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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

lunedì, febbraio 15, 2021

💛[. .] Ovviamente questa possibile e verosimile ricostruzione(Pittau)

 "[...] Ovviamente questa possibile e verosimile ricostruzione ideale del tempio( si riferisce al tempio del Sardus Pater e ai Giganti di Mont'e Prama) presuppone l’esistenza in antico di un muro esterno di forma quadrangolare, muro del quale però adesso non si trova alcun resto e alcuna traccia.

C’è pertanto da ritenere che esso fosse fatto di mattoni di fango crudo con paglia e intonacato e pitturato all’esterno e all'interno.

Muri di questo tipo, anche se facilmente degradabili, erano comunissimi in tutta la zona circostante fino a mezzo secolo fa e tuttora se ne vedono molti resti nei villaggi vicini di Cabras, Riola, Baratili, San Vero, Tramatza, Zeddiani, ecc.

È perfino probabile che le travi del tetto del tempio poggiassero anche sulla testa dei “guerrieri-telamoni” in vista di una maggiore stabilità e sicurezza dell'intero edificio. Innanzi tutto mi preme far osservare che il tempio sembra che potesse assomigliare, nella pianta e nella struttura, a quello che in archeologia classica viene chiamato prostylos, il quale aveva sulla fronte un porticato o pronao. In fondo e al centro della sala, su un piedestallo a gradini, ipotizzo la sistemazione della statua del Sardus Pater (la trentunesima), che rappresento sul modello di una nota raffigurazione del dio quale compare in monete di età e coniazione romana, con un copricapo di piume e con una lancia in mano (vedi fig. 1).

Di fronte alla statua del Sardus Pater ipotizzo quella che potrebbe essere la lucerna in pietra a 5 becchi e dopo un altare, reperti che di fatto sono stati rinvenuti assieme con gli altri. I piccoli “candelabri” in pietra potevano essere o intorno alla statua oppure sull'acroterio o cima del frontone, in funzione ornamentale, come avveniva nei templi greci ed etruschi.

Dietro la statua del Sardus Pater ipotizzo le 8 statue di arcieri. È del tutto chiara la uguale impugnatura dell'arco da parte di un bronzetto nuragico e da parte degli arcieri di Monti Prama:

A ciascuno dei due lati della sala ipotizzo una fila di 8 “guerrieri-telamoni”, che sorreggevano sul capo una trave della trabeazione, che a sua volta sorreggeva il tetto coperto di tegole oppure di assicelle di legno (iscándulas).

Con queste sino a un settantennio fa nei villaggi del Gennargentu, erano fatti i tetti delle case. Vicino all'ingresso ipotizzo altri 6 arcieri in pietra, con la fronte rivolta al dio e le spalle rivolte a coloro che entravano nel tempio. Tutte le statue dunque erano rivolte al centro e inoltre risultavano alquanto staccate dalle pareti, come dimostra il fatto che tutte hanno sul dorso i segni, anche appena abbozzati, dei loro rivestimenti o delle loro armature, particolari che evidentemente dovevano risultare visibili ai fedeli che frequentavano il tempio. Su alcune statue si trovano tuttora i resti di colore, ciò che fa pensare che tutte fossero colorate o dipinte. Probabilmente dopo la grande porta di ingresso, ai due lati, risultavano due “vasi lustrali” per le abluzioni o le segnature di rito ad uso dei sacerdoti o dei fedeli. Sul frontone del tempio mi piace supporre la presenza del disegno di una pintadera nuragica, la quale certamente era un simbolo solare"


Tratto da "I Giganti di Mont'e Prama e il Sardus Pater" di Massimo Pittau


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Pittau sui Giganti



Sardus Pater

Sardus Pater 

Tempio di Antas, dedicato al Sardus Pater, a Fluminimaggiore 


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