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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

mercoledì, giugno 23, 2021

💚Dea Madre Lajja Gauri

 La Dea Madre Lajja Gauri con la testa di loto

da Ter, India

III sec. a.C. 

(Museo britannico) 


Lajja Gauri è una dea indù associata all'abbondanza e alla sessualità, interpretata da alcuni come la divinità creatrice. Il suo culto è diffuso in tutta l'India, specialmente nelle regioni tribali dell'India centrale e meridionale. Il suo potere è enfatizzato dalla rappresentazione simbolica della vulva.

Devi, la Grande Dea Madre dell'Induismo, nella sua forma di Lajja Gauri, è la più antica forma di Dea nell'Induismo, il cui culto è prevalente nei villaggi tribali del Gujarat. I templi rupestri di Badami hanno una scultura della divinità nel locale Museo Archeologico, originariamente trovata nel Tempio di Naganatha, e ha un tempio esistente dedicato alla dea risalente all'Impero Chalukya che fiorì intorno al VI secolo d.C.


*Questa splendida Dea Madre è rappresentata con un fiore di loto al posto della testa.

Fiore di loto che sembrerebbe(ne sono sicura perché ho visto altre immagini di questa Dea) con 16 petali, e che quindi è collegato al quinto chakra della gola, della laringe, chiamato Vishudda.

Avevo già avuto modo di scrivere, in un mio precedente post, come ci fosse un'assonanza fonetica e concettuale tra la parola sanscrita Vishudda e la parola sarda "udda", che indica l'apparato riproduttivo femminile.

"Udda", nella forma "ud da", era anche un sintagma sacrale beneaugurante di fine cerimonia(come spiega prof. Dedola, glottologo, riguardo l'origine della parola "udda"), appartenente agli Antichi Shardana, e fatto proprio dai preti bizantini in epoca medioevale.

Sintagma sacrale che significherebbe "ud da", "andare verso il sole".

Ma è sempre stata l'assonanza fonetica e concettuale "udda/vishudda", ad avermi portato a riflettere sul fatto che questi due centri energetici siano in stretta correlazione.

Così come la laringe è il centro creativo della voce, del verbo, del suono, così "sa udda", l'apparato riproduttivo femminile, è il centro creativo della vita.

Si crea anche con il suono, e anche anatomicamente, sono due parti che sono strutturate nello stesso modo.

In sardo, "gola" si dice "gutturu".

"Gu-tt-uturu", dove la desinenza "-uturu" coincide con "utero".

"Gu" in sanscrito significa oscurità (come la cavità uterina), ma indica anche un suono onomatopeico simile al muggito del toro/bue, che simbolicamente rappresenta il potere fecondante maschile. 

"Gu" è presente anche nella parola "nuragu", dove "Nu-", come ho spiegato altre volte, fa da radice sia di Nur (fuoco) sia di "nun" (elemento trasformativo dell'acqua).

Rappresentare quindi questa bellissima dea Madre, con un fiore di loto che si espande dal chakra della gola e sostituisce la testa, in correlazione alla vagina, enfatizzata, in questo caso, da una posizione di donna "partoriente", tipica delle statuine Sheela Na Gig, che forma, con la posizione delle gambe, una "M" di "madre" e di "Mem" (archetipo madre dell'acqua, fonte di vita), significa mettere in correlazione ed enfatizzare la capacità creativa della Donna, attraverso il suono, il chakra della gola, e il suo apparato riproduttivo.

Come una Jana, che con la sua Yoni è capace di dare vita, anche attraverso la guarigione con il potere del suono, del verbo, della parola.

"Janas", letto al contrario, diventa "sanaj", e "sanai", in sardo significa "guarire".

E "sanai" è simile a "sonai", che significa "suonare, emettere un suono".

Perché il suono cura, guarisce, e la parola, il verbo, possono portare alla vita quanto lo stesso apparato riproduttivo.

Trovo veramente incredibile, la profonda saggezza e conoscenza espressa in questa stupenda statuina dipinta in ocra rossa, come il fertile colore del sangue mestruale.

La parte centrale, il ventre, è sottolineata da una conformazione a U, con l'ombelico al centro.

Perché lei, e arca che trasporta il sole, l'oro nel suo ventre, come indica la simbologia del sole, un cerchio con un punto al centro.

Lei è Sacra, è Arca, Arcano, Archetipo, e in questa rappresentazione ne viene esaltata tutta la sacralità, preziosa come un Fiore di loto che riesce a fiorire, in tutta la sua magnificenza, anche nel fango.


*mia personale interpretazione 


Tiziana Fenu


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Dea Madre Lajja Gauri




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