Prima immagine, Dea della fertilità, 3000-2500 aC, realizzata a Cipro. Marmo, 15 3/8
Ho già avuto modo di parlare di queste statuine cipriote, legate al culto della fertilità, quando ho parlato del l'idolo di Pomos( ultima immagine), una statuina cruciforme realizzata in picrolite, risalente al periodo Calcolitico(3000 .a.C.), come questa stessa statuina.
"L'uso di queste statuine, che andavano dai 5 ai 15 cm, era molto frequente, anche in ambito funerario, poiché simboleggiavano anche l'eternità.
Sicuramente venivano portate anche al collo, come in questa statuina, anche perché la gola, avendo il suo corrispondente speculare nell'utero(gola in sardo, si dice "gutturu", molto simile a "utero/uturu") è la zona sacra del quinto Chakra, il chakra della gola, del suono creatore, proprio come l'utero.
[...] La forma degli occhi e l'arcata sopraciliare, ricordano moltissimo i simboli incisi nei due conci delle due file di conci basaltici, nel villaggio-santuario de S'arcu e Forros di Villagrande Strisaili ( quinta immagine), in provincia di Nuoro, dell'altare di uno dei due templi a megaron, grande centro metallurgico della Sardegna, probabilmente, risalente al 1200 a.C. circa, e dove si praticava il culto delle acque e della fertilità.
I simboli sui conci dell'altare, rappresentano una protome taurina/uterina, con una perfetta sovrapposizione del simbolismo del Mascolino e del Femminino, a rappresentare quel concetto di fertilità, esemplificato anche in questa statuina.
Sono rappresentati due simboli, nei conci, il Maschile e Femminile, che, nella statuina, si sovrappongono, a formare un profilo androgino, un'arcata sopraciliare, unita al naso, che forma nel complesso, quel tratto distintivo di androginia, necessario a veicolare il concetto di creazione, di fertilità, già sottolineato con la forma a croce della stessa statuina.
Concetto, che nei Giganti di Mont'e Prama ( quarta immagine), è enfatizzato da una doppia pupilla, Sole e Luna insieme, maschile e femminile insieme, che, in sinergia, manifestano la loro massima potenza.
Così come la manifesta questa statuina, nella sua forma a croce, e lo sguardo amplificato è potenziato da questa sinergia degli opposti energeticamente molto creativa, alchemica, lì dove, maschile e femminile insieme, "vedono e creano Oltre".
Perché è anche la T, la Tau, degli Iniziati. Ventiduesimo Sacro Archetipo Ebraico. Il completamento dell'Opera.
L'integrazione degli Opposti.
Usavano una Tau di legno, ricordo, per le pratiche di Iniziazione, dove l'Iniziato giaceva per tre giorni, in profonda connessione con il Divino. "
Ma in questa statuina, oltre ad essere presenti questi elementi simbolici, che ritroviamo anche nella nostra Antica Civiltà Sarda, ci sono degli ulteriori elementi altrettanto simbolici.
La conformazione e la distribuzione delle linee, segue una struttura ad incrocio.
Un vertice femminile, che ingloba in sé anche la vulva femminile, che si interseca con la struttura del corpo, dalla base del collo fino ai fianchi, che ricalca un triangolo con il vertice verso l'alto, che, metaforicamente, simboleggia l'energia del Fuoco, mascolina, complementare a quella dell'acqua, Femminina.
A formare quasi una stella di David, a sei punte, simbolo, appunto, della sinergia creatrice degli Opposti.
Ma l'aspetto che mi ha incuriosito, è che la vulva, sta proprio al centro di questa intersezione dei due triangoli, invece di trovarsi nella zona pubica, più in basso.
Sta proprio in corresponsione del Terzo chakra del plesso solare, il chakra Manipura della creazione, dell'autoaffermazione personale, dell'energia in movimento, dinamica, creatrice.
Un chakra che è governato dal Fuoco, mascolino, ma che si deve esprimere e realizzare, nella forma, nel Femminino.
È governato dal Fuoco, il cui simbolo è un triangolo con il vertice verso l'alto( Mascolino), ma il suo simbolo è il triangolo con il vertice verso il basso( Femminino) all'interno di un fiore di loto con 10 petali gialli, che rappresentano le 10 nadi energetiche da cui ha origine ( Sacro Archetipo Ebraico 10, la Yod, il punto di inizio della creazione).
Anche graficamente, si vede la sinergia delle due polarità.
È la vulva, posta proprio al centro di questo plesso solare di autorealizzazione, esprime bene questo concetto di espansione, di affermazione, di lasciare una traccia di sé nel mondo.
Un concetto che appartiene sia all'energia maschile, che a quella femminile, che solo lavorando in sinergia, possono creare.
È una rappresentazione simbolica più sofisticata, rispetto a quella che le antiche civiltà ci hanno abituato a vedere, attraverso la posizione di potere delle sue energie, spesso rappresentare da due animali speculari ( serpenti o leoni in genere, animali di potere e molto simbolici), tenuti tra le mani, a braccia aperte, dalle divinità, o perlomeno, da esseri divinizzati.
È una rappresentazione che esprime bene questo concetto di potere, di potenza che si esplica quando siamo in equilibrio e in piena padronanza delle nostre due polarità opposte.
La Vulva ad altezza del plesso solare, non è solo un vezzo artistico, per sottolineare l'importanza simbolica della stessa, ma indica un discorso più ampio, legato, non solo alla fertilità, ma alla gestione delle due energie.
Tiziana Fenu
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