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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

venerdì, agosto 06, 2021

💛Idolo di Pomos

 L'idolo di Pomos è una statuina cruciforme realizzata in picrolite, risalente al periodo Calcolitico(3000 .a.C.), ritrovata vicino al villaggio cipriota di Pomos.

Attualmente è esposta al Museo nazionale cipriota di Nicosia.


Come esempio dell'arte preistorica di Cipro, è stato scelto per le monete cipriote da 1 e 2 Euro.

Rappresenta un simbolo di fertilità, la cui evoluzione vedrà, secoli dopo, una rappresentazione della fertilità tramite la Dea Afrodite, la divinità preminente di Cipro.

L'uso di queste statuine, che andavano dai 5 ai 15 cm, era molto frequente, anche in ambito funerario, poiché simboleggiavano anche l'eternità.

Sicuramente venivano portate anche al collo, come in questa statuina, anche perché la gola, avendo il suo corrispondente speculare nell'utero(gola in sardo, si dice "gutturu", molto simile a "utero/uturu") è la zona sacra del quinto Chakra, il chakra della gola, del suono creatore, proprio come l'utero.

Apparato riproduttivo femminile, che in sardo è chiamato "udda", desinenza della parola "Vishudda", che è il nome sanscrito del chakra della gola.

Il significato di "udda", si è involgarito nel tempo, ma in tempi passati, sumerici, indicava un sintagma sacrale beneaugurante, di chiusura di cerimonia.

Un augurio di "andare verso il sole", "ud-da", come spiega a questo proposito, prof. Dedola.

Ritornando alla statuina, la forma cruciforme indica intersecazione delle due polarità, maschile e femminile.

Sono le polarità, che intersecandosi, in scala più ampia, danno vita ai quattro punti cardinali, che segnano il passaggio delle stagioni, dell'alternarsi degli equinozi e dei solstizi, nel ciclo della vita.

Il fatto che questo amuleto venga utilizzato anche come ciondolo, e in questa statuina,  venga rappresentato proprio in questo modo, indica che anche la donna(o l'uomo in generale), è soggetta agli stessi ritmi di successione cronologica delle stagioni, attraverso la gravidanza, la creazione

Inoltre, lei è Madre Terra. Ha in sé, non solo i quattro punti cardinali che segnano il succedersi dei cicli stagionali e astronomici, ma è anche detentrice dei quattro elementi di Madre Terra, aria, acqua, terra e fuoco.

La forma degli occhi e l'arcata sopraciliare, ricordano moltissimo i simboli incisi nei due conci delle due file di conci basaltici, nel villaggio-santuario de S'arcu e Forros di Villagrande Strisaili, in provincia di Nuoro, dell'altare di uno dei due templi a megaron, grande centro metallurgico della Sardegna, probabilmente, risalente al 1200 a.C. circa, e dove si praticava il culto delle acque e della fertilità. 

I simboli sui conci dell'altare, rappresentano una protome taurina/uterina, con una perfetta sovrapposizione del simbolismo del Mascolino e del Femminino, a rappresentare quel concetto di fertilità, esemplificato anche in questa statuina.

Sono rappresentati due simboli, nei  conci, il Maschile e Femminile, che, nella statuina, si sovrappongono, a formare un profilo androgino, un'arcata sopraciliare, unita al naso, che forma nel complesso, quel tratto distintivo di androginia, necessario a veicolare il concetto di creazione, di fertilità, già sottolineato con la forma a croce della stessa statuina. 

Concetto, che nei Giganti di Mont'e Prama, è enfatizzato da una doppia pupilla, Sole e Luna insieme, maschile e femminile insieme, che, in sinergia, manifestano la loro massima potenza.

Così come la manifesta questa statuina, nella sua forma a croce, e lo sguardo amplificato è potenziato da questa sinergia degli opposti energeticamente molto creativa, alchemica, lì dove, maschile e femminile insieme, "vedono e creano Oltre".

Perché è anche la T, la Tau, degli Iniziati. Ventiduesimo Sacro Archetipo Ebraico. Il completamento dell'Opera.

L'integrazione degli Opposti.

Usavano una Tau di legno, ricordo, per le pratiche di Iniziazione, dove l'Iniziato giaceva per tre giorni, in profonda connessione con il Divino. 

Tre contesti diversi, tre rappresentazioni diverse, periodi diversi, un unico simbolo, potentissimo, come una password per accedere a livelli di comprensione superiori, e per accedere a quel livello di eternità, di immortalità, che si raggiunge solo quando gli opposti si integrano energeticamente tra loro, cosa che gli Antichi conoscevano molto bene. 


Tiziana Fenu


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