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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

giovedì, gennaio 27, 2022

💛YHWH prof Sanna

 Per quel gioco dello speculare, del riflesso, del gemellare, del doppio, "Ag", è lo speculare di "ga", come avevo già individuato più di un anno fa( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/due-cose-hanno-sempre-incuriosito_12.html) :


"Trigu(grano) /nuragu( questa forma si usa soprattutto nel sassarese)

La particella "GU" in sanscrito significa oscurità,  ma significava anche "suonare, emettere un suono un grido onomatopeico", che è un'imitazione del muggito del toro

Dalla forma "GU", poi si passerà alla  forma "bu", che poi declinera' nella forma  "Bovis"  del latino

Il "ga", invece, in sanscrito arcaico, rappresentava l' elemento femminile, la vacca da Latte

Il "-ga" della spi-ga, e il "-gu" de " su tri-gu", del grano in sardo

. Maschile e femminile uniti


"Grano", che contiene in sé particella "AN", che è l'elemento femminile  della generazione,"


Questo significa che il nuraghe, come ho scritto tantissime volte, è la manifestazione visibile, l'epifania, di quel concetto di divino, che non può che rappresentare una sinergia di opposti, cosi come lo è il Divino che rappresenta, androgino. 

Il nuraghe non è solo maschile, è anche femminile.

È vuoto e pieno.

È luce e ombra.

È Fuoco e acqua.

Come i nostri pozzi Sacri


"La parola pietra in vedico è "Patra", stessa  radice consonantica di "pietra". 

"Patra", che significa  anche "coppa, vaso, contenitore". 

È bellissimo questo concetto :la pietra stessa è una coppa che custodisce la scintilla Divina, è il cuore della Scintilla Divina

https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/il-labirinto.html


Tiziana Fenu©®

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https://youtu.be/q9TpoxlDK0E


MA YHWH E’ IL NURAGHE. INCREDIBILE! 'PAZZESCO', VERO! 


Forse ad alcuni non è passata inosservata la parte dell’intervista dove il prof. Gian Matteo Corrias dice che le caratteristiche dello Yh (almeno dai due documenti esaminati) sardo sono due: quello d’essere ‘toro’ ed essere ‘luce’. E ha parlato di ‘nur’ e di ‘ag/k. Credo che di proposito, forse per non ‘scandalizzare’ troppo, non abbia dato l’affondo finale. Non ha concluso dicendo che se è vero che NUR significa ‘Luce’ e che ‘Ag significa ‘Toro’ YHWH vuol significare semplicemente (si fa per dire) ‘NURAGHE (NR – ‘AG – He: Lui (è) il toro della luce). Ora, secondo me YHWH = NURAGHE, è il dato più strabiliante (si direbbe volgarmente ‘pazzesco’), di tutta la quaestio riguardante la tematica di tutta la documentazione scritta nuragica.  Chi lo avrebbe mai detto che guardando un nuraghe e chiedendoci cosa sia un ‘nuraghe’ la risposta sarebbe stata ‘ è uno dei nomi’ di yhwh’? Chi lo avrebbe mai detto che quelle una volta (addirittura ancora oggi!) considerate ‘fortezze’ nascondevano invece il nome di una divinità che a questo punto  - ciò sottolineano anche Biglino e Corrias- sarebbe bene chiamare non più ‘nazionale’ ma  ‘internazionale’? Chi lo avrebbe mai detto che i nuragici quel (per altro bellissimo) nome lo avevano scritto usando lo stesso monumento? Chi l’avrebbe detto che oggi, una guida archeologica onesta intellettualmente, deve rompere gli indugi e lasciar perdere il misoneismo degli istruttori, per spiegare scientificamente l’enigmatica costruzione architettonica, cioè parlando di un dio il cui nome solo ieri era assolutamente pertinente ad un altro popolo e ad un altro territorio? 

Già chi l’avrebbe detto!  Ma oggi il punto non è la sorpresa e soffermarsi, con la bocca spalancata, più di tanto. Il punto oggi è quello di gridare (avere il coraggio e la determinazione di gridare) ai quattro venti, perché tutti sappiano, che qui in Sardegna sta succedendo, sul piano storico, qualcosa di straordinario che non riguarda solo la Sardegna, ma data la ‘religio’, il mondo intero della cultura e della conoscenza. Il punto però è ancora quello di dire ai sarcastici quanto sciocchi paladini di una antropologia, purtroppo deviata, che qui con i ‘miti’ non si scherza e consigliare pertanto a quei pseudo scienziati che di mitopoiesi e di nostre nostalgie di ‘cose mai accadute’ parlano, di andare a nascondersi negli antri più bui per non essere più visti e pian pianino dimenticati.


Prof. Gigi Sanna, docente, autore, esperto in antiche scritture e alfabeti, con particolare riguardo all'antica Scrittura Sarda.


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YHWH prof. Sanna



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