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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

venerdì, gennaio 13, 2023

💛Simbologia danza Mamuthones

 Riporto un brano della studiosa di tradizioni popolari Dolores Turchi, dove si parla del sughero, con cui sono  generalmente fatte le maschere del Carnevale Sardo. 

Volevo sottolineare il fatto, che il sughero, in ambito sciamanico è molto importante. 

Ha la proprietà di assorbire le energie negative, e nel contempo, funge da isolante, dalle stesse. 

Presso le antiche civiltà, non era consetita a tutti, la raccolta del sughero, soltanto ai sacerdoti, e la pianta della quercia da sughero, di cui è ricca la Sardegna, era Sacra, soprattutto per i Druidi, gli antichi Sardi Celti, sciamani, sacerdoti, giudici, la cui figura li accomuna alle nostre antiche figure sciamaniche. 

Ho già avuto modo di esternare il mio pensiero a riguardo della nostra figura sciamanica per eccellenza, rappresentata dallo Sciamano di Vulci

( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/sacchetta-sciamanica.html?m=0) 


"Un'altra precisazione sullo "scudo" morbido e arrotolato dello Sciamano di Vulci. 

È uno scudo inusuale, morbido, alto quasi quanto la figura dello sciamano. Dal mio punto di vista potrebbe anche essere un futon arrotolato, perché si deve arrotolare e non ripiegare, per una questione energetica, come quello che usano e si portano sempre appresso gli operatori olistici, come i maestri di Shiatsu o i maestri di campane tibetane o altro. Che usano il proprio personale futon perché lo energizzano e lo caricano con le proprie energie. Si spostano con il futon appresso generalmente. Potrebbe essere anche una pelle di animale ripiegata su sé stessa, o ancora più verosimilmente, di sughero, visto che la quercia da sughero, in particolare, di cui è ricca la Sardegna, era considerata, in svariate culture antiche, un albero sacro, che aveva funzioni cerimoniale ed oracolari, il cui sughero poteva essere prelevato solo dai sacerdoti, offerto dalla quercia, come un Dono Sacro, con funzione protettiva e isolante dalle energie negative. 

D'altronde anche il Gigante di Mont'e Prama lo tiene sulla testa, non in modo bellico in posizione di difesa o attacco. Una simbologia che tiene conto del modo in cui è tenuto lo scudo morbido, arrotolato in modo che formi un vertice verso l'alto, a dimostrazione che anche esso funge da convogliatore di energia divina".

Le maschere del nostro Carnevale Sardo, simboleggiano delle energie che trascendono l'umano. Energie cosmiche, che rappresentano anche la forza ancestrale di Madre Terra. 

Una forza "folle, caotica, trascinante". 

Perché è dal Caos, che si genera la vita. 

Mamuthones, che hanno la desinenza in Mam, come Maimone, il Dio delle acque, come Mem, tredicesimo Sacro Archetipo Ebraico, con funzione "liquidità", che simboleggia proprio questa dimensione amniotica dell'acqua, della vita e della morte, che si susseguono in un ciclo infinito. 

I Mamuthones, sono in numero di 12, come il 12, del dodicesimo anello della Tholos del pozzo di Santa Cristina, in cui si manifesta la ierofania, molto probabilmente in concomitanza, nel periodo romano, dei festeggiamenti della dea agropastorale Pales( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/solstiziopales.html) 

12, anche, come i 12 gradini speculari ai 24, della discesa nel pozzo sacro. 

Perché i 12, sono simbolici della risalita, della divinizzazione avvenuta

( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-la-piantina-del-pozzo-di.html) 

I 9 passi cadenzati e  i 3 saltelli, che effettuano, consecutivamente, i Mamuthones, durante la sfilata per un totale di 12, "su Santu Doxi", indicano i 9 mesi della gestazione, per poi arrivare, al ciclo triadico della "nascita/morte/rinascita", così presente nella nostra simbologia, nelle coppelle con tre cornici, o nelle "porte/passaggi dimensionali" delle Domus de Janas. 

Generalmente, lo schema è questo. 

Ciò che restano fissi, sono i tre saltelli sul posto, estremamente simbolici, eseguiti a comando de Sos Isshuadores, mentre gli altri possono variare di numero. 

I Mamuthones, si muovono nella dimensione dell'acqua, della creazione, della pioggia che fertilizza la terra. 

Vengono guidati e "pungolati" alla rinascita, al perpetuare il continuo ciclo della vita, facendo morire la loro parte animale, e lasciandosi guidare, proprio da delle figure divinizzate, come is Isshuadores, in numero di 8, un numero legato al Sacro Femminino, alla stella di Ishtar, a 8 punte, così diffusamente rappresentata nei nostri antichi rosari sardi, come abbiamo visto altre volte. 

Un Femminino che viene coinvolto anche durante le sfilate, quando viene preso al lazo. 

Quel lazo de su Isshuadore, che è come un Ankh, il simbolo della vita, dell'unione tra maschile e femminile, della stessa apertura vaginale, che sancisce e benedice la rinascita del Mamuthone dalle sue stesse acque, dal suo stesso grembo. 

Toccato e "provocato" al risveglio spirituale, anche attraverso un bastone, come il bastone del comando degli uomini di potere, delle figure sacerdotali di potere. 

Il bastone del tirso, che viene generalmente rappresentato con una pigna alla sommità, che rappresenta simbolicamente, la ghiandola pineale. 

Il Tirso è anche il nome del nostro fiume sardo più lungo. Non può essere una coincidenza. 

Con questo bastone di ferula, di cui è ricca la Sardegna( e il tirso, è creato solo con la ferula, perché è resistente al fuoco), Is Isshuadores, pungolano i Mamuthones, anche nei genitali. 

Perché è a livello sessuale, della materia, che avviene l'alchimia. 

La procreazione Sacra, non bestiale, animale. 

Il Sacri-ficio, il rendere Sacro, l'addomesticamento e la morte simbolica, come l'Arcano Maggiore XIII della Morte, legato all'Archetipo tredicesimo della Mem, del Mamuthone dionisiaco, è necessaria, per perpetuare la vita, incessantemente. 

Nella Mem, nell'acqua, nella dimensione amniotica della "nascita/rinascita", risiede la Mem-oria, di ciò che eravamo, prima della caduta. 

Tutto, nella nostra Civiltà Sarda, parla di ritorno alle Origini, a quello stato primordiale di Armonia e Bellezza, che abbiamo perduto con il tempo. 

Nove passi cadenzati e tre saltelli. 

C'è il tempo della gestazione, dell'acqua che simbolicamente, continua a nutrire il grembo, Madre Terra, e c'è il tempo della nascita, della morte e della rinascita. 

È il tempo degli Dei.

Che non muoiono mai, e che ancora, fanno tremare la terra, al loro passaggio. 


Tiziana Fenu 

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"Altra caratteristica che viene spesso messa in rilievo è la maschera di sughero (caratzas de ortigu), che sembrano portare quasi ovunque tutti, tranne quelli che avevano il volto imbrattato di fuliggine e sangue. 

Non si parla mai di maschere di legno. La maschera lignea richiede un impegno e una maestria nell’esecuzione che non tutti dovevano possedere. 

La maschera di sughero poteva invece essere modellata con facilità da chiunque. 

Inoltre aveva la caratteristica della leggerezza. Con tutta probabilità, finito il rito, veniva gettata nel fuoco come il fantoccio. Rinnovarla anno dopo anno come si rinnovava il dio e la vegetazione che rappresentava doveva essere nell’ordine delle cose. 

È probabilmente per questa ragione che non ci sono pervenute maschere lignee molto antiche. 

Senza volerlo, il Licheri conferma cose già intuite, come ad esempio il perché una persona folle o poco avveduta è chiamata ancora oggi Mamuthone o Maimone. 

Dai suoi versi veniamo a conoscenza di cose finora solo sospettate e mai accertate: la vittima del carnevale, quella che doveva rappresentare la passione e la morte del dio della vegetazione, dell’ebbrezza e dell’estasi, veniva stordita oltreché col vino, anche con una certa dose di sostanze tossiche. 

Questo spiega anche perché tale vittima, nei carnevali sardi, è scomparsa prima delle altre maschere e perché in alcuni paesi dove il carnevale è stato riesumato, la vittima manca".


Tratto da Dolores Turchi "I carnevali e le maschere tradizionali della Sardegna" Newton Compton Editori

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Simbologia danza Mamuthones




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