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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

mercoledì, giugno 23, 2021

💚Arpa egizia

 Arpa ad arco (arpa a spalla) ca. 1390-1295 a. c.


Nuovo regno, il Egitto.


Questo tipo di arpa ad arco portatile a forma di barca era comune durante il Nuovo Regno ed è mostrato nelle mani di musicisti processionali che si esibiscono da soli o in gruppi con cantanti, strumenti a fiato, sistri e sonagli. L'estremità della cornice ad arco è decorata con la testa di un prudente nubiano che sembra legato dalle corde dell'arpa.


Un po di storia e simbologia sull'arpa

L’Antichità greca, la cui autorità pesa più significativamente di quanto oggi si possa immaginare sulla nostra cultura musicale, trasmette all’Occidente la convinzione che numeri, note e strumenti abbiano un sesso

La definizione della consonanza come conciliazione di tensioni antagoniste fa dell’ harmonia il simbolo per eccellenza dell’amore. I pitagorici del V secolo prima dell’era cristiana, decretano che le note traducono dei numeri e che l’harmonia in musica è il frutto dell’amore tra il pari e il dispari. Per dimostrarlo utilizzano una tecnica di calcolo che consiste nel dispore sassi sulla sabbia (psêphoi in greco, calculi in latino) che permette loro di associare il dispari al mascolineo e il pari al femmineo. Il dispari è maschile in virtù della sua unità centrale che si associa al membro virile; mentre “il vuoto centrale” nel cuore del numero pari ne fa un emblema della matrice del Kaos che ha generato il mondo, un simbolo dunque femminile.

Nella Grecia dell’Antichità, paese dove anche i numeri hanno un sesso, gli strumenti non possono che allinearsi allo stesso ordine di cose. Se l’arpa, in virtù del vuoto centrale della sua cassa di risonanza, lo stesso vuoto che si impone al centro di un numero pari, diviene l’immagine più eloquente dell’universo al femminile e dell’harmonia figlia dell’amore del pari e del dispari, l’aulos, il doppio oboe che riecheggia tra i marmi dei teatri greci, in ditirambi e riti fallici, è la rappresentazione per eccellenza dell’universo maschile. Un aulos tra le labbra di una gentil doma ne fa una cortigiana e se le prefiche professioniste possono farne uso è perché all’uomo, a quei tempi, non è permesso il pianto, debolezza e consolazione concessa unicamente al gentil sesso.

La visione antropologica del cosmo propria all’antichità crea, inoltre, una confusione feconda e parlante tra la tensione delle corde e quella dell’anima alla mercé delle passioni. In una celebre satira, Orazio è dipinto dal proprio schiavo Davus come un uomo istabile e schiavo dei sensi:

“Duceris ut nervis alienis mobile lignum”

(Sei menato come legno molle dai nervi altrui).

Facile rilevare una significativa analogia. Nervus, dal greco neuron, designa al tempo stesso i nervi umani e le corde della lira il cui potere magico può soggiogare l’uditore privandolo della propria libertà. L’anima è dunque una lira e la lira una sorta d’anima. Nell’immaginario pitagorico, l’harmonia è un corpo aereo che s’invola nei cieli incarnandosi poi negli strumenti musicali. Ancora oggi nel Medio Oriente non si esita a venerare nell’arpa le divinità la cui parola ha creato il mondo e, per la stessa ragione, l’arpa figurava tra gli attributi degli angeli del paradiso cristiano.

L’arpa, incarnazione “naturale” dell’immagine della donna , dell’amore e dell’ harmonia, attraversa gloriosa la nostra storia fino al Medioevo. Poi la scrittura musicale si complica, si arricchisce e per l’arpa cominciano i problemi. “L’angelico strumento” che ha fatto la gioia dei beati nelle visioni del paradiso medievale è di fatto uno strumento diatonico, – immaginate un pianoforte senza i tasti neri! – e, di conseguenza, inadatto alle esigenze della nuova musica, ricca di modulazioni e deviazioni modali.

Prima di “rifarsi il trucco”, di re-inventarsi, l’arpa genera una sfilza di “arpe meccaniche” e così nascono clavicitherium, clavicordi, spinette, virginali e clavicembali. Le dita dei musicisti dalle corde passano a tastiere provviste dei dodici semitoni della scala cromatica. Ma non siamo alla fine dell’ “apollineo instrumento”. Si tratta solo di una pausa. Il Rinascimento inventa arpe doppie e arpe triple. Poi, dalle fucine dei liutai nasceranno ancora le arpe a pedali, a semplice o doppio movimento.

C’è dell’altro, del nuovo. Se l’Antichità è molto liberale quanto al sesso dell’arpista, l’Occidente cristiano lo è meno e ripropone una diversa immagine femminile dell’arpa.

(...) Accordando l’arpa, producendo armonici su di una stessa corda o semplicemente lasciando scorrere le mani sulle corde dello strumento se ne visualizzano necessariamente sezione e lunghezza. L’arpista, toccando letteralmente con le dita la relazione tra i rapporti numerici semplici e le consonanze, come l’Apollo greco – divinità della chiarezza, della Ratio e coreografo delle Muse – è parte dell’harmonia universale.

L’arpa intrattiene inoltre legami con la demonologia e la magia legati questi però ad un differente fenomenmo armonico: la vibrazione simpatica delle corde, particolarmente percettibile su questo strumento. Come tutti sappiamo, se pizzichiamo la corda di uno strumento ben accordato, altre corde entrano in vibrazione senza essere state nemmeno sfiorate. L’assenza di ogni contatto diretto offre un modello particolarmente suggestivo per le spiegazione dei fenomeni magici

Tratto da http://www.associazioneitalianarpa.it/larpa-tra-mitologia-e-simboli/


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Arpa egizia








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