"Pensati libera".
Non ho bisogno di pensarmi libera.
Ciò presupporrebbe una condizione di prigionia.
Un pensiero che mi è altro.
Un anelito, che mi distanzia da me.
"Sentiti libera".
Marchiato a fuoco vivo sulle chiappe, bypassando una stola che mi sarebbe servita per passarci sopra.
Perché, il pensarmi è altro.
È struttura.
È elaborazione. È sintassi.
È azione senza reazione.
È pensiero senza anima.
È umano senza sangue.
È intelligenza artificiale.
Non è intelletto.
Celebrazione della disumanizzazione.
Altare sacrificale su cui si è inscenata la disintegrazione dell'umano che sente, che percepisce, che segue il suo istinto, la sua naturale inclinazione verso il bello, verso il giusto, verso l'armonia.
Verso il Divino, come parte integrante della sua Sacra Umanità.
Verso la celebrazione, e non verso la dissacrazione.
La bambina destinataria della lettera, è persa.
Estirpata dall'anima e rassicurata da quel "andrà tutto bene" che ci sta a filo di una mannaia, lì dove ci pulsa il cuore.
Un monito che ancora fa rabbrividire.
Perché non si tratta del nostro bene.
Vedendo quei petali rossi, sparpagliati, violentati dalla loro Matrice originaria, mi è sembrato di assistere ad un sacrificio, con le gocce di sangue che imbrattano simbolicamente l'altare.
Sacrificio, non nell'accezione più nobile, del rendere sacro, ma in quella animalita' che nega al sangue, la funzione regale di veicolo del Divino, di cui la rosa, per eccellenza è simbolo mistico di Bellezza e conoscenza, oltre che simbolo di un Femminino integro, androgino, completo.
Integro come lo era Cristo.
Questa voluta dissacrazione è inquietante. Contrasta, anche cromaticamente, con il bianco dell'autore e dei suoi accompagnatori, sprezzanti di un'umanità che vogliono disintegrare, perché sono già oltre.
In quell'aspetto viscido, incorporeo, gelatinoso, asettico del mentale, del robotizzato, del "mi penso libera", interpretato da un femminile senza Femminino.
Come imbozzolata, accartocciata su sé stessa.
Come una larva rimasta intrappolata nel suo volo di farfalla.
Questi sono gli insetti.
Farfalle mancate.
Ci vogliono rubare il sogno del volo, dei colori della Bellezza.
Il "mi sento libera" disintegrato, frantumato, come gli arilli di una melagrana che si schianta a terra.
Non ci si percepisce più.
"Mi penso libera" .
Perché so che sono in una prigione.
Il sangue è la chiave.
Quello che ha in comune il plasma, con l'elemento eterico. Stesso nome.
I fulmini sono composti di plasma. Pura energia.
Tanto su cui riflettere, visto che sono andati a ledere proprio la linfa vitale, il sangue.
"Sentiti libera"
È la voce della tua bambina interiore.
Della purezza, della Bellezza. Della rosa.
Sei già libertà.
Di pensiero, di azione, di tempo, di emozione.
Non hai bisogno di elaborarlo con il pensiero.
Sei già volo.
Tiziana Fenu
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Sentiti libera
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