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venerdì, agosto 06, 2021

💛Prof Sanna sul Bronzetto Dolsena

 SUL BRONZETTO (NURAGICO) DI BOLSENA.


Pensavo di ritornarci più in là, alla fine delle vacanze. Con comodo. Ma la notizia di questi giorni del particolarissimo bronzetto di tipologia nuragica trovato in territorio etrusco nel fondo del lago di Bolsena nonchè le prime esternazioni interpretative (comprese quelle dell'archeologa Barbara Barbaro) mi inducono a dire la mia circa alcuni dettagli del disegno della figurina. Prima di tutto, non è poi così difficile capire che l'uomo raffigurato sommariamente (uno direbbe rozzamente) nella statuina reca, tenendolo in testa tramite un cercine e le braccia, un argano e un gancio (v. fig. all.). Qualcuno ha ipotizzato uno scudo. Ma non lo è. Come non è molto difficile capire che l'uomo si caratterizza per due  protezioni, quella per la difesa del collo e quella per la difesa del busto (particolare questo che ha fatto sospettare la presenza di un militare e quindi del suddetto scudo). Resta da aggiungere che sia il segno a T sia gli occhi a cerchi concentrici  sono tipici dei bronzetti nuragici e dei Giganti di Monte 'e Prama. Il bronzetto è tanto nuragico per i dettagli del volto che la perizia metallografica (forse già in corso) non potrà non confermare l'identità sarda e non etrusca del manufatto. Naturalmente ci sarebbe subito da disquisire circa la civiltà nuragica in possesso di leve e di quant'altro atto al sollevamento o al trascinamento dei pesi. Perchè non si sia, al solito, accusati di vantarci troppo circa la nostra civiltà antica tecnologica assai avanzata passo a dire, ma assai brevemente, quello che maggiormente ci interessa ovvero la 'scrittura' dell'oggetto che ha come fulcro di significato due forze, due sostegni e due protezioni. Il bronzetto quindi non lo dobbiamo leggere dal punto di vista 'artistico'. Per il 'decus'. I significanti estetici sono assenti, quasi a lasciare il posto a quelli dei significati fonetici ottenuti per via ideogrammatica. Che ci fa un verricello con la fune e un gancio poderoso sulla testa dell'uomo? Che senso hanno quelle braccia a stecco appena abbozzate? Che ci fa quella robusta e, si direbbe, totale protezione del corpo? La risposta sta già in ciò che la Barbaro afferma: cioè che la parte bassa del corpo del bronzetto era assente per far posto alla parte acuminata dello spillone. E' lo spillone (di sicurezza) che offre immediato il significato dell'oggetto magico scritto. Basta collegare il concetto di sicurezza con quello della forza, del sostegno e della protezione e si avrà l'espressione usatissima nel codice funerario etrusco dei sarcofaghi, delle tombe, dei dipinti, delle coppe, dei vasi, dei piatti, ecc. Agli etruschi come prima ai nuragici interessava il percorso dopo la morte per poter di nuovo rivedere la vita. E i talismani, con le loro scritture del tutto nascoste per i 'malvagi', erano d'obbligo. Sono cose queste che dico ormai da decenni. Inascoltato. La scrittura metagrafica nuragica ed etrusca è puro delirio. Sarà. Il fatto però è che  quella stramba, assurda figurina, non ha niente a che fare con l'arte perchè il senso è riposto in ben altro. Bisogna essere in grado di capirlo rinunziando alla superficialità, all'indugio nella  sola apparenza. Per un approfondimento (con tutti i dati comparativi) nella lettura del bronzetto rimandiamo a questo autunno.


Prof. Gigi Sanna, ricercatore, autore, linguista, esperto in antiche scritture e alfabeti, con particolare attenzione verso quelli Sardi.


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Prof Sanna sul bronzetto Dolsena





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