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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

sabato, febbraio 27, 2021

💜 La danza di Kali

 La danza di Kali


La cosmologia tantrica sostiene che senza il dinamismo di Shakti – il femminile – il maschio Shiva sia inerte. Tuttavia, senza la consapevolezza e la stabilità di Shiva, Shakti è una selvaggia fuori controllo.

Un’immagine drammatica dell’iconografia tantrica illustra questo suo punto essenziale riguardo alla realtà: l’immagine mostra la dea Kali – nuda se non per un grembiule di mani e una collana di teschi – che danza sul corpo prono di Shiva, suo eterno consorte.

La posa da cadavere di Shiva rappresenta il fatto che la pura consapevolezza è la base statica dell’essere, paragonabile a quella che un meditante scopre come il costante testimone del proprio mondo mentale.

La selvaggia danza di Kali esprime il dinamismo del processo cosmico: intenso, senza fine, plateale, che sorge ed è sostenuto dalla base immobile di Shiva e, tuttavia, si esprime attraverso universi che si evolvono senza fine.

Nel mondo esteriore, essa è la forza dell’evoluzione, la spinta erotica che sta al cuore della vita.

È l’impulso creativo intrinseco che alimentò il Big Bang e continua a dispiegarsi, come stelle, galassie, pianeti, forme di vita, specie, e anche come società umane, culture, e la stessa coscienza individuale. All’interno del nostro mondo interiore Shakti gioca come pensieri, emozioni, idee, ispirazioni e anche come la nostra idea su chi siamo. In meditazione essa manifesta le nostre visioni, i nostri sentimenti di beatitudine, le nostre intuizioni, i blocchi che sorgono e la spaziosità in cui si dissolvono.

Nel processo di trasformazione prende forma come l’urgenza appassionata che ci stimola a oltrepassare i limiti apparenti e a espandere la nostra coscienza.

Shiva rimane fuori e al di là tutto questo, come il conoscitore che non cambia, il testimone consapevole che osserva e contiene la danza. Una volta ho avuto la visione di questa danza come di un vortice caleidoscopico di luce estatica: bello nella sua radiosità, travolgente nella sua beatitudine e nella terrificante infinitezza. Quello che più profondamente mi colpì dopo lo sbigottimento iniziale fu il fatto che questa danza fosse eterna. Esserne consapevoli richiede presenza totale.

Non c’è, letteralmente, riposo nella danza cosmica di Shakti eccetto che quando ci si radica nell’essere, in Shiva – pura consapevolezza–testimonianza.

A ogni livello di coscienza, il maschile e il femminile, Shiva e Shakti, staticità e dinamismo, consapevolezza e beatitudine, stabilità e trasformazione, essere e divenire, si completano e si accompagnano l’un l’altra.

Lo ripeto ancora: senza il terreno spazioso che è la luce della consapevolezza, statica e quieta, non può esistere nulla. Senza il potere dinamico del divenire nulla può crescere, evolvere, trasformarsi.

Shiva e Shakti, essere e divenire, sono due lati di una stessa medaglia, come l’acqua e la sua umidità o il fuoco e il suo calore.

Essi oltrepassano i generi e tuttavia, quando evolvono nella forma fisica, le loro qualità vivono in noi come aspetti della coscienza e anche come qualità uniche legate al genere dell’anima umana.

Questo perché nell’universo tantrico ogni cosa ha origine da questa unione originaria: l’abbraccio di Shiva e Shakti.

L’universo è fatto di Shiva e Shakti, proprio come un embrione umano è fatto dal mix genetico dei suoi genitori.


Tratto da   Sally Kempton "Il Risveglio della Shakti".


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