che accomunano queste due strutture architettoniche, S'Uraki e Neapolis, indicate entrambe come "città del Sole"

Reggia regale, per S'Uraki, visto, che come ho già scritto, Uraki, ha in sé, la particella "Ur" che indica il Fuoco Sacro, la luce, intesa come Sacra energia solare, il Fuoco alchemico.

E, come sempre Sardegna Cultura Madre..


Tiziana Fenu

©®Diritti intellettuali riservati

Maldalchimia.blogspot.com

Prima immagine Nuraghe S'Uraki di Fabrizio Bibi Pinna

Seconda immahine, antico schema della citta di  Neapolis.

Nuraghe S'Uraki/antica Neapolis




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