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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

sabato, agosto 24, 2024

💚💙Divinità cinesi in caduceo. Compasso e squadra

 Interessante rappresentazione di Nuwa (a sinistra) e Fuxi (a destra), due divinità cinesi dal lungo corpo di drago/serpente, dal cimitero di Astana nello Xinjiang, risalente alla dinastia Ming( XV sec.) 

Fuxi e Nüwa vivevano nei monti Kunlun, la catena montuosa più lunga della Cina. Accesero due fuochi, molto distanti tra loro e giurarono al cielo che se il fumo proveniente dal fuoco si fosse fuso nel cielo, lo avrebbero preso come un segno dal cielo e si sarebbero sposati. Il fumo si unì e diventarono una coppia. Un'altra leggenda suggerisce che fossero sopravvissuti a un grande diluvio, che ripopolarono il mondo creando creature di argilla dal loro riflesso nell'acqua, e queste creature divennero esseri umani.

È chiaro che si tratta della polarità femminile e maschile, uniti come un caduceo 

Sulla loro testa interessante notare, il disco con 8 sezioni interne, ed esternamente, 16 raggi con relative piccole circonferenze. 

Anche sotto i loro piedi abbiamo la stessa rappresentazione, ma i raggi con circonferenze sono 17, non 16

Il lato Mascolino, sulla destra, “Fu Xi“, anche conosciuto come “Fu Hsi“, dai quattro occhi, è il  padre del sistema divinatorio, della metallurgia, della scrittura, del calendario, dell’allevamento, della pesca e della musica, oltre che l’inventore del Bagua o, Pakua, che rappresenta gli 8 trigrammi della filosofia orientale, che rappresentano gli 8 elementi della natura, ampiamente utilizzato in ogni disciplina. 

Invece a sinistra, abbiamo “Nuwa“, metà donna e metà serpente anche lei (talvolta metà pesce), creatrice degli uomini plasmati con l’argilla (e questo ricorda la creazione di Adamo). 

Questo mi rimanda alla mia personale convinzione che anche i primordiali Oannes ( come anche gli Apkalli) erano dei Femminini

( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/il-sacro-femmininooannesapkallu.html?m=0) 

Il compasso che regge Nuwa appartiene a Fu Hsi e viceversa la squadra tenuta da Fu Hsi appartiene a Nuwa. 

I due opposti custodiscono un valore dell'altro. 

Sono chiaramente simboli massonici per eccellenza. 

L'antica e vera Massoneria, quella degli Architetti Divini, che crearono in base  proporzioni auree, già preesistenti in natura e nel cosmo, tra le costellazioni. 

Questo lo indica anche la simbologia del numero 8 e del numero 16( spesso presente anche nei dispositivi da polso degli Apkalli, e presente anche nei rosoni scintoisti, come ho già fatto notare, spiegando anche la simbologia del numero 16 ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/05/rosone-scintoista.html?m=0), come molte nostre cupole di chiese e cattedrali ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/06/la-cupola-di-san-pietro-e-il-sacro-16.html?m=0). 

16, che è doppio del numero 8, il Femminino custode delle due polarità, che unisce finito e infinito, terra e cielo

Compasso e squadra, strumenti con cui Fu Hsi e Nuwa crearono il mondo. 

L'arco, la perfezione con la quale si crea il mondo. 

Indica l'arco celeste, che è perfezione. 

Il compasso, chiamato anche sesto. 

La sesta parte di 360°

Il compasso che assesta, che da la giusta proporzione. 

È Archetipo 

Arch-arco

Arco-cerchio-cielo

Il compasso che segna un arco. 

Lo segna, con il passo. 

La squadra che segna angoli. 

Gli angoli di un quadrato. 

Gli angoli di Madre Terra 

Cielo e Terra

La quadratura del cerchio. 

Quando l'umano riesce a portare il cielo sulla terra 

L'infinito nel finito

Il Divino nell'Umano. 

È questo, il senso dell'antica, vera Massoneria, del compasso e della squadra. 

Il nostro rapporto indissolubile con la dimensione divina, che dobbiamo manifestare anche nella dimensione terrena 

Comp-assando

Comp-rendendo. 

Comp-assionando

Comp-iendo la nostra intima manifestazione. 

Gli Archetipi presenti, sono molto eloquente, in questa rappresentazione 

Sacro Archetipo Ebraico 8, Heit, funzione "riparo", Arcano Maggiore VIII della Giustizia.

Rimanda sicuramente anche alla simbologia del Bagua

La Giustizia è il perno centrale delle due polarità, il punto di coesione tra infinito e finito, tra maschile e femminile, tra Opposti. 

Archetipo 16, Ayin, funzione corrispondenza, l'occhio divino, la Sorgente, la corrispondenza tra la dimensione spirituale e materiale. 

Arcano Maggiore XVI della Torre. 

La spinta propulsiva verso la dimensione spirituale, che però spesso, trascende in Hibrys, in tracotanza umana, sconfinando in irriconoscenza. 

E poi abbiamo quel 17. 

L'Archetipo Phe di espansione. 

Perché quando le due polarità agiscono in sinergia, non possono che espandersi, e raggiungere anche la dimensione spirituale, la Stella ( Arcano XVII), e fare il salto di Ottava. 

Creare, in sinergia 

Infatti, tra i due, all'interno del loro abbraccio, si delinea un triangolo chiaro con il vertice verso il basso, che si accorda perfettamente al triangolo con il vertice verso l'alto, che delinea il gonnellino in comune. 

Una stella a 6 punte, anche questo, antichissimo archetipo di sinergia tra gli opposti, estremamente inflazionato e ammantato di simbologia negativa 

Una rappresentazione stupenda, ricca di simbolismo. 




Tiziana Fenu 

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Maldalchimia.blogspot.com 

Divinità cinesi




venerdì, agosto 23, 2024

💙444/Pompei

 Sono giorni di forte umidità, questi che caratterizzano questo Agosto.

Oggi, venerdì 23 agosto, subentra il Segno della Vergine, elemento Terra, governata da Mercurio. 

Siamo in luna Calante in Ariete, elemento Fuoco e siamo governati dal Sacro Archetipo Ebraico Shin, il ventunesimo, il Fuoco Sacro, correlato all'Arcano Maggiore XXI del Mondo, dopo il riverbero, ancora presente, dell'ultimo plenilunio di Luna Blu, in Acquario, il 19, di cui ho già parlato, estremamente potente l

Elementi, aria, terra e fuoco, quindi, che caratterizzano il passaggio di questi giorni. 

Quando ci sono reiterazione energetiche di questo tipo, riguarda il lavoro energetico sul karma. E karma, se ne sta bruciando tanto, a più livelli 

Elementi che stanno lavorando in sinergia, fanno sentire il loro effetto maggiore proprio in questi giorni, soprattutto oggi, che siamo entrati nel segno della Vergine, elemento terra. 

Si sente molta umidità. 

Il Fuoco dei giorni scorsi si radicalizza nell'elemento terra, nella nostra stessa densità umana. 

In ebraico "umidità" si dice "LACHUT", che ha una corrispondenza ghematrica di 444, la cui somma, guardacaso, ma mai per caso, corrisponde ad un 12 -lo speculare del 21 dell'Archetipo di oggi-, che ridotto diventa un numero 3, è manifestazione, in questo caso, del numero 4, nei tre piani dell'esistenza, materiale, animico e divino. 

Il numero 4, che solitamente è associato all'elemento terra, nella Cabala, invece, è associato all'elemento Acqua. 

Questo, perché, sempre in ghematria, l'acqua è stata formata dal Sacro Archetipo Mem, il tredicesimo, con valore 40.

Quindi, aria e acqua, hanno in comune la qualità dell'umidità. 

Un'umidita', che, per quanto fastidiosa, lavora in sinergia con i tre elementi, Aria, Fuoco, Acqua, a cui si aggiunge, per completezza, l'elemento terra della Vergine, subentrata oggi. 

Questo, in termini pratici, energetici, significa una grande ricettività, una grande fertilità energetica, che punta alla radicalizzazione, al setaccio energetico offerto dalla Vergine, che lavora su Ottave superiori in quanto ad analisi, a scrematura, ad integrità, a ricettività che arriva al cuore, solo se è puro, libero da incrostazioni. 

Ha un'energia Yin, come tutti i segni di terra e di aria. 

È un lavoro molto difficoltoso. 

Per chi non si presta, le incrostazioni stagnano, e creano quel che si vede. 

I fatti aberranti di  questo ultimo periodo, estremi, paradossali dimostrano come il processo di elevare a vapore, ciò che stava bruciando con il Fuoco alchemico del Leone solare e lunare, se non viene rilasciato e sedimenta, può diventare distruttivo. 

Abbiamo visto questa distruttivita', in giovani inconsapevoli, fascinati dall'onnipotenza del Fuoco solare distruttore, e nei grandi artefici, in coloro che giocano ai "laser" di fuoco. 

È la stessa dinamica. 

Il processo inverso della depurazione. 

Quello che non prevede rilascio delle tossine, ma accumulo in sé stessi. 

Ma il processo è irreversibile. 

Per quanto si possa trattenere, e non trasmutare, ciò che si rilascia, sarà tossico. 

Il ciclo, inizia con l'aria. 

Attraverso il Fuoco. 

Si arriva all'ebollizione. 

All'evaporazione. 

All'elemento etere, che è ciò che unifica, energeticamente, la dimensione superiore, con quella inferiore, delimitata da spazio, forme, densità, nelle quali, spesso, non ci riconosciamo. 

Si entra in una dimensione superiore, universale, collettiva. 

In una Coscienza superiore. 

Chi rimane ancorato alle basse energie, nonostante l'azione purificatrice del Fuoco, proprio in questo periodo, vedrà amplificarsi questa forma di resistenza, che sfocia in distruzione. 

Perché non c'è margine di crescita, di espansione, di una coscienza collettiva e universale, che scardina i limiti terreni in cui questa operazione alchemica di trasmutazione deve avvenire. 

In primis nel nostro corpo, nei nostri pensieri, nelle nostre emozioni e reazioni. 

C'è come una lente di ingrandimento, in queste dinamiche, ultimamente, nel piccolo, come nel grande. Nel grave, come nel meno grave. 

E tutto riporta alla simbologia di quel "12/21", di  questo agosto, altamente trasmutativo, e dei corrispettivi Archetipi. 

Archetipo 12, Lamed, la "prova, la misura, l'Appeso/Sacrificio" e il 21, Fuoco Sacro da manifestare, che depura fino all'osso. 

Cosa manifestiamo, chi siamo davvero, sotto l'azione del Fuoco trasmutante? 

Distruzione o elevazione, evaporazione? 

Siamo costituiti per lo più da acqua, a livello proprio fisico. 

L'alchimia è anche fisica, chimica. 

Il Fuoco agisce di conseguenza, rispetto a ciò che si trova difronte. 

Un ramo secco, se lo divora in un attimo. 

Con un ramo fresco, ha più difficoltà, perché è saturo di linfa vitale.

Con l'acqua, trova l'elemento ideale per la trasmutazione di entrambi, e sottolineo, che nella spiritualità orientale, come quella taoista, è il Femminino, ad essere considerato l'elemento Fuoco, vitale. 

Ciò che eleva, che innalza. 

Così come il Sole, che nelle antiche civiltà, era considerato con un'energia femminile. 

Siamo nel grembo quindi, di un'energia di accoglienza, di "com-prensione", che ha un imprinting femminile. 

Solo se "com-prendi", puoi "prendere con te", e percepire quel filo conduttore,  puoi decodificare quella chiave, quell'energia comune, universale, cristica, che ci unisce ai flussi dell'universo, alle dinamiche divine, che ci chiedono e invitano costantemente, a farne parte. 

L'ingresso solare nella costellazione della Vergine, amplifica questo sentire. 

Poiché la Vergine, nel suo accurato lavoro di purificazione, di cesellatura, di disincrostrazione del superfluo, arriva all'Essenza, all'integrita'. 

E integrità, significa purezza di pensieri, mente trasparente, lucida, onestà intellettuale. 

E molto altro. 

E, più si spinge, in questa direzione, più si manifestano forze di contrapposizione. 

Se ne sente tutta la densità, l'umidità, l'abisso, la forza centripeta. 

Mi è venuto in mente di cercare, mentre scrivevo, la valenza ghematrica di Pompei. 

In ghematria inglese è proprio un 444.

Un 12, Lamed/Sacrificio/Appeso

Madonna, vestita di nero come la simbologia della Nigredo che portava addosso la Lady Gaga, per la cerimonia di apertura delle Olimpiadi, vestita da corvo, di cui ho approfonditamente parlato( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/07/simbologia-alchemica-olimpiadi-parigi.html?m=0) riguardo le fasi alchemiche rappresentate, visita Pompei al suo sessantesimo compleanno

66= ancora 12

In un giorno 16/08/2024

Tot 23= 5 

Stella a 5 punte, capovolta, naturalmente.

Pompei brucia il 24/10/ 79 dC

Tot 23= ancora 5

In alcune fonti, riporta la data 

24/8/79 dC

Tot 30 valore ghematrico del dodicesimo Archetipo  Lamed, ancora sacrificio, prova, Appeso. 

Da qualsiasi parte lo si prenda, è stato un ennesimo cerimoniale, in onore dell'oscurita'. 

Perché se ne sente tutto il fetore, tutta la putrefazione. 

Tutto l'abisso. 

È in questo  silenzio dell'abisso, dell'oscurità, in cui si deve trovare la propria luce interiore, per emergere, oltre il tempo, come energia, che va oltre la materia. 

È sempre tutto in reiterazione. 

Ma è proprio il tempo, a creare la materia. 

Si ha sempre più spesso, la sensazione dello squarcio, dello sghembio. 

Della parabola che vira verso altri vettori. 

Si deve essere sempre, oltre la soglia. 

Anche oltre noi stessi. 

Pronti, come sempre, al prossimo step. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com 

Jake Baddeley Surrealist Art

444/Pompei



lunedì, agosto 19, 2024

💙Costellazione del Cigno/Elena

 Visto che oggi siamo in luna piena in Acquario, e visto che ho nominato la costellazione del Cigno nel mio post a riguardo su questo plenilunio, riguardo la simbologia del 9, a cui è propedeutico l'8, alchemicamente, come unione del microcosmo e macrocosmo che si compie nella sinergia fecondante del 9, aggiungo a riguardo alcuni aspetti interessanti, proprio in correlazione alla costellazione del Cigno, facendo alcune ulteriori ricerche, oltre quelle che avevo già fatto, perché la costellazione del Cigno è estremamente importante per la nostra Antica Civiltà Sarda 

Il Cigno è considerato una delle tre costellazioni legate proprio al segno dell'Acquario, in quanto allineate con la sua ellittica astrale, e insieme, formano una sorta di cono 

-Il Pesce australe, associato alla Dea del Mare Ishtar, l’aspetto femminile di Oannes-Capricorno, 

Ma già avevo scritto che figure archetipali come gli Oannes e gli Apkalli sono in realtà dei Femminini( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/il-sacro-femmininooannesapkallu.html?m=0) 

-Pegaso, il cavallo alato, la mente superiore, che appartiene alla dimensione dell'Aria 

Ho citato Pegaso proprio per la notte di San Lorenzo, perché è legato alle Perseadi, e all'Archetipo Zain che ha contrassegnato questo passaggio ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/08/san-lorenzo-2024.html?m=0) 

"La Zain è rappresentata come un pugnale. 

Un pugnale simbolico, che deve recidere ciò che ci contiene in questa dimensione. 

A questa simbologia del recidere, e di combinare in complementarietà, materia e spirito, affinché si crei la dimensione dell'eternita, e legata la figura del cavallo alato Pegaso, al cui tocco, la materia diventava eterna.

E Pegaso è legato proprio al mito delle Perseadi. 

Un mito che colma le distanze tra spazio e tempo. 

Che vola alto, perché coniuga la dimensione del cielo e della terra. 

Così come la simbologia del Carro, che si adatta perfettamente a questo Archetipo". 

-Cigno simbolo della vita stessa, portatore di acqua pura e cristallina

Simbolo di volo, di energia che guida sulle acque del fiume astrale della Via Lattea. 

Uccello dello Spirito, la cui ala destra è la A, l'ala sinistra è la U, e la coda è la M. 

Il Cigno, Hamsa in sanscrito. 

Un nome sacro, mistico, che quando è preceduto da "Kala", diventa "Kalahamsa", l'uccello fuori dal tempo e dallo spazio", immortale. 

Vorrei sottolineare che Kalaris( l'originario nome di Cagliari) e Cabras, o Kabras, hanno la stessa radice Kala/Ka, di Kala( abbiamo tantissimi toponimi qui in Sardegna con radice Cala-) 

La A di Aum è collegata allo Scorpione, che ha il suo antipode nel Toro( Toro che nella sua simbologia archetipale è legato al 9. I 9 archi del cielo, gli antichi Shardana, come scrissi già 4 anni fa ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0), e che trova nel glifo del Toro♉,  una esemplificazione della sinergia lunare e solare insieme, come il numero 9, chiave di lettura e di creazione dell'Universo. 

La U è la luce, la Causa prima, l'energia toroidale, legata al Toro( e ritorna la simbologia del Toro) 

La M è il Fuoco Sacro, il Leone del periodo estivo ( il triangolo estivo, si manifesta proprio durante il segno del Leone). 

Aum che attraversa il tempo-spazio. 


La sua stella maggiore,  che è nella coda del Cigno, Deneb( insieme a Altair  stella della costellazione dell'Aquila, e Vega, della costellazione  della Lira), forma il triangolo estivo con orientamento sud-est, il triangolo isoscele incastonato tra il Drago/Orsa Maggiore e le Costellazioni zodiacali dell’alto Cielo solare (Sagittario, Capricorno, Acquario) 

Il Cigno, o Croce del Nord, incrocia la Via Lattea con altre due costellazioni importanti( sulle quali avevo già scritto) Sirio e Orione, e insieme formano "i 3 soli", considerati importantissimi fin dai tempi del paleolitico. 

Ho scritto a riguardo più volte, perché questa via di rinascita, attraverso i tre Soli, era considerata importantissima per gli Antichi Sardi, codificata con la Y taurina

( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-y-taurina-di-ascensione-lungo-la-via.html?m=0) 

"Solo un'accurata osservazione del cielo, e di tutta la mappatura stellare ha consentito agli antichi Sardi (ma anche alle altre civiltà), di individuare questi precisi punti, di Ascensione, e li avevano individuati già 17.000 anni fa nelle costellazioni delle Pleiadi, del Toro e di Sirio, tutte sulla stessa linea. 

Ci sono pitture rupestri che 17.000 anni fa rappresentavano il Toro dalle lunga corna, pur non essendo presente come animale, in quanto arriverà 10.000 anni dopo. 

Le stelle più luminose del cielo erano Sirio, con le sue 3 stelle più luminose, l'occhio luminosissimo del Toro, Aldebaran,  le tre stelle della cintura di Orione e le Pleiadi. 

Erano i "tre Soli", di cui Sirio era il primo sole, la Madre Divina creatrice, Iside. 

Abbiamo disposizioni triangolari anche qui in Sardegna. Come i nuraghi trilobati, specie il Santu Antine e il Nuraghe Losa, e di triangoli raffigurati, ne abbiamo ovunque, anche nelle Domus de Janas. 

Centri di creazione. 

Nascita, morte e rinascita, ma intesi ad un livello superiore, nei loro stargate stellari, che avevano individuato in questa conformazione stellare triadica. 

Le antiche mappe di Orione e delle Pleiadi, in ogni civiltà antica, mostrano tre "stelle solari", ma è come se fosse una mappa del paradiso dei loro antichi antenati"

Via di rinascita, lungo la via Lattea, di cui fa parte anche la costellazione del Cigno. 

Considerato l'uccello di Fuoco, viene chiamata anche croce di Sant'Elena, che si è celebrata proprio ieri,  scopritrice della croce del Cristo sul Golgota, e artefice della stessa conversione dell'imperatore Costantino, suo figlio.

Il Cigno, insieme al cavallo, gli animali sacri del Sole/Apollo, che guida l'Auriga celeste. 

Quindi, una costellazione importantissima, quella del Cigno veicolato, nella sua simbologia esoterica, anche da Leonardo da Vinci

Il grembo della vita

Il Sacro Graal

Da sempre rappresentato come un triangolo vulvare che contiene la vita

Lo si trova anche nelle simbologie delle rappresentazioni artistiche nei quadri con iconografia religiosa, specialmente nei quadri di Leonardo da Vinci, grande genio del simbolismo celato

Riporto un passo dello straordinario libro "Polaris Mundi. Il Leonardo svelato", di Julianus Deiulio, dove si sottolinea, analizzando il dipinto di Leonardo da Vinci, il "Salvador Mundi", l'assonanza tra Cygnus e signum

"Esiste un asterismo particolarmente visibile, soprattutto nel cielo estivo, da cui prende il nome uno dei bracci spiraliformi della nostra galassia. Si tratta della costellazione del Cygnus, il Cigno, situata nel mezzo della Via Lattea e la cui forma ricorda una croce. Immenso e regale sembra volare nella notte, con le ali aperte. La sua particolare conformazione coincide sorprendentemente, al punto da risultare sovrapponibile, con la sagoma della croce di sant’Andrea del dipinto. Di queste geometrie parleremo però a breve. Meglio proseguire ricordando che il maestoso cigno, simbolo di sublime eleganza, è da sempre rivestito di un’aura di sacralità. Lo stesso Leonardo lo rappresentò spesso nelle sue opere, di cui forse la più famosa è la Leda. Il mito narra che Zeus, per sedurla, si tramutò nel candido volatile e dalla loro unione, come già detto, nacquero i Dioscuri. I quali, non a caso, risultano collocati nel dipinto proprio sulla croce-volante. E poi che, secondo Tolomeo, le stelle della costellazione avrebbero la stessa influenza di Venere e Mercurio, ovvero la bellezza e il dinamismo, sintetizzandone al massimo le caratteristiche. Termini che calzano a pennello col Cygnus. Giungiamo così al simbolismo macrocosmico. L’asterismo del Cigno è talmente simile all’insegna cristiana da essere denominato anche “Croce del Nord"

[...] Più imponente di quella del Sud, non visibile nel nostro emisfero, nel periodo di Natale splende nel firmamento, al punto tale da essere considerata uno dei segni della nascita del Cristo

A tal proposito proviamo ora a sovrapporre le principali stelle della costellazione del Cigno sulla leonardesca croce di sant’Andrea. Per prima cosa orientiamo il collo del volatile secondo la direttrice del braccio più lungo della croce, quello che termina in prossimità della mano benedicente del Salvator Mundi. Al centro dei bracci della croce – proprio sulla Terra – ci sarà la stella doppia Sadr. Mentre sul collo del Cigno la stella doppia Albireo. Deneb, l’astro supergigante più luminoso, coinciderà con la stellina della cornice che si trova in basso sul centro-destra. In alto a destra, sull’altro braccio della croce la stella gigante Gienah. Infine, in coincidenza con l’altra stellina in basso a destra sulla cornice, si collocherà la stella Delta cygni. Sorprendente vero? Tutto collima.

[...] Non meno importanti poi sono gli aspetti inerenti alla grazia e alla nobiltà del cigno, esaltati nei poemi cavallereschi. Wolfram Von Eschenbach, ad esempio, narrando le gesta del paladino della ricerca del Graal, descrive Lohengrin come il “cavaliere del cigno”. Fu infatti spesso ritratto in piedi su una barca trainata da uno splendido esemplare di questo uccello acquatico. Infine come non sottolineare il leggendario canto melodioso che la creatura emette prima di morire? Una vera e propria devota lode all’immensità del creato che Leonardo stesso fissò in una delle sue Frasi: Cigno è candido, sanza alcuna macchia e dolcemente canta nel morire; il qual canto termina la vita. Siamo certi che Leonardo fosse a conoscenza di tutti questi aspetti e che dunque i simbolismi del cigno non siano casuali all’interno del dipinto. Un altro modo di significare che il Cristo, con la grazia del cigno, ci conduce alla Salvezza. Accompagnati dalla melodia di uno stupendo canto – altro richiamo alla musica nel quadro – ascendiamo verso il cielo. Dovremo percorrere questa Via da veri cavalieri – alla ricerca del Graal, come Lohengrin –, con nobiltà d’animo e purezza di cuore. Seguendo le indicazioni del genio di Vinci, giungeremo prima o poi alla meta."


Non potevo esimermi, scoprendo che la costellazione del Cigno è legata, esotericamente, al segno dell'Acquario, come la nostra Superluna Blu di oggi, cercare ulteriori approfondimenti, che non fanno che confermare ciò che avevo già scritto a riguardo. 

Simbologia cosmogonica della vita, del Gemellare, in stretta correlazione con il segno del Toro, che si manifesta come suo riflesso terreno, concreto, legato alla Madre Terra

Macrocosmo e microcosmo. 

Sempre in connessione.

E molto altro, che riservo ad altre occasioni. 

E sottilineando anche che Elena, come ho scritto, celebrata proprio ieri, era figlia di Zeus, e di Leda, regina di Sparta e moglie di Tindaro. Zeus si travestì da cigno per sedurre Leda ed Elena fu il frutto della loro storia d'amore. 

Anche Elena, quindi, strettamente legata alla simbologia del Cigno, poiché nata da un uovo di Cigno, vede questo stesso, come "uovo cosmico", vagina astrale, grembo, Teth, 9...

In un'altra versione del mito, la madre di Elena era la dea Nemesi, personificazione del castigo. 

Del fattore equilibrante di cui ho parlato questi giorni. 

È tutto un rimando, oggi.

Tutto correlato. 

In entrambe le versioni Elena nacque da un uovo di Cigno nella città di Sparta,

 indipendentemente da chi fosse la madre. Tra i fratelli di Elena vi erano i gemelli eroi Castore e Polluce, e Clitennestra, futura moglie di Agamennone, re di Micene. 

Elena "responsabile" della guerra di Troia. 

Sulla sua figura ci sarebbe molto da dire, perché si tratta di uno di quei Sacri Femminini offuscati dal Patriarcato, come sempre. 

Un piccolo particolare, però 

Era conosciuta anche come Elena "dendrite”, o dendresis, l’arborea. 

Correlata all'ambito vegetativo. 

Ma io ci vedo una correlazione linguistica e simbolica tra la radice "Den- in comune. 

La stessa Den di Deneb, la stella più luminosa della costellazione del Cigno. 

E, se vogliamo, la stirpe dei Den/Dan

Sharden/Shardan

E ritorniamo ai 9 archi della costellazione del Cigno, designati come gli Antichi Shardana, di cui ho parlato ieri( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/08/1982024-superluna-blu.html?m=0) 

Onoro anche questo passaggio con il "Salvator Mundi" di Leonardo da Vinci ( 1505-1515), estremamente esemplificativo anche per la simbologia di un Mudra Yoga curativo, in atto benedicente, simbologia presente in molte rappresentazioni iconografica, specialmente bizantine, da approfondire in altro contesto, e con l'immagine, bellissima, di Elena che nasce dall'uovo di Cigno. 

Con infinita gratitudine sempre. 

Perché non si finisce mai di scoprire straordinarie connessioni 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com 

Costellazione del Cigno /Elena











domenica, agosto 18, 2024

💙19/8/2024 superluna blu

 Domani, Lunedì 19 agosto abbiamo una Luna Piena in Acquario.

Si manifesta una  superluna blu

Chiariamo la questione "luna blu" 

In agosto non abbiamo due lune piene, ma abbiamo una Luna Piena blu, detta "stagionale". 

Con il termine Luna Blu si indica un fenomeno abbastanza raro che si verifica nel calendario lunare, che può scaturire da due eventi distinti. Il primo è quello che vede due lune piene in uno stesso mese del calendario gregoriano. 

In questo caso si parla di "Luna Blu mensile".

Il secondo evento, più raro, si verifica quando in una stagione astronomica ci sono 4 Lune Piene. Sappiamo che un ciclo lunare dura all'incirca un mese, e di norma ogni stagione - scandita da solstizi ed equinozi - presenta tre pleniluni. Può tuttavia accadere che, in una stessa stagione, se ne verifichino 4. In questo caso il terzo plenilunio prende il nome di "Luna Blu stagionale".

Ogni ciclo lunare non dura un mese esatto, ma 29,5 giorni. Questo significa che per completare 12 cicli lunari ci vogliono 354 giorni, ovvero 11/12 giorni in meno di un anno solare. La differenza tra anno lunare e anno solare determina ogni 2,5/3 anni una Luna piena "in più".

Domani siamo sotto l'energia del Sacro Archetipo Ebraico Heit, l'ottavo, con funzione riparo, collegato all'Arcano Maggiore VIII della Giustizia.

Ho parlato altre volte di questo archetipo ultimamente, perché si è manifestato spesso, e perché è la stessa energia di questo anno 8.

Un anno dedicato al Femminino, perché la Heit, funzione riparo, è come il grembo che contiene, che unisce gli Opposti, cielo e terra, in un attimo di infinito.

Gli Opposti, vita e morte. 

L'Archetipo Heit è un'allegoria di questo processo di morte e resurrezione, necessario per la preparazione della Pietra Filosofica. 

Un'allegoria del percorso iniziatico. 

La putrefazione alchemica, che in questo ultimo periodo si sente in modo preponderante, ostentata, direi, necessaria per il risorgere.

Ma se la sinergia viene utilizzata in senso negativo, si precipita sempre più in basso, e non ci può essere nessuna resurrezione, nessuna predisposizione al richiamo della tromba dell'Angelo del Giudizio, che è alla fine del percorso iniziatico( Arcano XX) 

I due testimoni dell'Arcano Maggiore che si ergono a rappresentare metaforicamente, l'unione semi-eterea e semi-fisica delle due nadi della Kundalini, intrecciandosi ad "8", come nel Caduceo. 

L'Arcano VIII della Giustizia indica questa necessità di equilibrio. 

La Kundalini, la Pitonessa di Apollo, la sacerdotessa profetica di Apollo, o Kundalini, nella colonna vertebrale. 

Un'energia che va canalizzata nel migliore dei modi, e portata ad un livello superiore, quello dell'Aria, dell'Acquario. 

L'elemento Aria 

Conquistiamo l'aria con il quarto centro energetico del chakra del cuore, Anahata, che funge da punto di contatto tra i chakra inferiori e superiori. 

Il punto di snodo e di contatto del numero 8.

Il cuore è il santuario di Sephirah, la Madre delle Sephiroth, la Divina Madre Cosmica.

Siamo capaci di essere davvero portatori d'acqua cristallina, come indica la simbologia dell'Acquario? 

Il numero 8 è anche il numero delle prove.

La Giustizia è rappresentata da una donna. Ha sempre avuto manifestazioni nella dimensione del Femminino.

È l'alta Sacerdotessa che consegna la spada al Mago, al potenziale Iniziato. 

Opera su di esso, un'investitura. 

Tiene in mano la spada e la bilancia. 

È un Femminino che equilibra il Mascolino. 

Ad un'Ottava superiore, alchemicamente, è il Mercurio che equilibra ed esegue le opere del Sole e della Luna, sopra, nel Macrocosmo e sotto, nell'essere umano Microcosmo.

Le opere del Sole e della Luna, dell'uomo e della donna sono equilibrate dal Mercurio della Filosofia Segreta. 

L'Archetipo Heit, l'ottavo, ha la stessa radice del quinto Archetipo He, con funzione "vita". 

Perché rappresenta la vita, ad un'Ottava superiore, quando risale i 7 chakra e compie il suo percorso iniziatico di elevazione. 

Come nella bilancia che tiene in mano la Giustizia, le due colonne del tempio Yakin e Boaz, Adamo ed Eva, se vogliamo,  non devono essere troppo distanti né troppo ravvicinate. 

Dovrebbe esserci uno spazio in modo che il fuoco della forza vitale del chakra del cuore resti sempre vivo. 

È una Sacra Ierogamia, che consente di essere davvero dei portatori d'acqua, ad un livello superiore. 

Che consente il senso del Giusto, della Giustizia, dell'armonia, del Bello, del vero Risveglio. 

Una forza reciproca di Ascensione e Discensione, con la dimensione divina. 

La Heit è questa è la forza vitale attiva nel Macrocosmo e nel Microcosmo. 

Perché non c'è differenziazione, hanno le stesse radici. 

La stessa sorgente. 

Siamo in piena manifestazione del Sole. 

Non dimentichiamo che il Sole è una stella, e che questa meravigliosa sinergia, che sembra quasi un'ossimoro, la stella, della dimensione della notte, che pure, illumina e regala la vita al giorno, è riflesso di questo Archetipo Heit. 

Anche il lunare Femminino, legato al numero 8, nato da una radice astrale che vuole il pianeta Venere traguardare per 8 anni il suo percorso pentacolare in cielo, era considerato il Sole primordiale, e nel contempo, stella a 8 punte, simbolo delle più grandi Dee Madri del passato, come Inanna e Ishtar.. 

Perché l'8 è Infinito che tutto contiene, che tutto protegge, ripara, e preserva, nella sua sacralità. 

È la forza del 9, la creazione, la Teth, la stessa Kundalini, che in questo Archetipo Heit, ascende e discende, prima che si compia in germinazione, in atto creativo nel grembo della Teth, nono Archetipo, il Femminino compiuto, manifestato in creazione. 

Numero 9, ha infatti in sé, la forza creatrice del maschile e del femminile insieme. 

Falce di luna, la stanghetta del 9, e il simbolo circolare, simbolo del sole, della completezza. 

La chiave di lettura dell'Universo. 

La sinergia attuata del maschile e del Femminile. 

Astrologicamente il glifo che lo rappresenta è quello del Toro, governato da Venere, che nell'arco di 8 anni compie il suo percorso pentacolare nel cielo.

Il Toro, che rappresenta, trasversalmente in ogni antica civiltà, specialmente nella nostra sarda, questa sinergia tra maschile e femminile, e che trova codificazione proprio nella legge delle 9 stelle della costellazione del Cigno, di cui si parla nella stele  di Thutmose III datata più o meno 1500 a. C, in riferimento  alla confederazione sarda dei "nove archi", i Pelasgici, gli Antichi Sardi, gli Antichi Shardana. 

“Ho legato in fasci i Nove Archi, le Isole che sono in mezzo al mare, i popoli stranieri ribelli. Come in cielo governano 9 dei , così in terra dominano i Nove Popoli. Il mio bastone ha colpito i Nove Archi”.

Il bastone di potere, alchemicamente è la Kundalini. 

Il 9 è la sinergia del Maschile e del Femminile che si concretizza nel grembo della Teth, della Madre, del Femminino, nella Kundalini

Il Cigno, alchemicamente è il Mercurio, quindi rappresenta il Femminino

Cigno/cygnus/cono/ cunnus/"cunno" ( apparato riproduttivo femminile in sardo/Cuneo. 

Il Cuneo/Cigno degli ingressi triangolari dei nuraghi, dei pozzi sacri, che sono come aperture vaginali auree, con angoli 36°/72 °/72 °, la cui somma da un 9/9/9. 

E, ancora, un 27, quindi ancora un 9.

Il glifo del Toro rappresenta questa sinergia aurea, legata alla creazione. 

Sinergia taurina/uterina. 

Ma di questo, ho già parlato molte volte 

Il 9 è già 10 in potenza. 

Il numero 8 prepara, intreccia, questa sinergia. 

Come la stessa luce della luna, che al sole deve ritornare, in un ciclo e scambio continuo di energia, perché entrambi, sole e luna, influenzano la vita sulla terra. 

I Gemelli Divini. 

Sole e Luna. 

Adamo ed Eva

Apollo e Artemide... 

I Sacri Gemelli Dioscuri nati dall'unione di Zeus trasformatosi in Cigno, per sedurre Leda. 

I Sacri Gemelli presenti nelle cosmogonie di ogni civiltà. 

Temi, dea della Giustizia greca,  una titanide che presiedeva l'oracolo di Delfi, ben prima di Apollo. 

Il concetto di "giustizia" è espresso, nel greco classico, dalla parola "Dike". 

Ma la lingua greca conosce anche un termine diverso, e di più antica attestazione, per esprimere l'idea di "giustizia", "themis", il cui nome, etimologicamente, riconduce all'ordine cosmico. 

In questo senso, Themis viene considerata come archetipo della stessa  “Dike". 

Queste correlazioni, di questa meravigliosa Luna Blu, ci spingono verso l'acquisizione di un nostro senso di Giustizia ed equilibrio, portatori di spada, ma anche di acqua cristallina. 

Ed  verissima, l'affermazione "farsi Giustizia da sé", nel senso dell'essere Giusti per primi. 

Nel saper riconoscere Bellezza ed equilibrio. 

Nel riportare, nel nostro piccolo, Armonia.

La Giustizia appare spesso bendata. 

Perché sente con il cuore. 

E il cuore, non fa differenze. 

Non si lascia trarre in inganno dalla vista o dall'udito. 

Va a frequenze. 

E le frequenze non mentono. 

Un impegno costante, che in questo momento storico, dobbiamo attuare più che mai. 

Osservare, con discernimento, e operare per il senso del Giusto e del Bello. 

Non se ne può più di tanta bruttezza e scempio.

Tutti siamo chiamati a questa Nemesi collettiva. 

Una Giustizia riparatrice, di cui i nostri Figli, pagheranno colpe che non hanno. 

Distribuire Giustizia, nel nostro piccolo, per riportare armonia nell'Universo. 

Buon Plenilunio Blu. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com 

19/8/2024 superluna Blu








martedì, agosto 13, 2024

💙Appeso/Marsia/Olimpiadi

 Il Viaggiatore d'oro che scende dal cielo. 

Lucifero come l'Appeso, con la gamba ripiegata. 

Ma non è una resa, quella a cui ci hanno fatto assistere. 

Tutta la rappresentazione scenografica che ha ruotato intorno a questo personaggio di fine cerimonia olimpionico, è stato altamente simbolico, con risvolti inaspettati, durante la mia personale elaborazione. 

L'Appeso, per sua natura, nasce a testa in giù. 

Si nasce a testa in giu

Respira nella dimensione "acqua". 

Germoglia al contrario

È uno sciamano. 

Come Odino che si appende  ai rami del frassino cosmico Yggdrasill. 

La figura dell'Appeso è legata, in mitologia, anche  al sileno Marsia, demone delle acque in Frigia( vi ricordate il simbolo del berretto frigio, legato a Baal? - https://maldalchimia.blogspot.com/2024/07/olimpiadi-parigi-2024.html?m=0), che con il suo aulòs, flauto a due canne, sfida la cetra di Apollo.

Un flauto non si può suonare al contrario, la cetra di Apollo si. 

Apollo, figura centrale, della cerimonia di inaugurazione( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/07/simbologia-alchemica-olimpiadi-parigi.html?m=0) che è stata fortemente legata alle fasi alchemiche. 

Non potevano certo mancare l'Archetipo chiave, la Lamed, la prova, e l'Arcano Maggiore XII, l'Appeso, che hanno sempre traguardato i passaggi importanti a cui stiamo prestando attenzione negli ultimi anni. 

Sfida tra Marsia e Apollo. 

Sfida al Dio. 

Suonare il pianoforte in verticale, alle Olimpiadi, sull'Inno di Apollo, simulando una polluzione. 

Un'A-polluzione, per meglio dire, come ho già scritto. 

Perché questo Appeso, questo Marsia scorticato, con le connessioni neuronali in evidenza, si ribella alla resa. 

Si ribella allo stesso Dio. 

Non simboleggia però la Natura, sopraffatta dall'intelligenza di Apollo. 

È intelligenza artificiale. 

Guardacaso

Apollo, un Apollo snaturato, di inizio cerimonia,  viene a toglierci la pelle, la protezione, l’armatura

E sotto l'armatura, c'è la nuova natura, quella della "non-natura" 

Di Marsia, che guardacaso, ha la stessa radice di Marsiglia, altra città francese, tappa della fiaccola olimpionica e sede delle gare di vela, resta un fiume, con il suo nome, frutto delle lacrime degli abitanti del bosco. 

C'è stata la resa, dell'Appeso/Marsia, e lui può fluire ancora, nella stessa vita, come fiume, nella stessa dimensione da cui ha tratto origine. 

Ma qui non c'è nessuna resa. 

C'è sfida alla stessa Natura. 

È tutto estremamente simbolico. 

Ma la simbologia, e il rimando, è agghiacciante. 

Marsia, l'Appeso che sfida lo stesso Apollo, ridotto ad una comparsa deformata nella cerimonia di apertura, ha come simbolo, il syrinx, strumento a fiato che si crea con le canne collegate. 

Syrinx, che significa Syringa/Siringa, il nome di una Ninfa Naiade, figlia di Ladone, seguace di Artemide, gemella di Apollo. 

Siringa fu inseguita dal dio Pan, desideroso di possederla e sfuggendogli giunse fino alle sponde del fiume Ladone, suo padre, il Dio del fiume,  dove invocò l'aiuto delle Naiadi, e da loro fu trasformata in canne palustri, che al soffio del vento emettevano un suono delicato.

Udendo quel suono Pan decise di costruire un nuovo strumento musicale (il flauto di Pan) a cui diede il nome della ninfa. 

L'Appeso che non è in posizione di resa 

Il canneto, i ciuffi del nostro Marsia/Appeso, del nostro "Viaggiatore d'oro", il cui simbolo è proprio la syrinx, la siringa, che è il simbolo del nuovo potere di ricatto, di egemonia. 

Qui la Giustizia non funziona. 

La Giustizia è Femmina 

Il Dio si può sfidare eccome.. 

Lo si può sbeffeggiare. 

Lo si può detronizzare

Si può prevaricare l'intelligenza di cui è portatore Apollo. 

Lo scuoiamento di Marsia rivela la sua natura, la sua forza distruttiva. 

Dai  versi della poesia di un poeta  polacco Zbigniew Herbert, "Apollo e Marsia" 


Marsia

Grida

prima che il grido giunga

alle sue alte orecchie

egli riposa all’ombra di quel grido


scosso da un fremito di disgusto

Apollo pulisce il suo strumento


solo in apparenza

la voce di Marsia

è monotona

ed è formata da una sola vocale

A

[...]    in sostanza quella stessa A

        solo più profonda con l’aggiunta di ruggine


         questo supera ormai la resistenza

         del dio dai nervi di fibre artificiali


          per il viale ghiaioso

          fiancheggiato da bosso

          il vincitore si allontana

          chiedendosi se

          dall’ululo di Marsia

          non sorgerà col tempo

          un nuovo ramo

          di arte – diciamo – concreta


         d’improvviso

         cade ai suoi piedi

         un usignolo pietrificato


         volta la testa

         e vede

         che l’albero al quale era legato Marsia

         è canuto


         completamente


"Il Dio dai nervi di fibre artificiali" 

La A, che con la sua frequenza, pietrifica tutto. 

La A, simbolo archetipale taurino, come ho già sottolineato. 

La A di Baal. 

La coreografia, con i corpi ammassati, pietrificati, come una A, ai piedi di questo Dio dalle fibre artificiali, da questo Marsia/Appeso, il cui simbolo è il syrinx, Siringa.. 

Tutto estremamente esoterico, simbolico, enfatizzato all'eccesso. 

Rimarcare l'Hybris. 

La stracotanza umana che sconfina nel Divino. 

Ribaltare la Nemesi. 

Come l'Appeso che si ribella alla resa. 

Ma sappiamo, come ho già scritto, che "Ciò che non trascende, scende sempre più in basso'. 

Qui non c'è resa. 

Ma gli Dei non staranno a guardare per molto. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com 

Marsia/Appeso/Olimpiadi










💙Dea Diana

 Un tempo, in epoca romana, la data di oggi, 13 agosto, segnava l'inizio dei festeggiamenti in onore della Dea Diana, che culminavano il 15 agosto.

Erano chiamati i Nemoralia, e si festeggiavano nel tempio di Diana sul Lago di Nemi, con le torce in processione. Era quindi la festa dell'Acqua e del Fuoco.

Di questo Sacro Femminino, Diana Lucifera, Portatrice di Luce.

Un numero importante quello della data di oggi.

Simbolica, la scelta del numero 13, per l'inizio dei festeggiamenti.

Il tredici fa riferimento all'Archetipo femminile per eccellenza, la Mem, la seconda delle tre lettere Madri nel Sacro Alfabeto ebraico.

Significa acqua, ventre primordiale, le acque del Caos primordiale, della Genesi, con la sua capacità di custodire e far germogliare il seme.

Così come il grembo femminile dona la vita, così è capace di accogliere le sue creature, nel grembo di Madre Terra, dopo la morte, in un passaggio, che non è mai definitivo, ma è una continua trasformazione.

Infatti l'Arcano Maggiore che rappresenta la Morte, è proprio l'Arcano XIII.

Acqua come fonte di vita, simbolo dell'Amore. Infatti i festeggiamenti in onore di Diana, si svolgevano sul lago Nemi.

La Mem viene considerata la lettera più sacra, e anche il simbolo dell'androginia, del maschile e del femminile, poiché, se contiene la vita, contiene in sé anche la morte.

Questo concetto è ben rappresentato dal movimento della Spirale, in ascesa verso il Divino.

Il tredici è però anche legato al numero delle lunazioni in un anno, in perfetta armonia e corrispondenza dei cicli di fertilità delle donne.

Un tredici che nei tempi passati, rappresentava Iside, il Sole Nero al centro della Galassia, l'aspetto, l'utero nascosto della creazione.

È questo, il mistero del Sacro Femminino, che arriverà fino ai giorni nostri, manifestato attraverso l'energia della Maria Maddalena, l'acqua che contiene in sé anche la Terra, poiché, 13, in riduzione teosofica, diventa un "1+3', quindi un" 4" che rappresenta la terra con i suoi 4 elementi e 4 punti cardinali.

Acqua di purificazione, morte e rinascita.

Si muore con la consapevolezza di saper morire, e di rinascere alleggeriti, fluendo, come indica la Runa Laguz, associata a questo Archetipo, che indica il fluire, manifestando la propria Essenza, essendo Madre Creatrice, in ogni momento.

Questo, se consideriamo solo il tredici della data di oggi.

Ma se consideriamo la somma totale(cifra per cifra), della data di oggi, abbiamo un Sacro Archetipo Ebraico  Resh, il ventesimo, ancora la Testa, che in questo pariodo, compreso il giorno dell'eclissi dell'8 aprile, è una presenza costante, in correlazione all'Arcano Maggiore XX del Giudizio. 

Tutto spinge a far risalire a livello mentale, ciò che proviamo a livello emozionale. 

Tutto spinge verso una consapevolezza maturata anche a livello cerebrale. 

Il sentire non basta più. 

Bisogna agganciare la nostra Coscienza, alla Coscienza Universale, affinché diventi Conoscenza.

Affinche il Giudizio, non sia solo soggettivo, ma diventi crinale di spartiacque di una nuova energia, di una nuova Umanità, consapevole del suo perché, in questo momento, in questa dimensione.

Il Giudizio. 

Ritornare alla verità verso sé stessi. 

Ritornare alla Verità Universale. 

Fare focus sul nostro Destino. 

Andare oltre il denso, la materia, la disgregazione.

Puntare verso qualcosa di più nobile. 

Verso la Corona, come ho scritto più volte, perché la Resh è legata alla Sephiroth dell'Albero della Vita, Keter, la Corona 

In questo, la Dea Diana, puntando verso l'alto, verso l'otre, la sua freccia, ci spinge in una dimensione superiore 

Siamo proprio dentro l'ancestrale celebrazione del Fuoco e dell'Acqua insieme. 

Ma non è un femminile contrapposto al maschile. 

È un Femminile archetipale. 

Quello delle origini. 

Il Sole nero creatore di tutto, di cui parlano gli Egizi, l'Iside nera. 

Il Sacro canovaccio con funzione "perfezionante", che è la funzione della Resh

È la perfezione raggiunta, consapevolizzata, come le 19 circonferenze che formano il Fiore della vita completo, che poi formano il cerchio. 

La Resh ha valore ghematrico 200, 20 volte il numero 10, che è la perfezione. 

La perfezione raggiunta, che consente di stabilire legami, connessioni con il tutto. 

È come l'Archetipale filo di Arianna. 

Notate come anche nel nome "Arianna", ci sia la particella "AN", che è presente anche in Diana, anche nella più importante dea del passato, la più archetipale, Inanna.

È una particella che indica Il dio sumero An, la divinità celeste, considerato l'artefice del creato e padre di tutti i dei.

Secondo la mitologia mesopotamica il dio An nasce dal mare primordiale (Nammu, e anche qui abbiamo AN ribaltato). 

AN-, come Anubi, il Dio cane-sciacallo. 

Ma i cani sono rappresentanti del Sacro Femminino, della Dea Ecate, signora dei solstizi, come ho già approfondito su Ecate. 

Come dea della morte, Diana fu venerata come Ecate. 

Infatti, il figlio della dea Diana era Giano, sua controparte maschile, quel Giano bifronte, che presiede, come guardiano della soglia, al due solstizi, che prima erano custoditi solo da Diana, estivo ed invernale, alla Porta degli Umani, del Cancro, e alla porta del Capricorno, la Porta degli Dei.

Jana, significa porta, così come Giano.

"janna", in sardo, è la porta.

E tutte le Domus de Janas, sono esposte ai solstizi, sia invernale, che estivo, quindi, metaforicamente, indicano la nascita e la morte, in un ciclo continuo di gestazione e di rinascita.

Proprio come  la vegetazione, di cui Diana è Dea assoluta.

Le Janas sarde, prima, ma molto prima, delle Janare sacerdotesse del culto di Diana, erano coloro che presedievano e officiavano questi riti di passaggio dalla vita alla morte. 

Simboli solstiziali, prima che il Patriarcato, con Giano bifronte, si appropiasse anche di questo. 

Erano Janas "bogadoras", coloro che "bogano", che tolgono fuori il bambino dal grembo materno, e Janas "accabadoras", coloro che "fanno finire" la vita, di chi soffre, in modo dignitoso. Un'eutanasia approvata da tutta la comunità. 

Gestivano i ritmi degli umani, in perfetta sincronia con i ritmi vegetativi. 

Diana è un derivato del nome Jana, che un portale per tante dimensioni. 

Essere Jana, è essere come l'Archetipo Resh, che ha una funzione "perfezionante"

Che crea un legame tra la vita e la morte, tra ciò che è frammentato, per ricomporlo, e farne Oro, la perfezione. 

Il Dio An, primordiale, Mesopotamico, è stato mascolinizzato, perché è il Femminino la vera Matrice creatrice. 

La funzione perfezionante di questo Archetipo, è resa dalla metafora del filo di Arianna, legata al labirinto di Cnosso. 

An

Come Di-an-a

Come Ari-an-na

Come In-an-na, archetipale Dea Madre. 

È nel labirinto di Arianna, simbologia della spirale uterina del divenire, con tutta la simbologia legata anche alle spirali, nella loro dinamica contrazione ed espansione orgasmica, necessaria all'espansione dell'Universo, che il Minotauro può tramutarsi da Minus-taurus, a T-Aurus, ad Horus, il Figlio-Oro, che raggiunge la completezza della Tau, del percorso iniziatico, fino al massimo livello. 

La trasmutazione alchemica completa. 

Avvenuta per mano del Femminino, di Iside, rappresentante di tutto il Sacro Femminino alchemico, capace di compiere la trasmutazione con i 13 pezzi rimanenti di Osiride. 

I quattordicesimo (Archetipo Nun, trasformate), fu "sacrificato", fu reso Sacro. 

Il fallo di Osiride ingoiato dall'Ossirinco, il pesce nero del Nilo, per rendere fertile la terra inondata dal Nilo. 

Ma è Iside, il Sole nero, il Sole dietro il Sole, identificata con Sirio della levata eliaca, proprio di questo periodo( anche con Saturno, la ruota del tempo, del divenire, con i suoi cicli temporali, mestruali, in collegamento con la dimensione donna, karmici) a rendere possibile la trasmutazione, l'alchimia. 

A unire, con la funzione "perfezionante", tipica di questo Archetipo, tutti i tasselli, i 13 pezzi sparsi di Osiride, e farne dimensione  nuova di creazione. 

Questo è possibile solo che creiamo un legame anche con le nostre controparti. 

Il numero 19, l'Archetipo Qoph che viene prima della Resh, è composto da un numero 1, che indica l'Archetipo Mascolino Aleph, una lettera, che era rappresentata inizialmente proprio da una protome taurina, e da un numero 9, Archetipo Teth, il grembo, il Femminino, la Kundalini.

La massima espressione di questo legame è proprio in quella doppia simbologia della protome taurina/uterina che simboleggia al contempo, la potenza creatrice fallica, taurina, accolta nel grembo lunare femmineo. 

Iside è rappresentata con le corna taurine che trasportano il disco solare. 

 Il nostro sguardo, l'anelito della nostra Anima, deve sempre, come Diana, come un cacciatore, cercare questi legami, nella realtà, negli altri, in modo da creare una connessione di Bellezza, del Giusto, dell'Armonia, dell'appartenenza ad un qualcosa di più grande, legato alla dimensione dell'Universo, del Cosmo, dei cicli che regolano e scandiscono anche la dimensione umana.

Perché

Essere Jana-Diana, è gestire vita e morte, senza perdere di vista la propria Essenza. 

È sentirsi alchimisti, capaci di creare una nuova dimensione anche da ciò che è apparentemente frammentato, perché siamo noi stesse quel filo di Arianna, che è complementare e speculare al Caos della Creazione, specificità del Femminino. 

Un Femminino, che si fa vuoto, oscuro, grembo, che riannoda fili che parevano persi, ma che segue una logica divina, in tutto questo. 

Un Femminino che non perde di vista il bersaglio, perché ha trovato il suo baricentro e può spingersi oltre. 

Azzardare l'impensabile. 

Un Femminino, dalle infinite possibilità. 


Tiziana Fenu 

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Dea Diana



domenica, agosto 11, 2024

💛Dedola sul Santa Cristina

 E Paulilatino, probabilmente, dall'antica Dea Pales, festeggiata proprio il 21 aprile, in ambito romano( che hanno semplicemente adottato le nostre usanze), il giorno in cui si manifesta la ierofania nel dodicesimo anello della Tholos del Pozzo di Santa Cristina.

Pales, che è anche, come ho scritto, la radice di  Palestina

https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/solstiziopales.html?m=1

Tiziana Fenu ©®


CRISTÌNA.

È sin troppo banale rintracciare l’origine di questo nome in Cristo, da cui Cristìna ‘devota del Cristo’.

Ma la chiesa basaltica di S.Cristina (Paulilàtino), di origini indubbiamente bizantine, fu eretta, guarda caso, a ridosso del pozzo sacro che ha lo stesso nome della Santa.

Ciò insospettisce.

Anzitutto, è un fatto normale che accanto ai siti sacri dell’antichità il clero cristiano edificasse una chiesa, allo scopo di neutralizzare l’antica cultura religiosa e incanalarla verso la nuova religione. In secundis, ho dimostrato migliaia di volte che questo genere di toponimi è corrotto, artatamente manomesso, in questo caso dal clero cristiano.

   Questo pozzo sacro prima del Cristianesimo aveva certamente un nome.

Abbiamo già notato nel similare cognome Cresci l’antico nome del pozzo sacro, esattamente del pozzo fasciato internamente con conci lapidei.

Per Santa Cristina seguiamo analoga procedura etimologica, dal sum. ḫirim ‘scavo’, ‘pozzo’ + šu ‘basket, cesto’ + tu ‘priest’; l’arcaico composto ḫirim-šu-tu (= ‘pozzo a cesto per funzioni sacerdotali’) venne via via pronunciato, per bocca dei sacerdoti cristiani, ḫiri(m)š(u)tu, ossia ḫirištu, ed artatamente abbinato a Christu.

Questo nome, con l’aggiunta del suffisso devozionale -ìna, divenne Christìna.

Il fatto che il pozzo abbia un nome femminile la dice lunga sul fatto ch’era dedicato a Mamùsa, la Dea delle Acque.

Infatti –ìna deriva dal sum. inin ‘Lady, Signora, Madonna’.

Quindi Cristina fu la ‘Madonna del Pozzo Sacro’.


Prof. Salvatore Dedola, linguista

Maldalchimia.blogspot.com

Pozzo Sacro di Santa Cristina, Paulilatino(Or) 

Dedola sul Santa Cristina



venerdì, agosto 09, 2024

💙San Lorenzo 2024

 


Tra oggi 9 agosto e domani, 10, si avrà il picco delle stelle cadenti, che costellano la notte di San Lorenzo di magia.

Anche oggi e domani, siamo sotto l'energia della luna crescente in Bilancia

Venerdì e sabato, due giorni dedicati al Femminino, a Venere e a Saturno.

Siamo ancora sotto il riverbero della straordinaria energia di ieri, e per questo due giorni abbiamo due Archetipi veramente belli. 

Per oggi, ci accompagna l'Archetipo Zain, il settimo, con funzione "eternità", correlato all'Arcano Maggiore VII del Carro. 

Il 7 è un numero Sacro, che fa riferimento a molti aspetti, tutti legati alla dimensione evolutiva. 

I 7 chakra, le 7 sfere celesti, collegate al Sole e ai pianeti, numero legato anche ad Apollo, rappresentato con 7 raggi solari, e tanto altro. 

La funzione "eternità", la sua dimensione, si manifesta quando la nostra dimensione spirituale ( il 3), si accorda con la nostra dimensione terrena( il 4).

In quel momento, viviamo una dimensione di "non tempo", in cui abbiamo la percezione dell'espansione della nostra Anima nella dimensione terrena, e viceversa. 

Questo ci consente di vivere la pienezza, nutriti da questi attimi di eternità, che ci svincolano dalle coordinate terrene. 

La Zain è rappresentata come un pugnale. 

Un pugnale simbolico, che deve recidere ciò che ci contiene in questa dimensione. 

A questa simbologia del recidere, e di combinare in complementarietà, materia e spirito, affinché si crei la dimensione dell'eternita, e legata la figura del cavallo alato Pegaso, al cui tocco, la materia diventava eterna.

E Pegaso è legato proprio al mito delle Perseadi. 

Un mito che colma le distanze tra spazio e tempo. 

Che vola alto, perché coniuga la dimensione del cielo e della terra. 

Così come la simbologia del Carro, che si adatta perfettamente a questo Archetipo. 

Pegaso che nacque proprio dal sangue di Medusa, quando Perseo le tagliò la testa. 

Le stelle cadenti di questo periodo sono proprio le Perseadi. 

Invece, per domani, 10 agosto, in cui si celebra proprio San Lorenzo, abbiamo un Archetipo 17, che volendo, fa ancora un 8( 1+7), ma il 17, Sacro Archetipo Phe, con funzione "espansione", si concilia benissimo con questo passaggio delle Perseadi, delle stelle cadenti. 

Infatti è correlato all'Arcano Maggiore XVII della Stella. 

Quando, entriamo nella dimensione dell'espansione? Quando Anima e Materia sono allineati, sono in dialettica..

Esprimiamo dei desideri, osservano e cercando di cogliere qualche stella cadente, ma  il Verbo desiderare, dice proprio l'opposto.

De-siderare

Avevo scritto un post a riguardo( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/desiderare-e-curioso-come-un-termine.html?m=0) 

"...  curioso come un termine cosi usato, specialmente in notti come queste, in cui si volge lo sguardo al cielo, con la voglia di esprimere quei desideri racchiusi nel nostro cuore, indichi invece l' esatto contrario

"De-siderare"

Togliere, allontanare lo sguardo da queste sideree creature, depositarie del nostro inesprimibile

Ecco ciò che si vorrebbe

Ciò che in fondo non si osa mai fare. 

Volgere lo sguardo alla propria altezza.

Senza più guardare le stelle, e caricarle di ciò che esse non possono.

Avere il coraggio di " siderare" in ciò che guardiamo , che vogliamo adesso.

Che ci sentiamo danzare nel cuore, come stelle impazzite.

Stellare ogni cosa sulla quale posiamo gli occhi e il cuore, e farne Stella Polare che ci guidi.

Fino a farla esplodere dentro di noi

E lasciare che diventi stella cadente, esaudita, espressa

Compiuta."

E quando sentiamo compiutezza, possiamo sentire anche questa ebbrezza di immortalità, di eternità, di totale coesione con l'Universo, che ci pervade, e ci vivifica, e possiamo volare alti, proprio come Pegaso. 

Direi che questo passaggio sia benedetto dalle migliori energie, che si complementano a vicenda, in modo eccelso, come solo l'universo sa fare. 

Per la simbologia intrinseca di San Lorenzo, e della sua padedra Laurentia ( vi avevo già anticipato che anche questo passaggio è legato al Femminino) vi rimando ai miei due approfondimenti, che fanno riferimento anche alla nostra civiltà sarda, che considero Cultura Madre, perché anticipa di secoli, spesso di millenni, quello che poi verrà codificato in ambito religioso. 

San Lorenzo ha origini antichissime, e un rappresentante, e precursore, di questo passaggio, è il nostro suonatore di Launeddas, il bronzetto itifallico, androgino, di Ittiri( poteva essere di altri luoghi, se non di un luogo, che già nella sua radice richiama il pesce alchemico, la Vesica Piscis?) che in sé aveva già l'energia della Laurentia ( la cui radice "Lau-" è la stessa di Launeddas, lo strumento musicale che indica la creazione. 


Approfondimenti nei mie scritti 

-https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/san-lorenzo-2023.html?m=0


-https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/dea-acca-laurentiaaccabadorasan-lorenzo.html?m=0


Buon passaggio stellato

Con infinita gratitudine sempre 


Tiziana Fenu 

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San Lorenzo 2024






giovedì, agosto 08, 2024

💙Portale 888

 Il Sole è al 15° del Segno del Leone.

15

Luna Crescente in Gemelli 

Come ho scritto nel mio precedente post siamo nell'energia del Sacro Archetipo Ebraico Vav, il sesto

6= 1+5

Un 6 che rappresenta unione o divisione ( 15/ Arcano. Maggiore del Diavolo)

Ma abbiamo anche Giove, al 15° dei Gemelli

Oggi siamo di Giovedi

Abbiamo la terza Casa( i rapporti con il nostro ambiente sociale. Famiglia /amici) nel segno del Cancro, al 15°( acqua) 

La quinta casa( amore/figli/sesso) al 15° nel segno della Vergine ( terra) 

Nona( la casa del "lontano". Viaggi, fisici e non) casa al 15° del Capricorno ( terra) 

Undicesima casa( ricchezza e abbondanza)  al 15° dei Pesci( acqua) 

Molto interessante. 


L'elemento Fuoco del Leone cerca equilibrio ( Bilancia) con l'acqua e con la terra. 

Questo equilibrio porterà una sublimazione, un'elevazione spirituale per il prossimo plenilunio, sotto un elemento Aria, l'Acquario, lunedì 19 agosto, un cui saremmo sotto un Sacro Archetipo 8, la Heit, il Sacro Femminino che unisce cielo e terra

E si ritorna al fulcro, al centro, nel cuore della Sacra Madre, degli 8 raggi, in un lunedì dedicato alla luna, dopo questi passaggi reiterati per 3 volte. 

Passaggi che sono stati il riflesso di quell'enfatizzazione dei cicli karmici, saturnini, che servono ad osservare, a fare il salto di Ottava. 

Abbiamo visto enfatizzazioni estreme, portate agli estremi del paradosso, tirate alla loro portata massima, come un elastico, fino alla rottura. 

Si spezza ciò che non è verità 

Ciò che non è funzionale all'evoluzione. 

L'emulazione. 

Ritorna al centro solo ciò che è vero. 

Ciò che, nonostante la tensione, non si spezza, perché è verità, come il legame tra i due Innamorati dell'Arcano VI. 

Come la verità del sesto Archetipo di oggi, la Vav. 

Il gancio. 

Ci si aggancia solo a ciò che è Verità, complementarietà energetica, Vesica Piscis. 

Il resto crolla, nonostante i tentativi di emulazione, di depistaggio, di allontanamento dal centro. 

Il resto sta già andando in disgregazione. 

Il 6 che non è più unita Monadica, Bellezza, Armonia, creazione, ma diventa un "1+5", Diavolo, separazione. 

Questa è l'azione energetica della Samech, dell'Archetipo 15, che fa pressione affinché il Divino si manifesti. 

E questa pressione può manifestare divisione o unione rafforzata 

È tutto estremamente interessante, dal punto di vista alchemico, archetipale, astrologico, perché è orchestrato alla perfezione. 

Per obbligarci a vedere oltre. 

Per essere centrati solo in noi stessi. 

Perché tutto ciò a cui assistiamo è sempre funzionale. 

Cerchiamo sempre la nostra verità, la nostra unicità, la nostra originalità. 

Quel 15 estremamente presente per questo passaggio è fertilità creatrice. 

È la massima espressione di noi stessi, nella nostra Essenza Monadica, senza essere a ridosso di niente e nessuno. 

E l'Universo, come sempre, è molto più interessante di qualsiasi dinamica terrena. 


Tiziana Fenu 

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Portale 888



💛Fenicottero

 Ieri, come in molte altre zone della Sardegna, per via del forte maestrale di questi giorni, nello stagno di Molentargius, l'area protetta del Parco, tra Cagliari e Quartu, è andato a fuoco il cannetto. 

Un ennesimo sfregio alla nostra Natura incontaminata, per il quale non ci sono parole, se non un devastante senso di impotenza e un confidare nella saggezza e nella potenza della Natura, che trova sempre il modo di risorgere dalle sue stesse ceneri. 

C'è stata una forte preoccupazione per i piccoli dei fenicotteri, nati a giugno, ma già in grado di volare. 

Leggendo, mi è venuto in mente un passo tratto dall'opera "Omphalos. La Sardegna, Isola di Atlante. Il Primo Centro del Mondo" di Sergio Frau, in cui parla proprio dei Fenicotteri. 


"L’Araba Fenice. (Ambientazione: le catacombe romane di Santa Priscilla e le oasi di Oristano). 

Phoinix vuol dire rosso: da lì, da quel termine greco, ci deriva sia il nome dei Fenici che quello della Fenice, l’uccello magico che risorge dalle sue ceneri.

Risorge talmente bene – e talmente spesso, e per tutti – che, poi, basta andare con un esperto in qualche catacomba romana (di quelle più antiche, però) per trovarlo a far la parte di Cristo, come simbolo del ritorno in vita. 

Anche il nome Fenicottero viene da phoinix : è rosso, gigantesco, strabiliante, sembra appena uscito dal fuoco con quelle sue penne rosa shocking... In Sardegna mica li chiamano fenicotteri, i Fenicotteri: li chiamano sa Zente Arrubia, la Gente Rossa... Appaiono e scompaiono a migliaia all’improvviso, magicamente, secondo le stagioni: in Sardegna ci arrivano per nidificare e far crescere un po’ i piccoli, fin quando non sono pronti per il volo. Perché “Gente Rossa”?

Un buon motivo – dicono gli antropologi – è da rintracciare in quel loro nido che ha una strana forma che ai Sardi doveva sembrare assai familiare: infatti è un tronco di cono alto una cinquantina di centimetri, tale e quale a un nuraghe in miniatura. Il nome, il colore, quel nido... Il fatto che sia la Fenice che il fenicottero appaiano e scompaiano... Indizi, non prove. Certo... Ma una gran bella ipotesi e – magari con un box su dove andarli a vedere davvero i fenicotteri – assai “estiva”.


Ho trovato queste considerazioni molto interessanti, considerando che il nido dei fenicotteri, sembra davvero un nuraghe, come vedete dalle immagini. 

Ma avevo anche delle considerazioni sul fatto che il fenicottero, come figura simbolica e alchemica, fosse presente anche in ambito egizio, in relazione, in particolare, ad una rappresentazione di un fenicottero, definito "una rappresentazione del dio Toth, in forma di Ibis.

Che certo non ha il piumaggio dell'Ibis Sacro, presente nella religione egizia, dal piumaggio bianco-grigio, né la conformazione del becco, che risulta ad angolo, nell'estremita', come nel fenicottero. 

Riporto il mio scritto, con qualche piccola aggiunta( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/il-fenicottero-di-thoth.html?m=0) 


Fenicottero di Thoth. 

E poi trovi queste immagini

E pensi che piuttosto che all'Ibis, come rappresentante della divinità Thot( dio della Luna e dio della saggezza, della matematica, della geometria, della magia, della misura del tempo e della medicina, nonché il protettore degli scribi in quanto inventore della scrittura), potesse essere maggiormente rappresentato da un fenicottero.

Non fosse altro, per alcuni evidenti motivi.

Il becco che finisce ad angolo, come nella statuina.

Il colore della corniola, perfettamente identico al colore dei nostri fenicotteri.

Il colore rosso che era rappresentato dal geroglifico del fenicottero, così come rossa è spesso rappresentata la pelle degli egizi.

A tal proposito, ricordo che in alcune parti della Sardegna, i fenicotteri sono chiamati "genti arrubia".

Non, "pillonisi arrubiusu" ( "uccelli rossi"), ma proprio "gente rossa", così come gli antichi egizi.

O forse sarebbe meglio chiamarli gli antichi Sardi.

Gli Shardana Egizi. I Faraoni della I Dinastia.

E poi, c'è da dire che...

"Cabras come luogo di Ascensione del Re, della manifestazione divina in terra, come poteva essere il faraone, che continua a vivere nella dimensione del cielo, tra le stelle, come Akh- Akhs. 

La parola Akh, è in realtà un suono onomatopeico, che indica il verso degli uccelli trampolieri quando si riuniscono nelle acque fangose. 

Ma non abbiamo bisogno di scomodare l'ibis egizio, per immaginarlo, perché lo stagno di Cabras è il regno dei fenicotteri trampolieri. 

Fenicottero

Fenucottero 

Fehu-cottero

Fehu, fuoco ( la Runa Fehu è la Runa del fuoco). 

Fenu-come l'Araba Fenice, così simile al Sacro Ibis/Bennu egizio. 

Il depositario dell'uovo primordiale. 

Bennu. 

Sembra una parola sarda, con quella desinenza "-nu", tipicamente Sarda, che è la sillaba iniziale di Nu-raghe, e che significa "fuoco" (Nur) e "acqua" (nun) insieme. 

E la parola Bennu, la fenice di Eliopoli che nidifica in un isola, e porta l' uovo primordiale, (che contiene il corpo imbalsamato di Osiride) figlia di Nu, Dio delle acque primordiali, ha come radice "Ben-" 

Il Ben ben, era praticamente considerata la parte superiore del primo obelisco candelario/orologio di Atum Re, che simbolicamente rappresentava il fallo generatore con il suo seme sulla Sommità, il Ben ben, pietra, che si dice, contiene il segreto delle  stesse piramidi, la sommità di esse. 

E un "Ben" , origine della vita, lo abbiamo anche noi, con un Ben-etutti segnato da un labirinto misterioso, che è come un cordone ombelicale, nella Domus de Janas di Luzzanas, del 6.000 a.C., il simbolo dei 7 pianeti allineati sul braccio teso di Orione/Osiride, con corrispondenza  Oristano/cintura di Orione".

"Benniu", significa "arrivato" 

"Seu benniu". 

"Sono arrivato, sono venuto" 

L'uovo primordiale che arriva a destinazione, grazie al Bennu. 

Ma anche la simbologia alchemica e cosmogonica "dell'essere venuto", come metafora orgasmica del seme spermatico, che in questa dimensione terrena si identifica con la collina( o obelisco) primordiale della creazione, e a livello astrale, si identifica invece, con la Via Lattea, via di nascita e di rinascita, per gli Dei e per l'umanità. 

Direi, molto simbolico, come lo stesso Dio Bes, Dio egizio della natività, che è già radice fonetica di quel verbo sardo "bessiu", "uscito", che si usa anche per indicare un bambino appena nato "bessiu", uscito, venuto alla luce, come ho scritto nei miei svariati approfondimenti sul Dio Bes. 

Direi che molto sia da rivedere, e molto sia stato per troppo tempo occultato.

Una statuina di questo tipo rivela molto, e troppe cose, in questo contesto, si adagiano meglio alla figura del fenicottero, piuttosto che dell' ibis, un uccello bianco e nero, tra l'altro, che mal si adatta a tutta la simbologia del "Bennu egizio".

Che poi gli antichi Egizi, lo abbiano assimilato e fatto loro, sostituendolo con l'immagine dell'ibis, ciò non cambia di una virgola il fatto tutta la simbologia si adatti molto meglio al fenicottero.

E direi che è ora di riprenderci la nostra storia.


Tiziana Fenu 

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Fenicottero