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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

giovedì, maggio 27, 2021

💛Simbologia delle ierofanie in Sardegna.

 Simbologia delle ierofanie in Sardegna. 


Sono sempre rimasta profondamente affascinata dalle ierofanie, dal modo in cui si manifestano sia spontaneamente, sia attraverso la modalità con la quale l'uomo le ha sempre cercate, per creare un contatto con il divino, con quella dimensione spirituale e sacrale che diventa parte del suo quotidiano, della sua esperienza umana.


Mi è già capitato, mesi fa, di parlare delle ierofanie, a proposito degli accurati studi del ricercatore Sandro Angei, che si è occupato di varie ierofanie, a proposito di quelle che si manifestano nel pozzo di Santa Cristina, il 21 di giugno, nel dodicesimo anello della Tholos.

Avevo dato anche una mia personale Interpretazione  riguardo la simbologia dell'aver deciso che la ierofania si manifestasse proprio nel dodicesimo anello, e non in altri, per la quale vi rimando all'approfondimento nel mio post in proposito.

Scrivevo:

"Nei Sacri Archetipi ebraici, il 12 corrisponde alla lettera Lamed, con funzione "misura". Quindi rappresenta il calcolo, la misura.

Come se il momento esatto di quella ierofania dorata sul dodicesimo cerchio, indicasse proprio un parametro, sia per il raccolto, ma anche per un qualcosa di molto più elevato

La Lamed, nella sua forma, ricorda molto l'ureo egizio, che ornava la fronte dei Faraoni, e indicava il potere amplificato verso poteri divini, l'apertura del terzo occhio, l'estensione intorno e verso l' alto, pur mantenendo la stessa forma

Iside  era rappresentata come la signora Cob-ra ( Ra significa Dio del Sole). 

La più alta forma di energia del serpente è la "saggezza". 

La saggezza del capire a che punto era la maturazione del grano, tramite il parametro di questa ierofania.


Ierofania significa "manifestazione del Sacro", quindi non indica la divinità in quanto tale, ma la sua manifestazione nella materia, attraverso l'oggetto e il luogo, che diventano partecipi alla potenza della divinità.

In Sardegna, questo "oggetto" privilegiato di manifestazione divina, è la pietra.

La pietra, che, come il Pietro degli Apostoli, millenni dopo, diventa la "prima pietra" portante della manifestazione nel reale, nel concreto, nella materia, della parola di Cristo.

Si fa chiesa, si fa altare, si fa cattedrale di questa manifestazione divina nella materia.

Esattamente simile, come concetto, all'idea di altarizzare e sacralizzare i nuraghi, creando all'interno delle nicchie, che vengono illuminate dal sole in particolari periodi dell'anno, e che sicuramente fungevano da altari per offerte votive, che illuminate, benedette dal sole assurgevano ad oggetti sacri, cultuali.

La pietra viene scelta, dai nostri Antichi Sardi per manifestare il Divino. 

Ma questo succede anche in altre parti del mondo. Pensiamo al Serpente Piumato a Chichen Itzà, in Messico. Secondo la mitologia Maya, la loro divinità principale -Kukulkàn- era solita scendere sulla terra nei giorni degli equinozi di primavera e autunno sotto forma di un grande serpente piumato. Nella progettazione della piramide con 91 gradoni denominata El Castillo, i Maya hanno orientato la struttura in modo tale che all’alba degli equinozi il sole nascente proiettasse l’ombra di un grande serpente sul dorso della piramide.

Succede anche in altre parti del mondo, ma qui in Sardegna vi è una particolare attenzione all' equilibrio degli opposti. 


La dimensione del Divino, nasce in cielo, tra le stelle, ma poi viene trasposta sulla terra.

Gli Dei nascono tra le stelle, e infatti la parola "dei", deriva dall'indoeuropeo "deiwo", la cui radice "dei" ha il significato di "brillare", e in ambito archeoastronomico le ierofanie si identificano con  quelle occorrenze in cui gli edifici antichi sono stati evidentemente progettati per assumere delle caratteristiche peculiari in giorni specifici del calendario, spesso in associazione con fenomeni astronomici di rilievo, quali equinozi, solstizi o allineamenti planetari. 

Un esempio molto celebre è quello che si verifica nell’altopiano di el-Giza, nel Cairo, dove vi è un allineamento delle tre piramidi principali, verso l’antica Eliopoli, città sacra del culto solare. Durante il solstizio d’estate, al tramonto, il Sole si colloca proprio in mezzo alle piramidi più grandi, quella di Cheope e di Chefren, al fine di  mostrare il dio solare che tramonta fra le due piramidi, rendendo sacro il paesaggio. 

In Italia tra le tante manifestazioni di ierofanie, ne abbiamo una molto importante nel Pantheon, a Roma: solo e unicamente a mezzogiorno del 21 aprile, giorno in cui si celebra il Natale di Roma, il sole penetra dall’oculus con un’inclinazione tale da generare un fascio di luce che centra esattamente la porta d’ingresso del tempio. Anticamente, l’imperatore faceva il suo ingresso trionfale proprio in quel momento, investito dalla luce e consacrato divinamente agli occhi del popolo.


Come uno ierofante, come colui che può veicolare l'energia divina. Si, perché non solo gli oggetti, la pietra, possono diventare manifestazione del Divino, ma anche gli esseri umani, che sotto una ierofania, quasi si trasfigurato, sembra che si attivi il loro "corpo di luce". 

L'attenzione verso la pietra, come manifestazione delle ierofanie, è che essa resiste al tempo, è quasi eterna, e attraverso essa, la ierofania si manifesta in una ciclicità immutabile.

Quindi il suo messaggio del Divino, può viaggiare nel tempo, e questo rientra nell'ambito della ritualistica.

Più un evento, un gesto si ripete, ciclicamente, più diventa reale, e quindi sacro, sancito realmente, partendo da un primordiale inizio divino, di quando la ierofania si manifesto' in una forma inaspettata, archetipale, totalmente sconosciuta, sempre in base, ad un certo prototipo divino, astrale, come è successo per il nostro torello con il corno sinistro più corto, riflesso della costellazione del Toro, perché le dimore celesti, sono quelle ideali, perfette. 

Anche la disposizione dei nuraghi, rappresenta una certa disposizione delle stelle nel cielo. Ne abbiamo prova nell'orientamento e disposizione di certi nuraghi, o nelle Tombe dei Giganti, o come i nuraghi di Torralba, che rappresenterebbero le Pleiadi.. 


Abbiamo la nostra "ziggurath", per esempio, l'altare di Monte d'Accoddi,  risalente al IV millennio a.C., che ha la sua zona centrale, la cella, o sacello, considerato l'ambiente più sacro della struttura, che è alta 70 cm, sette, come di solito sono i piani delle ziggurath, poiché essa rappresenta la montagna cosmica, cioè un'immagine simbolica del cosmo, dove i 7 piani, come ho scritto tante volte, in riferimento anche al nostro labirinto di Benetutti a 7 percorsi, rappresentano i 7 cieli planetari, e la presenza dell'omphalos, ne fa l'ombelico simbolico del mondo. 

Un altare che è un perfetto esempio di ierogamia, dove davvero pare si celebrassero le sacre nozze alchemiche, dove il dio Toro-solare scende sulla terra per unirsi alla sua sacra Dea Terra, rappresentati anche dai due menhir, uno in calcare bianco, maschile, e l'altro in arenaria rossa, femminile. Una complementarietà di opposti, come un Tao, dove una pietra fallica e squadrata, maschile, penetra la molle e informe( la forma gliela darà proprio l'elemento elettrico maschile) terra femminile. 

Menhir che servivano anche come marcatori astronomici, per individuare solstizi ed equinozi, visto che l'altare è orientato a nord, in cui si delinea il senso dei raggi solari nei tempi degli Equinozi d'estate e d'inverno. 


Ombelico/obelisco.

Guardate come si somigliano queste due parole.

Intorno ai sacri obelischi, poi di diramava la struttura di tutta la comunità, come un'asse del mondo. 

E generalmente, queste "città /montagna" cosmiche, come Gerusalemme e Sion, non sono state sommerse dal diluvio. 

La Ka' ba, secondo la tradizione islamica, è il luogo più elevato della terra, riflesso della stella Polare, al centro del cielo. 

Sarà un caso che Ka' ba somigli molto a Cabras, che personalmente, per la presenza dei Giganti di Mont'e Prama, reputo il centro più importante e radiante della Sardegna, come già ho approfondito in passato per svariati motivi?


Quindi è evidente, nell'Antica Civiltà Sarda, una intensa corrispondenza tra cielo e terra, tra ierofanie e desiderio di essere sempre in contatto con la dimensione Divina. 

La luce che filtra dai fori apicali dei Nuraghi, è evidente soprattutto durante il  solstizio d'estate, quando il Sole si trova al suo azimuth, e passa nel foro apicale dell'oculo, andando a illuminare delle nicchie che fungono sia da osservatori e marcatori astronomici, ma anche da vere e proprie zone sacre, protette. 

Veri e propri tabernacoli, dove sicuramente venivano deposti gli oggetti votivi, e dove le figure importanti, come quelle sacerdotali, gli ierofanti, i portatori della manifestazione divina, venivano divinizzati e trasfigurati in "corpi di luce", proprio attraverso la ierofania

Nel nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu, per esempio, vi è un altare che funge da ricettacolo per la ierofania, così come nel Nuraghe Alga, nella nicchia centrale, e in altri nuraghi e pozzi sacri.


Il ricercatore Sandro Angei, e prof. Sanna, hanno individuato e studiato , tra le svariate, una ierofania particolare che si manifesta nella chiesetta campestre di S'Eremtia Matteu di Narbolia, nel giorno degli equinozi.

In pratica, il 21 marzo e il 23 settembre, la luce del sole entra dall'oculo sopra quello che era l'antico varco della porta del tempio, e viene proiettata sulla parete a sinistra. 

La ierofania che si forma è particolare, perché questo oculo ha una forma particolare, nel senso che esternamente ha una una forma circolare, mentre internamente è di forma quadrata.


Questo mi fa pensare, tra parentesi, con una punta di estremo orgoglio, che la "quadratura del cerchio", gli Antichi Sardi, la conoscevano molto prima che ne sondasse le proporzioni, Leonardo Da Vinci, con il suo uomo vitruviano, come ho già avuto modo di approfondire con le proporzioni auree dei Giganti di Mont'e Prama, che rivelano una centralità della cintura(quindi una voluta e apparente "sproporzione" corporea), in riferimento alla cintura di Orione, e quindi alla loro origine divina), perfettamente inscrivibili sia nella Vesica Piscis, che nella quadratura del cerchio vitruviana.


Ma ritornando alla ierofania della chiesetta di S'Eremtia Matteu di Narbolia, essa  forma un triedro, nell'angolo triedro della celletta, quasi a formare simbolicamente un triangolo pubico, che è uno degli elementi costitutivi della stella di Ishtar, la stella a otto punte. 

Una ierofania che presenta un lato "appuntito", maschile, e un lato arrotondato, femminile, e che quindi celebra, da sacra ierofania, una sacra ierogamia, un matrimonio alchemico tra maschile e femminile, nei due equinozi, autunnale e primaverile, quando le due energie, le due polarità, luce ed ombra, notte e giorno, sono perfettamente equilibrate, ed è possibile l'unione alchemica. 


D'altronde, questa stessa unione alchemica si verifica anche nel pozzo di Santa Cristina. 

Scrivevo, nel post sul Menat

"Questo, rappresenta il simbolo del Menat, il dominio taurino/uterino, della terra, l'oggetto che bilancia il peso della collana. 

Il portale a forma di Menat nell'ingresso dei pozzi Sacri, é un portale che bilancia la stessa forza della terra, che è collegata al segno del Toro. 

Bilancia gli istinti di bassa energia, quelli legati alla terra, e nel contempo, realizza l'opera di trasmutazione. La terra si lascia lavorare, si lascia dominare, per farsi grembo, utero e accogliere l'acqua purificatrice. 

Si deve acquisire il dominio del Toro, la chiaruduenza, delle lingue universali, quelle che provengono dalle antiche forze della natura, per essere in grado di trasformare questa energia potentissima del Toro, in energia feconda, alchemica. 

E chi poteva essere la depositaria e la custode del potere Alchemico ed equilibrante, tra i due solstizi, tra le due forze contrapposte, se non la grande  Dea Madre Creatrice, dea della Vita e della Morte, la Dea Hator/Sator, la "seminatrice del cielo", la stessa Via Lattea, colei che contiene, come uno "sperma latteo", lo stesso seme della trasmutazione? 

Perché lei rappresenta il bilanciamento, l'equilibrio necessario affinché le due forze opposte, i due solstizi opposti, la via dell' umano e del divino, si incontrino nel suo grembo, nel bacile acquifero del pozzo Sacro, dove può avvenire la trasformazione di Giona(che rappresenta lo spirito divino), del Janus, come nel ventre della balena. "


Pozzo di Santa Cristina dove  nei mesi di settembre (dal 21 al 23 alle ore 12.00) e di marzo (dal 18 al 21 alle ore 11.00), in occasione degli equinozi, il sole illumina perfettamente il fondo del pozzo di Santa Cristina, penetrando attraverso il vano scale e riflettendosi poi sull’acqua.

Il sole, con i suoi raggi, si riflette sull’acqua del pozzo. In questa circostanza l’osservatore, negli ultimi 6 scalini interni, può vedere la propria ombra riflessa sull’acqua e proiettata capovolta sulla parete della camera a tholos di fronte. 


Sembra che le ierofanie fungano in Sardegna, da elemento collante, unificante, tra le due polarità, maschile e femminile, tra luce ed ombra, tra cielo e terra, tra sole e luna, tra dritto e capovolto, tra salire e scendere, tra peccato e redenzione, tra vita e morte.

Sempre in cerca di equilibrio, di armonia sinergica e stilistica, manifestata poi, nella perfezione delle opere architettoniche. 

E gli Antichi Sardi hanno eletto ad altare privilegiato per queste manifestazioni divine, proprio la Pietra.

La Sacra Pietra Immortale  e gravida di significati e segreti custoditi nel suo silenzio, eppur ricco di messaggi, di rivelazioni, solo per chi è realmente in ascolto e non si ferma alla superficie, all'architettura e basta.

Le nostre costruzioni sono state edificate con proporzioni auree

Anche  le Domus de Janas hanno dei loro parametri aurei, manifestazione di un sentire "altro", che trascende la realtà.

Ed è qui che dobbiamo cercare la vera Anima degli Antichi Sardi.

Nel "non detto", in ciò che viene custodito in modo sacro, prezioso oltre ogni limite.


Tiziana Fenu


©®Diritti intellettuali riservati


https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-la-piantina-del-pozzo-di.html


Mi trovate anche in questo sito inglese

 antichecuriosita.co.uk


Simbologia delle ierofanie in Sardegna.



Ierofania nel nuraghe di Santa Barbara 

Ierofania nel nuraghe di Santa Barbara a Villanova Truschedu, Oristano 

Ierofania nel dodicesimo anello della tholos del pozzo di Santa Cristina
                               http://maimoniblog.blogspot.com/search?q=Santa+cristina

Ierofanie pozzo Santa Cristina


Ierofania nella chiesetta di sant'Eremtia a Narbolia, Oristano
                   http://maimoniblog.blogspot.com/2019/08/ierofanie-e-modellazione.html



Altare di Monte d'accordi, Sassari

Menhir mascolino in calcare bianco altare Monte d'Accoddi

Menhir femminino in arenaria rossa, altare monte d'Accoddi


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