Ho già parlato in due miei precedenti post, degli Idoli Oculari di Tell Brak (https://maldalchimia.blogspot.com/2022/01/idolo-oculari-tell-brak.html?m=0
.https://maldalchimia.blogspot.com/2021/06/dea-madre-tell-brak.html?m=0)
Li trovo straordinari, enigmatici, regali.
In un mio precedente post, avevo scritto
"Gli idoli oculari di Tell Brak, scoperti nel sito nella Siria nord-orientale, risalgono al 3300 aC circa.
Sebbene Tell Brak si trovi nella Siria nord-orientale, sia la decorazione che la pianta del Tempio dell'Occhio, assomigliano a quelle dei templi della Mesopotamia meridionale, come quelli di Uruk ed Eridu. Perché rappresentare in questa forma così semplice e minimalista, queste statuine, enfatizzando gli occhi?
Perché l'occhio è parte più importante del corpo. È l'unica parte del corpo, che ingloba in sé, anche il suo riflesso. Negli occhi ci si può specchiare. Inoltre, l'immagine che l'occhio sta guardando, arriva capovolta, speculare, sulla retina. È il cervello, poi, ad elaborare nel verso giusto.
Quindi l'occhio ingloba in sé, anche il suo speculare, il suo gemellare spirituale.
Allo stesso modo, il globo oculare, custodisce l'immagine, sia al "dritto", che al rovescio, il suo speculare.
Così è l'acqua.
In molti di questi idoli oculari, viene rappresentata una decorazione a zig zag, che rappresenta l'elemento acqua, femmineo, ma anche questa proprietà intrinseca alla stessa acqua, che la accomuna all'occhio, perché anche l'acqua, custodisce in sé il suo speculare, il riflesso.
Pensiamo all'acqua del mare, ad un lago, che riflette il cielo, la parte divina, spirituale.
Una doppia o tripla pupilla, in questi idoli oculari, che li accomuna ai nostri Sardi Giganti di Mont'e Prama, con le loro doppie pupille, a rappresentare l'occhio e il suo speculare, quello spirituale, divino, quello che "vede oltre".
(...) O semplicemente tondi, come la pupilla, Custodi del reale e dell'irreale, dell'umano e del Divino, del terreno e dello spirituale, simbolo di accesso per altre dimensioni e per l'Anima"
Trovo questo idolo oculare, straordinario, estremamente raffinato.
Complessivamente, sembra quasi rimandare ad una forma uterina.
Il corpo tronco conico, come quello dei nuraghi, la cui decorazione all'interno, sempre tronco conica, è enfatizzata da una decorazione a griglia, dove le due direzioni opposte si incrociano a creare la griglia della creazione, dalla quale emerge un doppio cerchio, simbolo dei due opposti che si incontrano.
Sole e luna.
Terra e cielo
Il sole e la sua ierofania divina nel grembo di Madre Terra, come quando il sole entra nell'oculo sulla sommità dei nuraghi e, nel ventre della sua amata, compie la trasfigurazione, la ierofania, la manifestazione del suo doppio, dell'aspetto divino.
Della materia altarizzata e trasfigirata.
La luce, si divinizza, se entra da un pertugio.
È come una seconda nascita.
È come un unione alchemica tra materia e divino, dove il cerchio si compie.
Si completa l'unione tra cielo e terra.
La decorazione tra i due "occhi", come un canale uterino, a spiga, ha la direzione dei vertici verso il basso, simbolo del Femminino.
Del pube, simbolo della capacità riproduttiva uterina, capace di generare e rigenerare simbolicamente all'infinito, come in un cerchio.
Come nel ciclo della vita, e nel suo perenne e mistico, autorinnovarsi.
Una figura tronco-piramidale, che ricalca, nella sua versione più estesa, quell'Alfa.
Alfa e Omega senza tempo. Inizio e fine.
Attraverso uno sguardo che coglie l'adesso e il sempre.
Immortale e misterico.
Tiziana Fenu
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