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lunedì, febbraio 08, 2021

💛Il Monkgol sardo come segno di appartenenza.

 Il Monkgol sardo come segno di appartenenza. 


Sulla scia del mio ultimo post, riguardo la Sacerdotessa di Esterzili, che, dal mio punto di vista, offre come segno di investitura, devozione e Fedeltà, una corona al Regnante o Capo Tribù di quel momento storico, mi aggancio riguardo un particolare che ho notato in svariati bronzetti.

Un particolare che parla di devozione, sacralità, e Fedeltà al proprio Signore, al proprio Re e Maestro.


Sono Bronzetti sardi diversificati tra loro, risalenti probabilmente all' VIII sec. a. C. 

Fromboliere di Uta, donna orante, offerenti, suonatore di Ittiri, arciere di Sardara, Capotribu' di Uta, e altri. 

In tutto, ma sicuramente ce ne sono anche altre, una quindicina di bronzetti, tutti contrassegnati con un particolare, che presenta anche il capotribu' di Uta : quella benda, arrotolata come una corda, intorno alla testa.

Che non è una semplice fascia piatta.

È proprio una corda con spessore, e sembrerebbe arrotolata.

Esattamente come quella che tiene in mano il Fromboliere di Uta, che con aspetto regale porta in offerta, sui palmi delle mani, questa corda, in offertorio votivo.

E, verosimilmente, sembrerebbe di una  lunghezza tale da essere idonea per essere legata intorno al capo, esattamente come quella del Capotribu' di Uta.

Per essere indossata da un Capotribu', significa che aveva un alto valore sacrale. 

Come se fosse un segno identitario di riconoscimento.


Ebbene, già, esponendo le mie spiegazioni sul ruolo simbolico de su Componidori della Sartiglia, e de su Issohadore, avevo sottolineato come, i colori da loro indossati, bianco, rosso, marrone, nero, corrispondessero alle gradazioni delle varie cinture nei livelli delle arti marziali orientali, e che ogni livello raggiunto fosse chiamato con il nome di Dan.

Dal primo, fino all'ultimo Dan, il grado più alto, la cintura nera.

Avevo sottolineato anche, come, il lazo che su Issohadore usa per prendere al lazo il suo Mamutone, è un Lazo ricco di simbolismo, poiché la parte finale, è assimilabile alla parte uncinata del Sacro Ankh, che significa "bocca/passaggio/apertura/vagina/nascita/rinascita". 

Quindi, prendere un Mamutone per il lazo, significa, simbolicamente, offrirgli, per mano di un essere divinizzato e purificato, come su Issohadore, che porta una maschera bianca, simbolo di questa divinizzazione in corso(come quella de su Componidori e dei Giganti di Mont'e Prama, che portano i solchi di una maschera intorno al viso, segno di Eroi Divini), la possibilità di una una rinascita, di una purificazione dalla sua natura animale.

Un'elevazione, una sublimazione, una redenzione.


Ed esiste, ed è considerato un oggetto con alto valore sacrale, un'ornamento, un segno distintivo di regalità e sacralità, che ancora oggi è usato in una disciplina orientale molto diffusa e molto bella, per il suo alto valore cerimoniale e sacrale, purtroppo penalizzata e dissacrata in certi contesti, dove non si riconosce la sacralità ancestrale di queste discipline antichissime. 

Sto parlando del Sacro Mongkol, della benda, dell'arte Marziale del Muaythai, un'arte marziale di difesa thailandese. 

Questo copricapo è considerato Sacro, e viene indossato durante i combattimenti e mentre fanno il loro cerimoniale Wai Kru Ram Muay prima che il loro Maestro /allenatore, chiamato Krhu, lo tolga e lo metta in cima al loro angolo, nel ring, in segno di buon auspicio. 

Il Monkgol è talmente sacro, che non può toccare il terreno, e può essere toccato solo dal maestro, una volta che l'investitura è stata fatta.

Anticamente veniva benedetto dai monaci Theravada. 


I Monkgol sono fatti tradizionalmente di corda, filo e materiale di seta, che sono tessuti e intrecciati insieme. 

Esattamente la stessa struttura intrecciata che si vede in mano al Fromboliere del Bronzetto offerente di Uta, e la stessa sezione tubolare  delle corde intorno al capo, degli altri bronzetti visionati. 


La cerimonia iniziale, il Wai Kru si esegue girando tre volte nello spazio del combattimento, per "sigillare" contro energie negative, lo spazio perimetrato dalle corde, prima di pregare inginocchiato, a mani giunte, nel suo angolo, il suo Maestro, gli antenati combattenti, inchinandosi tre volte in segno di rispetto e Fedeltà al proprio Maestro, al Divino, e ai propri compagni di scuola. 

"Wai" significa il modo thai di riverire e salutare. 

Chiunque di questi insegnamenti, rispetta in modo assoluto il proprio Maestro, e tratta i suoi pari da fratelli e sorelle. 

Durante questa cerimonia si invoca protezione per sé stessi e per i propri avversari, e per una lotta onorevole attraverso il recitare in modo silenzioso preghiere e formule magiche propiziatorie. 

Dopo questa Wrai Kru, si effettua la Ram Muay, una serie lenta di movimenti stilizzati eseguiti a ritmo della musica, di solito pentatonica, come le musiche dei primi strumenti musicali nelle civiltà, una musica molto simile a quella delle nostre launeddas, in direzione dei quattro lati del ring, ad invocare la protezione  delle quattro forze naturali, terra, aria, acqua, fuoco. 

La Ram Muay, oltre ad avere un significato mistico religioso, nei tempi antichi, era un profondo atto di devozione, umiltà e gratitudine al proprio Re e al proprio mentore


E tutta questa simbologia del Monkgol, che ha proprio la conformazione di un lazo, di un Ankh, che viene indossato da uomini che sono degli Iniziati, così come lo indossa il capotribu' di Uta, fa capire come può essere un simbolo di appartenenza, come lo è anche adesso. Indica l'appartenenza ad una scuola, ad una antica disciplina che da la possibilità di mettersi in contatto con il divino. 

È l'appartenenza ad una comunità, che poi si sarà sviluppato in disciplina marziale.


Lo indossano anche gli arcieri, il suonatore itifallico, il guerriero, la donna orante. 

Perché portare una corda intrecciata, perché di questo si tratta, in offertorio? 

Cosa poteva rappresentare, se non l'appartenenza Regale ad una comunità? 

Si è parlato, nella descrizione di questo bronzetto, che potrebbe trattarsi di una delle corde ritorte e robuste  delle navi di Thartshish (Tartesso, Tharros..) che solcavano i mari, nominate nella Bibbia. 

Ma io non credo si tratti di questo. 

Il Mongkol è come un' Ankh, è sacro, riporta alla vita, alla rinascita, come quello de su Issohadore. 

Sacralizza chi lo indossa. 

Segna un'appartenenza. 

I nostri bronzetti lo rappresentano. 

Dalla donna offerente, al suonatore di launedda, fino a passare per l'arciere, e arrivare al Capotribu'. 

Lo indossano indifferentemente tutti coloro che appartengono a quella comunità. 

Senza distinzione gerarchica, così come  succede nella disciplina Muay Thai. 

Si è fratelli e sorelle, guidati dal Maestro, dal Re

Io credo che ciò che il Fromboliere di Uta stia offrendo, sia proprio un Mongkol, offerto per ottenere l'investitura di appartenenza. 


Anche perché poi, c'è un altro fattore importantissimo in questa antica disciplina. 

Nella fase preparatoria della cerimonia iniziale Ram Muay, nella fase chiamata Taa Phrom Naang, ci sono tutta una serie di gestualità, eseguite con movimenti lenti e precisi, che simulano i vecchi bendaggi utilizzati nei tempi antichi, e soprattutto, simulano il volo del cigno, considerato un animale sacro. 

E questo aspetto del Cigno è importantissimo, perché ha un riferimento diretto con l'antica Civiltà Sarda. 

Ne ho parlato nel mio post riguardo l'ingresso triangolare dei Nuraghi, chiedendomi e spiegando, perché l'ingresso dei Nuraghi sia sempre triangolare, e perché gli antichi Sardi erano identificati dagli stessi Egizi con le 9 stelle della costellazione del cigno, in riferimento alla Confederazione Sarda dei "Nove Archi", i Pelasgici, gli Antichi Sardi, i figli del Cigno/cygnus/cono nuragico/cunnus/cunno/Cuneo

Riporto un passo del mio post e il link


"E quel triangolo sagomato dell'ingresso dei nuraghi è proprio la sezione del cono

Cono

Cunnu/cuno (apparato riproduttivo femminile)

Ma la  sezione del cono triangolare, anche come la costellazione del Cigno, per la quale si fa riferimento nella stele di Thutmose III datata più o meno 1500 a. C, nelle quale si legge delle 9 stelle della costellazione del Cigno, in riferimento  alla confederazione sarda dei "nove archi", i Pelasgici, gli Antichi Sardi

“Ho legato in fasci i Nove Archi, le Isole che sono in mezzo al mare, i popoli stranieri ribelli. Come in cielo governano 9 dei , così in terra dominano i Nove Popoli. Il mio bastone ha colpito i Nove Archi”.

Naturalmente, parlando del bastone, un bastone di potere, si riferisce a quel bastone chiamato guardacaso, come il nostro fiume sardo, il Tirso. Il bastone che aveva sulla Sommità, la rappresentazione della ghiandola pineale, la pigna, e che è spesso rappresentato come una ipsilon, spesso con due animali totemici bifrontali, poiché rappresenta la nostra Kundalini, la nostra energia vitale collegata al divino, con le sue due nadi, maschile e  femminile, unite in sinergia"


https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html


Troppe coincidenze, per non pensare, ancora una volta, che la culla della civiltà, fosse proprio qui, in Sardegna. 

Una civiltà Atlantidea evoluta, pacifica. 

Una comunità poco gerarchizzata, come le prime società matriarcali, gilaniche. 

Dove il culto della Dea Madre sopravvive ancora. 

Attraverso il simbolismo del lazo/vagina, che offre possibilità di rinascita. 

Nei nostri bronzetti lo abbiamo, rappresentato intorno al capo, che ha anticipato di secoli, e probabilmente di millenni, l'aureola dei Santi cristiani.


In quella danza del cigno, che ci appartiene da sempre, come figli della stessa costellazione

Perché, se gli stessi Egizi, ci consideravano i 9 archi, le 9 stelle della Costellazione del Cigno, la Confederazione dei 9 Archi, è lecito pensare che il segreto della nascita è della resurrezione, della vita eterna, fosse proprio custodita dai questi antichi Sardi, la cui civiltà esprime sempre, nelle Domus de Janas, nei pozzi Sacri, nelle Tombe dei Giganti, negli stessi nuraghi, sempre questo concetto triadico di "nascita/morte/rinascita"


D'altronde, questo concetto triadico è simboleggiato in un uccello/divinità che ha molto di sardo e poco di egizio 

Il Benu, la Fenice, l'ambasciatrice della vita, dal piumaggio rosso fuoco, che ogni 500 anni, con il suo uovo d'oro trasporta la salma del padre presso il Tempio di Ra, il Dio-Sole. 

La Fenice che con il suo fuoco, porta la vita dentro le acque primordiali Nun,  aprendo il becco sulla prima terra emersa, ed emanando il primo suono primordiale, il Logos. 

L' Uccello che viene da Eliopoli, la città del Sole, la prima terra emersa, isola del fuoco. 

L' isola dei Nur(fuoco)-Nuraghi. 

Benu

Fenu

Fehu(runa del Fuoco) 

Feni(... Fenici=Sardi) 

Fenicotteri, l'uccello dai colori del Fuoco

Fenice

L' Araba Fenice

Nell' antica Civiltà Sarda tutto parla di continua rinascita. 

Nascita /Morte /Rinascita. 

Anche nelle, sempre tre, protomi taurine/uterine dei portali dentro le Domus de Janas

Tre 

Come i tre inchini che si fanno quando si riceve il Monkgol dal Maestro, dal Re. 

E sicuramente, tre volte, si sarà inchinato il Fromboliere, davanti al suo Re, nel ricevere il suo Monkgol di appartenenza. 

In rinascita ad una Comunità che ha lasciato segno di sé in ogni parte del mondo


Musica Sarama pentatonale cerimoniale del Muay Thai, simile alle launeddas sarde

https://youtu.be/WHDA2sgV0yg


Tiziana Fenu


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Il Monkgol sardo come segno di appartenenza.


Per le immagini dei Bronzetti : https://www.nurnet.net/mediateca/categorie/bronzetti-nuragici/





 

















































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