La ripetizione di specifici culti, gli attributi iconologici e simbolici che ne richiamano il ricordo delle origini , permettono di riconoscere le tracce della Grande Dea nelle sue più tarde epoche.
La Grande Madre fu venerata in varie regioni e sotto vari nomi: Gli etruschi la conoscevano come Gea, i romani come Mater Matuta i greci come Cibele.
Prima del cristianesimo fu proprio la Grande Madre a richiedere che il neofita venisse coricato in una fossa e ricevesse una pioggia di sangue di toro (come ricorda Prudenzio).
Una cerimonia magica dalle origini remotissime che nei secoli si trasformò da rito propiziatorio in purificazione iniziatica, un mistero di trasformazione che rimanda a un'altra grande divinità che ha segnato non poco il cristianesimo: il dio Mithra. Caratteristiche tipiche del culto della Grande Madre erano: l’interesse specifico per gli animali, che accomuna i leoni alati che accompagnano Ishtar la cerva di Diana e il serpente ctonio della dea cretese; cerimonie e nascondigli tra rupi , anfratti e caverne, fiumi e boschi, o comunque presso acque.
Poi l’uso di celebrare culti e riti i durante le ore notturne. n gran parte dell’ Europa permane la memoria della divinità arcaica, di una divinità femminile padrona e signora di luoghi o semplicemente di bisogni umani primari, ne sono esempio anche le molte Madonne Nere ancora venerate in alcuni paesi.
I misteri ellenistici di Cibele, in epoca imperiale presero forma di religione autonoma. Ancor oggi la donna con le torri in testa (l'immagine di Cibele) rappresenta l'Italia. E va pure segnalata la traccia del culto di Attis e Cibele che si ritrova nel mondo cristiano: l'albero addobbato una volta all'anno (allora era un pino); la castità dei sacerdoti; il rito dell'eucarestia (mangiavano carne e bevevano il sangue del dio «che moriva e risorgeva»).
E a proposito del rito del sangue va osservata più da vicino quella che Tertulliano definirà effusio sanguinis, che diventa semen christianorum.
L'evoluzione di tali figure e la loro progressiva personificazione individuale sembrano confermare l'idea di un'origine matriarcale della civilizzazione. In questi stessi miti sono, peraltro, delle dèe, e non degli dèi, a comparire quali protagoniste: Hera, Athena, Cibele, connesse con le società matriarcali e ginecocratiche dell’Asia Minore.
E sempre in Asia Minore ebbe enorme diffusione il culto di Artemide (Efeso), di Afrodite (Troade) ed in seguito, con l’avvento del cristianesimo, persino quello della Vergine Maria, la cui abitazione viene oggi mostrata ad Efeso, non lontano dal tempio di Artemide. E, tra le tante dèe che lì nacquero, le cosiddette “vergini nere”, Cibele e Artemide (corrispondente più alla Artumes etrusca che alla Diana latino-romana), furono le più venerate e quelle il cui culto divenne tristemente famoso per l’usanza rituale dei sacrifici cruenti, anche umani (vedi anche i rituali sacrificali che in età arcaica si svolgevano nell’antico santuario laziale del Lucus Nemorensis, “bosco sacro” posto sulle rive dell’odierno piccolo lago vulcanico di Nemi -noto in età romana come spaeculum Dianae, “specchio di Diana”- dedicato originariamente alla sanguinaria Artumes etrusca, poi all’italica Diana Nemorense, divinità cacciatrice e silvestre).
Cibele e Artemide furono ambedue adorate sotto forma di un simulacro nero, una pietra caduta dal cielo o una scultura lignea. Si dice che il nome Cibele, Kubiles, significasse “pietra cubica”, in riferimento a un meteorite nero conservato nel sacrario di Pessinunte (presso l’odierna località turca di Balâhisar), la città frigia sacra alla Madre degli Dèi.
Testimoniato in età molto antica in Lidia, il culto di Cibele si diffuse nel V secolo a.C. nel mondo greco, dove la dèa fu collegata a Demetra, la dèa materna della Terra, figlia di Crono e di Rea, la cui personalità però è assai distinta da quella di Gaia, la Terra concepita come elemento cosmogonico: Demetra è la divinità della terra coltivata; è essenzialmente la dea del grano.
Tratto da "Sacra Disciplina Etrusca" di Enrico Scarscioni
https://maldalchimia.blogspot.com/2022/08/dea-cibele-con-leone.html?m=0
Maldalchimia.blogspot.com
Dea Cibele Magna Mater
Nessun commento:
Posta un commento